Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

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LA SENTENZA, PICCHIA LA MOGLIE PER 24 ANNI, MA PER IL GIUDICE IL DIVORZIO NON È PER COLPA: «LA DONNA HA TOLLERATO»

Post n°8483 pubblicato il 13 Novembre 2015 da psicologiaforense

I giudici le hanno creduto ma le hanno dato torto : è vero che «è stata costretta a lasciare la casa coniugale per le continue percosse e minacce subite dal marito»; è vero che «da anni spesso il marito arrivava a casa ubriaco, insultava e percuoteva la moglie»; ed è vero che «dopo anni di accessi al pronto soccorso la convivenza non poteva protrarsi oltre». Tutto documentato, ma la moglie non ha diritto a niente.... 


DONNE VIOLENZA E ANCORA VIOLENZA

Per 24 anni una donna ha subito percosse e violenze, ha visto un figlio finire in galera e una figlia portata via dai servizi sociali perché non poteva crescere con un padre violento, maltrattante ed alcolizzato. Ha sopportato: per debolezza, per paura, perché non aveva scelta. Ma alla fine se ne è andata via e  ha chiesto la separazione da addebitarsi al marito. Ma i giudici della quarta sezione civile del Tribunale di Genova le hanno dato torto. 


La coppia aveva contratto matrimonio nel 1991, a Genova, l’anno successivo era nato il primo figlio, otto anni dopo la seconda. Ma le botte erano cominciate subito e non sono mai terminate, finché suo marito è finito in carcere e lei ha deciso di andar via di casa, trovando rifugio in una comunità protetta. Il tribunale le ha creduto: è vero che «è stata costretta a lasciare la casa coniugale per le continue percosse e minacce subite dal marito»; è vero che «da anni spesso il marito arrivava a casa ubriaco, insultava e percuoteva la moglie»; ed è vero che «dopo anni di accessi al pronto soccorso la convivenza non poteva protrarsi oltre». Tutto documentato, ma la signora ha sopportato troppo, e quindi ora non ha diritto a niente. Non esiste un rapporto di causa evidente tra le ripetute violenze subite nel corso degli anni e la rottura del matrimonio, «avendo peraltro essa stessa ammesso che tali condotte sono iniziate nell’anno 1991, subito dopo la celebrazione del matrimonio», scrivono i giudici. E aggiungono: « La signora ha dunque di fatto tollerato tali condotte».

 
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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 13/11/15 alle 12:04 via WEB
Sono stufo di queste sentenze da ridere!!! Come quel giudice che ha assolto uno stupratore perché non riteneva ci fosse stato reato: "La ragazza poteva tenere le gambe strette e il sedere basso, così avrebbe evitato lo stupro!". Como posso star qui a di discutere di queste sentenze e soprattutto di questi "SIGNORI"?????? Mi beccherei qualche..... Buon giorno Giuliana. Avremmo domande da porci, ma le evitiamo per non fare brutte figure!!!!!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 12:13 via WEB
Ciao Carlo, stavo passando a salutarti da TE:-)))
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 12:18 via WEB
Solo qualche giorno fa una ricerca italiana ha rivelato che quasi un terzo delle donne nel nostro Paese ha subìto violenza fisica o sessuale.... C'è bisogno di un profondo cambiamento culturale per modificare le relazioni affettive e di potere tra gli uomini e le donne, affinché siano basate sul rispetto e non sulla prevaricazione e le discriminazioni di un genere su un altro.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:01 via WEB
Nel caso di specie la signora ha aspettato troppo: più precisamente fino al 2013, quando pure il marito è finito in prigione. Solo allora ha trovato il coraggio di rompere questa spirale di dolore, andando via di casa e trovando ospitalità in una comunità protetta. Per i giudici quel coraggio doveva trovarlo 24 anni fa: la sua paura o l'illusione che le cose potessero cambiare non contano nulla.
(Rispondi)
 
 
 
monellaccio19
monellaccio19 il 13/11/15 alle 17:09 via WEB
E' come se si "condannasse" un soggetto che per minacce, paura per se e per i suoi cari, non denunciasse le estorsioni ricevute. Dovremmo essere tutti coraggiosi, impavidi e audaci. Una donna che si comporta così, va anche compresa al di là dei sofismi giuridici.
(Rispondi)
 
