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Post n°8716 pubblicato il 09 Ottobre 2016 da psicologiaforense
Pietro, il medico che sognava Marte
Era l'unico italiano selezionato per prendere parte alla missione Mars One - il progetto spaziale olandese che nel 2025 ha in programma una spedizione su Marte per colonizzare il pianeta - ma Pietro Aliprandi, 25 anni laureato in medicina, quest'estate ha improvvisamente annunciato il ritiro della sua candidatura. Perché? Per amore.
"Non sarò più il primo italiano ad andare su Marte. La ragione di questo difficile, quasi insormontabile passo, è tanto semplice quanto incisiva: l'amore - commenta Pietro sul suo blog- Quando conobbi la mia ragazza, Elena (Torre n.d.p.) io ero già candidato alla missione; entrambi sapevamo che, a causa di ciò, presto o tardi la nostra storia sarebbe giunta al termine. Abbiamo “provato” a lasciarci, e ci siamo pure riusciti, per due volte – e per due volte siamo tornati assieme". Pietro era più che mai convinto del suo viaggio sola andata verso il pianeta rosso. Sarebbe entrato a far parte di un team meraviglioso di piloti, medici, ingegneri, e fisici provenienti da tutto il mondo, ma la partenza l'avrebbe costretto a dire definitivamente addio alla sua fidanzata: " Per quanto mi sforzassi non riuscivo, neanche lontanamente, ad immaginare per me un futuro senza Elena. Lasciare Mars One mi ha fatto sentire mutilato, come se avessi rinunciato al 49% di me stesso (l'avventuriero) proiettato nello spazio, per preservare quel 51% (l'amante) che risiede qui sulla Terra. Non è stato difficile prenderla, questa decisione: è difficile scegliere quale dessert ordinare al ristorante, mentre decisioni come la mia vengono offerte con la risposta già stabilita. Ciò che è arduo, e per me lo è stato, è accettare tale scelta. «So di aver deluso molti, magari ho infranto il sogno di vedere un altro italiano scoprire un nuovo mondo, come fecero Marco Polo e Cristoforo Colombo. Per molti ero diventato un modello, un simbolo. Altri, più romantici, saranno sollevati. Ma non abbandono l’astronomia, e un giorno chissà, forse sentiranno ancora parlare di me. Magari un giorno il mio curriculum arriverà su una scrivania dell'Esa, oppure io ed Elena ci candideremo assieme alle prossime selezioni di “Mars One”, o ci uniremo alle migliaia di coloni di una fase successiva del progetto».
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