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« TOMMASO ONOFRI: UNA COND...PERIZIA " BAMBINI DI RIGNANO" »

PERIZIA SUI "BAMBINI DI RIGNANO"

Post n°252 pubblicato il 18 Luglio 2007 da psicologiaforense
 

IN ORDINE A QUESTA PERIZIA AVEVAMO GIA' SOLLEVATO OBIEZIONI ED  ECCEZIONI, SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SUL PIANO SCIENTIFICO ( si vedano i precedenti post. sui "bambini di rignano") OGGI, PROPRIO  POCHI MINUTI FA , ABBIAMO VISTO UN FRAMMENTO DI PERIZIA: tre telecamere che riprendono i bambini di Rignano Flaminio, vittime di presunti abusi sessuali, mentre sono sottoposti a perizia dagli  specialisti del pool incaricato dal Tribunale di Tivoli di procedere all'incidente probatorio. Le immagini (relative alla seduta peritale del 12 luglio scorso), sono andate in onda  proprio ora sul Tg5 delle 20.
NON E' COSI' CHE SI PROCEDE , COME DIREBBE LA MIA AMICA EDU CHE DI BIMBI E' ESPERTA, SE SI VUOLE AGIRE IN MODO VANTAGGIOSO PER I MINORI E UTILE AI FINI DI GIUSTIZIA.  TEMO CHE SAREMO COSTRETTI A VEDERE ALTRO ................................   L'APPUNTAMENTO "DOVREBBE" ESSERE PER MARTEDI' 24 LUGLIO...........  V E D R E M O........... VI ASSICURO CHE NOI STIAMO SEGUENDO OBIETTIVAMENTE IL CASO  GIORNO DOPO GIORNO ... E VI INFORMEREMO...........

 
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I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
>> Il castello delle streghe "cattivissime". su Sale del mondo....
Ricevuto in data 29/07/07 @ 14:18
E' giunta l'ora di spendere qualche parole su questa vicenda,visto che ancora non ne avevo parlat... (continua)
 
Commenti al Post:
annalia_2
annalia_2 il 18/07/07 alle 23:17 via WEB
non so cosa ci sia sotto veramente pero di una cosa sono sicura ..piu se ne parla ..piu si fa del male a questi piccoli angeli ..felice serata
(Rispondi)
 
gvgiusti
gvgiusti il 19/07/07 alle 10:00 via WEB
dal corriere.it ROMA — La perizia sui bambini di Rignano Flaminio sarà consegnata domani. I tre consulenti nominati dal Gip di Tivoli per stabilire se sono attendibili i bimbi della Olga Rovere, la scuola accusata di essere stata teatro di turpi casi di pedofilia, la stanno ancora scrivendo. Ma prima ancora che diventi ufficiale, stabilendo se i quattro bimbi oggetto delle prime denunce sono attendibili o meno, un servizio del Tg5 andato in onda ieri sera all'ora di cena fa infuriare tutte le parti in causa, scatenando richieste di dimissioni per il direttore del tiggì Clemente Mimun. Intanto è già duro scontro tra le difese. «I bambini stanno confermando gli abusi subiti», anticipano gli avvocati delle famiglie. «Quello che sta uscendo dall'incidente probatorio dimostra semmai una grande confusione in questi bimbi», ribattono seccamente i difensori degli indagati.
(Rispondi)
 
thebonnie
thebonnie il 19/07/07 alle 10:13 via WEB
come si dice:w la privacy!spero solo che questi piccoletti siano protetti e tutelati!!
(Rispondi)
 
newtonpro
newtonpro il 19/07/07 alle 14:11 via WEB
Mi auguro solamente che quei bambini non abbiano subito violenza e che il tutto sia stato solo una bambinata.
(Rispondi)
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 19/07/07 alle 14:19 via WEB
ERA ORA!!!!!!!!!!!!!! MEGLIO TARDI CHE MAI: E' stato sequestrato dai carabinieri di Roma su disposizione della procura di Tivoli il video mandato in onda dal Tg5 mercoledì sera sui presunti abusi su bambini della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio. Nel filmato sono mostrati frammenti dell'incidente probatorio e della perizia psicologica che ha avuto luogo il 12 luglio scorso. Secondo i legali dei famigliari nel video i bambini erano riconoscibili. Avviata un'istruttoria sul video.
(Rispondi)
 
umberta8080
umberta8080 il 19/07/07 alle 14:21 via WEB
DELLA SERIE: QUANDO I BUOI SONO GIA' SCAPPATI..............
(Rispondi)
 
umberta8080
umberta8080 il 19/07/07 alle 14:21 via WEB
E' stato sequestrato dai carabinieri di Roma su disposizione della procura di Tivoli il video mandato in onda dal Tg5 mercoledì sera sui presunti abusi su bambini della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio. Nel filmato sono mostrati frammenti dell'incidente probatorio e della perizia psicologica che ha avuto luogo il 12 luglio scorso. Secondo i legali dei famigliari nel video i bambini erano riconoscibili. Avviata un'istruttoria sul video.
(Rispondi)
 
tramontodelgiorno
tramontodelgiorno il 19/07/07 alle 14:23 via WEB
COMPLIMENTI!!! E VAI COSI'...... MIMUN: ‘’NESSUNA VIOLAZIONE’’ - ''Non c'e' stata alcuna violazione della privacy, altrimenti quel video non l'avremmo mostrato''. Lo ha dichiarato il direttore del Tg5, Clemente Mimun, in un'intervista al 'Corriere della Sera'. ''Si e' trattato di un tentativo, secondo me riuscito, di spiegare in quale contesto si e' svolto l'incidente probatorio. Nel dvd si vedono la stanza con i giocattoli e i vetri oscurati, i bimbi sono ripresi solo di spalle, non si sente nemmeno una parola''. ''Mi e' sembrato un bel colpo giornalistico'', ha aggiunto.
(Rispondi)
 
 
Red_Lady
Red_Lady il 19/07/07 alle 16:01 via WEB
ma guarda un po', quel cialtrone di mimun vuole saperne piu' dei giudici? TRIB. MINORI: MATONE, IMMAGINI TG5 DA NON TRASMETTERE Non ha dubbi: quelle immagini non si potevano e non avrebbero dovuto essere mandate in onda. Cosi' il sostituto procuratore del Tribunale dei Minori di Roma Simonetta Matone commenta i video dell'incidente probatorio trasmessi dal Tg5 diretto da clemente Mimun. "Non si possono mandare in onda immagini che rendono possibile l'individuazione di minori coinvolti in vicende giudiziarie. Non doveva succedere". Un' aggravante della vicenda e' il fatto che quelle immagini sono coperte dal segreto istruttorio, spiega il magistrato: "Ancora piu' grave è il fatto se le immagini sono legate ad un atto istruttorio i importantissimo come lo e' l'incidente probatorio. Non direi che e' stata una pazzia - conclude il magistrato - ma una cosa del genere non e' consentita. Questi bambini sono gia' troppo coinvolti in questa vicenda giudiziaria". mimun è un viscido opportunista, al servizio di un altro viscido opportunista che poi, si fa vedere in piazza a difendere la famiglia ( quale? la prima, la seconda? non è dato sapere), ma che all'atto pratico non si fa sfuggire mai l'occasione per lo "scoop", questo è lo stato pietoso dell'informazione italiana, di regime ( berlusconiano ), che pur di non dare le notizie vere, quelle che riguardano la vita dei cittadini, i loro interessi, di non riferire agli italiani per esempio, che la mondadori in mano a berlusconi è frutto di una ruberia, si attacca a queste cose, alla vita privata, forse violentata, dei bambini. ecco, una persona così, un direttore di un "telegiornale" così, andrebbe cacciato da tutte le tv dell'orbe terracqueo.
(Rispondi)
 
 
 
doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 16:32 via WEB
SALVE RED.LADY, QUESTA LA LETTERA A MIMUN:Gli avvocati Antonio Cardamone e Franco Merlino, hanno anche reso noto il testo di una lettera inviata allo stesso Mimun. Egregio direttore nel pieno rispetto del mandato difensivo conferitoci da alcuni genitori coinvolti nella ormai nota vicenda dell' asilo di Rignano Flaminio la informiamo di aver gia' provveduto a dare notizia all' autorita' giudiziaria del servizio mandato in onda nell' edizione serale del suo telegiornale'. I quattro bambini - evidentemente riconoscibili - visti da tutti gli italiani (o meglio da chi guarda il notiziario da lei diretto) - sono tutti difesi da noi. Le responsabilita' gravissime che scaturiscono dalla messa in onda del servizio sono assolutamente ed esclusivamente a lei riconducibili", protestano. Non ci soffermiamo sulle molteplici violazioni delle leggi penali e civili, oltre che della Carta di Treviso, che sono state compiute - proseguono - e non ci possiamo esimere dal diffidarla ad una futura ripetizione. Non possiamo nemmeno nasconderle le evidenti ripercussioni che tutto cio' potra' comportare nella ricerca della verita'. Per tutto quanto sopra esposto, e per la gravita' delle violazioni commesse, la invitiamo a valutare l' opportunità di dimettersi dalla carica che attualmente ricopre".
(Rispondi)
 
 
 
 
doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 16:33 via WEB
DIMISSIONI?? MIMUN SE NE VANTA......
(Rispondi) (Vedi gli altri 2 commenti )
 
 
 
 
Red_Lady
Red_Lady il 19/07/07 alle 16:41 via WEB
al massimo lo radiano, se lo faranno, e lui continuerà a farsi i beati cazzi suoi, come quel farabutto di Renato Farina. Che disgusto. Un pubblico di beoti che gli danno retta ci sarà sempre, dunque, state sereni. Il mercato è padrone, no?
(Rispondi)
 
 
 
 
carlofedele
carlofedele il 20/07/07 alle 17:35 via WEB
brava ! Mimum da "prete" in casa rai si è trasformato in "cacciatore di scoop" su mediaset. E' solo un servo, una volta dell'uno ora dell'altro. Sarà il futuro cagnolino Fede quando la prostata di questi gli dirà di smettere ! Nel mezzo in questo caso bambini "cornuti e mazziati" come si dice dalle mie parti, anche se spero vivamente per essi di non aver mai subito violenza. Quella accertata per adesso ha un solo colpevole, Mimum
(Rispondi)
 
tramontodelgiorno
tramontodelgiorno il 19/07/07 alle 14:24 via WEB
MA A CHI GIOVA TUTTO QUESTO? CHI NE TRAE PROFITTO? PERCHE' PROPRIO AL TG5? LA PROCURA DI TIVOLI CI DIRA' MAI CHI E' STATO E PERCHE'?
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 19/07/07 alle 14:27 via WEB
IL GIUDICE NON LO SA MA GLI SPETTATORI SI'. Il GIUDICE non l'ha ancora visto, non ne sa nulla (come è giusto che sia) i periti devono ancora depositare questa PRIMA "perizia" (perchè questa è una perizia "A PUNTATE", però l'opinione pubblica ha già visto il filmato..............
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 19/07/07 alle 14:28 via WEB
"INIZIATIVA OPPORTUNA" - ''L'iniziativa della Privacy sul filmato del Tg5 è più che mai opportuna. Bisogna fare chiarezza su questa vicenda ed evitare che i bambini subiscano contraccolpi. Ora intervenga anche l'Authority per le Comunicazioni per le questioni che le competono''. Lo afferma Luca Borgomeo, presidente dell'associazione di telespettatori di matrice cattolica Aiart.
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 19/07/07 alle 14:29 via WEB
CHE SIGNIFICATO HA UNA PERIZIA CONDOTTA IN QUESTO MODO???
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 19/07/07 alle 14:31 via WEB
Nel video, mandato in onda dal tg di Mimun, si vede una parte dell’incidente probatorio su una delle presunte vittime di abusi sessuali. Nella piccola stanza allestita all’uopo e situata del Dipartimento di neuropsichiatria in via Sabelli, a Roma, è stato possibile vedere e sentire la psichiatra Angela Gigante, nominata dal gip Elvira Tamburelli, che intervista i piccoli per cercare di capire se quanto si suppone, cioè abusi sessuali subiti da parte di persone adulte che sono in qualche modo collegate alla scuola “Olga Rovere”, possa corrispondere al vero o meno. Le polemiche per le immagini mandate in onda da Mimun sono subito montate altissime. Per i legali delle famiglie i bambini avrebbero confermato gli abusi, mentre per la difesa l’incidente probatorio dimostra solo una grande confusione in questi bimbi. Intanto però i carabinieri hanno provveduto al sequestro della cassetta su ordine del pubblico ministero Marco Mansi. Sembra che il provvedimento sia stato preso poiché i magistrati valuterebbero inopportuno il rendere pubblico la perizia. Contemporaneamente anche il Garante per la privacy ha avviato un’istruttoria sul caso.
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 19/07/07 alle 14:32 via WEB
MA QUESTE CHE HO INDICATO SONO SOLE LE PRIME POLEMICHE, QUESTO FATTO ALZERA' ULTERIORE "POLVERE"... e già si vedeva pochissimo prima ..................
(Rispondi)
 
marietta1971
marietta1971 il 19/07/07 alle 14:35 via WEB
AVETE RAGIONE ARZA E LUIGIARUSSO.
(Rispondi)
 
marietta1971
marietta1971 il 19/07/07 alle 14:36 via WEB
E' UNA COSA GRAVE MA NON SERIA!!!
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 19/07/07 alle 14:38 via WEB
EHEHEHEH UNA COSA GRAVE MA NON SERIA!!! BRAVA MARIETTA!! E' ovvio che l'irruzione nel processo dell'avvocato Taormina, irrefrenabile protagonista dei casi giudiziari illuminati dai riflettori, ha ulteriormente trasfigurato la vicenda da dramma umano a pittoresco parapiglia giuridico, con inquirenti che finiscono sotto accusa, indagini sulle indagini delle indagini, annuncio di clamorosi colpi di scena ...........
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 19/07/07 alle 14:42 via WEB
IL DELITTO, AHIMÉ, È UN GENERE ANCHE QUANDO NON È FICTION. ATTIRA, INTERESSA, E A VOLTE È ANCHE PARECCHIO RAPPRESENTATIVO DI UNA SOCIETÀ E DELLA SUA CRISI. MA QUANDO NON C'È MISURA, IN QUESTA INEVITABILE ATTRAZIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA PER LA CRONACA NERA, IL DELITTO DIVENTA MERCATO, UN MERCATO INDECENTE NEL QUALE SI VENDONO VITTIME, COLPEVOLI, TESTIMONI, INQUIRENTI COME UN CLAMOROSO CAST.
(Rispondi)
 
educatrice2
educatrice2 il 19/07/07 alle 14:43 via WEB
GUARDATE IL COM. DI BIBIOSA, ECCEZIONALE!"IL DELITTO, AHIMÉ, È UN GENERE ANCHE QUANDO NON È FICTION. ATTIRA, INTERESSA, E A VOLTE È ANCHE PARECCHIO RAPPRESENTATIVO DI UNA SOCIETÀ E DELLA SUA CRISI. MA QUANDO NON C'È MISURA, IN QUESTA INEVITABILE ATTRAZIONE DELL'OPINIONE PUBBLICA PER LA CRONACA NERA, IL DELITTO DIVENTA MERCATO, UN MERCATO INDECENTE NEL QUALE SI VENDONO VITTIME, COLPEVOLI, TESTIMONI, INQUIRENTI COME UN CLAMOROSO CAST." BRAVISSIMA BIBIOSA!!!
(Rispondi)
 
summainiuria
summainiuria il 19/07/07 alle 14:46 via WEB
IL PROCESSO SVOLTO IN TELEVISIONE......
(Rispondi)
 
summainiuria
summainiuria il 19/07/07 alle 14:49 via WEB
ALLA FINE (tra anni!)la sentenza dei giudici apparirà quasi un codicillo (ahimé, necessariamente stringato e severo) del processo mediatico, che è stato invece smodato e spesso ciarliero, celebrato in talk show che non potevano che essere parodie dozzinali di quella tragedia greca che è la pedofilia... specialmente se esercitata in una scuola da maestri donne...
(Rispondi)
 
educatrice2
educatrice2 il 19/07/07 alle 14:50 via WEB
I "MAESTRI DONNE" SI CHIAMANO "MAESTRE" carissimo SUMMA, però hai esposto una argomentazione molto vera e suggestiva. BACIONI!
(Rispondi)
 
