Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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umorismo e satira

 

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« LA RIFLESSIONE DELLA DOM...OLTRE LE STRAGI, ECCO IL... »

RIFLESSIONE DEL GIORNO IN MENO DI 20 RIGHE, UNO, NESSUNO O CENTOMILA, VERTIGINI, DISORIENTAMENTO, SMARRIMENTO

Post n°8666 pubblicato il 19 Luglio 2016 da psicologiaforense

ABITARE IL DISINCANTO


La fuga da noi stessi ci mette in balia della piena  incontrollabile degli stimoli e dei messaggi frammentari che ci assediano ogni giorno come tanti flash.
Questo produce, a volte, in noi una specie di disintegrazione interiore che tende a diventare  la nostra condizione abituale. Ad essere minacciata nel nostro tipo di  vita  è l’unità del nostro IO. Un filosofo ha scritto che l’io non è altro che una società per azioni a maggioranza variabile ma questo rende difficile capire chi si è veramente. Come diceva  Pirandello: “Uno, nessuno o centomila”. Perciò oggi nessuno si sente più di fare delle scelte impegnative: seguire una vocazione, sposarsi, mettere al mondo dei figli. Ed è logico perché in una società per azioni c’è una molteplicità di voci e perché la maggioranza potrebbe cambiare.  Perfino nello  scegliere un programma televisivo capita ormai di passare tutta la serata a fare zapping senza riuscire a vederne realmente nessuno. Nel vangelo Gesù chiede: che vale all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde se stesso? La domanda è di estrema attualità. Senza un centro interiore che ci unifichi possiamo illuderci di essere centomila  ma in fondo rischiamo di non essere nessuno.

 

 
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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 19/07/16 alle 12:13 via WEB
Vedo che la frescura dei posti che frequenti, è fonte ragguardevole per spunti interessanti. Vero, siamo in tanti e il peggio è che le voci di dentro, quelle che poi pongono le domande alla centralina, sono sempre di più e sempre più pressanti. Cerchiamo, con raziocinio e disciplina spirituale di dare risposte esaustive, speriamo di chiarire quegli aspetti della nostra personalità che a volte sono nebulosi già a nostro stesso avviso. Un conflitto che non porta lontano e non convince certamente l'ospite di cotante voci e di cotanti suggeritori graditi e/o inopportuni. Ecco, la convivenza tacita, anche se gravosa, resta una possibile soluzione, una percettibile sensazione di soddisfazione, ma è poca cosa rispetto alla presenza e alla continua richiesta di risposte. Sai a volte quando sono in tante a reclamare, dico loro parafrasando Brecht: "Vi sedeste dalla parte del torto solo perché gli altri posti erano già occupati". Buon pranzo.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 13:39 via WEB
Grazie Carlo:-))) In realtà sono tornata ieri sera nel solito contesto di vita "Padova-Venezia" con temperature in continuo aumento. A Venezia c'è la brezza di terra o quella di mare, mentre Padova con Rovigo si trovano in un "catino" dove caldo e umidità sono spesso poco tollerabili.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 13:44 via WEB
Commento come sempre suggestivo ed efficace! E' da tanto tempo che sostengo che tu sei uno straordinario Maestro di storytelling. Vediamo quando il "padrone di casa" se ne accorge...
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 19/07/16 alle 13:11 via WEB
BELLISSIMO POST...a me piace da matti Pirandello, lo sai. Bella anche l'immagine della società per azioni a maggioranza variabile..^___^, in questo momento sono una socia di minoranza..spero al più presto di acquistare una quota più cospiqua di azioni per raggiungere almeno il 55% di me stessa. Sto scherzando! Però in quell'uno, nessuno, centomila..mi ci ritrovo. E cosa può esserci di più drammatico nella vita che perdere se stessi?..mi son data una risposta..una c'è.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 15:44 via WEB
Scrivi tu: E cosa può esserci di più drammatico nella vita che perdere se stessi?..mi son data una risposta..una c'è. NO MARA NON C'E'. Quando hai perso te stessa non hai più nulla: nè legami, nè affetti, nè consapevolezza... nè vita. Cosa ci può essere di peggio?
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 15:46 via WEB
Mi fa piacere che queste poche righe ti siano piaciute anche perchè, di solito, sei di gusti difficili da soddisfare. Del resto scrivi bellissime poesie e sei una donna di cultura:-))) In cosa ti laurei adesso? Forse in filosofia? Ti gioverebbe.
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 19/07/16 alle 13:12 via WEB
Buona giornata Principessa..ti abbraccio forte forte..*___*
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 13:48 via WEB
Ricambio con affetto!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 13:49 via WEB
Un saluto particolare a G e ai 2 M.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Fabio Merlini il 19/07/16 alle 13:54 via WEB
Cultura dell'effimero, iperattivismo sfrenato, comunicazione senza contenuti, sono alcuni dei fenomeni a cui si pensa leggendo le tue riflessioni che hanno l'obiettivo di disegnare il profilo dell'epoca in cui viviamo, e di aiutarci a capire "dove siamo finiti".
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 14:01 via WEB
Grazie Fabio, poi detto da te mi fa arrossire... Segnalo uno dei tuoi libri che rileggo sempre con piacere: "L'Efficienza insignificante. Saggio sul disorientamento", di Fabio Merlini, edito da Dedalo, 2009
(Rispondi)
 
