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Post n°7825 pubblicato il 19 Gennaio 2014 da psicologiaforense
È un fenomeno in continua crescita: signore o single occidentali, spesso benestanti e di qualsiasi età, scelgono Paesi come Cuba o il Kenya per cercare emozioni erotico-sessuali con i locali. A pagamento... Contrariamente a quanto siamo portati a credere, anche le donne... VIAGGIATRICI ALLA RICERCA DI UNA FAVOLA
Kenya, Giamaica e Capoverde… insieme a Santo Domingo, Cuba, Maghreb, Tanzania e Gambia sono le località prime in classifica per le donne in cerca di “turismo sessuale” . Le stime parlano di 600mila donne occidentali (tra cui almeno 30mila italiane) che ogni anno cercano l’avventura con un tuareg, un beach boy che passeggia sulla spiaggia alla ricerca di una donna disposta a pagare, o un big bamboo, come viene chiamato in gergo il gigolò di colore inteso come oggetto sessuale. Ci sono anche coppie di madre e figlia che partono insieme, donne adulte. C’è sempre scambio di soldi. I ragazzi disponibili sono tantissimi . È facile conoscerli sulla spiaggia, al bar, per strada. I dati parlato di 600 mila donne occidentali impegnate ogni anno in questo tipo di viaggi. Un uomo disponibile e giovane, unico oggetto del desiderio con infinite declinazioni linguistiche. Si chiama, ad esempio, kamakia in Grecia, shark (squalo) in Costa Rica, rent-a-dreads nei Caraibi, kuta cowboys a Bali. Oppure Marlboro men in Giordania, bumster in Gambia o jinetero a Cuba. A differenza dell’uomo, che cerca una partner diversa ogni sera, la donna è prettamente romantica e nel corso di una vacanza tende a frequentare un solo uomo. Preferiscono farsi chiamare romance tourists, VIAGGIATRICI ALLA RICERCA DI UNA FAVOLA. In questi ultimi anni il numero di donne che fa turismo sessuale è cresciuto, grazie a voli e pacchetti low-cost in paesi economici. Il primo contatto con il gigolò non avviene attraverso strutture organizzate, ma sulla spiaggia o per strada. Molte si convincono genuinamente di essere corteggiate. ‘Gli piacciono i miei capelli, la mia pelle chiara’, dicono”. E la “forma” di pagamento è diversa. Di solito non c’è la tariffa per una prestazione sessuale, come accade per la prostituzione femminile. A differenza dell’uomo che soddisfa un bisogno fisico, poi, la donna tende a rispondere a una necessità di relazione. Quindi offre pasti, vestiti, drink, invia contante al beach boy al ritorno. Può arrivare anche a comprargli un appartamento. Magari lo invita per brevi periodi in Europa o in Nord America. Per il gigolò è un modo per acquisire uno status, che lo fa emergere tra i suoi ‘colleghi’. O l’unica via per emigrare in Paesi ricchi”. Difficilmente, però, questi rapporti sfociano in relazioni di lungo periodo. E non si pensi che siano solo donne di mezza età a ritagliarsi qualche settimana all’anno per il turismo sessuale. Ci sono donne di tutte le età, dai 20 ai 60 anni e oltre. Vanno insieme madri e figlie, mogli che lasciano a casa i bambini, separate, divorziate, vedove. C’è chi cerca un’esperienza, chi vuole allontanarsi dall’impegno di una relazione o, al contrario, cerca un compagno. Chi ha più soldi va più spesso, specie le over 40. Ma l’età non è mai una barriera.
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