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Post n°7492 pubblicato il 14 Giugno 2013 da psicologiaforense
... il tema è sempre "scottante" o di "scottante attualità", la svolta è sempre "decisiva", e l'intervento " mirato", vuole una "pausa di riflessione", e "occorre fare chiarezza", gli sviluppi sono "imprevedibili", "inquietanti" gli interrogativi: "qui si gioca il futuro della ripresa", sono in ballo "i settori più delicati", e noi "non ci faremo intimidire".... MODELLI MENTALI O LINGUISTICI? ![](http://1.bp.blogspot.com/-87l_u4zFzZo/UI_T3AanKXI/AAAAAAAAAeU/y6KBwab7pyg/s1600/Parole.jpg)
Ho visto in un bar l’avviso "Si eseguono panini"! In alcuni uffici postali ho letto "sportelleria". Tempo fa le schede perforate in informatica furono chiamate "supporto cartaceo" , e "supporto magnetico" si riferiva a nastri e dischi magnetici. Benissimo. In seguito però si è cominciato a chiamare "supporto cartaceo" ogni stampato o dattiloscritto, ogni testo, ogni pagina su carta ("mi porti il tutto non senza un supporto cartaceo", dice il dirigente alla segretaria). Sono parole in corso che circolano per la verniciatura tecnica che sembra nobilitarle. Capita quando si usa, poniamo, un verbo come "veicolare" invece di "trasmettere", " diffondere". L'esempio viene da linguaggi specialistici, da quello medico in particolare, che riferendosi a malattie opta regolarmente per "veicolare": di conseguenza il termine grazie alla sua patina tecnica tende, col suo alone prestigioso, ad allargarsi nell'uso generale, e in certi casi emargina le parole tradizionali, perchè al parlante queste ultime sembrano più banali, meno efficaci. È il destino non solo dell'italiano, ma direi di tutte le lingue di cultura, che oggi si stanno incamminando verso una lingua tecnologica, perchè il mondo intero è unificato e guidato dall'industria e dalla tecnocrazia. Bisognerà rassegnarsi, l'Italia dialettale, popolare, se ne sta andando. All'efficacia espressiva sembra che si vada sostituendo un'efficacia comunicativa. Si tende sempre più ad una lingua strumentale, "segnaletica". E la tentazione allo stereotipo è più forte che mai. Troppo faticoso rompere il luogo comune. Più rapido e facile ripetere pigramente le frasi fatte, aderire al detto e ridetto, al già confezionato. Il che capita non soltanto all'"utente medio", ma succede nei media dove il tema è sempre "scottante", di "scottante attualità", la svolta è sempre "decisiva", e l'intervento " mirato", vuole una "pausa di riflessione", e "occorre fare chiarezza", gli sviluppi sono "imprevedibili", "inquietanti" gli interrogativi: "qui si gioca il futuro della ripresa", sono in ballo "i settori più delicati", e noi "non ci faremo intimidire".
Commenti al Post:
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anacletoleone il 14/06/13 alle 13:39 via WEB
I modi di dire che confondono o ingannano
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psicologiaforense il 14/06/13 alle 13:49 via WEB
E' inquietante quello che si nasconde dietro il comune colloquiare, troppo spesso equivoco, figurato, metaforico e a volte assurdo.
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aldarusso il 14/06/13 alle 13:40 via WEB
Un linguaggio "imbastardito". Le parole oggi si inventano
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psicologiaforense il 14/06/13 alle 13:54 via WEB
E' vero, oggi i neologismi si sprecano: associalità, chattare, cerchiobottismo, benaltrismo, intorpiloquare, ecc...
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egledellicarri il 14/06/13 alle 13:42 via WEB
Ci si deve barcamenare attraverso modi di dire, locuzioni, neologismi, linguaggi specialistici, barbarismi e battute ironiche che raggelano
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psicologiaforense il 14/06/13 alle 13:57 via WEB
Questo è il linguaggio della transizione che sta tra informatica, politichese, populismo ed anticultura
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leapuglisi il 14/06/13 alle 14:00 via WEB
E' un post molto divertente e molto utile
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maraciccia il 14/06/13 alle 14:20 via WEB
Ingroia si è dimesso..e ha scelto la politica
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carmelinaguerra il 14/06/13 alle 14:32 via WEB
MA VA?
