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Post n°8650 pubblicato il 27 Giugno 2016 da psicologiaforense
Nel tempo della complessità sociale, della globalizzazione e della Brexit la padronanza dell'intelligenza critica si disegna potere personale capace di ridurre squilibrio e disordine, disinteresse e irrispetto e di dilatare e consolidare gli spazi dell'indipendenza di giudizio...
L’uomo d’oggi, disorientato tra le polarità del dominio e del servizio, della conquista e dell'amore, pare maggiormente disposto a difendersi che a donare, a custodire più quello che è utile a sé che quello che è vantaggioso per gli altri. Invece di “fare silenzio” e ospitare nella propria interiorità l'altro per incontrarne l'umanità , egli sembra disposto soprattutto a vedere nell'altro un possibile ricettore dei problemi che lo affannano, delle tensioni che lo travagliano, delle aspettative che nutre, dei traguardi che insegue, un sostegno alle proprie illusioni, una realtà da utilizzare per dare una risposta ai propri problemi, negandosi in tal modo incontro e dialogo,vicinanza e comprensione.
Commenti al Post:
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sagredo58 il 27/06/16 alle 16:53 via WEB
Incredibile coincidenza, tornata in sintonia all'averti citata.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 17:12 via WEB
Ho visto. Nel merito, non pare difficile constatare nel quotidiano l'orientamento a farsi
autori di una comunicazione superficiale e indifferente, la propensione
a deteriorare l'interpersonalità in un semplice scambio di parole, in un
dirsi, caro SAGREDO, desemantizzato, in un comunicare anonimo, in una consegna di conoscenze e pensieri priva di significato umano ed esistenziale.
(Rispondi)
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monellaccio19 il 27/06/16 alle 17:01 via WEB
Dopo aver scosso la polvere dai sandali, torni a illuminare questa comunità. Non preoccuparti di loro, tira avanti per la tua strada: c'è chi ti vuol bene e vuol leggere post come questo. Io sono tra coloro e non ho colpe da pagare. Eppure l'ho fatto, ho pagato e spero di essere risarcito....tacitamente.
Buona sera Giuliana.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 17:13 via WEB
Grazie Carlo, tu sei una persona di rara intelligenza. Un uomo completo, insomma.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 17:18 via WEB
Carissimo Carlo, come Tu mi insegni,
da più parti sono denunziati, anche in modo energico, un
contesto culturale sordo al riconoscimento della dignità e della singolarità della persona e una “coabitazione” opportunistica guidata dall'opzione di modalità esistenziali incardinate sulla logica dell'utilitarismo e, per questo, premessa di rifiuto di riconoscere l'originale identità dell'altro e dunque il suo uguale valore e la sua pari validità nella differenza che lo caratterizza e lo qualifica.
(Rispondi)
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camnisi1943 il 27/06/16 alle 17:24 via WEB
Ti capisco e considero cara Giuliana, ed a te non manca saggezza opportuna per trovar la dritta via, ciao e godi di questa bella serata, Camillo.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 17:48 via WEB
Vorrei esprimere a TE, carissimo Camillo, e a tutti quelli che mi hanno manifestato la loro stima e il loro affetto, gratitudine e rendimento di grazie:-)
(Rispondi)
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zanna1999 il 27/06/16 alle 17:58 via WEB
Prima di tutto BENTORNATA <3
Tutto quello che scrivi è verissimo. Siamo diventati contenitori dove “l'altro” versa se stesso e cosi trova il proprio benessere e pure noi lo facciamo a sua volta. Non credo pero che tutti quanti sono disposti a fare da contenitore e sopra tutto di dare un sostegno giusto e anche la risposta a ciò che l'altro da noi attende . Quelle persone sono rare preziose, e tu, cara amica ,sei una di quelle che sa donare...Ti abbraccio con affetto più sincero augurandoti una serena serata.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 18:43 via WEB
Grazie NAT:-))) È vero. In alcune condotte e in alcune pratiche esistenziali si vanifica il vero valore
dell'essere umano spersonalizzando l'io in funzione della
massa e/o annullando il tu in funzione dell'io.
