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LA RIFLESSIONE DELLA SERA, GIOVANI SENZA FUTURO, NUOVE REALTA', NUOVI PROBLEMI, NUOVE POVERTA', CHOC ECONOMICO

Post n°7553 pubblicato il 21 Luglio 2013 da psicologiaforense

LA GRANDE PAURA

DOPO LA RECESSIONE RESTERANNO I DEBITI...

 

CERTO, prima o poi la recessione finirà. Ma quando? Perchè incrudelisce incessante? Quali trasformazioni si lascerà alle spalle? Mille segni già indicano trasformazioni profonde nel costume, nella psicologia, nella vita e negli stessi rapporti umani. Già avvizziscono certe “passioni”: lo shopping indiscriminato, le vacanze costose, i beni di lusso, il superfluo. Il disastroso crollo del valore delle case sta preparando il terreno ad un ritorno dell'alloggio in affitto. Anche le follie aziendali sono al tramonto. È finita l'epoca delle spese di prestigio, dei viaggi inutili, delle munifiche note spese. Con gli Anni 70 era cominciata quella che i sociologi americani chiamarono la “Rivoluzione delle aspettative crescenti”.,Un bel sogno che si è trasformato in incubo. La maestosa macchina produttiva dell'Occidente dovrà reinventarsi forse hanno ragione coloro che esortano ad investire nel terzo mondo. Le sue aspettative non sono mai state appagate, crescono di anno in anno, diverranno voraci, smaniose, febbrili.

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
pasquale.portincasa il 21/07/13 alle 21:41 via WEB
Queste domande hanno acceso un grande dibattito internazionale che, dalla stampa e dai Parlamenti, dalle arene finanziarie, commerciali e industriali, cerca di aprire uno spiraglio in un futuro sempre più opaco.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 21:47 via WEB
Fenomeni di tale portata non hanno mai una causa unica, ma il prolungarsi e l'estendersi di questa recessione è in ampia misura il risultato di un indebitamento che grava ovunque come un macigno. Il giudizio è unanime. Inebriati dal lungo boom degli Anni 80, anni ruggenti, individui, aziende, nonchè governi, hanno accumulato debiti, in una febbrile spensieratezza collettiva che pareva ispirarsi allo slogan Live now pay later, vivi oggi, paga poi.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
pinaciavarella il 21/07/13 alle 21:42 via WEB
In quasi tutte le grandi potenze economiche, la recessione dovrebbe ormai essere prossima alla fine, le buone notizie dovrebbero essere sempre più copiose, il treno dovrebbe marciare sempre più veloce verso l'uscita del tunnel. Invece, no.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 21:44 via WEB
PURTROPPO NO!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 21:45 via WEB
Il ristagno continua, l'ischemia si fa planetaria. Le tribolazioni degli Stati sono più che note, basta citare le franche parole del presidente della BCE: "Profondi sono i timori degli europei per il futuro economico. Mai, nella mia vita, ho visto paure simili".
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
carmelinaguerra il 21/07/13 alle 22:29 via WEB
Tu dfici che dopo la recessione resteranno i debiti?? Ma allora non c'è speranza
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 22:34 via WEB
E' inevitabile. L'Italia, ad esempio, oggi ha 2.034,725 miliardi di euro. E' una cifra enorme che cresce di giorno in giorno
(Rispondi)
 
Zara1115
Zara1115 il 21/07/13 alle 22:30 via WEB
Ancora più dolorosi e devastatori sono gli effetti della recessione sulle altre economie: Grecia, Spagna, Lisbona, ecc...
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 22:35 via WEB
Sì, ma: "mal comune NON è mezzo gaudio". Anzi...
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 22:36 via WEB
Ora il pendolo è al polo opposto, il debito fa paura, tutti, dai cittadini alle grandi corporation, dalle banche agli Stati, se ne vogliono disfare. Ecco perchè il credito si è assottigliato in tutto il mondo. Nel <gruppo dei Sette>, la crescita di denaro si è dimezzata in un anno e continua a scendere. Tale è l'ansia di alleggerire l'indebitamento che laddove il denaro diviene più accessibile, la gente lo risparmia, non lo spende.
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 22:38 via WEB
L'Italia è terra di tenaci risparmiatori... una rarità. Da noi, purtroppo, è spendaccione lo Stato.
(Rispondi)
 
Zara1115
Zara1115 il 21/07/13 alle 22:31 via WEB
QUINDI COSA FARE?
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 22:48 via WEB
“Nei prossimi mesi, in Italia, ci saranno disordini e rivolte che la politica non potrà dominare.UNO CHOC ECONOMICO MAI VISTO. Parola di Gianroberto Casaleggio. Intervistato da Gianluigi Nuzzi
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 22:51 via WEB
COSA FARE? GODERSI la terza età su una spiaggia delle Canarie. Oppure in Marocco, a Panama, in Costa Rica o a Santo Domingo. Sono sempre di più gli italiani che scelgono di salutare la patria per rigenerare il fisico, lo spirito e... il conto in banca. La tendenza a ‘piantare la tenda’ in quei paesi dove il costo della vita è più basso, il regime fiscale agevolato e il clima più mite è sempre più diffusa. In quel paradiso terrestre che è il Guatemala, per fare un esempio, un pasto fuori casa costa meno di 5 euro. E la bolletta del gas non arriva ai 3 euro mensili. Insomma, una pensione di 1.100 euro permette una vita da nababbi.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/13 alle 23:01 via WEB
I GIOVANI invece saranno, in proiezione futura, sempre più nei guai.Molti giovani italiani vanno all’estero, di quelli che restano una parte è composta da disillusi e demotivati, alcuni cercano di raggiungere i propri obiettivi nonostante tutto, altri invece si rintanano nell'indifferenza.
(Rispondi)
 
ormalibera
ormalibera il 23/07/13 alle 22:54 via WEB
forse è giunto il momento di reinventarsi una società a misura d'uomo dove si ritrova il valore della sostanza e si elimina quello dell'apparenza.
(Rispondi)
 
onlymusic85
onlymusic85 il 25/07/13 alle 11:53 via WEB
Concordo... la parabola crescente dei consumi che è partita nel dopoguerra non poteva salire in eterno... Le aziende si sono moltiplicate seguendo questa fase in salita, ma ad un certo punto il mercato si satura. La crisi dello stato di oggi è il frutto di anni e anni di cattiva gestione, destra, sinistra, centro, tutti si danno la colpa a vicenda, ma alla fine chi ne ha avuto la possibilità ne ha approfittato quando i soldi c'erano a discapito di ogni previsione per il futuro. Solo adesso che la parabola si è fermata stiamo cominciando ad aver timore del domani...dobbiamo guardare al passato per non ripetere gli stessi errori e "ripensare" il nostro presente.
(Rispondi)
 
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