CoMizia
CoMizia il 19/07/07 alle 15:11 via WEB
La prima perizia doveva essere fatta con più competenza;mancando le telecamere si è dovuta ripetere,con grave danno dei bambini che nel frattempo erano stati ripresi dai poveri genitori.Quanta negligenza e superficialità!Poveri bambini violentati tante volte!Vergogna!
(Rispondi)
 
ctuctp
ctuctp il 19/07/07 alle 16:12 via WEB
COMizia giusto, RED_LADY commento perfetto ben documentato. Di eccellenza anche TUTTI gli altri 22 commenti che abbiamo letto. COMPLIMENTI A TUTTI!!
(Rispondi)
 
ctuctp
ctuctp il 19/07/07 alle 16:13 via WEB
E NOI cosa diciamo? In nome dello share sovrano Al Tg5 i bambini di Rignano Oltre 4 milioni e 244mila spettatori, con una media del 28,12 per cento hanno seguito ieri sera l'edizione del Tg5 delle 20. Ma il Garante della privacy ha aperto una istruttoria sulla vicenda del filmato trasmesso con immagini della perizia psicologica su quattro bambini vittime di presunti abusi sessuali a Rignano Flaminio. La Procura di Tivoli ne ha già disposto il sequestro. Richieste dimissioni per Mimun. Mastella: «Sciocchezza» SIAMO SENZA PAROLE................... .
(Rispondi)
 
desnudamaia
desnudamaia il 19/07/07 alle 16:35 via WEB
L'AVVOCATO ROBERTO BORGOGNO, CHE INSIEME CON IL PROFESSOR FRANCO COPPI DIFENDE L'AUTORE TV GIANFRANCO SCANCARELLO E LA MOGLIE DI QUESTO, INSEGNANTE NELLA SCUOLA, SPIEGA: "E' UN FATTO SICURAMENTE GRAVE QUANTO AVVENUTO, RITENIAMO CHE PURTROPPO, PER TANTI MOTIVI, LA PERIZIA SUI BIMBI SIA STATA 'INQUINATA'. IN OGNI CASO I TEMPI SONO STRETTI E PER QUESTO CHIEDIAMO A TUTTI LA MASSIMA SOLLECITUDINE". VENERDÌ 20 LUGLIO I PERITI NOMINATI DAL GIP DEPOSITERANNO IL RISULTATO DELLA CONSULENZA SVOLTA SU QUATTRO DEI 19 BAMBINI CHE SONO STATI INDIVIDUATI COME POSSIBILI VITTIME DELLE VIOLENZE E DEGLI ABUSI. IL 24 LUGLIO, LA PROSSIMA SETTIMANA, IN UDIENZA QUEI RISULTATI SARANNO RESI NOTI.
(Rispondi)
 
desnudamaia
desnudamaia il 19/07/07 alle 16:36 via WEB
COME DICE PSICO : "VEDREMO........... " VENERDÌ 20 LUGLIO I PERITI NOMINATI DAL GIP DEPOSITERANNO IL RISULTATO DELLA CONSULENZA SVOLTA SU QUATTRO DEI 19 BAMBINI CHE SONO STATI INDIVIDUATI COME POSSIBILI VITTIME DELLE VIOLENZE E DEGLI ABUSI. IL 24 LUGLIO, LA PROSSIMA SETTIMANA, IN UDIENZA QUEI RISULTATI SARANNO RESI NOTI.
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 19/07/07 alle 16:38 via WEB
I giornalisti italiani nella convinzione che l'informazione debba ispirarsi e rispettare i principi e i valori su cui si radica la nostra Carta costituzionale ed in particolare: il riconoscimento che valore supremo dell'esperienza statuale e comunitaria è la persona umana con i suoi inviolabili diritti che devono essere non solo garantiti ma anche sviluppati, aiutando ogni essere umano a superare quelle condizioni negative che impediscono di fatto il pieno esplicarsi della propria personalità; l'impegno di tutta la Repubblica, nelle sue varie articolazioni istituzionali e comunitarie, di proteggere l'infanzia e la gioventù per attuare il diritto all'educazione ed un'adeguata crescita umana nonché i principi ribaditi dalla Convenzione ONU del 1989 sui diritti del bambino e in particolare: che il bambino deve crescere in un'atmosfera di comprensione e che "per le sue necessità di sviluppo fisico e mentale ha bisogno di particolari cure e assistenza"; che in tutte le azioni riguardanti i bambini deve costituire oggetto di primaria considerazione "il maggiore interesse del bambino" e che perciò tutti gli altri interessi devono essere a questo sacrificati; che nessun bambino dovrà essere sottoposto a interferenze arbitrarie o illegali nella sua privacy, né ad illeciti attentati al suo onore e alla sua reputazione; che lo Stato deve incoraggiare lo sviluppo di appropriati codici di condotta affinché il bambino sia protetto da informazioni e materiali dannosi al suo benessere; che gli Stati devono prendere appropriate misure legislative, amministrative, sociali ed educative per proteggere i bambini da qualsiasi forma di violenza, danno, abuso anche mentale, sfruttamento; consapevoli che il fondamentale diritto all'informazione può trovare dei limiti quando venga in conflitto con diritti fondamentali delle persone meritevoli di una tutela privilegiata e che, fermo restando il diritto di cronaca in ordine ai fatti, va ricercato un bilanciamento con il diritto del minore, in qualsiasi modo protagonista della cronaca, ad una specifica tutela, richiamano le specifiche normative previste dal Codice di procedura civile e dal Codice di procedura penale per i minori. Quest'ultimo, all'art, 13 prescrive il «divieto di pubblicare e divulgare con qualsiasi mezzo notizie o immagini idonee a identificare il minore comunque coinvolto nel reato». Il nuovo Codice di procedura penale, all'art. 114, comma 6, vieta «la pubblicazione delle generalità e dell'immagine di minori testimoni, persone offese e danneggiate...».
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 19/07/07 alle 16:39 via WEB
DEVO SPEZZARE IN 2 QUESTO INTERVENTO SULLA CARTA DI TREVISO, altrimenti non ci sta..... scusate!
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 19/07/07 alle 16:41 via WEB
Sulla base di queste premesse e delle norme deontologiche contenute nell'art. 2 della legge istitutiva dell'Ordine professionale dei giornalisti, ai fini di sviluppare un'informazione sui minori più funzionale alla crescita di una cultura dell'infanzia e dell'adolescenza nel nostro Paese; la FNSI e l'Ordine nazionale dei giornalisti sottoscrivono, collaborazione con Telefono Azzurro, il seguente protocollo d'intesa: a) il rispetto per la persona del minore, sia come soggetto agente, sia come vittima di un reato, richiede il mantenimento dell'anonimato nei suoi confronti, il che implica la rinuncia a pubblicare elementi che anche indirettamente possano comunque portare alla sua identificazione; b) la tutela della personalità del minore si estende anche - tenuta in prudente considerazione la qualità della notizia e delle sue componenti - a fatti che non siano specificamente reati (suicidio di minori, questioni relative ad adozioni e affidamento, figli di genitori carcerati, ecc.), in modo che sia tutelata la specificità del minore come persona in divenire, prevalendo su tutto il suo interesse ad un regolare processo di maturazione che potrebbe essere profondamente disturbato o deviato da spettacolarizzazioni del suo caso di vita, da clamorosi protagonismi o da fittizie identificazioni; c) particolare attenzione andrà posta per evitare possibili strumentalizzazioni da parte degli adulti portati a rappresentare e a far prevalere esclusivamente il proprio interesse; d) per i casi ove manchi una univoca disciplina giuridica, i mezzi di informazione devono farsi carico della responsabilità di valutare se quanto vanno proponendo sia davvero nell'interesse del minore; e) se, nell'interesse del minore - esempi possibili i casi di rapimento e di bambini scomparsi - si ritiene opportuno la pubblicazione di dati personali e la divulgazione di immagini, andrà comunque verificato il preventivo assenso dei genitori e del giudice competente. Ordine dei giornalisti e FNSI raccomandano ai direttori e a tutti i redattori l'opportunità di aprire con i lettori un dialogo capace di andare al di là della semplice informazione; sottolineando l'opportunità che, in casi di soggetti deboli, l'informazione sia il più possibile approfondita con un controllo incrociato delle fonti, con l'apporto di esperti, privilegiando, ove possibile, servizi firmati e in ogni caso in modo da assicurare un approccio al problema dell'infanzia che non si limiti all'eccezionalità dei casi che fanno clamore, ma che approfondisca - con inchieste, speciali, dibattiti - la condizione del minore, e le sue difficoltà, nella quotidianità. FNSI e l'Ordine dei giornalisti si impegnano, per le rispettive competenze ad individuare strumenti e occasioni che consentano una migliore cultura professionale; a prevedere che nei testi di preparazione all'esame professionale un apposito capitolo sia dedicato ai modi di rappresentazione dell'infanzia; a invitare i Consigli regionali dell'Ordine dei giornalisti e le Associazioni regionali di stampa ad organizzare assieme all'Unione nazionale dei cronisti italiani seminari di studio sulla rappresentazione dei soggetti deboli; ad attivare un filo diretto con le varie professionalità impegnate per una tutela e uno sviluppo del bambino e dell'adolescente; a coinvolgere i soggetti istituzionali chiamati alla tutela dei minori; ad instaurare un rapporto di collaborazione stabile con l'ufficio del Garante per la radiodiffusione e l'editoria, anche nel quadro delle verifiche sui programmi attribuite al Garante della legge sul sistema radiotelevisivo; a prevedere, attraverso l'auspicabile collaborazione della Federazione italiana degli Editori, una normativa specifica che rifletta nel Contratto nazionale di lavoro giornalistico, l'impegno comune a tutelare l'interesse dell'infanzia nel nostro Paese; a richiamare i responsabili delle reti nazionali ad una particolare attenzione ai diritti del minore anche nelle trasmissioni di intrattenimento e pubblicitarie. FNSI e Ordine dei giornalisti stabiliscono di costituire, in collaborazione con Telefono Azzurro, insieme con le altre componenti del mondo della comunicazione che vorranno aderire, un Comitato nazionale permanente di Garanti che possa – sentiti anche costituendi gruppi di lavoro – tempestivamente fissare indirizzi su singole problematiche, organizzare opportune verifiche di ricerca e sottoporre agli organi di autodisciplina delle categorie eventuali casi di violazione della deontologia professionale; tali casi saranno esaminati su richiesta degli iscritti, su segnalazione dei lettori, di propria iniziativa. Treviso, 5 ottobre 1990
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 19/07/07 alle 16:41 via WEB
LA CARTA I TREVISO, SOLO BELLE PAROLE?? PER MIMUN ecc.. non vale nulla?
(Rispondi)
 
tramontodelgiorno
tramontodelgiorno il 19/07/07 alle 16:44 via WEB
AURORA..GRANDE!!! DOCUMENTI ALLA MANO....
(Rispondi)
 
tramontodelgiorno
tramontodelgiorno il 19/07/07 alle 16:44 via WEB
TELEFONO AZZURRO, SU VIDEO TG5 ELEMENTI RICONOSCIBILITÀ Un netto dissenso sulla messa in onda dei filmati delle audizioni dei bambini di Rignano Flaminio, trasmessi ieri nell'edizione delle 20 del TG5, e' stato espresso dall'associazione per la difesa dell'infanzia "telefono Azzurro". "Sebbene nel video i volti dei bambini non siano visibili - si legge in una nota di Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro - e' innegabile la presenza di elementi che consentono comunque la loro riconoscibilita'". "E' evidente che aldila' delle norme occorre maggiore responsabilita' da parte di chi ha trafugato queste immagini e dei giornalisti che le hanno pubblicate, che dovrebbero interrogarsi sulle conseguenze delle loro scelte - prosegue ancora Ernesto Caffo - in che modo la possibilita' di un'esposizione mediatica, la consapevolezza di "andare in televisione" puo' influenzare le future dichiarazioni dei bambini? E' evidente che vie' una responsabilita' sociale che non puo' e non deve essere ignorata".
(Rispondi)
 
