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« PERIZIA SUI "BAMBINI DI RIGNANO"VIOLENZA DI GRUPPO »

PERIZIA " BAMBINI DI RIGNANO"

Post n°253 pubblicato il 20 Luglio 2007 da psicologiaforense
 

NON ABBIAMO ANCORA LETTO LA PERIZIA  PSICOLOGICA DEPOSITATA QUESTA MATTINA E RELATIVA A 2 BAMBINI DI RIGNANO (i periti hanno chiesto proroga dei termini per  completare gli accertamenti peritali su altri 2 bimbi) . PERO' abbiamo avuto un breve stralcio che qui riportiamo: Vi si racconta degli incontri tra le due bambine  periziate e la professoressa Gigante. Quando la professoressa Gigante chiede chi è Patrizia (si tratta della maestra Patrizia Del Meglio) la bimba risponde: ''Patrizia, quella cattiva''. E a proposito dei giochi cattivi aggiunge: ''Quello della patatina che faceva il solletico, lo faceva a tutti quanti i bambini piccoli e lo faceva in un castello molto lontano''. Nel ''castello'' secondo il racconto della bambina alla professoressa Gigante ci andavano ''con Patrizia...con la macchina''. E alla domanda di cosa succedesse in quel castello la bimba risponde: ''Tutte cose brutte''. La bimba riferisce, a domanda, particolari su Patrizia: ''Aveva i peli tutti addosso, però era una persona che trasforma in un orso...era una magia...faceva le magie...al castello...e poi c'era Maurizio che era cattivissimo e faceva le cose brutte''.
La bimba poi nomina ancora Patrizia: ''Lei faceva tutti i giorni la bua ai bambini con le punture grossissime...giù in negozio, dentro il castello c'era un negozio, dove c'erano tutte cosette...le gomme alla fragola, le gomme alla menta, le big babol e le davano ai bambini però sono cattive''. ''Con la patatina - racconta ancora la bimba alla professoressa Gigante - adesso te lo spiego bene bene; con un pelouche facevano fare il solletico alla patatina dei bambini''.

 

 
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I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
 
>> Il castello delle streghe "cattivissime". su Sale del mondo....
Ricevuto in data 29/07/07 @ 14:18
E' giunta l'ora di spendere qualche parole su questa vicenda,visto che ancora non ne avevo parlat... (continua)
 
Commenti al Post:
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 18:54 via WEB
Questa bambina , attendibile secondo i periti, racconta di "maghi" e di un "castello molto lontano".QUALE E' IL TUO GIUDIZIO?
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 20/07/07 alle 19:59 via WEB
Le valutazioni sono compiute su due bimbe, su un complesso di 19 bambini. Ancora deve esser concluso il primo 'blocco' di 4, non e un po' presto per mettere il carro davanti ai buoi?
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 20/07/07 alle 21:04 via WEB
da quello che dicono i tg l'abuso è certo
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 21:06 via WEB
effettivamente i media diffondono il messaggio di bambini attendibili,,............. quindi abusati violentati orridamente da donne
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 21:07 via WEB
mi correggo
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 21:07 via WEB
BAMBINE VIOLENTATE DA DONNE
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 21:08 via WEB
non bambini...bambine che dovevano toccare la patatinadella maestra......non maschietti
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 20/07/07 alle 21:08 via WEB
E' COSI'
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 20/07/07 alle 21:09 via WEB
sono state esaminate dai periti 2 bambine, ATTENDIBILI
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 20/07/07 alle 21:10 via WEB
entrambe, stando a quello che dicono i giornali, parlano della MAESTRA PATRIZIA
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 20/07/07 alle 21:11 via WEB
UNA PERSONA MAGICA...CAPACE CREARE DAL NULLA UN ORSO
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 20/07/07 alle 21:12 via WEB
maestra e nonna con chiari problemi ginecologici
(Rispondi)
 
