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Post n°8146 pubblicato il 12 Gennaio 2015 da psicologiaforense
Credevamo che almeno nei primi anni di questo nuovo millennio saremmo riusciti a lasciarci alle spalle le paure che avevano pervaso la vita in passato; credevamo che saremmo stati in grado di prendere il controllo della nostra esistenza. Noi, uomini e donne che viviamo nella parte "sviluppata" del mondo (la più ricca, la più modernizzata), c’eravamo illusi di essere le persone più al sicuro nella storia dell'umanità, invece…. LA "PAURA LIQUIDA" ![](http://4.bp.blogspot.com/-mN7MR0WZ4Uo/UJK50UcTpsI/AAAAAAAAD4g/pXTf9gHAtX8/s400/Lakes+559.jpg)
Come ho scritto altrove, oggi la società vive nella più assoluta incertezza. Non siamo certi di nulla. In casa, per la strada, dal benzinaio, al mercato, in banca, all'ufficio postale e persino in ospedale o in chiesa non sappiamo cosa ci potrà capitare. Questa nostra vita si è rivelata ben diversa da quella che avevano previsto. Si sperava che l'impresa di domare le paure e imbrigliare i pericoli da cui esse derivano potesse realizzarsi. Invece no, le paure sono diventate una sola, " la paura", i rischi che temiamo trascendono la nostra capacità di agire, ci spaventano ancor di più per il senso di impotenza che suscitano in noi. È una conseguenza di tempi tristemente poveri di certezze, di garanzie e sicurezze. Paura come effetto dominante dell'incertezza, una paura «liquida» in una vita altrettanto liquida perché priva di riferimenti forti, di certezze la cui mancanza genera nei comportamenti un egoismo preventivo a tutto svantaggio dei legami sociali che stanno a fondamento della vita civile. È una diagnosi. La sociologia, la filosofia, così come la letteratura, non hanno risposte politiche da dare, semmai dovrebbe essere la politica a confermare i suoi programmi alle riflessioni suggerite dalla sociologia, dalla filosofia e dalla letteratura e in base a ciò liberare la società dall'incertezza e quindi dalla paura.
MA NON È COSÌ, NON È MAI STATO COSÌ.
Commenti al Post:
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mark_marchi il 12/01/15 alle 22:27 via WEB
Che siamo in mezzo alla palude è una realtà che tutti toccano con mano. Il problema sta nel come gestire il proprio futuro
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psicologiaforense il 12/01/15 alle 22:49 via WEB
Vedi, le difficoltà del mondo del lavoro, legate al periodo di crisi che stiamo vivendo, non si ripercuotono solo sulla condizione economica delle persone, ma anche sul loro benessere psicofisico.
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psicologiaforense il 12/01/15 alle 22:50 via WEB
..... ora, una crisi è molto più tollerabile quando se ne intuisce la fine. Quando invece la situazione perdura e le aspettative di un qualche miglioramento vanno deluse, le persone cambiano, da molti punti di vista. L'effetto più evidente si ha, come ovvio, sul piano economico. Ma il pessimismo verso il domani porta anche altre conseguenze....
(Rispondi)
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psicologiaforense il 12/01/15 alle 22:51 via WEB
.... a subire una trasformazione in senso negativo è il clima stesso dell'ambiente di lavoro. Le persone sono sempre nella condizione di pensare se è il caso di cominciare a cercarsi un altro lavoro e questo le rende demotivate, ne diminuisce l'efficienza e la produttività. Il clima di nervosismo accentua la micro confittualità interna: si sta sempre sul chi vive, in una perenne condizione di stress che impedisce di lavorare in modo disteso.