tramontodelgiorno
tramontodelgiorno il 19/07/07 alle 16:46 via WEB
RIGNANO: MURA(IDV), TG 5 HA SBAGLIATO MANDANDO IN ONDA LE IMMAGINI DELL’INCIDENTE PROBATORIO DEI QUATTRO BIMBI DI RIGNANO IERI IL TG 5 NON HA REGALATO UNA PAGINA DI GRANDE GIORNALISMO, MA HA MOSTRATO COME PER UNO SCOOP, IN GRADO DI AUMENTARE GLI ASCOLTI, NON SI ESITI A MANDARE IN ONDA IMMAGINI DI BAMBINI CHE GIA’ HANNO PAGATO UN TRIBUTO TROPPO ALTO ALL’INTERESSE DEI MEDIA, PER UNA VICENDA CHE LI HA VISTI LORO MALGRADO SFORTUNATI PROTAGONISTI. LO AFFERMA SILVANA MURA, DEPUTATA DI IDV. “SENZA CONSIDERARE - PROSEGUE LA PARLAMENTARE - CHE SONO STATI MANDATI IN ONDA DOCUMENTI UFFICIALI DI UN’INCHIESTA IN CORSO CHE AVREBBERO DOVUTO RIMANERE RISERVATI. IL PEZZO TRASMESSO NON AGGIUNGE MOLTO ALLA VICENDA SE NON FOSSE PER LE IMMAGINI DEI BAMBINI, RIPRESI DI SPALLE MA CHE POTREBBERO ESSERE RICONOSCIBILE IN UNA CITTADINA DI POCHI ABITANTI, CHE SUSCITANO INEVITABILE CURIOSITA’ NEL GRANDE PUBBLICO. SE QUESTO NON FOSSE STATA LA FINALITA’ PRINCIPALE DEL PEZZO SI POTEVANO DARE LE STESSE NOTIZIE SOLO IN VOCE E SENZA IMMAGINI. AL DI LA’ DELLE CONSEGUENZE PIU’ O MENO RILEVANTI CHE TALE SERVIZIO POTRA’ AVERE SULL’ESITO DELL’INCHIESTA, LA VICENDA OBBLIGA A RIFLETTERE SUL DOVEROSO RISPETTO CHE SI DEVE AI MINORI E ALL’INVIOLABILITA’ DELLA LORO PRIVACY. UN RISPETTO CHE DEVE ESSERE ASSOLUTO E, IN CASI COME QUELLO DI RIGNANO, PREVALERE ANCHE SU UN PRESUNTO DIRITTO DI CRONACA”.
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doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 16:52 via WEB
SOTTO IL PROFILO GIURIDICO...... ci sono aspetti penali e civili. Limitiamoci alla questione del segreto istruttorio considerato che qui sopra è stata riportata la CARTA DI TREVISO.........
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doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 16:52 via WEB
Va approfondito il rapporto tra l'art. 329 e l'art. 114 cpp. (divieto di pubblicazione di atti o di immagini). Orbene, l'art. 114 impone fino al termine dell'udienza preliminare un divieto assoluto di pubblicazione - attraverso qualsiasi mezzo - non solo degli atti coperti dal segreto ma anche del loro contenuto (comma 1). Inoltre, nel caso in cui si proceda al dibattimento, la norma estende tale divieto - con riguardo ai soli atti del fascicolo del p.m. - fino alla pronuncia della sentenza di appello (comma 2). Viceversa, se non si arriva al dibattimento (comma 3), il GUP può disporre un divieto (anche parziale) di pubblicazione degli atti per esigenze di buon costume, per tutelare un segreto di Stato ovvero per proteggere la riservatezza delle "persone informate dei fatti" o delle parti private. Con una norma di chiusura (comma 7), l'art. 114 prevede, infine, che è sempre consentita la pubblicazione del "contenuto" di atti non coperti dal segreto. Dunque, ciò che appare subito chiaro è la scelta legislativa di distinguere tra "pubblicazione di un atto" (ovvero esatta riproduzione, in tutto o in parte, di un atto procedimentale) e "pubblicazione del contenuto di un atto" (che deve essere logicamente un "qualcosa" di diverso, che si concretizza, ad es., attraverso il riassunto dei fatti, l'uso sapiente di tecniche narrative ovvero altri idonei espedienti espositivi). Questa ontologicamente incerta differenziazione concettuale è stata, comunque, ritenuta dalla Corte Cost. (sent. n° 59 del 24.2.1995) non suscettiva di ingiustificata disparità di trattamento tra due situazioni sostanzialmente assimilabili. Appare utile ricordare che, secondo la migliore dottrina, la nozione di atto assunta nell'art. 114 va intesa in senso lato ed onnicomprensivo, giacché ciò che il legislatore ha voluto evitare è la propalazione di determinate notizie attinenti ad un procedimento penale. Sull'argomento, è importante sottolineare ancora che la Corte cost. - con la cennata sent. n° 59, dichiarativa della parziale illegittimità dell'art. 114/3 - ha avuto modo di fornire all'interprete rilevantissime precisazioni: § innanzi tutto che "i limiti alla divulgabilità degli atti di indagine preliminare si collegano inequivocabilmente alle esigenze investigative (…), e non possono che essere rivolti agli atti nella disponibilità del p.m. per l'ovvio motivo che non esiste ancora in quella fase un fascicolo per il dibattimento"; § poi che "in nessuno punto della direttiva n° 71 della legge-delega è contemplato un divieto di pubblicazione di quanto è contenuto nel fascicolo per il dibattimento"; § infine che "il protrarre il divieto di pubblicazione di atti del fascicolo del p.m. anche a dopo il termine delle indagini preliminari trova fondamento nel fatto di evitare una distorsione delle regole dibattimentali, (cosa che si realizzerebbe) ove il giudice formasse il suo convincimento sulla base di atti che dovrebbero essergli ignoti, ma che, in mancanza del suddetto divieto, potrebbe conoscere completamente per via extraprocessuale attraverso i mezzi di informazione". In sostanza, il solo criterio oggettivo cui è possibile ancorare la distinzione tra l' "atto" ed il suo "contenuto" è quello che vieta la pubblicazione integrale (con virgolette) del testo dell'atto, ma non la pubblicazione e la diffusione delle informazioni che se ne possono ricavare ( ). Si è notato che, nei procedimenti contro ignoti, mancando un imputato che possa prenderne conoscenza, gli atti delle indagini preliminari sono "coperti da un segreto di tipo generalizzato" ( ), ma la tesi appare discutibile perché l'art. 329/1 non esige l'effettiva conoscenza degli atti da parte dell'indagato, ma pare riferirsi al momento in cui la conoscenza è possibile ( ). Una deroga all'art. 329 è prevista dall'art. 118 cpp (come modificato dal D.L. 8.6.1992 n° 306) che, previa autorizzazione dell'autorità giudiziaria, consente al Ministro dell'Interno di ottenere copie di atti del procedimento o, comunque, informazioni sul loro contenuto, eventualmente anche accedendo al registro delle notizie di reato attraverso un ufficiale di p.g. o personale della DIA. Tutte queste norme sulla pubblicità dell'attività giudiziaria in genere, come già notato, sono poste sostanzialmente a tutela della credibilità del giudicato, che deve poter essere verificato da tutti e non soltanto dai diretti interessati alla vicenda processuale. Diceva Mirabeau ( ): "datemi pure il giudice che volete: parziale, corrotto, perfino un mio nemico se vi fa piacere; poco importa, purché egli non possa far nulla se non in faccia del pubblico". E Bentham aggiungeva, parafrasando uno slogan commerciale, che "la pubblicità è l'anima della giustizia" ( ). La pubblicità immediata è quella in base alla quale ogni cittadino può presenziare al giudizio. La pubblicità mediata è quella garantita alla collettività attraverso i mass-media, che peraltro nel fare ciò esercitano il diritto di cronaca garantito dall'art. 21 Cost. Sempre nell'ottica del maggior contemperamento possibile tra i due beni giuridici di rilevanza costituzionale indicati nella parte iniziale di questa relazione, appare utile fare riferimento, infine, a quello che il Consiglio superiore della magistratura ha elaborato in materia. L'Organo di autogoverno, infatti, si è dovuto più volte occupare - soprattutto negli ultimi quindici anni - del problema delle dichiarazioni di magistrati alla stampa in pendenza di indagini o di processi e, pur in modo non agevole, ha assunto delle decisioni di indubbio rilievo. Con una risoluzione del 18 aprile 1990, di fronte al fenomeno del ripetersi di tali dichiarazioni - dopo avere affermato che il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero non tollera limiti soggettivi e quindi compete anche ai magistrati - ha statuito: 1. che la delicatezza della funzione richiede alcune cautele, nell'interesse della giustizia e della stessa credibilità della funzione giurisdizionale; 2. che è in ogni caso opportuno evitare - da parte dei magistrati - dichiarazioni alla stampa su processi che stanno trattando o nei quali sono o saranno chiamati a qualunque titolo a svolgere la propria funzione; 3. che è altresì opportuno evitare dichiarazioni anche in relazione a procedimenti pendenti, di cui una qualsiasi fase sia stata già definita con la partecipazione del magistrato stesso; 4. che, qualora ragioni di pubblico interesse richiedano chiarezza e trasparenza, per rassicurare l'opinione pubblica su un procedimento in corso è consigliabile che il magistrato riferisca al capo dell'ufficio, il quale potrà valutare l'opportunità di una sua dichiarazione ufficiale o di un comunicato-stampa, rispettati ovviamente i limiti del segreto d'ufficio; 5. che nelle valutazioni, anche critiche, su procedimenti tuttora in corso, sono indispensabili particolari cautele ed attenzioni, ferma comunque la necessità che le dichiarazioni rispettino la verità storica e non siano gratuitamente offensive; 6. che, a fronte di situazioni particolari di disfunzioni o di difficoltà, ove si ritenga di informare l'opinione pubblica (e previo accertamento che di tali situazioni siano già edotti gli organi competenti), è sempre opportuno procedere con cautela, prudenza e controllo, in modo da evitare inesatte interpretazioni e deformazioni strumentali. Con altra risoluzione del 19 maggio 1993, il CSM aggiungeva che "entro i limiti posti dalla legge a tutela di beni costituzionalmente garantiti, non può neppure disconoscersi la facoltà - segnatamente nelle inchieste giudiziarie di particolare rilievo - di fornire le precisazioni necessarie per dissipare equivoci e per impedire distorsioni, al fine di contribuire ad una corretta e compiuta informazione, che è indiscutibile fattore di arricchimento della democrazia, in quanto assicura conoscenza, trasparenza e controllo". Infine, con una risoluzione del 1° dicembre 1994 (solenne perché assunta alla presenza del capo dello Stato), il Consiglio proclamava: § il "dovere di ciascun magistrato di improntare la propria condotta alla più ineccepibile osservanza dei canoni deontologici e delle regole di prudenza (da non confondere con la pavidità)" § e "di dover richiamare tutti i magistrati all'esigenza di una scrupolosa osservanza del canone di riservatezza che i magistrati stessi si sono dati con l'art. 6 del loro Codice etico, in cui si dice che - pur quando essi non sono più tenuti al segreto o alla riservatezza su informazioni conosciute per ragioni di ufficio e ritengono di dover fornire notizie sull'attività giudiziaria al fine di garantire la corretta informazione dei cittadini e l'esercizio del diritto di cronaca - devono evitare la costituzione o l'utilizzazione di canali informativi riservati o privilegiati". Queste indicazioni, come ognuno agevolmente coglie, hanno cercato di razionalizzare una materia estremamente delicata, al fine di trovare il giusto equilibrio tra diritto-dovere di informazione e cd. segreto investigativo. I "paletti" stabiliti per i magistrati con questa normativa secondaria prevedono tuttavia, in modo indefettibile, che sussistano sempre delle precise condizioni: § da un lato "ragioni di pubblico interesse" (identificabili con la chiarezza e trasparenza che devono sempre connotare l'attività giudiziaria); § dall'altro, "esigenze di rassicurare l'opinione pubblica" a fronte di eccezionali situazioni di disfunzione o di difficoltà; § in ogni caso, che non vi sia violazione del segreto investigativo o divulgazione di atti che non possono essere pubblicati. L'obbiettivo, comunque, deve essere solo ed esclusivamente quello di non permettere il permanere di situazioni di distorsione informativa nel caso in cui, ad es., una improvvida fuga di notizie o altra imprevista situazione rischi di turbare l'ordinario svolgimento della vita democratica del paese. In altri termini - atteso che l'argomento resta uno dei più "caldi" per l'indubbio ed oggettivo pericolo di interferenza che dichiarazioni di magistrati possono ingenerare sulle attività giudiziarie in corso - l'informazione deve non solo essere sempre ispirata ad un rigoroso criterio di self-restraint, ma anche "schermata" da una previa valutazione di un dirigente dell'ufficio o, in casi particolari, dello stesso CSM.
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doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 16:55 via WEB
TEMA MOLTO COMPLESSO. PER ESEMPIO IL GUARDASIGILLI ( COME TUTTI SANNO con questo termine si designa il Ministro della Giustizia, il quale, per tradizione, è il custode del sigillo dello Stato e in questa veste controfirma le leggi e i decreti al fine di provvedere alla loro pubblicazione) ovvero l'on. MASTELLA parla di polemiche vuote di "sciocchezze".
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arza1
arza1 il 19/07/07 alle 16:57 via WEB
"SCIOCCHEZZE" se lo dice MASTELLA ... sarà così: IPSE DIXIT ( doctorlegum hai anche sottolineato (eheheheh) chi è o dovrebbe essre) il GUARDASIGILLI). QUINDI. BRAVO MIMUM
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elvia4
elvia4 il 19/07/07 alle 16:59 via WEB
COSA DICE, VERAMENTE, MASTELLA.. non capisco...
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servoarbitrio
servoarbitrio il 19/07/07 alle 17:00 via WEB
CARA ELVIA DICE TESTUALMENTE COSI' : " AGI) - Roma, 19 lug. - “Non condivido la trasmissione del filmato ma chiedere la testa di Mimun mi sembra una sciocchezza”. Cosi’ il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, interviene nelle polemiche sorte a seguito della messa in onda ieri sera al Tg5 di un video con le immagini della perizia effettuata dai consulenti della procura di Tivoli su 4 bambini vittime di presunti abusi nell’asilo ‘Olga Rovere’ di Rignano Flaminio. “Non ho visto il filmato - afferma Mastella, a margine di un convegno sulla giustizia - bisogna sempre stare attenti: l’informazione e’ una cosa importante e fondamentale in una democrazia, ma con le garanzie dovute e debite rispetto soprattutto ai minori”. (AGI)
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Red_Lady
Red_Lady il 19/07/07 alle 17:11 via WEB
infatti. meglio fare la legge che manda in carcere e multa quei quattro o cinque Giornalisti che abbiamo e che ancora hanno il coraggio di informare gli italiani, e tacere su vallettopoli e schifezze simili soltanto perchè in mezzo alle schifezze c'è sempre il pre-potentone di turno, vero mastella? mastella è una sciagura, e lo vedremo.
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servoarbitrio
servoarbitrio il 19/07/07 alle 17:00 via WEB
SE TI FIDI DELL'AGI ....
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educatrice2
educatrice2 il 19/07/07 alle 17:02 via WEB
«È vietata la pubblicazione delle generalità e dell'immagine dei minorenni testimoni, persone offese o danneggiate dal reato fino a quando non sono divenuti maggiorenni. Il Tribunale per i minorenni, nell'interesse esclusivo del minorenne, o il minorenne che ha compiuto i sedici anni, può consentire la pubblicazione ».
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educatrice2
educatrice2 il 19/07/07 alle 17:03 via WEB
QUI DICONO CHE I BIMBI NON ERANO RICONOSCIBILI......
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doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 17:05 via WEB
E ci mancherebbe... MA IO HO PARLATO DI PALESI, ABNORMI VIOLAZIONI DEL CODICE CIVILE E PENALE. IL PM DI TIVOLI PROCEDA IN MODO SERRATO E CI DICA CHI SONO I RESPONSABILI, CHI HA INTERESSE A MANOVRARE DIETRO LE QUINTE
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doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 17:06 via WEB
MASTELLA DOVEVA TACERE E AGIRE I MEZZI ISPETTIVI DI CUI DISPONE perchè : "..c'è del marcio a Rignano... e non solo a Rignano... "
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estinette
estinette il 19/07/07 alle 17:09 via WEB
MA A QUESTI BAMBINI CHI CI STA PENSANDO?
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estinette
estinette il 19/07/07 alle 17:12 via WEB
QUESTA E' GUERRA APERTA TRA ADULTI, ACCUSA DIFESA MEDIA. Chi si okkupa dei bambini?Questi hanno perso tutto è devono sostenere gli esami di stato con commissione esterna (la perizia...)Cos'altro vogliamo fargli, si accettano suggerimenti ..............
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agostino88
agostino88 il 19/07/07 alle 17:14 via WEB
"La Veretate plange, ch'è morta la Bontate, mustr'a le contrate là 've è vulnerata. La Veretat'envita tutte le creature, ché vengano al corrotto, ch'è de tanto dolore" HA RAGIONE IL PROF. G.V. GIUSTI eccome se piange..............
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diego1930
diego1930 il 19/07/07 alle 17:16 via WEB
NON SEI TU BELLISSIMA ESTINETTE A NON CAPIRE... SONO GLI ALTRI CHE IN MODO SCANDALOSO STRUMENTALIZZANO PER TURPI SCOPI BAMBINI INDIFESI E SENZA PIU' RISORSE.
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diego1930
diego1930 il 19/07/07 alle 17:20 via WEB
HAI RAGIONE AGOSTINO: LA VERETATE PLANGE CH'E' morta la GIUSTIZIA, la BONTA', LA PIETA', LA COMPASSIONE, L'ETICA, LA MORALE ........ Una terribile pestilenza ci ha colpito: un vecchio virus di nome "cinismo"
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luigiarusso
luigiarusso il 19/07/07 alle 17:30 via WEB
IL PROBLEMA DELLA TUTELA DEI MINORI... un problema di cui si parla da almeno 50 anni e che ancora oggi non ha trovato una soluzione credibile........ oggi 2007 . E' sconfortante.... E poi tutto questo baillame su Rignano, io mi chiedo: COME PUO' DA UN MARASMA FUSO E CONFUSO, INQUINATO, INDIFFERENZIATO EMERGERE LA V E R I T A' ???
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Red_Lady
Red_Lady il 19/07/07 alle 17:39 via WEB
però hanno sbagliato anche le famiglie. sbaglia chiunque subisca una tragedia o qualunque altro fatto che riguarda i figli, specie se sono piccoli, e si butta letteralmente in pasto ai media senza chiedere consiglio a nessuno, e finisce in balia di conduttori/giornalisti( si fa per dire) senza scrupoli che sicuramente non usano la coscienza per fare quello che fanno. siamo arrivati davvero a un punto di non ritorno, ditemi voi, se al posto di questi, o di altri genitori, avreste fatto le stesse cose, se toccassero mio figlio sicuramente l'ultima cosa a cui penserei è di andare di fronte alle telecamere...
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santinazs
santinazs il 19/07/07 alle 18:03 via WEB
HAI TUTTE LE RAGIONI Red_Lady, speriamo lo abbiano fatto in buona fede.............
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santinazs
santinazs il 19/07/07 alle 18:08 via WEB
la tutela del minore e la tutela della privacy sono sempre più nominalismo magico, parole vuote. Nessuna tutela e davanti a una telecamera persino dei bravi genitori perdono il lume e svendono i propri figli e la propria dignità. Il grande fratello impera, questa è la legge, tutto deve essere messo alla berlina perchè così sei qualcuno. Ma quanto grande è la voragine dentro di noi se siamo arrivati a tanto?
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summainiuria
summainiuria il 19/07/07 alle 18:14 via WEB
BENE SI ATTAGLIA ALLA TUTELA DEL MINORE LA FOTO DOLCISSIMA CARA SANTINA CHE HAI POSTATO NEL TUO PROFILO......... Passa a trovarmi........L' interesse del minore è come «Come l'araba Fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa».
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adolfodgl5
adolfodgl5 il 19/07/07 alle 18:16 via WEB
"Come l'araba Fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa». BEN DETTO summa, tutti ne parlano (di interesse, di protezione, di tutela, di bene superiore dei minori) ma NESSUNO sa dire come deve essere attuato.
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estinette
estinette il 19/07/07 alle 18:57 via WEB
L'ARABA FENICE . "Semper eadem": sempre la medesima. Al giorno d'oggi sopravvive il modo di dire "essere una fenice", ossia qualcosa di cui non si conosce l'uguale, introvabile, un esemplare unico. era sempre un maschio, e viveva in prossimità di una sorgente d'acqua fresca all'interno di una piccola oasi nel deserto d'Arabia, un luogo appartato, nascosto ed introvabile — citando il ben noto adagio di Metastasio ("Demetrio", atto II, scena III): «Come l'araba Fenice, che vi sia ciascun lo dice, dove sia nessun lo sa». Ogni mattina all'alba faceva il bagno nell'acqua e cantava una canzone così meravigliosa che il dio del sole arrestava la sua barca (o il suo carro, nella mitologia greca) per ascoltarla. Talvolta visitava Heliopolis (la città del sole, di cui era l'uccello sacro), e si posava sulla pietra ben-ben: l'obelisco all'interno del santuario della città (nota originariamente col nome di "Innu", che significa "la città dell'obelisco", da cui il nome biblico On).
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auroraml
auroraml il 19/07/07 alle 18:23 via WEB
E' appassionante questo blog, ma sono appassionanti anche i COMMENTi tutti di grande interessa e pertinenza... alcuni un PO' DIFFICILI...
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estinette
estinette il 19/07/07 alle 18:57 via WEB
... Ogni mattina all'alba faceva il bagno nell'acqua e cantava una canzone così meravigliosa che il dio del sole arrestava la sua barca (o il suo carro, nella mitologia greca) per ascoltarla.
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gvgiusti
gvgiusti il 19/07/07 alle 18:58 via WEB
cara psico e cari amici, vorrei portare la vostra attenzione su un punto più generale. La storia di Rignano si inserisce in una serie di eventi, anche molto diversi, che hanno però qualcosa in comune. Cito a caso: carabinieri assaliti dalla folla che non gli consente di arrestare qualcuno (a Napoli, qualche giorno fa); guerriglia urbana per un gol attribuito o negato; chiappe e tette al vento, pubblicizzate su tutti i canali TV, per catturare il merlo di turno; altissimi funzionari dello Stato che intascano mazzette; notissimi sindacalisti che ci vengono a raccontare che fare il portiere d'albergo è un lavoro usurante (hanno mai visto una fonderia o un laminatoio?); prostitute che stazionano lungo le vie consolari senza che nessuno dica niente; e così via, completate voi l'elenco. Concludo: quello che manca è il concetto della decenza, intesa in senso ampio, che molti Paesi europei, anche poverissimi, hanno, e che noi abbiamo perduto. Nel mio piccolissimo, sto cercando, anche in questo blog, di promuovere questo concetto. Ho parlato fin troppo.
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estinette
estinette il 19/07/07 alle 18:59 via WEB
Per questi (angeli?? NO) MARTIRI DI RIGNANO CHI CANTA PER CONSOLARLI E FERMARE QUESTO CARRO IMPAZZITO CHE CON FORZA DISTRUTTIVA LI INVESTE CONTINUAMENTE COME UN "FLAGELLO DI DIO"
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auroraml
auroraml il 19/07/07 alle 19:03 via WEB
che la fenice more e poi rinasce, quando al cinquecentesimo appressa erba né biada in sua vita non pasce, ma sol d'incenso lacrima e d'amomo, e nardo e mirra son l'ultime fasce. (Inferno XXIV, 107-111)
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arza1
arza1 il 19/07/07 alle 19:08 via WEB
GVGIUSTI SULLE TRISTI VICENDE DI RIGNANO COSI’ CONCLUDE: QUELLO CHE MANCA È IL CONCETTO DELLA DECENZA, INTESA IN SENSO AMPIO, CHE MOLTI PAESI EUROPEI, ANCHE POVERISSIMI, HANNO, E CHE NOI ABBIAMO PERDUTO …" GVGIUSTI POTEVA ESPRIMERSI PIU' CHIARAMENTE? GUARDATE QUESTA (politica senza decenza)"Ci rivolgiamo a voi con una richiesta di miglioramento della qualità della vita in Senato. La buvette non è provvista di gelati. Noi pensiamo che sarebbe utile che lo fosse e siamo certi di interpretare in questo il desiderio di molti. E' possibile provvedere? Si tratterebbe di adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone. In attesa di riscontro, porgiamo cordiali saluti". Prima del gelato i senatori hanno chiesto e ottenuto le settimane gastronomiche regionali, e poi quelle dedicate alle province. A metà marzo il presidente Marini ha concesso la sala degli atti parlamentari al primo corso di sommelier per senatori. Montecitorio risponde con i prodotti agricoli di qualità certificata. tratto da Repubblica.it Sembra che per la politica italiana non ci sia limite all'indecenza! Sembra che ormai i nostri cari onorevoli abbiamo perso la dignità, sempre che ne abbiano mai avuta una. E' da un pò di tempo ormai, tanto tempo, che esiste un degenero totale della nostra politica. Il libro inchiesta di Stella-Rizzo "La Casta" ha evidenziato per bene tutto questo, e da quando l'ho letto la mia indignazione è salita a livelli estremi, la mia rabbia e il mio disprezzo per questi quaqquaraquà, non paghi mai di niente e sempre pronti ad arruffare tutto ciò che è possibile. Molte cose restano a noi comuni mortali ancora sconosciute. Ci riesce difficile comprendere queste persone che hanno sette vite come i gatti, forse anche di più, che sanno riciclarsi, risalare contro tutti e contro tutto, sparire e ricomparire, saltare da una parte all'altra, cambiare colore, simbolo e parole, ma rimanere profondamente gli stessi di sempre, dire una cosa e smentirsi il giorno dopo. Che personaggi!!Quelle righe, potrebbero sembrare uno scherzo, suvvia!, un qualcosa di goliardico, invece sono la pura e semplice realtà. E' una lettera scritta dalla brillante mente bipartisan del "filosofo" (e anche qui potremmo ridere!) Udc, tale, Rocco Buttiglione (ve lo ricordate dare lezioni di morale da Vespa? E' la stessa persona...) e la Prodiana emiliana,Albertina Soliani. Iniziativa bipartisan si diceva, eh si! perchè quando si tratta di "una richiesta di miglioramento della qualità della vita in Senato" e di "adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone"sono tutti dalla stessa parte. Però dovrebbero anche spiegarlo alle persone cosa intendono per "normale vita quotidiana delle persone" e soprattutto quali sono queste persone? Sono quelle stesse "normali" persone che tirano la cinghia ogni mese, che sembra sempre più lungo ogni volta? Sono quelle stesse "normali" persone che guadagnano mille euro al mese quando va bene, a volte lavorando senza tutele anche dieci ore al giorno? Sono quelle stesse "normali" persone che sono costretti a pagare tra un pò anche l'aria respirata? Mentre loro continuano a vivere la loro "sub-normale" vita con mille privilegi, uno stipendio da far paura, benefit vari,pasti gratis, e infine a coronamento una super-pensione, che le "normali" persone nemmeno lavorando mille anni riuscirebbero a raggiungere! Tutto questo a spese dei cittadini di quelle "normali" persone che lavorano veramente... E' semplicemente vergognoso tutto questo... Ma che ne sappiamo noi? In fondo siamo solo dei qualunquisti...
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dottoresottile
dottoresottile il 19/07/07 alle 19:14 via WEB
STRAORDINARIO GVGIUSTI, BRAVISSIMA ARZA ( esempio calzantissimo di chi non conosce decenza ... ma neppure vergogna aggiungerei io).
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dottoresottile
dottoresottile il 19/07/07 alle 19:16 via WEB
GVGIUSTI CARISSIMO, Avishai Margalit ha scritto "La società decente" (ed. Guerini e Associati). IN QUESTO LIBRO propone di sostituire, nel dizionario filosofico politico, la parola "giustizia" con quella meno esigente di "decenza". Decente è per lui una società le cui istituzioni non umilino i suoi membri e quanti altri vi hanno a che fare, come ad esempio i lavoratori ospiti. Quello di società giusta è un ideale eccessivo, o debordante. Meglio allora accontentarsi di una società decente. La necessità di operare per una società decente è forte oggi proprio perché l'onore, o più chiaramente la dignità umana, viene messa a rischio dalle società occidentali contemporanee. Ciò avviene perché il lavoro tende a diventare superfluo nelle società avanzate, e tale ridondanza economica rischia di tradursi progressivamente in mancanza di rispetto. Una società decente può e deve essere pensata anche a livello che, con Kant, possiamo chiamare cosmopolitica. Si tratta di una società meno che giusta forse, ma capace di rispettare l'integrità e la dignità di individui e gruppi usualmente maltrattati o disonorati. A mio parete, è del tutto discutibile l'idea di Margalit, secondo cui la grammatica della decenza sia più urgente, anche se meno importante, di quella della giustizia. Forse non c'è decenza senza giustizia, contrariamente a quanto egli pensa. Ma tuttavia bisogna riconoscere che le sue idee e la sua agenda intellettuale sono convincenti e fruttuose.
(Rispondi)
 