agostino88
agostino88 il 20/07/07 alle 21:13 via WEB
tanto è vero che la bimba dice, aqveva male alla patatina e questo male non sarebbe passato se io non gli avessi "toccato" la patatina
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 20/07/07 alle 21:17 via WEB
sono stati esaminati 2 bambini ... da quello che si legge due BAMBINE che con la maestra Patrizia Del Meglio hanno avuto in un castello e/o in un negozio rapporti sessuali consistenti per la minore in toccamenti alla vagina e , viceversa, per la maestra in sollecitazioni offerte alla bambina solleticando gli organi genitali esterni della stessa con peluche
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 20/07/07 alle 21:18 via WEB
QUI ANDIAMO SUL MORBOSO...
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 21:22 via WEB
PSYCO NON TI PRONUNCI?????????????
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 21:24 via WEB
c'è molto che non va..................
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 21:24 via WEB
non convincono... quello che tu scrivi è agghiacciante
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 21:26 via WEB
bambina che parla di castello , di negozio (dove sarebbe stata portata in orario scolasttico e in un paese dove tutti si conoscono)con PATRIZIA maestra magica capace di far comparire un orso.........
(Rispondi)
 
umberta8080
umberta8080 il 20/07/07 alle 21:27 via WEB
Lo "scoop" su Rignano è stato una mano santa per gli ascolti del Tg5. Oltre 4milioni 244mila spettatori, con una media del 28,12% hanno infatti seguito ieri sera l'edizione del tg di Mimun delle 20 in cui è stato mostrato il filmato con la perizia effettuata dai consulenti della Procura di Tivoli su alcuni bambini vittime di presunti abusi nella scuola materna del comune laziale. Nei primi minuti del tg, durante i quali è andato in onda il discusso video, la percentuale registrata era ancora piu' alta: il 29,30% circa. E la distanza con il Tg1 si è ulteriormente assottigliata. Il Garante per la Privacy ha però vietato a Mediaset ''la diffusione di dati personali concernenti i bambini della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio che potrebbero aver subito abusi sessuali''.
(Rispondi)
 
umberta8080
umberta8080 il 20/07/07 alle 21:28 via WEB
E LA TV DETERMINA LA VERITA'... se è stato detto in TV sarà sicuramente vero
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 21:28 via WEB
NON CONFONDETE LE ACQUE!!!
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 21:30 via WEB
vi do alcune indicazioni per capire meglio e approfondire: Perizia nel processo penale I test mentali nella perizia psichiatrica (in collaborazione con Vagaggini M.), in Bollettino Informazioni del Consiglio dell’Ordine Avvocati e Procuratori di Milano, n. 4, 1973; Lo psicologo nel nuovo processo penale, in Psicologia italiana, n. 1, 1979, pp. 21-23; L’azione omicida: problemi di imputabilità, in Andreani F. e Cesa Bianche M. (a cura di), Il discontrollo omicida, Franco Angeli, Milano, 1981, pp. 11-44; L’imputabilità: differenti paradigmi, in La diagnosi psicologica in psichiatria forense, SIRP, Roma, 1983, pp. 1-39; Punizione e responsabilità sociale, in Rudas N., Ermentini A. (a cura di), Il problema etico-deontologico in psichiatria, Atti del Primo Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria Forense, Psichopathologia, vol. 1, 1987, 99-103 La questione imputabilità, in Trattato di psicologia giudiziaria nel sistema penale, cap. III, Giuffrè, Milano, 1987, pp. 75-145; Giudicare senza conoscere l’imputato, in Ricerche di psicologia, nn. 3-4, 1988, pp. 188-201; Notizie sulle perizie psicologiche, in Ass. Unitaria psicologi italiani, mensile, n. 6, 1991, pp. 58-59; Critiche ed indicazioni relativamente al divieto di perizia psicologica nel nuovo processo penale, in Nuovi percorsi in psichiatria forense, Atti vol. III Congresso Nazionale della Società Italiana di Psichiatria Forense, Cagliari, Chia Laguna, 31/5-6/6 1992, pp. 287-288; La responsabilità umana dal punto di vista psico-giuridico, in Gulotta G., Zettin M., Psicologia giuridica e responsabilità, Giuffré, Milano, 1999, pp. 1-25; Psicologia e processo penale (in collaborazione con D. Vittoria, A. Righi, P. Farinoni) in Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico, Giuffrè, Milano, 2000, pp.339-441; Metodologia peritale per lo studio dei casi: un esempio di come redigere una perizia in Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico, Giuffrè, Milano, 2000, pp.1221-1231; Periti e perizie, consulenti e consulenze (in collaborazione con A. Righi, D. Vittoria, P. Bestonso) in Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico, Giuffrè, Milano, 2000, pp.1313-1345; Proposte per regolamentare la perizia psicologica sull’imputato in Elementi di psicologia giuridica e di diritto psicologico, Giuffrè, Milano, 2000, pp.1373-1374;
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 21:31 via WEB
QUI A VR SI USANO QUESTI TESTI DI RIFERIMENTO
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 20/07/07 alle 21:31 via WEB
PER VR intendevo UNIVERSITA' DI VERONA
(Rispondi)
 
