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Post n°7586 pubblicato il 12 Agosto 2013 da psicologiaforense
Voi vorreste conoscere la data della vostra morte? Scoprire la nostra "aspettativa di vita" ovvero quanti anni ci restano da vivere può portare alla follia, a morire senza essere vissuti... oppure, al contrario, a fare più esperienze possibile in fretta, a vivere pienamente, prima che sia troppo tardi...
OGGI IN FIGURA DOMANI IN SEPOLTURA
La morte è il tabù della nostra epoca. Viene nascosta, allontanata a forza dai nostri pensieri, eppure tutti ci pensiamo (molto) e tutti siamo costretti a confrontarci con lei, nel momento in cui tocca una persona che ci è vicina o, ineluttabilmente, quando infine toccherà a noi. È la paura non la morte che aleggia nei colloqui medico-paziente; è lei il principale ostacolo alla comunicazione medica; ed è ancora la paura la principale causa di decisioni sbagliate e di morti inutilmente dolorose. Tante persone, anche molto colte e brillanti (anzi, soprattutto loro), al cospetto della morte si comportano in maniera inspiegabilmente irrazionale. Premesso tutto questo, ora accade che dopo anni di studi e ricerche alcuni specialisti britannici hanno messo a punto un "test della morte". Si tratta di un esame assolutamente non invasivo con un laser che ci dira' "esattamente" quanto ci resta da vivere. Non solo: puo' anche individuare malattie come il cancro e la demenza senile. Il laser, riferisce il 'Sunday Times', e' incorporato in un apparecchio che ha la forma e le dimensioni di un orologio da polso. L'impulso è del tutto indolore e analizza il flusso e le oscillazioni (indice di attivita' e salute) delle cellule endoteliali nei capillari sotto la superficie della pelle. Lo strumento e' stato brevettato da due fisici dell'universita' di Lancaster, Aneta Stefanovska e Peter McClintock, che hanno scoperto che la velocita' minima del flusso e' 0 ed equivale alla morte, mentre la velocita' massima e' 100 e rappresenta lo stato di salute perfetta. Il numero segnalato dal laser, dunque, fornisce la possibilita' di "calcolare" quanto resta al soggetto da vivere.
A questo punto resta una domanda: vogliamo davvero sapere quando moriremo?
Commenti al Post:
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psicologiaforense il 12/08/13 alle 13:56 via WEB
Sì e poi ci si può consolare citando Douglas Baker: <La morte non esiste/ La vita e' un processo che continua ininterrottamente./ La morte e' solo un cambiamento di stato>.
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paolo.pacilli il 12/08/13 alle 13:15 via WEB
Meglio non sapere
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psicologiaforense il 12/08/13 alle 13:59 via WEB
In un sondaggio recentissimo il 70% degli italiani ha affermato che preferisce NON sapere. Al contrario in America 1 americano su due vorrebbe conoscere la data della sua fine
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BobSaintClair il 12/08/13 alle 21:35 via WEB
.. sempre non gli cada una stella cadente in testa... eh!
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alex.dellicarri il 12/08/13 alle 13:17 via WEB
Il laser ti può dire quando morirai di vecchiaia e di malattie ma non se muori tra due minuti cadendo in bagno
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psicologiaforense il 12/08/13 alle 14:00 via WEB
Esattamente (è anche per questo che ho voluto intitolare così questo post)
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ciro.vicino il 12/08/13 alle 13:23 via WEB
imparare a vivere signfica imparare a morire
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psicologiaforense il 12/08/13 alle 14:19 via WEB
La collega ANNA MADITA ZANARDI si chiede: Nella nostra vita, giorno dopo giorno, ci prepariamo per molti eventi: la nascita di un figlio, il fidanzamento, il matrimonio, per non parlare delle feste di compleanno e degli anniversari in genere. Eppure raramente ci poniamo l’obiettivo di prepararci per l’unico evento realmente certo che ci accadrà: la nostra morte.Perché aspettare il momento in cui moriremo per essere consapevoli dell’impermanenza delle cose e della finitezza della vita? Riflettere sulla nostra transitorietà aiuta a vivere pienamente il presente, la vita di tutti i giorni.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 12/08/13 alle 14:20 via WEB
.....e così conclude: La consapevolezza della nostra morte ci insegna tantissime cose a proposito della vita. Ci permette di rimettere in ordine le priorità della nostra vita. Di comprendere che ciò che più conta sono le persone che amiamo. La morte è l’unica cosa certa che ci capiterà nella vita ed essere pronti ad accettarla non è un atto di resa passiva, ma un profondo movimento verso l’intensità della vita. E’ ciò che è, nient’altro.