dottoresottile
dottoresottile il 19/07/07 alle 19:18 via WEB
GVGIUSTI SEI LAUREATO ANCHE IN FILOSOFIA? Se non lo sei cosa aspettano a conferirti la laurea AD HONOREM?
(Rispondi)
 
giordana2007
giordana2007 il 19/07/07 alle 19:22 via WEB
LA DECENZA QUESTA SCONOSCIUTA... I diritti umani sono comuni a tutte le società “decenti”, sia che soddisfino i canoni liberali sia che non lo facciano. Al contrario delle altre teorie, qui il metro di giudizio non è l'insieme delle concezioni politico-morali mondiali, ma lo standard di decenza, che segna il limite minimo di legittimità. Benché rimandi il problema di una definizione esaustiva di questo parametro, Rawls ha avuto il merito di mettere in luce due punti fondamentali. Innanzi tutto, che una dottrina dei diritti umani soddisfacente dovrebbe adattarsi convenientemente all'utilizzo nella politica internazionale. In secondo luogo, la definizione dei diritti umani dovrebbe sì essere comune, non tanto nel senso di un'area d'accordo, quanto di principi in grado di essere accettati da ogni persona ragionevole. Risulterebbe, così, una concezione dei diritti umani universale
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mdardani
mdardani il 19/07/07 alle 19:26 via WEB
SIGNOR MIMUM abbia un minimo di decenza etica e rispetto di se stesso, anche se non ne ha alcuno per gli altri!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/07 alle 19:27 via WEB
E' un giudizio tuo personale che rispetto MA CHE NON POSSO CONDIVIDERE.
(Rispondi)
 