educatrice2
educatrice2 il 20/07/07 alle 21:36 via WEB
i CHIARIAMO PERCHE SONO DISGUSTATA ( quale protezione dei minori?) i bambini non sono né ventriloqui, né burattini di genitori, nè di psicologi, periti o altri adulti "manipolatori."
(Rispondi)
 
educatrice2
educatrice2 il 20/07/07 alle 21:36 via WEB
I BAMBINI DICONO SEMPRE LA "LORO" VERITA'
(Rispondi)
 
educatrice2
educatrice2 il 20/07/07 alle 21:37 via WEB
questi sfotunatissimi alunni di rignano da più di un anno sono immersi 24 h su 24 h in problemi di abusi e di sesso.............
(Rispondi)
 
educatrice2
educatrice2 il 20/07/07 alle 21:38 via WEB
E' CERTO CHE SONO STATI ABUSATI
(Rispondi)
 
educatrice2
educatrice2 il 20/07/07 alle 21:38 via WEB
MA DA CHI????????????????????
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 21:41 via WEB
MI FA SCHIFO TUTTO QUESTO..........
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 21:41 via WEB
STAMO PARLANO DI DUE BAMBINE DI QUATTRO ANNI......... UNA DI QUESTE SI E' ESOPRESSA NEI MODI QUI RIPORTATI.........
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 21:47 via WEB
FACCIO QUALCHE ESEMPIO DI PROGRAMMI PER BAMBINI DI 4 ANNI: Riccardin dal ciuffo: Una favola di teatro ragazzi sull'importanza dell'andare oltre le apparenze. Se un principe, brutto ma intelligente, si innamora di una principessa tanto bella quanto stupida, molti possono credere che sia un amore impossibile. La forza dei sentimenti ci insegna, invece, che la bellezza di una persona si trova dentro di lei e che l'intelligenza ha solo bisogno di un piccolo aiuto per venire fuori. Questa volta la magia più grande che la fata Artemisia ha compiuto è stata di infondere ai suoi pupilli fiducia in loro stessi ed insegnargli ad andare oltre le apparenze e l'esteriorità. Pierino e il Lupo La celebre fiaba tradizionale di "Pierino e il lupo", musicata da Sergej Prokofiev narra la storia di un ragazzo che, con l'aiuto dei suoi inseparabili amici animali, riesce a catturare un ferocissimo lupo. Ogni personaggio della storia è contraddistinto da uno specifico strumento musicale, che ne facilita l'identificazione e che ha reso giustamente notissima questa fiaba musicale che Prokofiev aveva composto con lo scopo di educare alla musica i ragazzi delle scuole elementari russe. L'allestimento vede in scena un direttore d'orchestra-narratore, che presenterà e condurrà i bambini attraverso la storia, messa in scena da una serie di pupazzi animati a vista. Favolando con Matteo Belli Fabulazione per bambini Un grande contenitore spettacolo con musica, giochi, cartoni, art attack e tanto altro ancora... I racconti della buonanotte Raccontati dalla mascotte di Isola Montagnola, Ghiro Ghirotto. Associazione Culturale Ca' Rossa Favolando con Matteo Belli Fabulazione per bambini Sabato 1 febbraio - ore 16.30 Ratatabum Un grande contenitore spettacolo con musica, giochi, cartoni, art attack e tanto altro ancora...
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 21:47 via WEB
F A B U L A Z I O N E ....
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 21:48 via WEB
è chiaro il significaton di questa parole in termini espliciti ed impliciti...............
(Rispondi)
 
summainiuria
summainiuria il 20/07/07 alle 21:52 via WEB
COSI' NON VA..................
(Rispondi)
 
summainiuria
summainiuria il 20/07/07 alle 21:53 via WEB
FACCIO MIE LE OSSERVAZIONI DEI COLLEGHI DI ROMA
(Rispondi)
 
summainiuria
summainiuria il 20/07/07 alle 21:53 via WEB
ARGOMENTANO COSI':
(Rispondi)
 
