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LA RIFLESSIONE DELLA SERA, FILOSOFIA, VITA, POZZI DI NOIA, PSICOLOGIA, MORIRE DI NOIA,

Post n°7454 pubblicato il 01 Giugno 2013 da psicologiaforense

CONNESSI CON TUTTO MA NON CON SE STESSI

 

Ancora una volta leggiamo che una  ragazzina è sprofondata nel coma etilico dopo aver scolato mezza bottiglia di grappa. I giornali parlano di noia e di spirito d'emulazione. Era assieme agli amici, tutti bevevano a sorsi; l'ha fatto anche lei. Della noia continueremo a sentir  parlare nei prossimi anni, e non certo di quella degli adulti ma di quella degli adolescenti. Non è strano sentire i ragazzini, e persino i bambini piccoli, ripetere: mi annoio, non so cosa fare. La noia descrive uno stato d'insoddisfazione, ma anche un intenso desiderio, e insieme l'incapacità di indicare ciò che si desidera. E' il senso di vuoto che sempre più incalza le giovani generazioni, le quali coltivano un atteggiamento d'attesa nella speranza che il mondo esterno provveda a fornire loro quel soddisfacimento cui aspirano. In termini psicologici, il narcisismo dell'annoiato è quello di un IO che sbatte contro i limiti della realtà stessa, e prova una forte rabbia che si mescola a un senso di depressione, di svuotamento. La noi ha a che fare con una percezione alterata del tempo, un tempo che non passai mai. Quale rapporto hanno oggi i ragazzi col tempo? Non equilibrato, verrebbe da rispondere: tra un tempo che corre troppo veloce, quello della vita, delle esperienze, e un tempo che non passa mai, il tempo della crescita individuale, della maturazione, che di necessità è invece lento.  Fare l'esperienza della noia è indispensabile per maturare, in quanto nella noia si sperimenta la propria finitudine. Un sentimento questo cui i ragazzi non vengono più educati; si preferisce sviluppare in loro il sogno d'onnipotenza: tutto è possibile. La scuola è disarmata davanti a modelli sociali, televisivi, sportivi, e oggi persino politici, che spronano a realizzare il sogno a occhi aperti di un desiderio che chiede sempre di più, che è infinitamente vorace. Nel passato la scuola educava alla noia, la stimolava, spesso involontariamente; l'educazione era un tempo sottratto al tempo "utile", in cui s'imparava ad annoiarsi. In quella scuola, che adesso non c'è più, si poteva anche apprendere dai libri un'indispensabile massima di Leopardi: "La noia è il desiderio della felicità lasciato per così dir, puro".

 
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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 01/06/13 alle 17:52 via WEB
Cerco, grazie allo sitmolo del tuo post, di pensare al mio ieri. Macchè, nonostante gli sforzi, non riesco a pensare alla mia gioventù e ai momenti di noia.Ovvero, con gli amici, quando ci si incontarva ogni sera, non facevamo niente, non avevamo i mezzi per concludere la serata, ogni tanto ci scappava un film. Ebbene come si potevano passare ore e ore, a dire "niente", a discutere del vuoto, a chicchierare su un futuro non ancora delineato, su donne che non avevamo, su soldi latitanti e su caxxate di ogni genere? Eppure ogni sera, allo stesso angolo al centro della città, nottate passate così, senza annoiarsi e per amico...un vigile notturno che puntualmente ci invitava ad andare a casa vista la tarda ora? Bah......Cosa è cambiato perchè oggi i giovani abbiano un complice in più: la noia? Buona serata Giuliana.
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monellaccio19
monellaccio19 il 01/06/13 alle 17:55 via WEB
Scusa, citando Leopardi mi è venuto alla mente: "Il meglio della vita: non è la vita che si conosce ma quella che non si conosce".
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Utente non iscritto alla Community di Libero
lia.turchiano il 01/06/13 alle 18:04 via WEB
Un giovane scrittore l'altra sera in TV ha ricordato di recente in un'intervista come da bambino per punizione fosse mandato di frequente nella sua stanza, e che i minuti e le mezze ore trascorrevano con esasperante lentezza, e lui si annoiava mortalmente. Quella noia, dice, è stata importante per scrivere.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anna di Biase il 01/06/13 alle 18:23 via WEB
Per Moravia la noia «potrebbe essere definita un malattia degli oggetti, consistente in un avvizzimento o perdita di vitalita' quasi repentina». Forse bisognerebbe ragionare anche sul fatto che la noia e' sempre «la mia NOIA», suggerisce l'autore, e intorno a quel «mia» misurarne le richieste, cercarne la cura.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
carmelina il 01/06/13 alle 18:25 via WEB
Grazie per questo post così profondo
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coloridivita
coloridivita il 01/06/13 alle 21:52 via WEB
Hai ragione Giuliana, è così assurdo leggere storie del genere dove ci sono dei ragazzini che per noia rischiano la vita! A quell'età dovrebbe essere tutto colorato, si dovrebbe aver voglia di vivere, di divertirsi in modo sano! Questo malessere dei giovani è un chiaro segno che qualcosa nella società in cui viviamo non va, sono crollati i valori, ormai i giovanissimi sono saturi di tutto, hanno già avuto tutto quanto quel che desideravano e hanno smesso di sognare, che tristezza! Ti abbraccio, buona serata, Antonella.
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mmmmmmm1980
mmmmmmm1980 il 01/06/13 alle 22:12 via WEB
Ottimo articolo. Finalmente c'è qualcuno che ne parla a grandissima voce di questi "mali invisibili" o come le definisce qualcuno "malattie neuropsicologiche del nuovo secolo". Per quanto riguarda l'Educazione Scolastica, carissimo, anche se non ci conosciamo, ti posso dire che hai pienamente RAGIONE. Oggi, insegnare nelle scuole è diventato impossibile, perché i ragazzi di oggi, sono talmente Bombardati da una Media Education Distorta (TV, Radio, Internet, ecc.), che i ragazzi sono talmente presi da questi Insegnamenti Disgustosi della Media Education, che ne traggono vantaggio solo per Copiare, Identificarsi con il loro IO in Modelli di Vita Sociale Distorti che la Media Education offre nella sua scaletta di programmazione, trasmettendo con Programmazione (Televisiva, Radiofonica) programmi di bassissimo livello educativo, che sono dannosi per la psiche dei ragazzi e soprattutto degli adolescenti.
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