CoMizia
CoMizia il 19/07/07 alle 19:27 via WEB
Riconoscibili o no,Mimun ha sbagliato a mandarlo in onda e dovrà pagare per questo.A noi servono sentenze esemplari quando si tratta di reati iniqui verso bambini e donne indifese.Non servono le "soap opere "in T.V.,servono SENTENZE GIUSTE! P.s.:come mai non mettono questa discussione nel " blog del giorno?"
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claude887
claude887 il 19/07/07 alle 19:42 via WEB
CIAO COMizia ... forse perche non lo merita?
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claude887
claude887 il 19/07/07 alle 19:33 via WEB
ADESSO PASSO A TROVARTI NEL TUO BLOG CHE NON CONOSCO...
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elvia4
elvia4 il 19/07/07 alle 19:36 via WEB
Non ha fatto in tempo a sistemarsi sulla sua nuova poltrona che Clemente J. Mimun deve già fronteggiare la prima polemica. Il Tg5 diretto da Mimun ha mandato in onda un servizio sulla perizia relativa alla vicenda dei bambini di Rignano Flaminio la sera prima della consegna ufficiale. La magistratura ha richiesto il sequestro della videocassetta del servizio e intende procedere per il reato di violazione del segreto istruttorio. Alla base del provvedimento ci sarebbe la convinzione dei magistrati dell'inopportunità di rendere noto quanto avviene in sede di perizia psicologica. Nel filmato vi sono frammenti dell'incidente probatorio e della perizia psicologica che ha avuto luogo il 12 luglio scorso. Anche l'Autorità garante per la Privacy ha avviato un'istruttoria sul caso del video trasmesso dal Tg5 e gli incaricati del Garante si sono già recati nella sede del Tg5 per acquisire una copia del filmato.
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elvia4
elvia4 il 19/07/07 alle 19:38 via WEB
Secondo me è sbagliato parlare di "opportunità" . E' questione di DECENZA come dice GVGIUSTI, ma è questione anche di CODICE PENALE E CIVILE, DI REATI, DI VIOLAZIONE DELLA CARTA DI TREVISO DEI GIORNALISTI ..........
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servoarbitrio
servoarbitrio il 19/07/07 alle 20:49 via WEB
Rignano -Mimun, Seddi(Fnsi): "No a caccia indiscriminata ad inchieste e colpe" "Il nostro primo dovere è quello di garantire uno sviluppo, una crescita, fisica e psicologica dei minori" "L'unica preoccupazione deve essere quella di tutelare i minori". Sono queste le parole di Franco Siddi, presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana, in merito alle polemiche scaturite sulla messa in onda, da parte del tg5, del filmato della perizia psichiatrica di uno dei bambini di Rignano Flaminio. "Le nostre opinioni non devono interferire, la cronaca non deve interferire, il nostro dovere è quello di agire secondo il codice deontologico e di rispettare i principi della Carta di Treviso. Saranno gli organi designati a giudicare, c'è bisogno di serenità in un ambiente dove c'è troppo caos. L'ordine dei giornalisti del Lazio e la Commissione Tv per la tutela dei minori, presieduta da Emilio Rossi, hanno già acquisito le immagini. Gli organi di tutela hanno sempre dimostrato di fare un ottimo lavoro in un ambiente che purtroppo, invece, fa acqua da tutte le parti. Saranno loro a giudicare se ci sia sta un violazione del codice e o della Carta. Il nostro primo dovere è quello di garantire uno sviluppo, una crescita, fisica e psicologica dei minori in un ambiente piú sereno possibile. C'è bisogno di una visione piú umana e meno morbosa della vicenda, non si deve andare alla caccia indiscriminata dell'inchiesta, ne c'è bisogno di una caccia indiscriminata delle colpe. L'allarme lanciato dai genitori è sicuramente importante ma anche sulla richiesta delle dimissioni del direttore Clemente Mimun c'è troppo caos e si rischia di dare giudizi affrettati e sbagliati. È dunque necessario non mostrare ulteriormente il video sotto accusa, cosí da garantire ai minori uno sviluppo ed una crescita normali e preservare un corretto svolgimento delle verifiche"
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servoarbitrio
servoarbitrio il 19/07/07 alle 20:51 via WEB
Franco Siddi, presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana comunica che gli Oragani Giudiziari e lo stesso Albo dei giornalisti, nonchè la commissione deontologica e TUTTE le altre autorità competenti, stanno vagliando la posizione del NEO direttore del TG 5
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servoarbitrio
servoarbitrio il 19/07/07 alle 20:56 via WEB
PROF GIUSTO VIRGILIO GIUSTI ( virgilio era la guida di DANTE). GVG Ma perchè ti fermi alla decenza? Perche' metti limiti alla provvidenza?
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CoMizia
CoMizia il 19/07/07 alle 21:08 via WEB
Condanna esemplare per Mimum che ha trattato la notizia senza pensare al bene dei minori;essi sono già stati traditi troppe volte!
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mdardani
mdardani il 19/07/07 alle 21:26 via WEB
PSICOLOGIAFORENSE sei stata molto dura con me......... PP66 è una infame! Va bene ... non dirò più nulla......PARLO CON GVGIUSTI CHE SA CAPIRE... SULLA DECENZA... "Né mancano i luoghi dell'intimità più riposta: l'alcova (Capaci), e persino i bagni, i recessi e i luoghi di decenza (Pezzarossa): attraverso i secoli vi si recitano schermaglie amorose e piacevoli rituali privati, o si fanno i conti con la propria ed altrui creaturalità, mentre la letteratura che li narra infrange le barriere dell'impoetico, del decoro formale e tematico. Tra i luoghi intimi si colloca anche la stanza della scrittura (Mangini), che da Petrarca, a Machiavelli, a Saba costituisce una sorta di santuario dove incontrare le grandi voci del passato, meditare su di esse e su se stessi, convertire in parole questo vitale nutrimento. All'interno del libro essa supplisce forse, come una sorta di sineddoche ("la parte per il tutto") alla mancanza di un saggio dedicato alla "casa", che secondo Bachelard3 è il luogo per eccellenza della creazione letteraria, dotata di un suo particolare linguaggio affettivo e rassicurante (si pensi a versi come questi di Adolfo de Bosis: «Casa, o diletto nido / che industre Amor compose, / dove fra intatte rose / sogno e al mio ben sorrido, / quale linguaggio fido / han tue dolcezze ascose!»).
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mdardani
mdardani il 19/07/07 alle 21:26 via WEB
RIGANO E' UNO DI QUESTI, METAFORICAMENTE?????
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eucarmide
eucarmide il 19/07/07 alle 21:28 via WEB
MDARDANI ... R I G N A N O.... R I G N A N O ...
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eucarmide
eucarmide il 19/07/07 alle 21:31 via WEB
DEONTOLOGIAETICA HAI SBAGLIATO CLAMOROSAMENTE...............
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eucarmide
eucarmide il 19/07/07 alle 21:32 via WEB
DEONTOLOGIAETICA, QUESTO TUO COMMENTO DOVEVI POSTALO QUI NON NEL POST PRECEDENTE RELATIVO ALLA SCUOLA DI SAN GIULIANO
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eucarmide
eucarmide il 19/07/07 alle 21:33 via WEB
ECCO IL COMMENTO DI DEONTOLOGIAETICA ( devi essere più precisa). Il Tg5 "spia" i piccoli di Rignano. Ed è scontro. Lo "scoop" su Rignano è stato una mano santa per gli ascolti del Tg5. Oltre 4milioni 244mila spettatori, con una media del 28,12% hanno infatti seguito ieri sera l'edizione del tg di Mimun delle 20 in cui è stato mostrato il filmato con la perizia effettuata dai consulenti della Procura di Tivoli su alcuni bambini vittime di presunti abusi nella scuola materna del comune laziale. Nei primi minuti del tg, durante i quali è andato in onda il discusso video, la percentuale registrata era ancora piu' alta: il 29,30% circa. E la distanza con il Tg1 si è ulteriormente assottigliata. L'INTERVENTO DEL GARANTE PRIVACY - Intanto, però, non si placano le polemiche. Dopo che la procura di Tivoli ha disposto il sequestro del filmato, anche l'autorità garante per la Privacy ha avviato un'istruttoria sul caso e i suoi incaricati si sono recati presso la sede del giornale per acquisirne una copia. Gli stessi avvocati delle famiglie avevano invocato l'intervento del garante. CI SI METTE ANCHE LA POLITICA - Anche il fronte politico si accende e il partito che per primo si scaglia contro il giornalista del Tg5 è l'Italia dei valori. "Il Tg5 ha sbagliato, è prevalsa la voglia di scoop", dice la deputata Silvana Mura. Mimun però trova una difesa forse inaspettata in Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana: "Mimun ha fatto semplicemente il suo dovere di giornalista e di direttore. Non capisco tutta questa polemica. O, meglio, si capisce bene che ci troviamo di fronte ad una polemica strumentale". Posizione decisamente singolare per un cattolico, visto che anche l'Aiart, l'associazione di telespettatori di matrice cattolica, "l'iniziativa della Privacy sul filmato del Tg5 e' piu' che mai opportuna. Bisogna fare chiarezza su questa vicenda ed evitare che i bambini subiscano contraccolpi. Ora intervenga anche l'Authority per le Comunicazioni per le questioni che le competono". Ma a gettare acqua sul fuoco ci pensa il ministro della Giustizia Mastella in persona: "Non condivido la trasmissione del filmato, ma da qui a chiedere la testa di Mimum mi sembra una sciocchezza. Non esiste".
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bibiosa
bibiosa il 19/07/07 alle 21:35 via WEB
QUSTO E' UN BLOG DA MANUALE DI ALTISSIMO PROFILO, EPPURE E' ACCUMUNATO A ALTRI NEI " POST PIU' DISCUSSI" che sono senza DECENZA come dice GVGIUSTI
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psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/07 alle 21:43 via WEB
VI RINGRAZIO TUTTI PER I VOSTRI COMMENTI E PER LA VOSTRA PREZIOSA ATTENZIONE, VI ABBRACCIO................
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psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/07 alle 21:43 via WEB
MA NON POSSO RISPONDERVI!!!!!!!!!!!!!!
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psicologiaforense
psicologiaforense il 19/07/07 alle 21:46 via WEB
SE, COME DOVREI, RISPONDESSI A TUTTI SAREI LA PRIMA NELLA CLASSIFICA DEI POST PIU' DISCUSSI. ALTRI LO FANNO, MA IO NO. QUINDI , SCUSATEMI, RIVOLGO A TUTTI VOI I SENSI DELLA MIA STIMA, DEL MIO APPREZZAMENTO E DELLA MIA AMICIZIA. GRAZIE A TUTTI!!!!!!!!!!
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summainiuria
summainiuria il 19/07/07 alle 22:20 via WEB
Mastella, “una pedogaffe”
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adolfodgl5
adolfodgl5 il 19/07/07 alle 22:21 via WEB
esattissimo summa
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adolfodgl5
adolfodgl5 il 19/07/07 alle 22:22 via WEB
Mastella, “una pedogaffe” TERMINE FIGHISSIMO “una pedogaffe”
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umberta8080
umberta8080 il 19/07/07 alle 22:23 via WEB
UNA "pedogaffe” non è male ma ditemi perchè, è un neologimo efficace.....
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bibiosa
bibiosa il 19/07/07 alle 22:24 via WEB
VUOI SAPERE IL PERCHE' DI QUESTA LOCUZIONE: Mastella, “una pedogaffe”?
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bibiosa
bibiosa il 19/07/07 alle 22:25 via WEB
FORSE PSICO PUO' RISPONDERTI..... se non è andata a letto.............
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bibiosa
bibiosa il 19/07/07 alle 22:25 via WEB
EVIDENTEMENTE DORME GIA'...........
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bibiosa
bibiosa il 19/07/07 alle 22:26 via WEB
PROVO A RISPONDERTI IO..................
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bibiosa
bibiosa il 19/07/07 alle 22:29 via WEB
ECCO LA DEPRIMENTE STORIA... COME VEDI MI SOFFERMO, CERCO DI DELEGARE AD ALTRI, ASPETTO CHE QUALCUNO RISPONA, TEMPOREGGIO IN MODO IGNOBILE, ASPETTO, RIMANDO...
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bibiosa
bibiosa il 19/07/07 alle 22:32 via WEB
Però se nessuno risponde vinco la ritrosia (i movimenti antiperistaltici, ecc..) e non solo quelli, come direbbe PYCO: " Di lotta alla pedofilia è facile riempirsi la bocca quando si può fare un po’ di propaganda a buon mercato. O quando si tenta di scalare l’audience con la morbosa curiosità che provocano episodi controversi come quello di Rignano Flaminio. O magari quando si può mettere sotto accusa il Vaticano per le coperture date a preti accusati e spesso condannati per tali odiosi reati. Quando però entra in gioco la burocrazia ministeriale di via Arenula, può accadere di tutto. Anche che due piccole bambine belghe vengano riaffidate alla famiglia del padre e del nonno paterno accusati di averne abusato ripetutamente. E questo con l’imprimatur ministeriale di Clemente Mastella che non si è di fatto opposto a un’assurda decisione in materia del tribunale dei minori di Ancona. Leggere per credere una nota ansa dello scorso 7 giugno passata del tutto inosservata tra le intercettazioni Unipol e i verbali di Ricucci: “Il Governo italiano dovrebbe vergognarsi per come sta lasciando al loro destino due bambine di 8 e 5 anni, figlie di una cittadina italiana, Maria Pia Maoloni, che non viene tutelata in nessun modo”. Tale affermazione è del senatore di Forza Italia e segretario della commissione parlamentare antimafia, Antonio Gentile. “Le bambine com'è noto - scrive il senatore azzurro - sono ritornate in Belgio nonostante le pesanti accuse di abusi sessuali contestate al papà ed al nonno da una denuncia della madre, da esami peritali, dalla testimonianza di una maestra. Non solo la madre vive un dramma che i genitori normali ed affettuosi capiranno ma le viene negata persino la possibilità di parlare con le bimbe al telefono. Ho inviato due settimane fa un'interrogazione urgente ai ministri degli esteri e della giustizia, ma probabilmente i destini di due bambine ed i diritti di una cittadina italiana per loro non sono preminenti”. “Si tratta - sostiene ancora Gentile - di un comportamento omissivo che fa paura ed inorridisce, con una cittadina lasciata sola al suo destino e due bambine rimandate a casa con persone che potrebbero essere i loro carnefici”. Così ieri i parenti della donna hanno inscenato un sit in davanti all’ambasciata del Belgio Roma in via dei Monti Parioli 49, paese che negli anni scorsi è stato spesso alla ribalta della cronaca per episodi di pedofilia legati al caso di Marcel Dutroux, con complicità che hanno sfiorato persino il sovrano regnante. E ora c’è possibilità che questo caso sfoci in altra clamorosa protesta stavolta a via Arenula davanti agli uffici dei burocrati di Mastella che nulla hanno avuto da eccepire a riconsegnare le due bambine al genitore in Belgio nonostante l’accusa di pedofilia che pende sul suo capo. Per ora l’avvocato Maria Grazia Ceneri che rappresenta la madre di Fiona e Milla (nomi di fantasia) ha presentato ricorso in Cassazione contro il provvedimento. Inoltre è stato messo un appello e una petizione da firmare su internet nel sito http://superepilepsy.altervista.org/superepilepsy/ e le parole sono inequivocabili: “L’ingiustizia più grande è quella di “immolare” la loro vita per tornaconti politici: le hanno rimandate a vivere in un vero e proprio inferno facendo finta di non conoscere, di non sapere. Un ministro di grazia e giustizia (un tal Mastella!!) che avendo la possibilità di far proseguire le indagini sulla questione con una semplice firma (si chiedeva solo di far fare alla giustizia il proprio corso!!) ha preferito girare la testa dall’altra parte perchè pressato dai ministri belgi interessati solo a non far scoppiare l’ennesimo scandalo internazionale. Parliamo con cognizione di causa! La bimba ha raccontato anche alla maestra italiana ciò che ha subito non solo dal padre e dal nonno ma da altri con altri bambini: nonostante ciò, il giudice del tribunale dei minori di Ancona, ha deciso che dovessero essere comunque riportate in Belgio dal padre.”
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agostino88
agostino88 il 19/07/07 alle 22:33 via WEB
BIBIOSA HAI PARTORITO CON FATICA MA ALLA FINE ................ HAI DATO ALLA LUCE...............
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agostino88
agostino88 il 19/07/07 alle 22:34 via WEB
Il Garante per la Privacy ha vietato a Mediaset «la diffusione di dati personali concernenti i bambini della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio che potrebbero aver subito abusi sessuali». «I bambini, ripresi nel filmato della perizia effettuata dai consulenti della Procura di Tivoli trasmesso ieri sera dal Tg5 - spiega una nota del Garante - risultano, infatti, identificabili a causa di riprese chiare e ravvicinate, anche tenuto conto del ristretto contesto sociale nel quale i bambini vivono». Oltre quattro milioni e 244mila spettatori - con una media del 28,12 per cento - hanno seguito mercoledì sera l'edizione del Tg5 delle 20 in cui è stato mostrato il filmato con la perizia effettuata dai consulenti della Procura di Tivoli su alcuni bambini vittime di presunti abusi nella scuola materna di Rignano Flaminio. Nei primi minuti del tg, durante i quali è andato in onda il discusso video, la percentuale registrata è ancora più alta: il 29,30 per cento circa. La distanza tra Tg1 e Tg5 è così ulteriormente diminuita: sul Tg1 c'erano 4 milioni e 515mila (29,98 per cento). Rispetto all'edizione di martedì, il Tg5 ha guadagnato spettatori (27,48 per cento con 4 milioni e 223mila). Ma il Garante della privacy ha aperto una istruttoria sulla vicenda del filmato trasmesso mercoledì dal Tg5, con immagini della perizia psicologica su quattro bambini vittime di presunti abusi sessuali a Rignano Flaminio. Gli ispettori del Garante si sono recati nella redazione del Tg5 per acquisire una copia del servizio trasmesso mercoledì sera. La Procura di Tivoli ne ha già disposto il sequestro. Molte le critiche dopo la messa in onda del video, in cui appaiono i bambini. «Ci chiediamo se abbiano una qualche valenza i richiami del Garante della privacy a tutela dei minori - hanno detto gli avvocati Antonio Cardamone e Franco Merlino, legali di parte civile nel caso di Rignano Flaminio - chiediamo un intervento drastico e immediato». E aggiungono: «Faremo una denuncia alla Procura della Repubblica di Roma che è competente su questa vicenda per violazione del segreto istruttorio, violazione della privacy, violazione della carta di Treviso e di tutte le norme a tutela dei minori coinvolti in un procedimento penale». Il servizio del Tg5 sulla vicenda dei bambini di Rignano «ha leso i diritti dell'infanzia», ha detto il presidente del Comitato italiano per l'Unicef, Antonio Sclavi, a margine del Meeting di San Rossore, organizzato dalla Regione Toscana e dallo stesso organismo internazionale. Sclavi, ai cronisti che gli chiedevano un giudizio su quanti hanno chiesto le dimissioni del direttore Clemente Mimun, ha spiegato che «non spetta a noi chiedere le dimissioni: noi continuiamo a chiedere l'istituzione del "garante" dell'infanzia, l'unico organismo che può intervenire, anche con sanzioni appropriate, in casi di questo genere». voli ne ha già disposto il sequestro. Molte le critiche dopo la messa in onda del video, in cui appaiono i bambini. Altre reazioni. «Non condivido la trasmissione del filmato» sulla perizia psicologica dei bambini, presunte vittime di pedofilia nella scuola di Rignano Flaminio, «ma da qui a chiedere la testa di Mimum mi sembra una sciocchezza. Non esiste», dice il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, intervenendo sulla polemica relativa alla trasmissione. Il ministro della Giustizia sottolinea: «Bisogna stare attenti: l'informazione è una cosa importante e fondamentale in una democrazia. Però - aggiunge - ciò deve avvenire con le garanzie dovute e debite, soprattutto verso i minori». Anche l'ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini difende Mimun. «Con onestà ritengo un passo falso del Tg5 la messa in onda del servizio sulle testimonianze dei bambini di Rignano, come sbagliata è stata la pubblicazione di testimonianze e dettagli da parte dei quotidiani relativi a questa vicenda particolarmente delicata perchè coinvolge bambini già duramente provati psicologicamente». Infine, Fedele Gonfalonieri, presidente di Mediaste fa solo un rimbrotto al suo nuovo direttore. «Poteva evitare di mandare in onda quella roba, ma di qua a parlare di dimissioni ne corre...».
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educatrice2
educatrice2 il 19/07/07 alle 22:44 via WEB
Tutti i commenti, mi sembra, vadano nella stessa direzione: 1. Una perizia fatta in questo modo ha un dubbio intrinseco; 2. I bambini sono esaminati a piccoli gruppi 4 per volta. IN QUESTO MODO IL PROCEDERE,LA METODOLOGIA, QUELLO CHE CONTA E QUELLO CHE E' ININFLUENTE, LE DOMANDE, I TEST, I QUESTIONARI, I "GIOCHI" , QUELLO CHE E' VALUTATO, CONSIDERATO, ECC,, E QUELLO CHE INVECE VIENE REGISTRATO CON SOSPETTO ecc..ecc.. SONO PUBBLICI conosciuti da avvocati,periti di parte, genitori, ecc... che hanno visto tutto da dietro uno specchio e in tv a circuito chiuso;
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ele_1_atica
ele_1_atica il 19/07/07 alle 22:45 via WEB
E' come l'uovo di pasqua
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ele_1_atica
ele_1_atica il 19/07/07 alle 22:48 via WEB
se tu avverti il bambino di cosa c'è dentro e gli spieghi a cosa serve, come lo può utilizzare,che senso ha, perchè è capitata proprio a te, perchè i suoi genitori hanno comprato questo uovo con questa precisa sorpresa...ecc.. NON PUOI ASPETTARTI DAL BAMBINO REAZIONI " GENUINE"
(Rispondi)
 