In questo senso, richiamare la cura (eccessiva) di sé può servire a dare evidenza al vistoso stravolgimento cui tale cura è andata progressivamente incontro.
Anziché venir pensata e realizzata come crescita interiore, essa è stata
deteriorata spesso nella chiusura, nel solipsismo, nella fuga, nell'egoismo, nella preoccupazione per l'avere e non nella premura per l'essere
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 20:27 via WEB
CARA NAT, nell'attuale trionfo delle “reazioni viscerali” io individuo una prospettiva
incentivante la superficialità, facilitante l'espressivismo soggettivistico subordinante le tradizionali esigenze della moralità ai requisiti della realizzazione personale, strumentalizzante l'alterità. I legami con la comunità e Ia solidarietà passano in secondo piano....
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 20:55 via WEB
Preoccupante è la tendenza largamente diffusa a parlare e a parlare
di sé, a raccontare e a raccontarsi, semmai in maniera affatto rispettosa dei tempi e degli spazi dell'interlocutore nonché del suo pensiero
e della sua affettività. Quello che soprattutto interessa è parlare a qualcuno e non con qualcuno, ciò che importa è trovare nell'altro uno
specchio confermante e un contenitore piuttosto che una soggettività bisognosa di narrarsi, quello che conta è produrre uno scambio
in cui l'altro esprima partecipazione e non esiga interessamento, sia
capace di sosta e partenza e non abbia fretta, sappia comprendere e
non si opponga, sia attento e concentrato e non distratto, risponda e
non esprima indifferenza.
(Rispondi)
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zanna1999 il 28/06/16 alle 00:19 via WEB
Me ne rendo conto perfetamente dopo questo tuo intervento.é difficile parlare di se ma necessario secondo me , e la mia tecnica terapeutica per quanto mi riguarda . Io non nego che scrivo troppo su fatti miei....ma forse ci fa sentire meno soli...in quest'epoca dove le storie della nonna di fronte focolare stano sbiadendo.
(Rispondi)
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nina.monamour il 27/06/16 alle 19:14 via WEB
Ben tornata cara, mi sei mancata tantissimo e non lo dico così, credo che tutti coloro che ti vogliono bene (come me) hanno atteso il tuo rientro, sono felice. Un abbraccio, ripasserò con piu' calma, sono incollata a vedere la partita dell'Italia, un abbraccione e buona serata.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 19:29 via WEB
Mi pare di capire che adesso, cioè alle 19.26, sta vincendo l'Italia. Sento la "diretta" dal megascreen che qui il comune (di Venezia) ha voluto mettere nel parco...
(Rispondi)
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nina.monamour il 27/06/16 alle 19:41 via WEB
Sì, sì, stiamo 1 a 0 con la Spagna, ha segnato il Chiellini, speriamo bene Giuliana!
(Rispondi)
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nina.monamour il 27/06/16 alle 19:41 via WEB
Quando si tratta di sport, o meglio di calcio, tutti ad esultare, viva l'Italia! Baci cara, a dopo.
(Rispondi)
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geishaxcaso il 27/06/16 alle 19:48 via WEB
:) innanzitutto BENTORNATA! Per il post confido nella crescita serale per rileggere, capire e commentare ;) baci!
(Rispondi)
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geishaxcaso il 27/06/16 alle 20:52 via WEB
:) volevo dire frescura non crescita ma il correttore non si fa gli affari suoi...
Ho riletto, è molto vero quello che dici, a volte si cerca ascolto per sfogarsi, senza fermarsi ad ascoltare a propria volta.... ma così non c'è scambio, non c'è confronto e, ovviamente, non può esserci nemmeno conforto.... un esempio deleterio viene sicuramente dalla tv, tutti parlano ma nessuno ascolta....
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 21:02 via WEB
ESATTAMENTE! Il parlare unidirezionale, l'atteggiamento comunicativo che non consente replica, il comportamento relazionale che sancisce una condizione
di inferiorità o di minorità, le mistificanti interpretazioni delle parole
altrui impediscono l'ascolto autentico e una rapportualità profonda e
flessibile, partecipata e responsabile, aperta e rispettosa.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 21:03 via WEB
... il dialogo vero esige la parità e la reciprocità, il
rispetto profondo e la stima. Mentre la condotta antidialogica mantiene e
potenzia le disuguaglianze e alimenta invasioni e manipolazioni, sottrazioni di dignità e valore, riduzioni di libertà e autenticità, volontà di potenza e asservimento.