Vento_del.Sud
Vento_del.Sud il 13/11/15 alle 12:21 via WEB
Buongiorno. Non mi stupisce affatto la sentenza, visto che la causa, che impedisce la prosecuzione del rapporto coniugale, deve essere attuale, diretta e immediata. Ma questo è il frutto di leggi imbecilli, fatte da legislatori ancora più imbecilli delle norme che emanano e della discrezionalità sempre concessi ai giudici che devono interpretare le leggi e non solo applicarle. No! la mia attenzione va alla frase che riporti «dopo anni di accessi al pronto soccorso..". Spero che il 25 novembre nessuno si sogni di dire alle donne "denunciate", perché saranno tutte denunce destinate a cadere nel nulla e ci sarà sempre un giudice che non farà "nulla". La casistica è piena. Ogni donna "maltrattata" è violentata 3 volte: da un uomo, dal legislatore e da un magistrato. Buona Giornata
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 12:36 via WEB
Grazie per visita e commento. Ricordo a me stessa che il 25 NOVEMBRE è la "Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne" voluta dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 12:39 via WEB
In Italia solo dal 2005 per iniziativa di alcuni "centri antiviolenza" edi " Case delle donne" si celebra questa giornata. P. S. 1) Nel 2007 100.000 donne (40.000 secondo la questura) hanno manifestato a Roma "Contro la violenza sulle donne", senza alcun patrocinio politico. È stata la prima manifestazione su questo argomento che ha ricevuto una forte attenzione mediatica. 2) Dal 2006 la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna promuove annualmente il Festival La Violenza Illustrata, unico festival nel panorama internazionale interamente dedicato alla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:03 via WEB
Dira lex sed lex. Le botte sono tutte documentate dalla vittima, anche con i referti degli ospedali dove è stata ricoverata più volte. Ma le prove non sono bastate e non è bastato nemmeno sottolineare che la donna ha avuto il coraggio di lasciare la casa e trovare rifugio in una comunità protetta, quando il marito è finito in galera e si è sentita finalmente libera di decidere.
(Rispondi)
 
boscia.mara
boscia.mara il 13/11/15 alle 12:47 via WEB
Ciao Giuliana, bentrovata, che fine avevi fatto? ;)
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:11 via WEB
Ciao Maria Antonietta. Ho trascrorso una settimana "tra color che son sospesi" perchè sembrava che, dopo due anni, fosse arrivato il momento del commiato. Invece ha vinto la vita (se così vogliamo chiamarla).
(Rispondi)
 
 
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 13/11/15 alle 15:19 via WEB
??? Spero sia solo una metafora e che sia tutto sotto controllo! Un abbraccio. ..
(Rispondi)
 
boscia.mara
boscia.mara il 13/11/15 alle 12:49 via WEB
Come dire che se il marito non fosse finito in carcere, lei nemmeno se ne sarebbe andata? Io non avrei sopportato questo nemmeno per un giorno, ma stiamo scherzando? Non aveva scelta. Ma chi l'ha detto?
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:19 via WEB
Scrive in merito l'Avv. Iorio Anastasia Lucia Principia del foro di Napoli : " Negli ultimi anni va emergendo un fortissimo interesse nei confronti del complesso mondo della famiglia, non solo per l'evoluzione della stessa in visione socio-economica, ma, purtroppo,perché sempre più frequenti si evidenziano, nell'ambito di questa, episodi di violenza/maltrattamenti. Molti e recenti sono gli studi dove è stata affrontata tale problematica, sia sotto il profilo criminologico, psicologico e sociale, sia sotto un profilo giuridico ed oggi si è giunti ad una formulazione pressoché unica del termine "maltrattamento" quale sinonimo di mortificazione, cioè attività atta a provocare nel soggetto passivo, una continua situazione di sofferenza fisica e/o morale, con effetti di prostrazione e avvilimento allo scopo di sottolineare la supremazia di un individuo su un altro".
(Rispondi)
 