ele_1_atica
ele_1_atica il 19/07/07 alle 23:02 via WEB
Fuor di metafora. Se il bambino affronta la perizia e gli dicono prima: guarda ti faranno vedere una bambola di questo tipo (bambola anatomica) questa è femmina, vedi qui ci sono le tette, qui la passerina... qui il culetto con il buchino ( ti ricordi, vero, quando la maestra ti infilava il ditino nel buchino?), questo è maschio, vedi..... IL PISELLINO!!!!!!!!!!!!! . Poi qui facciamo un bel disegno di quello che ti è capitato nella scuola materna........ (E RIPETONO LA CONSEGNA ESATTA DELLA PSICOLOGA-PERITO)NOOOOOOOOOOO NON DISEGNARE la mamma e il papà, non ti ricordi più quei giochi della passerina con l'ucellino, sai quelli che ti ha chiesto la dott... e quelli di cui abbiamo parlato, qui sul lettone .............. quelli devi disegnare..... . Adesso attenta!!! Vedi questi ( animaletti di plastica, casette, uomini, donne, alberi, ecc...) fai una storia ( STIAMO PARLANDO DELLO SCENO TEST APPLICATO IN PERIZIA) . MA NO!!! Devi rifare quello che ti è successo all'asilo, NON quando vai dai nonni...... !! FAI UNO SFORZO... Allora: questa è la maestra x, questi sono dei maialini e li mettiamo intorno alla maestra vedi come vanno d'accordo...... qui c'è la maialona dove la mettiamo..vicino all'uomo nero , il benzinaio ECC...ECC... CHE SIGNIFICATO PUO' AVERE QUESTA PERIZIA????????????????
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ele_1_atica
ele_1_atica il 19/07/07 alle 23:07 via WEB
Le ipotesi che ho riferito afferiscono a situazione in cui un minore affronta la VALUTAZIONE PERITALE già "preparato" ( in buonissima fede e giustamente dai suoi cari che lo vedono affrontare una prova delicatissima, difficile, ansiogena e potenzialmente traumatica). NON MI RIFERISCO A NESSUNO IN PARTICOLARE!!! E' SOLO UN ESEMPIO DI COME, A VOLTE, IL MINORE GIUNGE ALLA VALUTAZIONE DEI PERITI...............
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doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 23:44 via WEB
ele_1-atica come puoi pensare che un genitore "prepari" il figlio alla perizia........
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doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 23:46 via WEB
Sei molto malizioso. Però sollevi un problema :
(Rispondi)
 
doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 23:48 via WEB
RIPORTIAMOCI al caso dell'esame di stato con commissione esterna (PERIZIA BAMBINI RIGNANO) così come scritto qui sopra nei commenti. La commissione interna (psicologa del P.M. ) li ha già ammessi all'esame)
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doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 23:51 via WEB
SI PUO' ANCHE LONTANAMENTE PENSARE CHE UN GENITORE, UN AMICO , UN PROFESSORE CHE HA DATO RIPETIZIONE, O ALTRI SAPENDO IL TITOLO DEL TEMA,LA VERSIONE DI LATINO, I CONTENUTI DELL'ESAME DI MATEMATICA , LE DOMANDE DEL QUIZZONE... ecc... TE LE SUGGERISCA... TI INFORMI... VIOLI IL SEGRETO... PER AMORE MATERNO E PATERNO.... PER ANSIE PROTETTIVE..... ????? NO, NO, NO, NO . NON CI POSSO CREDERE!!!! SAREBBE AZIONE RIPROVEVOLE E DISONESTA.........
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doctorlegum
doctorlegum il 19/07/07 alle 23:53 via WEB
ANCHE SE SO TUTTO NON TI DICO NULLA........... IO SONO UNA TOMBA... SEI MIO FIGLIO MA IO NON SCENDO A COMPROMESSI.......... QUESTO CREDE QUESTO GIUDICE CHE HA ORDINATO UNA PERIZIA, A TRONCONI, 3/4 bambini per volta, magari uno prima e il fratellino dello stesso dopo 3 mesi..............
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umberta8080
umberta8080 il 20/07/07 alle 00:56 via WEB
RIGNANO: PROF BRUNO, COLLEGA DI GVGIUSTI NESSUNO SCANDALO MA VOLTI ANDAVANO OSCURATI ¡°Non vedo alcuno scandalo nel trasmettere un video su una vicenda cosi¡¯ importante tanto da essere considerata una ¡®Cogne 2¡ä. L¡¯unica violazione e¡¯ stata quella al diritto di immagine dei bambini che andavano salvaguardati con un oscuramento del volto¡±. E¡¯ il parere del professor Francesco bruno, docente di psicopatologia forense all¡¯Universita¡¯ di Roma La Sapienza in merito al video trasmesso dal Tg5. ¡°Ritengo che in vicende di questo tipo debba esistere la massima trasparenza - dice Bruno - la stampa non si puo¡¯ imbavagliare su argomenti di cosi¡¯ grande rilievo. Un organo di informazione che viene in possesso di un filmato cos¨¬ importante non puo¡¯ non trasmetterlo. Ma certamente andavano salvaguardati i minori oscurandone i volti¡±.
(Rispondi)
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 20/07/07 alle 01:00 via WEB
PROF BRUNO QUELLO DI COGNE... VEDA QUI: "Il Garante sente il dovere di richiamare subito e con forza tutti coloro che possono venire a conoscenza di queste informazioni personali al rigoroso rispetto dei diritti e delle libertà dei minori che in questa vicenda sono solo vittime di vicissitudini gravissime. Chiediamo in particolare ai mezzi di informazione, cui spetta il diritto-dovere di informare l’opinione pubblica di tener nel dovuto conto che ci si trova di fronte a episodi che, oltre ad avere ricadute sulla vita del Paese, coinvolgono BAMBINI che devono essere protetti da ogni esposizione mediatica della loro sfera privata.
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 20/07/07 alle 01:01 via WEB
CHI AVEVA NELLA DISPONIBILITA' QUESTO FILMATO?
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 20/07/07 alle 01:03 via WEB
L'operatore dui sistemi di videoregistrazione, il PM legittimamente L'UNIVERSO MONDO ...PAGANDO O PROMETTENDO BENEFICI........ La violazione del segreto istruttorio in questo Paese è la norma.............
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 01:05 via WEB
QUI STIAMO PARLANDO DI REATI GRAVISSIMI... Perché il PM, quale organo deputato all'indagine, possa aprire un fascicolo è necessario che venga formalmente a conoscenza della verificazione di un fatto che possa essere oggetto del possibile esercizio dell'azione penale da parte sua iscrivendo immediatamente, nell’apposito registro custodito presso l’ufficio, ogni notizia di reato che gli perviene o che ha acquisito di propria iniziativa, nonché, contestualmente o dal momento in cui risulta, il nome della persona alla quale il reato stesso è attribuito.
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 20/07/07 alle 01:07 via WEB
SONO cose che non capisco.... violazione s. istruttori, intralcio.... deformazione, manipolazione, distruzione di prove..... cosa altro serve?
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 20/07/07 alle 01:09 via WEB
Forse affermare che siamo davanti ad una situazione di emergenza della civiltà giuridica di questo paese e' al di sotto di una realta' che e' gravissima
(Rispondi)
 
claude887
claude887 il 20/07/07 alle 01:11 via WEB
TU CREDI? E le migliaia di volte che il segretto istruttorio è stato violato in tangentopoli, vallettopoli, ....poli... poli...
(Rispondi)
 
claude887
claude887 il 20/07/07 alle 01:11 via WEB
AURORA SEI INGENUA
(Rispondi)
 