summainiuria
summainiuria il 20/07/07 alle 21:53 via WEB
"I periti hanno fatto troppo, cioè non si sono limitati a testare la capacità di testimonianza dei minori, ma li hanno interrogati sui fatti oggetto d'indagine il che non era loro consentito, perché si tratta di un accertamento rimesso al giudice". Così ha affermato l'avvocato Giosuè Bruno Naso, difensore di Silvana Candida Magalotti, una delle maestre della scuola materna 'Olga Rovere', di Rignano Flaminio, accusata di far parte di un gruppo di pedofili. Il penalista interviene dopo che i consulenti nominati dal gip di Tivoli hanno depositato il proprio dossier su due bimbe, confermando la capacità a riferire delle piccole. L'avvocato Naso, ha poi aggiunto: "I miei rilievi sono di metodo e di merito, riguardo le modalità con cui i bimbi sono stati interrogati ed al fatto che a me sembra che l'approccio sia stato orientato. Nel senso che l'opera dei periti soffre di un pregiduzio di fondo, cioè i bimbi sono stati abusati. Quando invece questa cosa deve essere accertata dal processo". Inoltre il legale sottolinea di avere cautela. Le valutazioni sono compiute su due bimbe, su un complesso di 19 bambini. Ancora deve esser concluso il primo 'blocco' di 4, non si può metter il carro davanti ai buoi. Il lavoro da compiere, per arrivare alla verità, insomma, è ancora lungo. Il 24 aprile scorso la Magalotti, insieme con le sue colleghe Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio, con il marito di quest'ultima Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti, l'immigrato dello Sri Lanka, Kelum Weramuni De Silva, furono arrestati. Il 10 maggio, su disposizione del tribunale del riesame di Roma, sono stati poi scarcerati. Nel frattempo nell'inchiesta è comparsa un'altra insegnante della 'Rovere', Assunta Pisani. L'avvocato Domenico Naccari, difensore di Kelum, ha detto: "Siamo sereni, a nostro parere non è cambiato nulla. Il nostro consulente è già al lavoro per fare le controdeduzioni a questa prima perizia disposta dal gip. La posizione di estraneità del mio assistito rimane comunque confermata anche dai racconti di queste prime bimbe che non individuano una persona di colore".
(Rispondi)
 
summainiuria
summainiuria il 20/07/07 alle 21:53 via WEB
CI SONO VIZI LOGICI??????
(Rispondi)
 
