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Post n°8190 pubblicato il 26 Febbraio 2015 da psicologiaforense
Il dialogo non è semplicemente una forma di comunicazione privilegiata che attraversa le distanze tra l'io e il tu, alla ricerca di quella tensione unica (ma non univoca), unitaria (ma che salvaguarda la dualità), che appartiene a ciascuno di noi. E che svela noi a noi stessi, proprio mentre incontriamo l'altro.
DALLE PAROLE AL DIALOGO
Prima di dire che cosa è il dialogo, è bene dire che cosa non è il dialogo. Mi limito ad alcune affermazioni: il dialogo non è una successione di monologhi, una semplice conversazione, un insegnamento magisteriale, un dibattito ideologico, una discussione, un'informazione ... Alcuni intendono il dialogo come uno strumento di comunicazione: la comunicazione, a sua volta, può creare la comunione. Io preferisco definire il dialogo come un'autentica relazione interpersonale, per cui l'uno dona all'altro non solo quello che sa; non solo quello che ha; ma quello che è. Questa auto donazione reciproca comporta l'attuazione di alcuni atteggiamenti, da vivere reciprocamente. 1.LA RIVELAZIONE DI SÉ: io rimuovo il velo che ricopre il mio mistero interiore, io dico me stesso, io mi esprimo. 2.LA DONAZIONE DI SÉ: io mi metto a disposizione dell'altro, della sua crescita, della sua maturazione, della sua realizzazione, fino all'oblio e al sacrificio di me. 3.L'ACCOGLIMENTO DELL'ALTRO: io accolgo l'altro con fiducia, perché l'altro è persona e quindi merita di essere accolto. In questo accoglimento accetto anche i suoi limiti e i suoi difetti, facendoli diventare occasione di maturazione per me. Perché una persona diventi capace di DIALOGO occorre che si formi alle virtù psicologiche e morali del dialogo: la prudenza, la discrezione, la fiducia, la sincerità, l'apertura, la confidenza, il rispetto, l'amore oblativo, la dolcezza, l'affabilità, il bel tratto, la gioia, l'ascolto, la segretezza, la comprensione, la misericordia, l'accettazione dei difetti altrui, la gratuità, la fedeltà ... Scendendo dalla teoria alla pratica, si deve dire che il dialogo perfetto è una realtà mai raggiunta. Ogni stadio raggiunto non è, in realtà, che un punto di partenza per camminare verso orizzonti ulteriori.
Commenti al Post:
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monellaccio19 il 26/02/15 alle 18:50 via WEB
Ma che brava sei, come rendi tu le idee nessuno. Oggi posti sul dialogo, sull'argomento dove sei maestra, dove riesci a porgere la parte migliore di te. Grazie per la donazione, speriamo che noi tutti, privilegiati tuoi interlocutori, sappiamo essere capaci di contraccambiare con dialoghi sempre appropriati tali da conferirti immagini, atteggiamenti strettamente riferiti al nostro comportamento caratteriale e alla nostra spiccata personalità. Relazionarsi con te e sempre un piacere.
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psicologiaforense il 26/02/15 alle 19:01 via WEB
.... il tuo BLOG spinge a liberarsi dalla catena di stimoli e reazioni automatiche che costituiscono una continua fonte di condizionamenti.
Negli ultimi post, ad esempio, hai posto in luce atteggiamenti quotidiani e diffusi di non accettazione dell'altro. Atteggiamenti che allarmano per la facilità con cui ci si può abituare alla loro presenza.
(Rispondi)
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carlo.sti il 26/02/15 alle 20:19 via WEB
C'è una crisi del dialogo in famiglia e questo è alla base del disagio giovanile.
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StregaM0rgause il 26/02/15 alle 21:03 via WEB
-Ogni stadio raggiunto non è, in realtà, che un punto di partenza per camminare verso orizzonti ulteriori. - è la verità, sempre che l'interlocutore sia valido, cioè che tra i due ci possa essere scambio di idee, pareri, anche opposti, idee. ciauu, buona serata
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StregaM0rgause il 26/02/15 alle 21:08 via WEB
ahh volevo anche aggiungere che io sto parlando del dialogo reale, vis a vis: perché le parole, come ora, in rete, troppo spesso non riescono ad esprimere veramente e sinceramente il nostro pensiero, la nostra emozione. Insomma nel virtuale ci perdiamo gran parte del piacere di interloquire con un altro umano, valido per noi naturalmente.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 26/02/15 alle 23:48 via WEB
Capisco il tuo dire. Il dialogo di cui parlo nel post poggia il suo essere profondo principalmente sulle doti intèriori psicologiche e spirituali, che infondono fiducia reciproca ed aprono i cuori alla relazione arricchente, e non solo con gli amici veri....