claude887
claude887 il 20/07/07 alle 01:12 via WEB
Nel procedimento penale contro i direttori dei giornali "Il Resto del Carlino" e "L'Avvenire d'Italia", prof. Spadolini Giovanni e dott. La Valle Raniero, il Tribunale di Bologna, con ordinanza del 26 settembre 1963, accogliendo l'istanza della difesa, ha sollevato la questione di legittimità costituzionale degli artt. 164 del Codice di procedura penale e 684 del Codice penale, in riferimento all'art. 21 della Costituzione, rilevando che le predette norme penali puniscono il fatto della pubblicazione a mezzo stampa di determinati atti processuali ponendo una esclusiva limitazione alla libertà di stampa in ordine ad atti rispetto ai quali non tutti coloro che sono concorsi a formarli sono obbligati al segreto; di guisa che la ratio legis delle norme penali medesime risiederebbe in un dovere di riservatezza non tutelato dalla Costituzione e anzi in contrasto con i suoi principi informatori di libertà di informazione. L'ordinanza é stata notificata, comunicata e pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica n. 299 del 16 novembre 1963. Nel giudizio dinanzi a questa Corte, si sono costituiti il prof. Spadolini e il dott. La Valle; ed é intervenuto il Presidente del Consiglio dei Ministri, rappresentato dall'Avvocatura generale dello Stato. La questione é stata discussa all'udienza del 13 maggio 1964, ma la Corte ha rilevato che l'ordinanza di rimessione poneva genericamente la questione di legittimità dell'intero art. 164 del Codice di procedura penale senza specificare quali delle varie ipotesi, in detto articolo formulate, si riferissero all'oggetto del giudizio principale, e senza specificare se si intendesse impugnare una soltanto oppure tutte le suindicate ipotesi. E - con ordinanza del 4 giugno 1964 - ha rimesso gli atti al giudice a quo. Il Tribunale di Bologna, con provvedimento del 14 ottobre 1964, ha precisato che la norma rilevante ai fini della definizione del procedimento in corso é quella di cui al n. 1 dell'art. 164 del Codice di procedura penale, la quale fa divieto di pubblicazione del contenuto di qualunque documento o di ogni atto scritto od orale relativo all'istruzione formale o sommaria, fino a che del documento o dell'atto non stasi data lettura nel dibattimento a porte aperte. Ed ha proposto la questione di legittimità costituzionale in riferimento agli artt. 3 e 21 della Costituzione, in quanto il divieto di pubblicazione di atti, che a seguito di regolare deposito, o in seguito della partecipazione al loro compimento possono essere legittimamente a conoscenza di persone non vincolate al segreto istruttorio, sarebbe in contrasto con i precetti costituzionali di cui agli articoli sopraccitati. Con altra ordinanza della stessa data, il Tribunale di Bologna, su istanza della difesa, ha sollevato l'identica questione di legittimità costituzionale in un altro procedimento a carico del prof. Spadolini e del dott. La Valle. Le due ordinanze sono state regolarmente notificate, comunicate e pubblicate nelle Gazzette Ufficiali n. 282 e n. 295 del 14 e del 28 novembre 1964. La difesa del prof. Spadolini premesso che ogni limite alla libertà di pensiero e di stampa, che non trovi la sua giustificazione nella tutela di altri interessi costituzionalmente garantiti, é manifestamente in contrasto con la norma costituzionale dell'art. 21, osserva che la legge può porre a determinati soggetti, in materie pubbliche o private uno specifico obbligo al segreto, la cui violazione costituisce reato. In tal caso, la notizia segreta non può essere rivelata né dal privato né da altri, ne ovviamente può essere pubblicata. Ma gli artt. 164 del Codice di procedura penale e 684 del Codice penale non puniscono la violazione del segreto istruttorio, da altra norma tutelato in rapporto a chi ne é obbligato; puniscono invece esclusivamente il fatto della pubblicazione di atti non segreti; siffatto divieto quindi prescinde dalla esistenza o meno di un obbligo al segreto, prescinde dal titolare dell'obbligo e concreta esclusivamente una limitazione della libertà del pensiero informativo col mezzo di diffusione. Poiché secondo l'art. 307 del Codice di procedura penale le parti private ed i testimoni possono liberamente rivelare il contenuto degli atti istruttori ai quali hanno partecipato, si deve dedurre - secondo la difesa dello Spadolini - che gli atti previsti dalla norma impugnata non sono essenzialmente segreti. Ed in un regime costituzionale di libertà non deve potere esistere notizia la quale possa essere detta dal privato e non dalla stampa con i suoi legittimi mezzi di diffusione, senza che con ciò si offenda il principio di libertà garantito dall'art. 21. In riferimento all'art. 3 della Costituzione, la stessa difesa assume che non si può, per le notizie non segrete, stabilire un divieto parziale soltanto a carico di chi esercita l'attività di stampa e di divulgazione, senza con ciò violare la parità davanti alla legge. Il difensore del La Valle osserva, inoltre, che nel nostro ordinamento giuridico non vi é altra ipotesi nella quale la pubblicazione sia punita di per se stessa. Al contrario, si persegue la pubblicazione punendo, magari con pena più grave, un fatto che già di per sé costituisce reato (es. la diffamazione). A mente degli articoli impugnati, é punita, invece, non la violazione di un segreto, ma la pubblicazione di un atto istruttorio indipendentemente dalla circostanza che tale segreto sia stato violato e la pubblicazione ne costituisca una ulteriore divulgazione. Secondo l'Avvocatura generale dello Stato invece la questione non é fondata. Dopo avere premesso che in dottrina da taluno si dubita che la diffusione di notizie sia pensiero, e come tale non sia costituzionalmente garantita, l'Avvocatura dello Stato osserva che il problema della libertà di stampa, tutelata costituzionalmente, é circoscritto alle manifestazioni del pensiero "proprio" e non si estende alle manifestazioni, che abbiano per oggetto un pensiero "giuridicamente altrui". Ed é pensiero non proprio quello che si acquisisce in virtù delle funzioni esercitate nell'interesse pubblico o privato altrui. Di tale pensiero non si può disporre perché non si é avuta la possibilità di conseguirlo indipendentemente dalla funzione esercitata. Fra i soggetti tenuti al segreto istruttorio, indicati dall'art. 307 del Codice di procedura penale sono comprese le persone che compiono o concorrono a compiere atti istruttori o assistono al compimento di essi. La eccezione fatta dall'art. 307 per le parti private e per i testimoni e giustificata dalla circostanza che le prime sono ammesse alla conoscenza dell'atto istruttorio nel loro interesse (non nell'interesse altrui), mentre il testimone, rivelando una conoscenza, manifesta, di regola, un pensiero proprio. Il divieto di pubblicazione nei confronti di chi dalle parti o dai testimoni abbia avuto comunicazione delle notizie trova fondamento, innanzi tutto - sempre secondo l'Avvocatura - nella esigenza di tutelare l'interesse costituzionalmente rilevante alla riservatezza personale. E trova fondamento, soprattutto, nell'esigenza che sia garantito il corretto svolgimento del processo penale contro ogni pericolo di interferenze e di suggestioni esterne. L'interesse dell'amministrazione della giustizia di non essere ostacolata da influenze esterne, é un bene parimenti garantito dalla Costituzione, perché attiene alla imparzialità della pronuncia e quindi alla indipendenza del giudice. Alle deduzioni dell'avvocato generale dello Stato hanno replicato i difensori dello Spadolini e del La Valle, osservando che anche il pensiero altrui, quando sia lecitamente manifestato, viene in sostanza a costituire una dichiarazione di scienza, che può dal terzo essere manifestata in quanto facente parte ormai del suo pensiero. Ed il pensiero giuridicamente non proprio, in quanto conseguito attraverso la funzione esercitata, é un pensiero che non può essere manifestato perché coperto da un obbligo di segreto. L'asserito interesse, poi, al corretto svolgimento del processo é un interesse in contrasto col superiore interesse costituzionale della libertà di stampa e della eguaglianza dei cittadini. Né si può affermare che sia questo l'interesse tutelato dalla norma impugnata dal momento che é ammessa la pubblicità degli atti nella fase dibattimentale del processo penale. Considerato in diritto I due procedimenti possono essere riuniti, dovendo la Corte decidere per entrambi le stesse questioni di legittimità costituzionale. 1. - Va dichiarata in primo luogo priva di fondamento la questione di legittimità degli artt. 164, n. 1, del Codice di procedura penale e 684 del Codice penale in riferimento all'art. 3 della Costituzione, questione per altro sollevata, senza alcuna motivazione, soltanto con le due ordinanze del 14 ottobre 1964. Ed invero l'art. 684 del Codice penale non fa un trattamento diverso per chi esercita l'attività di stampa e di divulgazione, siccome si sostiene, dal momento che punisce "chiunque pubblica" atti istruttori; punisce cioè anche le parti private ed i testimoni i quali facciano o concorrano a fare pubblica divulgazione a mezzo della stampa di quelle notizie istruttorie, che possono pur riferire privatamente ad altri in quanto esonerati dall'obbligo del segreto istruttorio in virtù del disposto dell'art. 307 del Codice di procedura penale. 2. - Priva di fondamento é altresì la questione di legittimità costituzionale proposta nei confronti dei medesimi articoli sotto il profilo che le norme in essi contenute sarebbero in contrasto con la libertà di stampa, garantita dall'art. 21 della Costituzione, in quanto vietano la pubblicazione anche di notizie che potendo essere rivelate dalle parti private e dai testimoni non avrebbero carattere di segretezza. Le norme impugnate verrebbero quindi a punire esclusivamente il fatto della pubblicazione. La Corte ritiene che dette norme, in considerazione della importanza nella vita sociale della stampa, che svolge un compito vasto ed interessante anche in materia di giustizia, disciplinano in modo autonomo i rapporti fra la stessa e la istruttoria penale indicando gli atti di cui é vietata la pubblicazione e la durata nel tempo del divieto. Indubbiamente le finalità perseguite dalle ripetute norme coincidono in parte con quelle del segreto istruttorio, ed anche nella relazione ministeriale si afferma che la stampa "rivelando ciò che interessa non venga propalato, mette sull'avviso i delinquenti e può frustrare l'azione dell'autorità". Tuttavia, non si può disconoscere che una differenziata disciplina fra il segreto istruttorio e la divulgazione di notizie a mezzo stampa si rende necessaria per il fatto che la rivelazione assume una diversa rilevanza giuridica a seconda del mezzo usato. Se attuata quasi privatamente, da persona a persona, rimane circoscritta in un campo limitato e con limitata possibilità di effetti dannosi; se diffusa invece a mezzo della stampa, con immediatezza e praticamente senza limiti di spazio, può apportare effetti ben più gravi sul corso delle indagini istruttorie, sulla raccolta delle prove e sulla ricerca della verità. Infatti, gli interessati, venendo a conoscenza delle risultanze acquisite, sono posti in grado di opporre elementi artificiosi, e di rappresentare fatti non veri. Ed é ovvio che, allorquando la stampa produce effetti antigiuridici, finisce col non assolvere più la funzione sociale, che le é propria, di offrire cioè al pubblico informazioni obiettive quando queste non siano pregiudizievoli per i suindicati interessi. Queste stesse ragioni spiegano per quale motivo la tutela del segreto istruttorio nei confronti della stampa é rafforzata, nel senso che il divieto di pubblicazione é totale (pubblicazione fatta da chiunque in qualsiasi modo) e non ammette eccezioni, né esoneri, né distinzioni fra atto ed atto. 3. - Il divieto di pubblicazione degli atti istruttori del procedimento penale non é una novità nell'ordinamento giuridico italiano. L'Editto del 26 marzo 1848 sulla libertà di stampa vietava "la pubblicazione degli atti d'istruttoria criminale" (art. 2); l'art. 106 del Codice di procedura penale del 1913 conteneva una norma analoga a quella dell'art. 164 dell'attuale Codice; e nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali firmata a Roma il 4 novembre 1950, si afferma che l'esercizio della libertà di espressione, (comprendente la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare le informazioni o le idee senza che possa esservi ingerenza di autorità pubbliche), comportando dei doveri e delle responsabilità, può essere sottoposto a certe formalità, condizioni, restrizioni e sanzioni previste per legge, le quali costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla sicurezza nazionale,... alla prevenzione del delitto,... alla protezione della reputazione e dei diritti altrui... od a garantire l'autorità e l'imparzialità del potere giudiziario" (art. 10). Ed un richiamo espresso alla stampa é fatto dall'art. 6 della stessa Convenzione, laddove, trattando della pubblicità delle udienze, si prevede che può essere vietato alla stampa ed al pubblico l'accesso alla sala d'udienza, allorquando "la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia". La libertà di manifestazione del pensiero garantita dall'art. 21 della Costituzione trova, dunque, un limite in una esigenza fondamentale di giustizia. Ed il bene della realizzazione della giustizia, che, fra l'altro, vale a garantire ed assicurate l'esercizio di tutte le libertà, compresa quella in esame, é anche esso garantito, in via primaria, dalla Costituzione. 4. - La Corte rileva inoltre che lo stesso bene viene tutelato dalle norme impugnate, anche sotto un ulteriore duplice aspetto: a) assicurare la serenità e la indipendenza del giudice, proteggendolo da ogni influenza esterna di stampa, che possa pregiudicare l'indirizzo delle indagini e le prime valutazioni delle risultanze; ed assicurare altresì la libertà del giudice vietando quei comportamenti estranei che possano ostacolare la formazione del libero convincimento; b) tutelare, nella fase istruttoria, la dignità e la reputazione di tutti coloro che, sotto differenti vesti, partecipano al processo. É nella fase dibattimentale, infatti, che a tali interessi ne subentrano altri, di maggior rilevanza, quale la esigenza della pubblicità a garanzia di sostanziale giustizia. Ed invero nei confronti dell'imputato la divulgazione a mezzo della stampa di notizie frammentarie, ancora incerte perché non controllate, e per lo più lesive dell'onore, può essere considerata in contrasto col principio, garantito dall'art. 27, secondo comma, della Costituzione, della non colpevolezza fino a quando non sia intervenuta sentenza di condanna. E le altre parti ed i testimoni hanno diritto alla protezione da qualsiasi offesa alla loro dignità e da qualsiasi reazione, cui potrebbe dar luogo la immediata conoscenza del loro comportamento in istruttoria.
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claude887
claude887 il 20/07/07 alle 01:14 via WEB