(Rispondi)
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villari1980 il 12/01/15 alle 22:28 via WEB
Secondo te a 50 anni e in cerca di nuova occupazione c'è ancora la possibilità di reinventarsi e mettersi in gioco
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psicologiaforense il 12/01/15 alle 22:54 via WEB
Decisamente sì, però di fronte a un periodo di forte crisi economica molte persone disoccupate o in cerca di occupazione sono particolarmente esposte a pressioni. Da un lato il desiderio di realizzazione, l'intraprendenza, la stima di sé, dall'altro la relazione con i familiari, la riduzione del lavoro, la conflittualità nell'ambiente professionale, le tasse ... Tali fattori mettono alla prova la capacità di gestire la complessità degli
eventi; può accadere, a volte, di avere la sensazione di non essere in grado di farcela. Ciò può generare emozioni negative che riducono le capacità di reazione, e tutte le nostre risorse utili ad affrontare la difficoltà.
(Rispondi)
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maraciccia il 12/01/15 alle 23:10 via WEB
e allora?..dobbiamo trovare in noi la forza..lo so..ma non è facile per niente, non è facile nemmeno capire dove sta la verità.
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psicologiaforense il 12/01/15 alle 23:22 via WEB
CIAO MARA! Sul versante psicologico, l'instabilità lavorativa genera disagi emotivi che possono portare a disturbi ansioso-depressivi e psicosomatici. Gli stati d'animo negativi si sommano ai problemi oggettivi, avvitando ancora di più la crisi. La situazione è quindi piuttosto complessa e va valutata con molta attenzione. A questo scopo a Como, all'interno dell'Unità operativa di Psicologia clinica dell'Azienda ospedaliera Sant'Anna, diretta dal collega Vito Tummino, è stato messo in atto un innovativo progetto sperimentale, che si propone di offrire un'assistenza psicologica personalizzata e gratuita agli imprenditori e ai lavoratori che si trovino a vivere situazioni di vulnerabilità e che abbiano bisogno di un sostegno per gestire lo stress.
"Stai bene con il tuo lavoro" è il titolo dell'iniziativa, promossa dall'Azienda ospedaliera e dalla Camera di commercio di Como, in collaborazione con moltissime associazioni di sindacati e lavoratori
(Rispondi)
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psicologiaforense il 12/01/15 alle 23:24 via WEB
Quindi un forte sostegno psicologico (INDISPENSABILE) è indicazioni precise per risolvere problemi o trovare una nuova occupazione anche dopo i 50 anni...
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psicologiaforense il 12/01/15 alle 23:25 via WEB
OPS! E indicazioni precise per risolvere problemi o trovare una nuova occupazione anche dopo i 50 anni...
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maraciccia il 12/01/15 alle 23:15 via WEB
Sostenere chi non ha reddito credo sia il primo punto, sono con te...,ma non mi sembra si stia facendo questo..
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psicologiaforense il 12/01/15 alle 23:26 via WEB
Hai ragione e io l'ho scritto nelle ultime righe del post: La sociologia, la filosofia, così come la letteratura, non hanno risposte politiche da dare, semmai dovrebbe essere la politica a confermare i suoi programmi alle riflessioni suggerite dalla sociologia, dalla filosofia e dalla letteratura e in base a ciò liberare la società dall'incertezza e quindi dalla paura.
MA NON È COSÌ, NON È MAI STATO COSÌ.
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maraciccia il 12/01/15 alle 23:35 via WEB
ma di che!!...sto aspettando le novità della nuova finanziaria..e già questo da ansia..per non dire quello che è successo nel mondo a due passi da noi..collegare il tutto è difficile.., difficile capire i perchè, trovare risposte..e reazioni giuste, non dettate dal momento
(Rispondi)
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psicologiaforense il 12/01/15 alle 23:47 via WEB
Quali sono le difficoltà psicologiche più comuni per chi si trova in una situazione di incertezza lavorativa? Spesso la prima reazione di chi sta vivendo un momento di crisi è quella di "raccogliersi" in se stesso, chiudendosi agli altri. Si prova un sentimento di impotenza, ma anche di vergogna per non riuscire a far fronte alla situazione. Qualcuno addirittura tende a isolarsi, a non uscire di casa per non dover rispondere alle domande di amici o vicini. Ammettere di avere una difficoltà, invece, è il primo passo per affrontarla. Parlarne con gli altri aiuta a sentirsi meno soli e a capire che non si tratta di un problema di incapacità personale, ma di qualcosa dalla portata ben più vasta, che riguarda tante altre persone...