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zarina111 il 26/02/15 alle 21:04 via WEB
Oggi è difficilissimo riuscire ad avere un dialogo reciprocamente fecondo anche con tuo marito, con i tuoi genitori, con i tuoi colleghi, ecc. Ti immagini con chi è "diverso da te": immigrato, nero, ebreo, zingaro, handicappato, omosessuale, ecc.
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psicologiaforense il 26/02/15 alle 23:50 via WEB
La crisi che travolge le famiglie è la più devastante degli ultimi 50 anni.
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maraciccia il 26/02/15 alle 21:05 via WEB
"fino all'annullamento di se"...credo sia solo dei Santi..sera Giulianina
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psicologiaforense il 26/02/15 alle 23:52 via WEB
Il dialogo di cui parlo non impegna il tuo cuore in un dono che tenda per sua natura alla fusione totale, anima e corpo, con l'amico o con l'a¬mica, ma t'immette in un cammino d'amore in cui puoi arrivare ad amare l'amico o l'amica più di te stesso, ponendoti completamente in uno stato di dono-servizio, che si prefigge la crescita e la realizzazione dell'altro attraverso il tuo amore.
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maraciccia il 27/02/15 alle 10:59 via WEB
se il tuo "lavoro" è questo...lo proporrei come insegnamento obbligatorio, in modo che tutti siano in grado di recepire per conoscersi e conoscere l'altro
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psicologiaforense il 26/02/15 alle 23:54 via WEB
Non è MARA "santità", non è neppure, carissima AMICIZIA. L'amicizia, infatti, è un incontrarsi di due cuori attratti da mutua simpatia, che si uniscono per camminare assieme per una crescita più armonica e completa. Essa è come due mani che si protendono verso l'amico, per aiutarlo ad essere pienamente se stesso e a raggiungere la sua piena realizzazione.
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psicologiaforense il 26/02/15 alle 23:55 via WEB
.... Scopo e fine dell'amicizia è la gioia di colui che ami. «La sua gioia è la tua gioia». Vedere felice l'amico ti rende pieno di gioia, ed accresce in te la felicità di vivere e la capacità d'amare.Ma, MARA, tutto questo non è detto sia DIALOGO.
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maraciccia il 27/02/15 alle 11:00 via WEB
é più complicato di quanto pensassi allora
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Yaris167 il 27/02/15 alle 07:34 via WEB
Scrivevo in un post che il termine la derivazione greca del verbo <conoscere> può essere tradotta con il termine <gioia>. Il dialogo che è guidato dall'accoglimento reciproco e dal reciproco comprendersi, nell'esplorazione del detto e del reciproco <conoscere> non può non produrre gioia e conoscenza, inquanto ha abbandonato i flitri del giudicare che, per quanto si voglia, è fatto sempre da maglie strette..
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Yaris167 il 27/02/15 alle 07:39 via WEB
Chiedo venia per il refuso.. e ti auguro una buonissima giornata! :-)
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khenan il 27/02/15 alle 10:00 via WEB
****Che sia un sereno venerdì e buon fine settimana!!!!******
A.*
^:.______.:^
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claude888 il 27/02/15 alle 21:31 via WEB
Il DIALOGO ti arricchisce perché ti pone in comunione con un cuore che ti ricambia con lo stesso amore, effondendo in te la ricchezza della sua persona, che ti sollecita a crescere in una capacità di dono, che pone la sua ragione d'essere e di gioia nell'amore verso l'altro, senza nessuna esigenza di ricambio.
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Marion20 il 03/03/15 alle 17:40 via WEB
E' un post bellissimo. Il dialogo come accoglienza e come dono di qualcosa che parte dal proprio profondo, o che rivela il proprio profondo, è una cosa meravigliosa. Un abbraccio, marion
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Nuvola_vola il 08/03/15 alle 14:58 via WEB
Mi piace davvero questo post...va oltre e non si ferma in superficie...ma nella realtà succede proprio cosi? non credo affatto e se succede è rarissimo...Un sorriso solare per te carissima...una mimosa per te...
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