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maraciccia il 14/06/13 alle 14:23 via WEB
La lingua è in evoluzione continua, e se la TV ha uniformato la lingua, ha uniformato anche gli stereotipi
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brunolorusso il 14/06/13 alle 14:35 via WEB
Ingroia è un buon esempio di linguaggio.... Al di là degli scherzi bisognerebbe, molto attentamente, ricostruire il messaggio che spesso si nasconde dietro il velo del politichese: dall'aggressione mascherata da difesa alla difesa-complotto, dalla difesa-fiaba alla presa-di-distanza che spesso equivale a un "calcio dell'asino" e alla gaffe involontaria.
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pupascopece il 14/06/13 alle 14:36 via WEB
Quando si ascolta Ingroia viene subito nostalgia di Crozza
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grillisoragnese il 14/06/13 alle 14:40 via WEB
Nulla dovrebbe venire tralasciato: da un ripasso delle regole grammaticali di base alla punteggiatura, passando per le figure retoriche, il lessico, per poi arrivare all'analisi dei contenuti espressi
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elvia4 il 14/06/13 alle 14:53 via WEB
Il linguaggio richiede una specializzazione. Chi, ad esempio scrive nei blog farebbe bene a perfezionarsi in BLOGWRITING. Solo così i blog non sarebbero destinati a morire.
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coloridivita il 14/06/13 alle 16:02 via WEB
Ciao Giuliana, hai ragione sai? A volte succede che si cade nell'errore di comunicare attraverso degli stereotipi linguistici ma credo che questo sia dovuto anche alla variegata flessibilità della lingua italiana che, è sì meravigliosa, ma così tanto complicata e difficile da riuscire ad "adoperarla" nella giusta misura ;)) Un abbraccio, sono impegnatissima in queste settimane ma passo e ti leggo sempre volentieri.
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psicologiaforense il 14/06/13 alle 16:28 via WEB
Ci sono parole e affermazioni che trasformano la vita.Altre parole in grado di modificare la nostra esistenza, anche quando è grigia e spenta, in un'esaltante avventura, Altre parole, invece, che uccidono
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Marion20 il 14/06/13 alle 17:46 via WEB
La lingua rispecchia nel bene e nel male sia l'evoluzione (o involuzione?) della società, sia l'evoluzione del nostro modo di sentire e di percepire la realtà. Per esempio, è mia opinione che la sparizione del congiuntivo sia legata ad un modo di vivere nel quale conti solo il presente, quindi non ci sia spazio per ciò che è incerto, possibile, ipotetico, non certamente realizzabile. E' la tecnologia, soprattutto, che ha dispensato a larghe mani risposte (con la presunzione che siano certe) al posto delle domande, che invece costituiscono il pane quotidiano della scienza e prima ancora della vita. La tecnologia spesso detta anche un modo di parlare per "acronimi", che è tipico del mondo anglosassone, e della ricerca scientifica (dove però si ha l'obbligo di specificare il significato per esteso degli acronimi stessi). Per esempio, si scrive RMN anziché Risonanza Magnetica Nucleare, tanto per citare il primo esempio che mi viene in testa. L'adesione a frasi fatte, provenienti dal linguaggio gergale o da quello altrettanto gergale dei mass media è secondo me indice di una "economia di pensiero" che significa "non pensare troppo". Chi elabora un pensiero originale elabora anche modi di dire diversi e magari più efficaci. L'articolazione della parola e della parola appropriata, magari diversa da quelle comunemente usate è indice di flessibilità di pensiero. Questo è il mio modo di pensare sull'argomento che hai proposto. Ciao Marion
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monellaccio19 il 14/06/13 alle 19:38 via WEB
Perfettamente d'accordo con te, con un aggravante che spesso non consideriamo:
Questa è l'Italia degli ottomila comuni e degli altrettanti idiomi "dialettali" diffusi sul non nostro suolo. Tante culture, usi e costumi diversi che andrebbero anche difesi perchè non perdano il fascino e la valenza dell'antica civiltà contadina. Là dove sono le nostre radici.
Ciao Giuliana.
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