(Rispondi)
(Vedi gli altri 5 commenti )
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 21:05 via WEB
Non poche volte l'altro è ridotto ad anonima realtà fisica, a partner
senza volto e senza anima cui unidirezionalmente dire, cui monologisticamente rivolgersi, cui pragmaticamente narrarsi. L'altro è svilito a
specchio, a destinatario passivo, a oggetto da adoperare in vista dell'ascoltarsi, del compiacersi, del gratificarsi.
Non è raro che l'altro sia cercato e utilizzato come "recipiente" delle
proprie tensioni, aspettative, mete, come sostegno alle personali illusioni, come realtà da adoperare per rispondere alle proprie necessità,
come mezzo per ascoltarsi e confermarsi, possedere ed essere risarciti.
(Rispondi)
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geishaxcaso il 27/06/16 alle 23:07 via WEB
Leggendo quest'ultimo tuo commento mi viene da pensare al fatto che ci siano bravi insegnanti, e altri insegnanti, preparatissimi, ma non bravi ad insegnare, per non dire incapaci.... l'insegnante che si crogiola nel suo essere "bravo" non dedica attenzione al "discente" (reminiscenza scolastica, questo termine usato dai prof nei loro giudizi mi turbava il sonno ;))!
(Rispondi)
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Rospo_Brianzolo il 28/06/16 alle 10:31 via WEB
Visto che passavo, un saluto era dovuto, Ciao Marina, Ciao Giuliana ^________^
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exodus1984 il 27/06/16 alle 20:22 via WEB
Mandi :-) Bentornata :-) Un grant salut dal Friul.
Bon la ti fas plui biele ;-)
mandi mandi :-)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 20:34 via WEB
Mandi carissimo:-))) Sei molto caro. Non a caso: l'àur al lus àncje tal pantan. Un abbraccio affettuosissimo:-))
(Rispondi)
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dinobarili il 27/06/16 alle 21:04 via WEB
Secondo me, l'uomo di oggi si guarda troppo "dentro". Per vivere felice deve guardare avanti. L'amore è fede nel futuro. Non è l'uomo che governa il mondo. E' il mondo che governa l'uomo, il quale non è sulla terra per caso. Ha un fine. Dino
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 21:09 via WEB
Hai proprio ragione! Inoltre appare evidente la sua tendenza a udire senza ascoltare, a sentire
senza comprendere e rispondere, a farsi attore di condotte ricettive e superficiali, di atteggiamenti acritici, di inascolto. Esplicita è la sua propensione a rendersi protagonista di un parlare monologistico che lo
rende incapace di silenzio e di autentici atti di ospitalità dell'altro, di
colloquio interiore e di incontro interpersonale, impedendogli così di
realizzarsi.....
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 21:11 via WEB
Tangibile, carissimo DINO, è il suo orientamento a farsi produttore non di parole vere ma di chiacchiere, che in quanto tali non conoscono il silenzio del raccoglimento e della meditazione, banalizzano la forza espressiva e comunionale della parola, segnalano vuoto interiore, mancanza del sentimento dell'altro, assenza di responsabilità. Non è raro il caso in cui egli produca e sostenga una parola solipsistica pseudodialogica e spesso lesiva che, mentre impedisce di fare silenzio, non favorisce l'esercizio dell'ospitalità, la pratica dell'incontro e del confronto mirato alla scoperta e alla rivelazione della verità, alla ricerca della verità nella sua inesauribilità.
(Rispondi)
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maraciccia il 27/06/16 alle 21:29 via WEB
sul due a zero mi son sentita bene..bene bene...ma ora sto anche meglio..^___^...
(Rispondi)
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maraciccia il 27/06/16 alle 21:40 via WEB
Nel merito..sto diventando un'eremita...costretta alla solitudine e alla meditazione
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 21:48 via WEB
Sì, capisco. Però potevi almeno dare un po' più di acqua alle mie piantine (che sembrano bimbi del Bangladesh).
