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TRE STORIE DECISAMENTE CONTRO NATURA, CULTURA, SCIENZE, AMBIENTE, ECOLOGIA, ZOOLOGIA, ATTUALITA',

Post n°7682 pubblicato il 15 Settembre 2013 da psicologiaforense

BIODIVERSITA': DISTURBI, MINACCE E CRIMINI

QUANDO manifesto il mio timore che gli uomini in camice bianco possano generare nei loro laboratori nuovi guai per l'ambiente, mi si accusa di essere contro la ricerca scientifica. In realtà, invoco solo un po’ di prudenza. Ecco tre esempi.  L'Australia aveva importato dei conigli, che non facevano parte della fauna locale, e li aveva lasciati andare in giro liberamente. L'evoluzione, però, non poteva aver previsto i nuovi arrivati, e non aveva potuto "progettare" dei loro nemici naturali, atti a contenerne la densità. Ragion per cui, i conigli si sono moltiplicati a dismisura, devastando i pascoli destinati alle pecore e trasformandosi in un vero e proprio flagello continentale. È stato così che certi scienziati hanno pensato di usare contro di loro quella guerra batteriologica oggi tristemente di moda. Si trattava, in altre parole, di scatenare delle epidemie del virus della mixomatosi, che comporta alte mortalità nelle popolazioni cunicole. I risultati furono devastanti. MA NON E’ TUTTO:  un veterinario francese, certo Armand Delisle, che lamentava come il suo podere fosse infestato dai conigli selvatici pensò di infettare alcuni esemplari con la mixomatosi e rimetterli in libertà. Perchè l'epizoozia restasse circoscritta al solo spazio poderale, il veterinario l'aveva fatto recintare con una rete metallica a maglie molto fitte. Ma, come insegna «Jurassic Park», non c'è barriera che tenga. Attraverso qualche smagliatura della rete, un coniglio infetto evase, e la mixomatosi si diffuse in tutta Europa. I danni furono incalcolabili. Mutiam dolore: l'ape italiana (Apis mellifera ligustica) verso la metà del secolo scorso era stata importata in Brasile da alcuni valenti apicoltori. La razza italiana è poco aggressiva, ma purtroppo le rudi condizioni ecologiche del bacino delle Amazzoni sono pregiudizievoli al suo benessere, e dunque alla sua produttività. Si sapeva che le api africane (Apis mellifera adansonii), invece, allevate in Sudafrica, erano più resistenti a condizioni ambientali avverse, e producevano quantitativi imponenti di miele. Ahimè, erano però molto aggressive e difficili da gestire. Un genetista brasiliano, Warwick Kerr, fece una bella pensata: perchè non incrociare le api italiane con quelle africane, ottenendo degli ibridi più produttivi delle prime, e più docili delle altre? Detto fatto, vennero importate dall'Africa delle famiglie, che furono sistemate in una bella radura tra gli eucalipti. Purtroppo uno sciame di api africane, con la loro brava regina, si infrattò nella foresta. In qualche anno le evase si diffusero ovunque e cominciarono a marciare verso l'istmo di Panama. Lo superarono invadendo poi la California, il Texas, e così via. Sono api assassine e molto aggressive. Infatti  le vittime si contano ormai a centinaia e a tutt'oggi il problema è insoluto. È facile, insomma, immettere degli organismi - e dei geni! - nell'ambiente, più difficile, se non impossibile, recuperarli. E veniamo alla  caulerpa "assassina" (Caulerpa taxifolia). Anche in questo caso ci troviamo di fronte al risultato di una imprudenza commessa da scienziati, le persone che più dovrebbero esserne esenti. La Caulerpa è un'alga dei mari tropicali, allevata negli acquari per scopi ornamentali. Un brutto giorno degli Anni 80, uno degli addetti del Museo di oceanografia di Monaco si tuffa nel mare che lambisce le rocce su cui sorge l'edificio, e trasale di stupore: la Caulerpa cresce rigogliosa in acque libere. Prende corpo, così, un piccolo " giallo". Qualcuno ha versato in mare l'acqua in cui, nel museo, veniva fatta crescere in cattività la Caulerpa? L'alga, benchè di origini tropicali, resiste egregiamente al freddo invernale e dà prova di un notevole potere di diffusione, per cui dalla Costa Azzurra in meno di due decenni ha raggiunto le coste della Spagna, dell'Elba, della Sicilia, della Croazia, e così via. I pericoli di questa invasione? Spiazza le altre alghe del Mediterraneo, minaccia le foreste sottomarine della Posidonia, e siccome ospita nei suoi tessuti delle tossine, può avvelenare gli organismi del nostro mare che se ne nutrono.