karin20
karin20 il 19/07/16 alle 14:57 via WEB
Sorge spontanea una domanda perche la società oggi è contrassegnata dall'incapacità di elaborare significati condivisi, e perciò di assicurare coesione. Famiglia, scuola, chiesa, stato, ecc.. appaiono ormai inadeguate ad assolvere queste funzioni, condannando l'individuo a un angoscioso isolamento e sconcerto. Secondo te è davvero fondata questa analisi o si tratta dell'"eterno lamento" per un mondo disorientante solo perché noi siamo disorientati?
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 15:08 via WEB
In linea di massima, lo stato ansioso dell'uomo moderno, per i suoi conte­nuti qualitativi e quantitativi, è divenuto un fatto di così vasta portata, da determinare un elemento fondamentale della nostra cultura...
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 15:10 via WEB
Nello specifico, come ho argomentato altrove, ....una componente essenziale di questo patologico modo di essere dell'uomo della civiltà occidentale è lo smarrimento, frutto tipico di una cultura che è venuta trattando l'essere umano come un qualunque altro bene di consumo. L'uo­mo, marchiato e inscatolato come un prodotto da mettere in commercio, ha un ben preciso compito nella società, cioè lavorare e produrre: il suo rendimento qualificherà e sarà condizione prima della sua valutazione. Da qui si genera la sua crisi vitale....
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 15:11 via WEB
Grazie per visita e commento:-))
(Rispondi)
 
ester.mi00
ester.mi00 il 19/07/16 alle 15:14 via WEB
Brevi riflessioni che illuminano la nostra giornata e possono alimentare i nostri pensieri e il nostro cuore dando sostegno alle scelte che ogni giorno siamo chiamati a compiere.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 15:46 via WEB
La solita esagerata!
(Rispondi)
 