Negare la morte significa negare la vita. Diventare vecchi, ammalarsi e morire non sono necessariamente passaggi che portano sofferenza; se li affrontiamo consapevolmente sono riti di passaggio che si integrano nella vita quotidiana e portano alla liberazione ultima di noi stessi.
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Praj il 12/08/13 alle 14:34 via WEB
Condivido: riflettere sulla nostra transitorietà aiuta a vivere pienamente il presente, la vita di tutti i giorni.
Per quanto mi riguarda, preferirei non sapere. Preferisco vivere il mistero del sempre "nuovo qui e ora" fino all'ultimo, in modo da porre l'attenzione e tutta l'energia che possiedo sull'adesso, con meno condizionamenti e aspettative possibili. Tanti saluti sorridenti. :-)
(Rispondi)
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elvia4 il 12/08/13 alle 13:28 via WEB
Noi che viviamo oggi, in questa notte della ragione che ha bisogno di martiri, ma continuiamo a pensare che, nonostante tutto, "ha da passà 'a nuttata"....... noi possiamo cercare di comprendere per cosa varrebbe la pena di MORIRE, e poi, continuare a cercare le ragioni per cui vale la pena VIVERE??
(Rispondi)
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psicologiaforense il 12/08/13 alle 14:27 via WEB
Nel celeberrimo testo "LE VOSTRE ZONE ERRONEE" si dice tra l'altro:
Voltati. Vedrai una compagna che ti segue costantemente. In mancanza di
un nome migliore, chiamala Morte. È la tua Morte. Puoi averne paura, oppure
servirtene a tuo vantaggio. Sta a te la scelta.
Poiché la morte non finisce mai di riproporsi, e la vita è di una brevità che
toglie il fiato, domandati: "Dovrei forse evitare di fare le cose che voglio
veramente fare?" "Dovrei forse vivere la mia vita come vogliono gli altri?" "È
importante accumulare cose?" "La vita è veramente tutta un rinvio?". Le
probabilità sono che le tue risposte si riassumano in poche parole: Vivere...
Essere... Godere... Amare.
Puoi temere la morte, inutilmente, senza alcun frutto; oppure puoi servirtene
per aiutarti a imparare a vivere bene. Ascolta l'Ivan Il'ic di Tostoj mentre, in
attesa della "grande livella", riguarda un passato che era stato interamente
dominato dagli altri, una vita nella quale aveva rinunciato alla padronanza di sé
per a-deguarsi a un sistema:
«. . . e se davvero tutta la mia vita,
(Rispondi)
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Zara1115 il 12/08/13 alle 13:32 via WEB
IO vorrei conoscere la data della mia morte per dare senso e significato ai giorni o agli anni che mi restano da vivere. Se sai quando muori sai anche a cosa dare veramente importanza e cosa invece trascurare perchè irrilevante
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Zara1115 il 12/08/13 alle 13:51 via WEB
Con la morte non si scherza ma si può fare amicizia
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psicologiaforense il 12/08/13 alle 14:30 via WEB
Che giovano a quell’uomo ottant’anni passati senza far niente? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita; né è morto tardi, ma ha impiegato molto tempo per morire.
Lucio Anneo Seneca
(Rispondi)
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oro.colato il 12/08/13 alle 13:55 via WEB
buon ferragosto anche a te giuliana e ai tuoi simpaticissimi visitatori :-)
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boscia.mara il 12/08/13 alle 16:50 via WEB
Ciao :), assolutamente NO! Non voglio saperlo!!!!! ^___^
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boscia.mara il 12/08/13 alle 16:59 via WEB
Riflettendo meglio però io credo che la paura faccia danni più della morte stessa specie quando ci impedisce di indagare sulla nostra salute. La paura di andare in fondo, di sapere, ci può uccidere prima della morte stessa. Buona serata, Giuliana ^__^
(Rispondi)
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bahkty il 12/08/13 alle 17:30 via WEB
A me viene un'altra questione da porvi signora, quando vivremo? Omaggi eretici.
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maraciccia il 13/08/13 alle 01:04 via WEB
Visto che è certa, che senso ha sapere quando?..a meno che non lo si decida da se....il quando.
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maraciccia il 13/08/13 alle 01:05 via WEB
e anche quello credo sia un impulso inaspettato..
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