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
CARMELINA LA DONNA il 15/09/13 alle 22:41 via WEB
E' come gli OGM
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psicologiaforense
psicologiaforense il 15/09/13 alle 22:42 via WEB
ESATTAMENTE. Anch'io ritengo che immettere massivamente nel campo coltivato piante geneticamente modificate (OGM) per portare poi i loro prodotti sulle mense sia ancora un'operazione che dovrebbe lasciare perplessi sulle possibili ripercussioni ecologiche e sanitarie. Temo che queste piante, nate nell'altrove assoluto dei laboratori, risultando straniere su tutto il pianeta, possano attentare alla biodiversita' degli ecosistemi, come e' gia' successo per animali e vegetali giunti clandestini in luoghi diversi da quello d'origine.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
benagiano.perna il 15/09/13 alle 22:45 via WEB
un'alga molto pericolosa
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psicologiaforense
psicologiaforense il 15/09/13 alle 22:46 via WEB
Per fortuna, non sembrano essere molte le specie che la mettono nel menu'. I ricci di mare, per esempio, la rifiutano, ma se la caulerpa finisse per restare la sola alga presente, i renitenti a mangiarla dovrebbero scegliere fra la morte per digiuno, e si potrebbe verificare un'intossicazione di massa.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 15/09/13 alle 22:47 via WEB
Per sfrattare l'indesiderato ospite dal Mediterraneo, sono stati inventati molti mezzi: strapparlo a mano (ma che fatica!), avvelenarlo con erbicidi, fulminarlo con ioni di rame, arrostirlo con il vapore o con la calce viva, seppellirlo sotto il cemento o la sabbia... Ahime', i risultati di tutti questi sforzi sono rimasti precari. La lotta biologica? Perche' no, ricorrendo a delle limacce tropicali ingorde della Caulerpa. Circostanza favorevole, tra l'altro, e' che queste limacce non sopravvivono ai rigori invernali, e dunque non ci sarebbe pericolo che, straniere come sono, si insedino durevolmente da noi.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
simone.fiscarelli il 15/09/13 alle 22:49 via WEB
Ovviamente non ne parla nessuno perchè altrimenti il turismo ne risente e si perdono bei soldoni
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psicologiaforense
psicologiaforense il 15/09/13 alle 22:51 via WEB
Giusto. I conigli, l'ape, a sua volta battezzata come killer, e la Caulerpa sono altrettanti ammonimenti ecologici di cui bisognerà tener conto. Ci pensino anche i biotecnologi: perchè, parafrasando Metastasio, "gene in campo fuggito, più richiamar non vale".
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zanna1999
zanna1999 il 15/09/13 alle 23:45 via WEB
Ti auguro un buon inizio della settimana..interesante post :-)
(Rispondi)
 
boscia.mara
boscia.mara il 16/09/13 alle 09:26 via WEB
Anch'io sono contraria ad un certo tipo di ricerca...
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ormalibera
ormalibera il 17/09/13 alle 20:15 via WEB
il film di Matrix è stato più che un semplice film. Noi siamo il virus che sta distruggendo la terra. Sarà dovuto alla stupidità infinita? Di certo siamo la specie vivente che è diventata espertissima nel distruggere più che un povero, misero virus.
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