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Post n°8672 pubblicato il 06 Agosto 2016 da psicologiaforense
Il tempo in cui viviamo non è favorevole al suscitamento e al potenziamento di atteggiamenti di attenzione e sensibilità all'altro, ai pensieri e ai sentimenti che l'altro esprime e comunica tramite la parola e il corpo, alle ricchezze di cui è singolare portatore, ai disagi e alle sofferenze di cui non poche volte è intessuto il suo esistere e che egli, spesso affannosamente, prova a narrare cercando comprensione, sollecitudine e assunzione di responsabilità..... SOLITUDINI CONTEMPORANEE
La condizione dell'esser soli non richiama tanto l'esperienza del non aver vicino a sé presenze fisiche quanto quella del non poter comunicare se stessi a qualcuno e non poter avere un segnale di riconoscimento e una risposta da qualcuno, non poter essere accolti da qualcuno e non poter manifestare a qualcuno il proprio mondo interiore. La solitudine che affligge l'uomo contemporaneo trova la sua matrice in particolare nell'incomunicabilità, nell'impossibilità non tanto di esprimersi quanto di trovare un altro disposto a fare silenzio e ad ascoltare, semmai con attenzione e pazienza, con rispetto e partecipazione, con sensibilità e discrezione, in grado di saper lasciar parlare, intenzionato a donare tempo ed energie per accogliere nella propria mente e nel proprio cuore, propenso a incontrare e ospitare, incline a far tacere temporaneamente la propria interiorità evitando che le voci di questa interferiscano inopportunamente, capace di comprendere sentimenti ed emozioni, in grado di saper cogliere parole, gesti, sguardi, silenzi, sorrisi, lacrime.
Commenti al Post:
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Mario il 06/08/16 alle 13:46 via WEB
Già nei tag hai detto tutto: costruire incontro, essere con il cuore, vivere assieme, farsi egregi!
(Rispondi)
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psicologiaforense il 06/08/16 alle 13:50 via WEB
Sì, FARSI EGREGI. (Eccellente, insigne, degno di ammirazione o di memoria).
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diogene51 il 06/08/16 alle 14:39 via WEB
Questo post ha molto in comune col precedente, là ho risposto e va bene anche per questo.
Buona giornata Giuliana!
(Rispondi)
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psicologiaforense il 06/08/16 alle 15:44 via WEB
Il bambino, l'anziano, il disabile, il malato, il diverso, il povero, il
disoccupato, l'emarginato, l'immigrato, il sofferente psichico possono
essere richiamati quali esempi di umanità inascoltata e per questo trascurata, non rispettata e aiutata.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 06/08/16 alle 15:52 via WEB
Ora mi preme una considerazione, CARISSIMO RENATO, la solitudine pare ormai pervadere i diversi contesti vitali: dalla realtà comunionale più elevata quale è la FAMIGLIA agli spazi sociali più ampi dove i legami sono generalmente costruiti sulla base dell'interesse
e dell'efficienza e non dell'amore e della responsabilità.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 06/08/16 alle 15:52 via WEB
Sembra sempre più difficile vivere la vita secondo una deontologia e una teleologia esistenziale fondate sui principi della cura e della solidarietà.
La condizione della "solidarietà" richiama I'esperienza della mancata ospitalità nell'interiorità di qualcuno, della mancata rivelazione di sè a qualcuno. È la condizione vissuta frequentemente e dolorosamente dalla
persona nei differenti luoghi di vita: da quello familiare, a quello lavorativo,
educativo, terapeutico, istituzionale, ricreativo. Non c'è bisogno di dare risalto più di tanto a quella comunicazione deteriorata e deteriorante che è vissuta non poche volte all'interno della coppia, tra genitori e figli, tra impresa e lavoratore, tra insegnante e alunno, tra medico e paziente, tra istituzione e soggetti socialmente "deboli" e svantaggiati, ma anche all'interno di gruppi amicali, ludici, sportivi.
(Rispondi)
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diogene51 il 06/08/16 alle 17:02 via WEB
Generalmente parlando è vero, è per questo che io sono attaccato, forse patologicamente, al mio piccolo mondo "normale" dove tutto sommato si riesce ancora a non sentirsi completamente estranei e qualche volta a condividere sentimenti e pensieri, a sentirsi vicini. Io devo essere un po' strano, perché mi contento di questo e non vedo troppo al di là, eppure leggo, mi confronto, so, vedo. Il mio ottimismo, che in famiglia è visto quasi come un'anticamera della demenza, non mi abbandona mai (truffatori a parte)
Ciao, buon week end!
(Rispondi)
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nina.monamour il 06/08/16 alle 20:19 via WEB
"Una volta pensavo che la cosa peggiore che potesse succedere nella vita fosse quella di rimanere solo, ma non è così. La cosa peggiore è finire con persone che ti fanno sentire solo." (Robin Williams). Penso che La solitudine è una condizione che almeno una volta nella vita abbiamo conosciuto e sperimentato, inoltre è un’esperienza molto temuta che può fare paura; molte persone tendono a fare qualsiasi cosa per evitare la solitudine, mentre altre la amano e la ricercano costantemente. Nella società in cui viviamo c'è la tendenza a vedere e considerare la solitudine in maniera negativa, spesso è messa in relazione all'isolamento e per questo "stare soli" ha assunto un'accezione negativa. Chi ha la tendenza a estraniarsi viene valutato come una persona non sicura, incerta e non decisa; senza tenere in considerazione che stare solo non deve essere necessariamente collegato a "mancanza di qualcosa", bensì un istante in cui si avverte maggiormente lo stato di pace e di quiete che ci fa dire... "sto davvero bene". La solitudine è una sofferenza, ma anche una risorsa come cantava G. Gaber, "è indispensabile per star bene in compagnia", coltivare il dialogo interiore, prendere coscienza del sé piu' autentico, diventa una forma di autoterapia. Buon fine settimana Giuliana.
(Rispondi)
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maraciccia il 07/08/16 alle 01:34 via WEB
eccomi..sola..si fa per dire!..Argo sta dormendo disteso sul pavimento..completamente rilassato, il respiro regolare. Fa piacere guardarlo..*__*.
La solitudine l'ho provata spesso, a volte cercata..a volte subita, a volte cercata e subita. Adesso per esempio mi è venuto il pallino della fotografia, e sto delle ore a modificare le foto che scatto durante le mie passeggiate. Così passa il tempo e nemmeno mi accorgo..stessa cosa se mi metto a scrivere..o a leggere..insomma, quando si fa qualcosa di piacevole esser soli non pesa. Diventa invece insopportabile, la solitudine, quando vorremmo vicino qualcuno che ci è caro, ma non possiamo averlo, perchè la vita è anche questo. Allora la solitudine diventa vuoto da colmare..e forse era quello che intedevi tu Giuliana
(Rispondi)
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geishaxcaso il 07/08/16 alle 08:48 via WEB
Leggendo questo post mi rendo conto di quanto sia stata fortunata nella mia vita a trovare amiche che ascoltavo e che mi ascoltavano... quelle famose chiacchiere tra donne che in realtà ci hanno aiutato a crescere..... è una pratica apparentemente banale che funziona davvero quando le due parti si mettono "a nudo" senza il timore di essere giudicate, e non si finirebbe mai di parlare e scavare nell'anima.... buona domenica Giu' ;)
(Rispondi)
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