ester.mi00
ester.mi00 il 19/07/16 alle 15:16 via WEB
Tanti pensieri affollano la nostra mente e non sempre siamo noi a sceglierli. Il continuo bombardamento di notizie, sempre angoscianti, influenzano i nostri pensieri e ci comunicano un senso di preoccupazione e di ansia.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 15:47 via WEB
Non hai tutti i torti, un abbraccio:-))
(Rispondi)
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 19/07/16 alle 16:02 via WEB
Mi viene in mente una celebre battuta di Altan: a volte mi chiedo chi sia il mandante delle cazzate che faccio.... è una cosa che ci siamo chiesti in tanti prima o poi ;) anche Pirandello diceva bene, ognuno di noi ha l'opportunità di essere uno, nessuno o centomila, abbiamo un ruolo e un volto diverso a seconda del contesto in cui siamo, se c'è un baricentro saldo saranno le diverse sfaccettature del nostro animo che prendono forma, in caso contrario si finisce per essere banderuole al vento.... spero di essere stata sufficientemente architettonica ;P Buon pomeriggio Giuliana :)
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 16:17 via WEB
Un architetto con fiocchi e controfiocchi! Meglio della compianta Zaha Hadid che diceva quello che tu concretamente realizzi: « Entrando in uno spazio architettonico le persone dovrebbero provare una sensazione di armonia, come se stessero in un paesaggio naturale. »
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 16:21 via WEB
Sì, quelle di cui parli si potrebbero chiamare subpersonalità che nella loro sintesi formano il sè
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 16:26 via WEB
Lo psichiatra veneziano Roberto Assagioli ( che in realtà si chiamava Roberto Marco Greco) in merito si esprimeva così: " Molti di noi sono convinti di essere un’entità unita ed immutabile, mentre dentro di noi si esprimono contemporaneamente diverse personalità contrastanti e mutevoli. A seconda del momento o del morale possiamo vedere un’esperienza come una sfida stimolante, come un ostacolo insuperabile, come un’avventura, come una routine, un’angoscia, una noia. Ogni personalità è presente ed attiva insieme a tutte le altre, in competizione con le altre. Ognuna ha sue esigenze, sue attitudini, sue avversioni, motivazioni, abitudini, manie, stati d’animo, tensioni ed emozioni. Dentro di noi coesistono l’intellettuale e lo sportivo, il regolare ed il ribelle, il volonteroso e il godereccio, l’amante ed il cercatore. Quasi mai siamo unificati, ma quasi sempre ne abbiamo l’impressione perché abbiamo unsolo corpo che si comporta in maniera unitaria; in realtà le nostre personalità si azzuffano per potersi esprimere contro le altre: impulsi, desideri, paure, fedi, principi, ideali, aspirazioni sono in continuo tumulto."
(Rispondi)
 
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 19/07/16 alle 17:14 via WEB
:) mi piace questo Assagioli, e a dire il vero, il nome non mi giunge nuovo, questa cosa della zuffa poi è fantastica, rende l'idea della vitalità che deve incanalarsi in qualche modo ;)
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psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 17:32 via WEB
Sì, la "psicosintesi" è stata concepita da lui che fu il primo medico psichiatra italiano che si interessò attivamente di psicoanalisi, e la sua tesi di laurea, preparata nel 1907 nell'ospedale psichiatrico Burghölzli a Zurigo (dove operava C.G. Jung, con il quale svilupperà un'amicizia personale) ebbe appunto il titolo "La Psicoanalisi".
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marcella.988
marcella.988 il 19/07/16 alle 17:42 via WEB
«Cosa ci faccio qui? Cosa sto facendo?». È una domanda che in genere arriva improvvisamente, in un giorno come tanti, mentre siamo impegnati in un'attività consueta. Una sensazione di estraneità a ciò che stiamo vivendo in quel momento. È sgradevole e la cacciamo via, ma lei si ripresenta con forza sempre maggiore. La scacciamo ancora ma lei si riafferma: «Che senso ha tutto questo?». Se le dessimo ascolto fin da subito e cambiassimo qualcosa nella nostra vita, di sicuro non tornerebbe più.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 17:52 via WEB
E' vero! Si può negare, rimuovere, ecc... Del resto, si vive per inganni ed autoinganni risultando ad un tempo artefici ma anche vittime in una confusione inestricabile in cui come nel teatro dell'equivoco imbroglioni e raggiratisi scambiano di ruolo e finiscono, sinistramente, per assomigliarsi.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Giulia il 19/07/16 alle 17:44 via WEB
E' l' anima infranta
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psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 17:53 via WEB
NO, ASSOLUTAMENTE!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 17:59 via WEB
Se parli di "anima infranta" fai pensare alla schizofrenia...
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/07/16 alle 19:09 via WEB
Ho avuto difficoltà con internet. Buona serata. Dino
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/16 alle 19:18 via WEB
Oggi bisogna armarsi della virtù della pazienza... BUONA SERATA:-)))
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