(Rispondi)
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maresogno67 il 27/06/16 alle 21:49 via WEB
molti terapeuti sostengono, a ragione, che si guarisce quando s'impara ad ascoltare. ciao, gi
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 21:53 via WEB
Dici bene! Oggi la persona è tentata dal monologo. Il tacere
elettivo, il silenzio finalizzato all'accoglienza dell'altro e all'attenzione
nei suoi confronti pare praticato e ricercato sempre meno come un comportamento virtuoso.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 21:54 via WEB
Il suo posto sembra prepotentemente occupato
da un dire egocentrico, da un parlare prevaricante, da un comunicare insulare, che, mentre ostacolano l'esercizio franco e continuato di un
ascolto autentico, conferiscono al rapporto i tratti della superficialità e
della rigidità, dell'indifferenza e dell'irresponsabilità, fìnanche della chiusura e dell'offesa. Un ascolto rifiutato è espressione
inequivoca di misconoscimento e negazione dell'altro, è presupposto di violenza, è
premessa di morte della comunicazione.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 27/06/16 alle 21:58 via WEB
Non mancano, infatti, le occasioni per poter registrare quotidianamente
esempi molteplici di ascolto simulato, di ascolto disattento e rassegnato,
di ascolto-non ascolto, quand'anche di ascolto praticato con espliciti
obiettivi di ipercritica e svalutazione del parlare dell'altro e pertanto della
sua persona. Nello pseudoascolto o nel rifiuto di ascoltare l'altro va vista
la decisione di ignorarlo e svalutarlo e vanno rinvenuti presupposti, oltre
che di violenza, di fallimento dell'incontro. Nell'autoritarismo che si dispiega attraverso il ricatto affettivo e che, in
ambito istituzionale, è
espresso da chi gestisce una posizione di potere possono essere rinvenute le matrici dello screditamento e dell'oscuramento del TU.
(Rispondi)
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gabbiano642014 il 28/06/16 alle 09:11 via WEB
Buongiorno...Penso che tu conosca Chiara Saraceno,Sociologa all'Università di Torino.In merito alle tue venti righe,ti riporto un suo pensiero, espresso ieri in un intervista:"Ognuno per sè:è l'effetto delle politiche particolariste".Io posso solamente aggiungere,in tutte le relazioni,l'incontro prevede un allargamento di prospettiva bidirezionale..
(Rispondi)
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psicologiaforense il 28/06/16 alle 11:48 via WEB
Sì carissima non solo conosco la prof. Saraceno ma anche, con la prof. Franca Bimbi, abbiamo fatto un percorso assieme per circa 20 anni.
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LA.QUARTA.LUNA il 28/06/16 alle 09:44 via WEB
Inascolto, indifferenza che spesso diventa irritazione e intolleranza.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 28/06/16 alle 11:49 via WEB
Proprio così:-)) Come ho scritto altrove "
Troppo spesso lo scambio è eletto a occasione di strumentalizzazione
dell'altro. Con questi ci si rapporta per avere, possedere, ottenere risarcimento, dimenticando che la promozione di sé non è da far consistere
nell'isolamento e nell'individualismo, nella sordità e nella salvaguardia
ottusa del proprio io, nel soliloquio e nell'egoismo bensì nella comunione di coscienze e nella reciprocità, nell'incontro e nella solidarietà,
nell'apertura all'altro e nel dono di sé all'altro, e scordando che l'uomo
maturo è, in fin dei conti, l'uomo che sa ascoltare e che risponde."
