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« LA NOTIZIA CURIOSA DEL G...TIFFANY AND PET, CURIOSI... »

DI CULTURA IN CULTURA, TEMI TRASCURATI,

Post n°7949 pubblicato il 18 Giugno 2014 da psicologiaforense

Il giovane adulto, apolide del nostro tempo,  non trova una sua collocazione: da una parte la famiglia, refrattaria alle richieste di autonomia, prigioniera di pulsioni egoistiche che frenano la maturazione dei figli con genitori che ne ritardano colpevolmente il distacco, per paura di sentirsi più vecchi; dall'altra parte, la società, poco pronta ad accogliere, con le sue luci consumistiche accecanti che nascondono il vuoto sociale, intriso di individualismo e ricerca del successo....



Il disagio dei giovani tra adolescenza e età adulta

Si sentono sole, le ragazze italiane: 57 su cento lo hanno dichiarato all’Associazione Italiana Educazione Demografica, (VEDI),  che ha appena presentato un’indagine su quattromila adolescenti, confrontando i dati con quelli del 1986.  «All'epoca abbiamo fatto scalpore, interrogando per la prima volta gli adolescenti su sessualità o famiglia. Abbiamo replicato l'impresa per celebrare i nostri 60 anni di attività, nel 2013» spiega Marco Puiatti, presidente dell'Aied.
Le risposte ottenute, nel caso della solitudine, sottolineano una disparità accentuata tra i due sessi: i ragazzi, infatti, in 66 casi su cento dichiarano di non soffrirne (nel 1986 erano 31 su cento).
Sul versante familiare va, invece, meglio per tutti: un terzo dei maschi e un quarto delle femmine sono d’accordo con i papà, metà dei maschi e un terzo delle femmine con le mamme (nella generazione precedente con nessuno dei genitori si superava il 20 per cento di “ottimi rapporti”). Questo anche perché i genitori sono pressoché l'unica fonte di finanziamento (nell’86 lavorava il 20 per cento dei maschi e il 12 delle femmine; ora meno del 10 per cento in totale) e accettano rapporti sessuali in casa (in oltre un terzo dei casi; 28 anni fa, uno su cinque).  Lo stesso Puiatti, laico professo, collega alla solitudine l’altra differenza fra i dati, quella che riguarda la fede religiosa. Non seguono alcuna religione 32 donne su cento (erano 14 in passato) , le cattoliche praticanti calano da 35 a 25 per cento. Inoltre le ragazze fanno meno sport (45 per cento contro il 54), mentre i coetanei amanti di palestra e campi da calcio restano sopra il 60 per cento. Tutti fumano di più.  «Un tempo, i giovani si impegnavano in chiesa o al partito: oggi sono sempre connessi, ma molto più soli». E dipendenti dagli adulti: alla domanda sulla cosa più importante, rispondono la famiglia 25 maschi e 31 femmine su cento, contro un otto o nove per cento del 1986. Cala, per contro, l'importanza di amore, salute, benessere, bellezza.

 
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Commenti al Post:
job1111
job1111 il 19/06/14 alle 00:01 via WEB
Disagio giovanile. Gioventù cotta, cruda o bruciata?
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/06/14 alle 00:07 via WEB
E' stato coniato un neologismo "adultescente" ad indicare un ragazzo metà adolescente e metà adulto Tipicamente l"adultescente" ha un'età indefinibile che oscilla "più o meno" tra i 18 e i 30 anni e si muove, con fatica, nella società dell'incertezza.
(Rispondi)
 
job1111
job1111 il 19/06/14 alle 00:02 via WEB
Il disagio adolescenziale ed il malessere diffuso tra i giovani, a livelli ormai preoccupanti, impongono a tutti, il dovere di attuare concreti provvedimenti per cercare di ridurne e di eliminarne le cause. ALTRIMENTI NON CI SARA' SALVEZZA!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/06/14 alle 00:10 via WEB
Condivido! Gli ADULTI ALLEVANTI dovrebbero , come dice il prof. Godino favorire la formazione di un giovane, che da adulto troverà in sè la forza per non essere sconfitto dalla vita, per non fondare la ragione del proprio vivere sull'avere ma sull'essere se stesso, per non cercare fuori di sé, nella droga e nel rifiuto della vita, la risoluzione dei propri problemi.
(Rispondi)
 
chiaracomeilsole1
chiaracomeilsole1 il 19/06/14 alle 09:38 via WEB
Credo mi sia capitato un pezzo di stoffa buona e di essere fortunata. Ho allevato mia figlia da sola perchè a quattro anni il suo papà è mancato. Ha diciotto anni e fa tutte le cavolate che si fanno alla sua età, ma è sana dentro e fuori, molto più di alcuni ragazzi che hanno avuto tutte e due genitori. Il mio atteggiamento è stato sempre di vigilare, ma non troppo da vicino, perchè le sue ali prendessero forza. So che un giorno la vedrò spiccare il volo e quel giorno saprò di avercela fatta. Chiara
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/06/14 alle 10:26 via WEB
Bravissima! I genitori prima assicurano alla prole solide radici poi garantiscono alla stessa "le ali" per spiccare il volo nella vita (quel processo che in gergo tecnico si definisce "lo svincolo" dalla famiglia d'origine):-))
(Rispondi)
 
rosariaeffe02
rosariaeffe02 il 19/06/14 alle 10:33 via WEB
Bello ciò che scrivi soprattutto perché non e' un copia e incolla.Sono rare oggi le famiglie sane e quelle "malate"pensano che le loro sia la normalità
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ferrarioretta
ferrarioretta il 19/06/14 alle 10:42 via WEB
Difficile,ma non impossibile essere buoni genitori.
(Rispondi)
 
 
 
ferrarioretta
ferrarioretta il 19/06/14 alle 10:42 via WEB
BUONGIORNO GIULIANA:))))))))
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 19/06/14 alle 18:06 via WEB
Qui in Italia è giocoforza così!!...e in certe parti del Paese andarsene è l'unica speranza. Ci son ragazzi che cercano di coordinare lavoro e studio, e quando la situazione economica non permette di fare diversamente, la famiglia diventa un rifugio, e credo sia un bene. Meglio in casa che in giro, ho sempre detto a mia figlia. E se ora ci si sposa a trent'anni, mi sembra logico che quando si sentono maturi e innamorati lo facciano, senza tante ipocrisie. Io mi reputo cattolica, ma credo che la Chiesa farebbe bene a prendere in considerazione un "periodo" di fidanzamento. La società è cambiata, e se prima le ragazze a 18 anni si sposavano, ora non più. Ci si sposa, quando ci si sposa, più avanti negli anni, dopo studi interminabili, concorsi, gavette varie, sfruttamento incredibile, e dulcis in fundo, dopo aver trovato uno straccio di lavoro, magari precario!!!..e ci lamentiamo del declino delle nascite, o che i figli non lasciano casa???? Oggi tutti desiderano per i propri figli il meglio. E ne hanno diritto!! Come i figli dei nostri politici!!! Invece ne mandiamo molti in "missione di pace", o ci siamo dimenticati?
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