segue...... PER QUESTI MOTIVI LA CORTE COSTITUZIONALE previa riunione dei due giudizi, dichiara non fondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 164, n. 1, del Codice di procedura penale e 684 del Codice penale, sollevata in riferimento agli artt. 3 e 21 della Costituzione con le ordinanze del Tribunale di Bologna del 14 ottobre 1964. Così deciso in Roma, nella sede della Corte costituzionale, Palazzo della Consulta, il 3 marzo 1966. Gaspare AMBROSINI - Giuseppe CASTELLI AVOLIO - Antonino PAPALDO - Nicola JAEGER - Giovanni CASSANDRO - Biagio PETROCELLI - Antonio MANCA - Aldo SANDULLI - Giuseppe BRANCA - Michele FRAGALI - Costantino MORTATI - Giuseppe CHIARELLI - Giuseppe VERZÌ - Giovanni Battista BENEDETTI - Francesco Paolo BONIFACIO
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bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 01:15 via WEB
QUESTA E' UNA SENTENZA DELLA CONSULTA CHE HA FATTO DISCUTERE.........
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deontologiaetica
deontologiaetica il 20/07/07 alle 01:20 via WEB
GVGIUSTI questo è un ottimo esempio di "DECENZA" sic!!! LEGGI QUI: In qualità di presidente del Comitato verità e giustizia per Genova, vi scrivo per chiedere scusa.Chiedo scusa a nome delle centinaia di manifestanti arrestati, feriti,umiliati e torturati nel mese di luglio del 2001 a Genova, nelle strade, nelle piazze, alla scuola Diaz, nelle caserme di Bolzaneto e Forte San Giuliano.Noi allora non lo sapevamo che avremmo (dopo ben sei anni) causato l'allontanamento di De Gennaro dal vertice della Polizia italiana. Che quei giorni avrebbero macchiato la sua onorata carriera (anche se si tratta di una macchia davvero piccola, di quelle che il Ministro degli Interni, Amato, ha subito lavato nominandolo a capo del suo gabinetto). Che, per colpa nostra, De Gennaro sarebbe stato indagato per istigazione e induzione a falsa testimonianza.Giustamente nei giorni scorsi sui quotidiani La Repubblica e L'Unità avete ripetutamente sottolineato tutto l'orrore di questa faccenda incresciosa, ridando all'uomo ed al poliziotto tutta la sua onorabilità. E non siete stati i soli, numerosi parlamentari (di destra, di centro e di sinistra), a partire dall'on. Violante hanno fatto lo stesso. Perché De Gennaro è stato un capo della polizia "bipartisan" nominato dal centro-sinistra, confermato dal centro-destra, nuovamente confermato dal centro-sinistra, un uomo "quattro-stagioni" come la pizza. E' vero, alla Diaz, abbiamo fatto di tutto per farci massacrare, fingendo di dormire, alzando le mani di fronte ai manganelli e chiedendo pietà. Abbiamo anche costretto un poliziotto a fingere un accoltellamento, altri a dover portare nella scuola due bottiglie molotov, altri a firmare verbali falsi, ma che altro potevamo fare? Mettetevi nei nostri panni e, cercate di non sporcarvi, perché sono ancora pieni di sangue. E il sangue, come ogni casalinga che si rispetti sa bene, non si lava facilmente. Meno male che nel frattempo altri solerti poliziotti hanno provveduto a distruggere le due molotov! E a Bolzaneto? Abbiamo fatto di tutto per costringere poliziotti, carabinieri, guardie penitenziarie, medici ed infermieri a divertirsi con noi. Non sapendo come passare il tempo, abbiamo giocato a nascondino, rimanendo anche dieci ore in piedi con le braccia alzate contro il muro e le gambe divaricate. Ma i nostri torturatori sono stati buoni con noi e non si sono nascosti tanto bene. Così si sono fatti scoprire, da noi e dalla Magistratura. Che risate ci siamo fatti mentre spaccavano la mano ad uno di noi e la cucivano senza anestesia, ci spruzzavano gas irritanti, ci accompagnavano al bagno con la testa per terra tra insulti e botte, ci minacciavano di morte e di stupro. Ancora mi piangono gli occhi al ricordo. Ma non è stata solo colpa nostra. Siamo poi stati ingannati da quei "terroristi" di Amnesty International che hanno dichiarato che a Genova c'è stata la più grande violazione dei diritti umani in un paese occidentale dal dopoguerra. E noi ci abbiamo creduto, voi no per fortuna. Che ne sapevano noi, allora, che De Gennaro, Manganelli, Gratteri ed altri, avevano un solido trascorso nell'antimafia, addirittura a fianco di Falcone e Borsellino? Vi assicuro: non ce l'hanno detto, né alla Diaz, né a Bolzaneto, altrimenti non ci saremmo fatti massacrare e torturare con il rischio di rovinare la loro splendida ed onorata carriera. Meno male che il governo Prodi ha sistemato decorosamente De Gennaro e Manganelli. Oggi sull'Unità si parla di Gratteri come uno dei probabili vice e, giustamente, il giornalista ha tralasciato di scrivere che Francesco Gratteri è uno dei 29 imputati per il processo Diaz; ringrazio il giornalista per la dimenticanza, altrimenti avrei dovuto scusarmi anche con lui. Chiedo scusa anche al dottor Manganelli, che non era a Genova nel 2001, anzi stando a quanto riportato dai vostri quotidiani era in ferie. Ebbene, sappiate che il 21 luglio, prima, durante e dopo l'irruzione alla Diaz, fu comunque in costante contatto con i dirigenti imputati, come lui stesso ha riconosciuto quando e' stato chiamato in tribunale come testimone nel processo Diaz, il giorno 2 maggio del 2007. Per alcuni davvero non ci sono mai vacanze. Per fortuna, nonostante tutto il casino che abbiamo fatto, né De Gennaro, né il governo Berlusconi, né il governo Prodi si sono lasciati sviare dalle nostre testimonianze. Infatti gli imputati, più alti in grado, per i fatti della Diaz e di Bolzaneto sono stati tutti promossi. Questori, vice-questori, dirigenti: Gilberto Caldarozzi, Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Spartaco Mortola, Filippo Ferri, Vincenzo Canterini, Alessandro Perugini. A tutti loro, a De Gennaro, a Manganelli, ed a voi giornalisti di Repubblica e dell'Unità impegnati quotidianamente nel duro lavoro di informare correttamente gli italiani, ancora grazie! Grazie a loro ed a voi abbiamo definitivamente capito cosa significano in Italia le parole: libertà, verità e giustizia. Enrica Bartesaghi
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arza1
arza1 il 20/07/07 alle 01:22 via WEB
GVG, mutais mutandis: "CHI HA DATO QUELLE INTERCETTAZIONI?" "Gli atti delle telefonate non sono stati depositati perché irrilevanti" «Ora ci devono dire da dove vengono. Chi l’ha tirate fuori. Perché non penso che quelle intercettazioni siano allegate a qualche atto, e forse non sono state mai neppure ufficialmente trascritte». Massimo Brutti, vicepresidente dei Ds al Senato e membro della commissione giustizia di palazzo Madama, chiede l’immediato intervento della magistratura per fare chiarezza sulle «presunta» intercettazione telefonica fra l’ex presidente di Unipol Giovanni Consorte e il segretario Ds Piero Fassino pubblicata ieri dal Giornale della famiglia Berlusconi. Per Brutti infatti non è possibile che quelle frasi che compaiono sul Giornale facciano parte di atti giudiziari depositati e quindi si tratta di una violazione del segreto istruttorio. Senatore perché lei ritiene che non sia possibile che quelle frasi siano state depositate? «Perché si tratta non solo di una intercettazione irrilevante dal punto di vista giudiziario, ma che riguarda un parlamentare. Quindi non credo che sia possibile che sia stata allegata a provvedimenti cautelari emessi dai magistrati. È evidente che è una speculazione politica». Come fa a esserne certo? «Perché può anche capitare che venga intercettato un parlamentare. E può persino succedere che chi non ci si renda conto che l’intercettato è un parlamentare. Ma in questo caso dubito che non sapessero che Fassino è un parlamentare» Quindi? «A quel punto, visto che si tratta di un parlamentare, se l’autorità giudiziaria ritiene che l’intercettazione sia rilevante deve chiedere l’autorizzazione al Parlamento per il suo utilizzo. Sono procedure che i magistrati conoscono benissimo. E visto che richieste non ce ne sono state è evidente che per i magistrati quelle intercettazioni non avevano alcun rilievo processuale». Però anche quest’estate erano usciti brani di conversazione. «Ma in quel caso le intercettazioni erano state depositate e quindi erano nella disponibilità delle parti e dei loro avvocati. È vero che allora furono fatti degli errori come gli sms fra Ricucci e Anna Falchi, ma qui siamo di fronte a un caso diverso perché questa intercettazione, ripeto, non è stata depositata. Non è nella disponibilità delle parti. E quindi c’è da chiedersi e da sapere chi ne aveva la disponibilità e chi le ha passate al Giornale?». I Ds chiedono l’intervento anche della Presidenza della Camera dei deputati e dell’authority sulla privacy. Ma che poteri hanno? «L'Authority può rilevare che c’è stata una violazione della privacy». E la Camera? «La Presidenza e la giunta per le autorizzazioni possono chiedere spiegazioni ai magistrati di Milano. Ma rimango convinto che l’iniziativa fondamentale ora spetti ai magistrati». Cosa si aspetta? «Che la magistratura accerti, con rigore e tempestività, chi ha violato il segreto istruttorio rendendo possibile una speculazione politica contro i Ds che non ha fondamento ».
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arza1
arza1 il 20/07/07 alle 01:24 via WEB
per chi non ha pratica con il latino: Mutatis mutandis è una locuzione latina che significa "una volta che siano cambiate [le cose] che dovevano cambiare [o essere cambiate]". L'espressione è propriamente usata ad indicare la modificazione di scenari o situazioni precedenti in correlazione con la necessità, o l'opportunità, di sottoporre a nuova verifica l'eventuale occorrenza di adeguare azioni ed interessi alle mutazioni intervenute. Sottintendendo la presenza di elementi di variabilità, la locuzione esprime anche significati comparativi, ed è per questa ragione che nel mondo anglosassone viene utilizzata con riferimento a scenari economici, quantunque con differente lettura del significato, che diviene attributo di coloro legati a comune destino in dipendenza di eventi comportanti modificazioni di comune contesto.
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arza1
arza1 il 20/07/07 alle 01:26 via WEB
RILEGGENDO SOPRA HO VISTO CHE HO PASTICCITO ( sono le 1.28 e ci sono qui a VR 35 gradi), intendevo dire , ovviamente . Mutatis mutandis
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arza1
arza1 il 20/07/07 alle 01:29 via WEB
ORA VADO A LETTO CON IL VENTILATORE, LA BORSA DI GHIACCIO, ECC... Non si possono tenere aperte le finestre perchè qui l'inquinamento fotochimico ecc.. non ti permette di respirare... ho preso anche un antistaminico (claretin) . BUONISSIMA NOTTE A TUTTI......
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tramontodelgiorno
tramontodelgiorno il 20/07/07 alle 01:32 via WEB
vai a letto arza ... hai una certa eta' E SEI RICOGLIONITA DALLO STUDIO........ vai in vacanza in val d'ARZA che a studiare e a morire c'è sempre tempo
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educatrice2
educatrice2 il 20/07/07 alle 01:34 via WEB
Il Garante della privacy ha vietato alla societa' Rti spa la diffusione di dati personali concernenti i bambini della scuola materna "Olga Rovere" di Rignano Flaminio che potrebbero aver subito abusi sessuali. "I bambini, ripresi nel filmato della perizia effettuata dai consulenti della Procura di Tivoli trasmesso ieri sera dal Tg5, risultano, infatti, identificabili a causa -si legge in una nota del Garante- di riprese chiare e ravvicinate, anche tenuto conto del ristretto contesto sociale nel quale i bambini vivono". ERA NECESSARIO, PER QUESTO, IL GARANTE?
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doctorlegum
doctorlegum il 20/07/07 alle 01:48 via WEB
GUARDA CARA EDUCATRICE2 che poco fa è giunto l'ennesimo comunicato stampa ( sono tutti uguali adesso che la frittata è fatta)Un invito «a valutare l'opportunità di dimettersi» è stato rivolto al direttore del Tg5 Clemente Mimun dall'avv. Antonio Cardamone, legale di parte civile delle famiglie dei bimbi presunte vittime di abusi a Rignano Flaminio. L'avv. Cardamone, insieme con l'avv. Franco Merlino, ha reso noto il contenuto di un fax inviato al direttore del Tg5 dopo la messa in onda ieri sera, durante il telegiornale, di un video che ha mostrato le immagini della perizia effettuata dai consulenti della procura di Tivoli su quattro bambini vittime di presunti abusi. "Nel pieno rispetto del mandato difensivo conferitoci da alcuni genitori coinvolti nella ormai nota vicenda dell' asilo di Rignano Flaminio la informiamo di aver già provveduto a dare notizia all' autorità giudiziaria del servizio mandato in onda nell'edizione serale del suo telegiornale". "I quattro bambini - evidentemente riconoscibili sono tutti difesi da noi. Le responsabilità gravissime che scaturiscono dalla messa in onda del servizio sono assolutamente ed esclusivamente a lei riconducibili. Non ci soffermiamo sulle molteplici violazioni delle leggi penali e civili, oltre che della Carta di Treviso, che sono state compiute e non ci possiamo esimere dal diffidarla ad una futura ripetizione. Non possiamo nemmeno nasconderle le evidenti ripercussioni che tutto ciò potrà comportare nella ricerca della verità. Per tutto quanto sopra esposto, e per la gravità delle violazioni commesse, la invitiamo a valutare l'opportunità di dimettersi dalla carica che attualmente ricopre". Pronta la replica di Mimun: "Il Tg5 ha trasmesso un servizio in cui si spiegavano le modalità dell'incidente probatorio; non si faceva riferimento ad alcun dettaglio dei contenuti dei colloqui tra i bambini e gli psicologi; si vedeva l'ambiente dei colloqui, con un tavolo simile ad un banco di scuola, un blocco da disegno e dei giocattoli sul pavimento e non si mostrava alcuna immagine in cui i piccoli potessero essere riconosciuti".
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monnalisa100
monnalisa100 il 20/07/07 alle 08:49 via WEB
ecco come era giusto finalmente .la tv canale 5 e sotto accusa per aver mostrato prove visive del dialogo tra i bambini e lo psicologo ...ancora una volta la vita privata di questi piccoli angeli e stata violata ,e una vera vergogna ...mi chiedo sopratutto come possano le mamme di questi bimbi permettere questo ...questo dovrebbe essere un processo tenuto a porte chiuso ...qualunque sia la verita ..i bimbi vanno protetti ,da una legge che si chiama ,silenzio stampa ,ma sopratutto rispetto ,per gli altri e per se stessi ,grazie felice giornata
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psicologiaforense
psicologiaforense il 20/07/07 alle 14:45 via WEB
l'Ordine dei giornalisti del Lazio ha deciso di convocare "per chiarimenti" il neodirettore Clemente Mimun e di rimandare la decisione dell'apertura di un'inchiesta a suo carico a dopo l'incontro. A renderlo noto è stato l'Ordine stesso che, contemporaneamente, ha inviato all'Ordine di Milano "una comunicazione" per Anna Boiardi, autrice del servizio 'incriminato'.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 20/07/07 alle 14:47 via WEB
DEPOSITATA UNA PARTE DELLA PRIMA PERIZIA RELATIVA A 4 BAMBINI. CHIESTA PROROGA PER LA SECONDA PARTE. Due dei quattro bambini vittime dei presunti abusi nella scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio sono pronti a testimoniare. E' questo il risultato delle perizie compiute dalla neuropsichiatra infantile Angela Gigante e dalle dottoresse Marilena Mazzoleni e Antonella Di Silverio che, invece, hanno chiesto una proroga per gli altri due piccoli alunni sottoposti ad indagine psicologica.
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