(Rispondi)
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StregaM0rgause il 13/01/15 alle 07:23 via WEB
E' il rendersi conto di quanto poco contiamo noi, psico, a terrorizzare: ci cacciano giù come birilli e neppure conosciamo il nome del gioco o il perché della partita. Sforziamoci almeno di "capire"...buona giornata, carissima...
(Rispondi)
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psicologiaforense il 13/01/15 alle 13:11 via WEB
Al di là delle "strategie del terrore" l’attuale crisi sta causando l'insorgere di nuovi fenomeni sociali, la cui portata potrà essere valutata solo tra qualche anno. Uno di questi è l'instaurarsi di quella che io definisco "perdita di abitudine al lavoro". Chi, per via della “crisi globale”, è disoccupato da molto tempo, a poco a poco acquisisce una forma mentale e un'abitudine di vita che prescinde dall'attività professionale. È il caso, per esempio, di molti giovani che non trovano sbocchi e che, sfiduciati, hanno persino smesso di cercare un'occupazione...
(Rispondi)
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zanna1999 il 13/01/15 alle 13:34 via WEB
Mio marito è più di un anno che sta pensando di trovare un posto di lavoro migliore. Dove sta ora non è tutelato come dovrebbe. Se non fa il viaggio e sta a casa non è pagato. Se lo licenziano non prenderà nessun aiuto economico mentre è disoccupato. Li hanno appena rinnovato il contrato per altri TRE mesi ,dico solo tre mesi e poi? L’incertezza è tanta. L’umore pessimo.Paura di non poter' far fronte alle responsabilità tanta .. Buon giorno , Giuliana
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psicologiaforense il 13/01/15 alle 14:58 via WEB
e pensare che tuo marito è un professionista di matura esperienza e di comprovata competenza.
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sanvass il 13/01/15 alle 15:07 via WEB
A volte, capita, che quando si perda il posto di lavoro, il neo-disoccupato non solo nasconde il suo stato (quasi si vergognasse) ma si comporta come se lavorasse (uscire di casa e rientrare al solito orario etc.).
Al sud il dramma è ancora peggiore, trovare un lavoro è un autentico miracolo.
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psicologiaforense il 13/01/15 alle 15:46 via WEB
È importante sapere che tutti abbiamo dentro di noi le risorse per far fronte alle situazioni, anche le più difficili. Naturalmente occorrerà adattarsi al nuovo contesto. La persona che ha perso il lavoro, specie se ha una certa età, difficilmente riuscirà a inserirsi con le stesse condizioni lavorative, con lo stesso stipendio. Molti piccoli imprenditori, per esempio, si sono dovuti riadattare a essere dipendenti. Per questo è fondamentale non fissarsi in un certo ruolo, rivedere le proprie priorità, mettere a fuoco i propri obiettivi.
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psicologiaforense il 13/01/15 alle 15:48 via WEB
I giovani, sfiduciati, smettono di cercare e vivono in casa mantenuti dai genitori. Non lavorano e non studiano…
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mark_marchi il 13/01/15 alle 16:16 via WEB
Stare con i genitori fino a 40 anni non giova in nessun senso, non aiuta anzi fa ammalare fisicamente o psdicologicamente
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psicologiaforense il 13/01/15 alle 16:21 via WEB
............ Infatti quando la situazione di disagio psicologico viene trascurata, il rischio è che insorgano problemi di salute anche gravi. Secondo la mia esperienza quotidiana prevalgono i disturbi d'ansia, seguiti dall'abbassamento del tono dell'umore. Tra le somatizzazioni più frequenti, i disturbi del sonno tra gli uomini e quelli gastrointestinali tra le donne.
Tra le conseguenze del perdurare della crisi è anche l'aumento di comportamenti a rischio: fumo, alcol, disordini alimentari.
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