zanna1999
zanna1999 il 13/11/15 alle 13:18 via WEB
Ho sentito la notizia stamattina alla radio. Se un giudice dà ragione al “boia” che speranza hanno le donne che subiscono violenza? Le amputano le gambe in partenza…Buon giorno cara
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:25 via WEB
Buona serata Carissima:-))) Il Tribunale doveva solo decidere se la separazione andava addebitata al marito considerato che lo stesso ha posto in essere nei confronti di moglie e figli condotte criminali in tutto il periodo di coniugo (24 anni). Hanno deciso di no. Vedremo in appello.
(Rispondi)
 
zanna1999
zanna1999 il 13/11/15 alle 13:20 via WEB
Povera donna . Finalmente ha trovato il coraggio di andarsene e adesso li viene sputata in faccia questa sentenza…
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:31 via WEB
C’è un termine oltre il quale la sopportazione diventa accettazione passiva, il dolore rassegnazione, la vittima connivente? Per il Tribunale di Genova sì. Ventiquattro anni sono tanti, troppi, perché significa aver subito, tollerato, avallato, e dunque ribellarsi dopo così tanto tempo non è credibile. Sandra - chiameremo così questa donna di quasi cinquant’anni che ha messo fine a 24 anni di matrimonio - non ha diritto a niente: non a un indennizzo per quel che ha passato e nemmeno a un assegno mensile per potersi mantenere.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:34 via WEB
Bisogna ricordare che il marito-criminale risulta disoccupato nullatenente e quindi, purtroppo, c'è ben poco da fare...
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 16:40 via WEB
'Il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare', dice Manzoni. Però questa mamma non è stata in grado di difendere neppure i figli che dalla nascita sono stati travolti nel conflitto coniugale e hanno subito maltrattamenti fisici e psicologici.
(Rispondi)
 
ester.mi00
ester.mi00 il 13/11/15 alle 13:59 via WEB
Io non parlerei di COLPA anche se questo è un criminale. Spero che in sede penale gli diano l'ergastolo (speranza vana).
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:43 via WEB
Hai ragione. E' meglio parlare di SEPARAZIONE CON ADDEBITO. E questo si verifica quando c'è stata grave violazione di uno dei doveri derivanti dal matrimonio (coabitazione, fedeltà, assistenza morale e materiale, coabitazione, ecc...). Però, come in questo caso, non basta che ci sia stata una violazione dei doveri nascenti dal matrimonio per ottenere automaticamente l’addebito, ma spetta al giudice valutare caso per caso ed emettere la sua sentenza. Il giudice verificherà infatti la presenza di un nesso causale tra la violazione e la sopraggiunta intollerabilità a continuare la convivenza.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:45 via WEB
Solamente nel caso in cui la violazione degli obblighi derivanti dal matrimonio sia stata la causa che ha scatenato la crisi coniugale è possibile ottenere l’addebito. Se invece la crisi era già in essere da tanti anni non esistono i presupposto per l’addebitamento.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Cinzia il 13/11/15 alle 14:03 via WEB
Neppure l'assegno divorzile? E di cosa campa?!
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psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:46 via WEB
Il marito è nullatenente, lei fa la colf/badante...
(Rispondi)
 
job1111
job1111 il 13/11/15 alle 14:50 via WEB
Dopo 24 anni di botte ricevute dal marito una donna ha chiesto la separazione per colpa. Ma i giudici le hanno dato torto perché, dato che le violenze sono iniziate subito dopo il matrimonio e lei non le ha denunciate subito "di fatto ha tollerato tali condotte". Non ci sono commenti da fare!
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:55 via WEB
Da quello che ho capito è successo così: Nel "gioco" di coppia (fin dal fidanzamento) si siano sviluppati scompensi che hanno compreso fasi di parossismo emotivo, di squilibrio, di crisi, di perturbazione, di violenza e di sofferenza che hanno assunto un percorso cronico nel senso che ciò che all'inizio del rapporto, ha fatto ostruzione e blocco relazionale, ha continuato, via via con rinnovato vigore, ad agire con un impatto devastante su coniugi e figli. Ci sono state ( e sono documentate) fasi di grande tensione che si è "evoluta" in un quadro di tipo antagonistico centrato sulla provocazione e sulla "punizione" dei comportamenti del coniuge in un continuo crescendo di reazioni aggressive. Nella scena matrimoniale si sono apprezzati la contiguità tra gli aspetti di drammaticità e quelli di inadeguatezza che connotano il vivere quotidiano del nucleo familiare....
(Rispondi)
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 13/11/15 alle 15:15 via WEB
Secondo me prima di nominare un giudice bisognerebbe sottoporlo ad una bella perizia psichiatrica.... mi si dirà che potrebbe valere la stessa cosa per i periti psichiatri, ma così non si può :(
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 15:57 via WEB
Qui non è il Giudice ma il Tribunale ovvero tre giudici: un uomo e due donne.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 16:00 via WEB
Temo che se sottoponessero a perizia psichiatrica: insegnanti, psicologi, psichiatri, giudici, avvocati, preti, poliziotti, politici, ecc... si otterrebbero risultati sconcertanti....
(Rispondi)
 