(Rispondi)
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Butturfly66 il 28/06/16 alle 11:11 via WEB
ciao Giuliana e bentornata...la realtà di oggi ruota intorno a persone a cui interessa tirar fuori ciò che hanno dentro, per evitare di dare ascolto...farsi sentire è molto più facile che perdere tempo ad ascoltare... per indole preferisco ascoltare più che parlare, per cui chi mi conosce mi racconta di se senza remore... e di conseguenza, raramente chiede di me...buona giornata, butty.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 28/06/16 alle 11:52 via WEB
Buon pomeriggio Carissima Butty:-)) Sono in perfetta sintonia con TE! Non
per questo bisogna ignorare o sottovalutare le molteplici quanto
preziose esperienze di pratica quotidiana di servizio all'uomo e alla qualità della vita, di risposta creativa ai bisogni emergenti del singolo e della comunità. Tali esperienze contribuiscono a contrassegnare
l'attuale società, e l'uomo postmoderno, come ambivalente.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 28/06/16 alle 11:53 via WEB
... infatti anche quando i rapporti sono connotati da simpatia e cordialità,
non sempre si è capaci di trovarvi una giusta attenzione per la persona
e una precisa intenzione di offrire una risposta etica ai suoi bisogni e ai
suoi problemi.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 28/06/16 alle 11:54 via WEB
Spesso la comunicazione interpersonale si indebolisce e
muore a causa di condotte relazionali distratte, impersonali, fredde, disinteressate, che, in quanto tali, non favoriscono attenzione e partecipazione, concentrazione e coinvolgimento, Presenza e ascolto, sensibilità
e risposta.
(Rispondi)
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BEN TORNATA il 28/06/16 alle 13:09 via WEB
A volte ci sono rapporti formali, ma squisitamente gentili. Non bastano?
(Rispondi)
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psicologiaforense il 28/06/16 alle 13:21 via WEB
Ho presente quei rapporti cortesi e corretti che, in
ultima analisi, si risolvono in formalistiche comunicazioni sprovviste di
attenzione e premura per l'altro e si dimostrano incapaci di dare l'avvio
a un'interazione fondata sulla parità e sulla reciprocità, sul dialogo e sulla
cooperazione.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 28/06/16 alle 13:22 via WEB
Non poche volte buonismi e sentimentalismi possono nascondere autoprotezioni e insicurezze decisionali, difesa del particolare
e paura delle scelte etiche. Ugualmente, sono da annotare gli scambi basati su un esercizio rigido e convenzionale del ruolo sociale, dove l'altro
è sostenuto materialmente senza coinvolgimento del cuore, è osservato
e spiegato intellettualmente e non è compreso affettivamente, è diretto
e non accompagnato, è deciso e non responsabilizzato.
Tutt'altro che rari sono quei rapporti in cui l'io si occupa del tu, ha
cura di lui ma senza accendere una relazione umanamente profonda e significativa, contribuisce al suo sostentamento materiale ma senza impegnare il cuore.....
(Rispondi)
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sols.kjaer il 28/06/16 alle 16:33 via WEB
Non sono daccordo con questo post.
Il problema della società moderna e dell'uomo moderno e la velocità.
Niente a che vedere con il difendersi dall'altro.
E al contrario, la velocità del sistema obbliga l'uomo a subire le conseguenze del caos della società.
L'ultimo esempio e il "Brexit" inglese dove confusione e il buffo referendum ha fatto notare che avevo ampiamente ragione, quando molto tempo fa sostenevo che il futuro sarà formato da un "Elite" (ovvio dopo Illuminismo, Umanesimo arriva l'elitismo) e dal caos.
Il caos nasce dalla velocità in cui l'essere umano non può fare o non e in grado di sopportare.
La velocità della società e nell'anima anche della natura.
L'uomo trasferisce la sua instabilità anche nella natura, con disastri ecologici, tempeste, bizzarria climatica.
L'universo e un filo elettrico invisibile collegato al cervello umano, dove ogni scossa la trasmette alla terra e al cielo.
Previet
(Rispondi)
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diogene51 il 29/06/16 alle 00:18 via WEB
Ben tornata, carissima!
Sto pensando se quello che dici si possa riferire anche a me, non lo so, ma non mi pare di avere grandi colpe in proposito. In generale l'uomo si concentra su sé stesso perché è chiamato a vivere in gruppi troppo grandi, e questo lo disorienta. Le sue sicurezze cadono ad una ad una e sé stesso è l'unica persona da cui ripartire. Perché se uno non è completamente stupido, deve ripartire.
(Rispondi)
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LA.QUARTA.LUNA il 29/06/16 alle 09:27 via WEB
Egoismi che sono la logica conseguenza di una società malsana.
(Rispondi)
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
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