gabbiano642014
gabbiano642014 il 13/11/15 alle 16:01 via WEB
Buongiorno...Ho appreso la notizia ai tg radio questa mattina.Un assurdità.Nel verdetto la doppia violenza.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 16:36 via WEB
Sì, è un caso che ha scosso l'opinione pubblica perchè come dico tu "nel verdetto la doppia violenza". Speriamo che possa, almeno, recuperare positivamente il rapporto con i figli che, allo stato, la incolpano di "averli fatti vivere in un inferno".
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gabbiano642014
gabbiano642014 il 13/11/15 alle 16:03 via WEB
Finalmente rientrata...Buon fine settimana Patty
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 16:33 via WEB
Grazie carissima, ti auguro una fine settimana ricca di soddisfazioni grandi.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
pAOLO uGo da gENOVA il 13/11/15 alle 16:52 via WEB
E' una sentenza brillante e i giudici dopo aver stabilito che non c'è un nesso di causalità diretto tra il maltrattamento e la separazione a causa della tardiva decisione della donna di separarsi non potevano fare diversamente. Separazione sì, addebito no. La moglie è ben protetta in apposita struttura
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 13/11/15 alle 18:23 via WEB
Il fatto stesso che la signora abbia bisogno ancora oggi di protezione la dice lunga sulla situazione di questa coppia vissuta in una follia a due in cui i figli minori sono stati circuitati
(Rispondi)
 
exodus1984
exodus1984 il 13/11/15 alle 18:37 via WEB
Mandi, finalmente sei tornata :-) Vieni a vedere il regalo letterario che ti avevo promesso, è tutto per te. :-) Furlan di mont, furlan par simpri :-) Mandi mandi :-)
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 13/11/15 alle 21:16 via WEB
ti ho scrittooo!!!..son tornata stasera alle 1930
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 13/11/15 alle 21:17 via WEB
che schifo di giustizia è???
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 14/11/15 alle 22:52 via WEB
'notte Giulianina..
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 15/11/15 alle 13:07 via WEB
Ciao..*__*...ti abbraccio
(Rispondi)
 
diogene51
diogene51 il 15/11/15 alle 23:53 via WEB
E' abbastanza mostruoso, ma se il marito non fosse stato arrestato, la moglie avrebbe sopportato all'infinito? Però ribellarsi, rompere la famiglia non è facile, come fa chi deve occuparsi della giustizia a non riconoscere i diritti della vittima? E' sperabile che ci sia un appello....
(Rispondi)
 
anonimo.sabino
anonimo.sabino il 16/11/15 alle 09:49 via WEB
Una sentenza paradossale come tante altre che la dicono lunga sul livello culturale e civile della nostra magistratura, la cui vera unica riforma sarebbe l'istituzione di uno specifico canale formativo, come per tutte le professioni anche meno impegnative.
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ormalibera
ormalibera il 25/11/15 alle 21:04 via WEB
in questi casi augurerei ai giudici che nella prossima vita subiscano ciò che ha subito questa donna, a volte temo che i nostri giudici non siano umani, ma siano robot programmati, senz'anima
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hommelibre10
hommelibre10 il 30/11/15 alle 18:24 via WEB
Lo so, non sono tanto politicamente corretto ma, secondo me, visto che anche se il marito non ha avuto l'aggravante dell'addebito, dovrà comunque passarle gli alimenti, è questo che rende i rapporti violenti: l'impossibilità di uscire da un matrimonio sbagliato senza dovere mantenere il patner che ti ha reso infelice. Non si può mantenere un ex coniuge a vita senza finire per odiarla.
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