pippo_217
pippo_217 il 20/07/07 alle 23:36 via WEB
Ma perchè si insiste tanto ? Perchè tanti professionisti, si lasciano manipolare, manipolando a loro volta la già artificiosa verità ? Per l'onorario ?! A chi serve questo polverone ? Forse ci sono altre notizie, che per qualcuno, è meglio che sfumino ? Perchè Mediaset trasmette in orario familiare, dati ed immagini estremamente sensibili, tanto da muovere il relativo garante ? Share ?! In tutto questo baillame di interessi privati, è lecito pensare che qualcuno, ancora, voglia soddisfare l'interesse pubblico ? Oppure anche lui, diviene marionetta tra le marionette, ingorgato dal meccanismo dell'interesse ?! Ho voluto dare questa forma alle sensazioni che provo, ogni volta che sento parlare degli ex bimbi, di Rignano Flaminio. (Fra un po' andranno a fare il militare e saremo ancora al terzo gruppo, da valutare !!!!). (Valutare ????) . In ogni caso, devo dire, che è vero, la verità processuale, è una cosa, legata solo a fatti concreti, prove, e sempre legata indissolubilmente ad un giusto garantismo, a volte, dai ridondanti effetti. La verità, è un'altra cosa.
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 20/07/07 alle 23:47 via WEB
Il Prof. Giuseppe Di Federico, ci ha segnalato l’articolo da lui pubblicato su “Libero” del 12 luglio. Di Federico è docente di diritto dell’ordinamento giudiziario dell’Università di Bologna, che dell’Istituto Universitario della sua disciplina ha fatto il centro di studio e documentazione della “questione magistratura” e della “questione giustizia” più vitale e ricco di dati, se non unico, nel nostro Paese. Di Federico è stato nello scorso quadriennio componente del C.S.M., dove ha svolto un ruolo, inconsueto per la sua chiarezza ed efficacia in quel consesso.
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 20/07/07 alle 23:47 via WEB
Il Prof. Giuseppe Di Federico, ci ha segnalato l’articolo da lui pubblicato su “Libero” del 12 luglio. Di Federico è docente di diritto dell’ordinamento giudiziario dell’Università di Bologna, che dell’Istituto Universitario della sua disciplina ha fatto il centro di studio e documentazione della “questione magistratura” e della “questione giustizia” più vitale e ricco di dati, se non unico, nel nostro Paese. Di Federico è stato nello scorso quadriennio componente del C.S.M., dove ha svolto un ruolo, inconsueto per la sua chiarezza ed efficacia in quel consesso. L’articolo che riproduciamo, quasi integralmente, merita la più ampia diffusione e il più convinto consenso. Esso affronta una questione che non si è manifestata solo nella discussione parlamentare dell’ultimo sconcio in fatto di ordinamento giudiziario, imposto dai magistrati e portato avanti dal centrosinistra con le “stampelle” di Andreotti & Co., ma che è una vecchia aspirazione dell’oltranzismo corporativo dei magistrati italiani: quello di dover far parte di una sorta di “corpo mistico”, automaticamente investito nell’insieme ed in tutti i suoi appartenenti del sapere e delle capacità divinatorie, senza quindi bisogno di alcuna selezione, progressione di qualificazioni, necessità di differenziazione di livelli e di responsabilità: tutti uguali, dunque, come i Cavalieri della Tavola Rotonda, anche, magari, in qualche cornificazione al Re Artù, rappresentata dal far rivivere gerarchie, condizionamenti e carriere attraverso le beghe correntizie e associazioniste. Di Federico, acutamente, sottolinea come, intendendo procedere su questa strada dell’oltranzismo corporativo fatto proprio e patrocinato dal C.S.M., questo abbia finito per sostenere la sua decadenza da una funzione che gli è assegnata dalla Costituzione: quella di provvedere alle “promozioni dei magistrati”, promozioni che si intendono, invece, abolire. Così il richiamo al mito dei Cavalieri della Tavola Rotonda si traduce, purtroppo, in realtà ordinamentale ed anche quello, diciamo così, delle corna a Re Artù (in persona del C.S.M.) diventa assai meno mitico e più concreto.
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 20/07/07 alle 23:48 via WEB
se avete letto quello che ho scritto capite perchè io aspetti un GIUDICE A RIGNANO
(Rispondi)
 
diego1930
diego1930 il 20/07/07 alle 23:50 via WEB
GV GIUSTI parliamo di scientificità della perizia psicologica psichiatrica
(Rispondi)
 
diego1930
diego1930 il 20/07/07 alle 23:50 via WEB
Il termine metodologia proviene dal latino methodus, che a sua volta proviene dal greco methodos, parola composta da meta e hodos, strada, la strada che si percorre, la direzione a una meta. Per Socrate l’attività che ha per fine una conoscenza deve attenersi a delle regole come ogni altra arte; per Aristotele, il metodo era già indagine di per se stesso, “arte” della ricerca. Nel campo forense ritengo, che la metodologia peritale non deve essere intesa in senso etico o filosofico-politico, ma più correttamente in senso epistemologico della filosofia delle scienze. La psichiatria forense, però, non va confusa con la Psicologia, la Sociologia o la Storia per il solo fatto che queste si occupano di attività scientifica. Per altri versi, non va nemmeno considerata sostitutiva della criminologica clinica, trattandosi di due specializzazioni post-lauream sovrapponibili, ma con l'intesa filologica che così come l'ingegneria l'insegna e la spiega l'ingegnere, allo stesso modo il crimine ci rimanda per competenza al criminologo (clinico) e non allo psichiatra. Capire il nesso casuale tra un evento criminoso ed il diritto penale è compito specialistico del criminologo clinico, non di altre figure professionali, poiché l'attività peritale deve attenersi a dei criteri di scientificità, ragion per cui, la perizia non potrà essere richiesta allo psicologo, in quanto la psicologia si occupa di condotte mentali in generale e la psicoanalisi o altre teorie psicologiche o psicoanalitiche hanno poco o nulla di scientifico. La psichiatria in genere di fronte alla psiche si pone in un atteggiamento scientifico, tuttavia al perito in tribunale non è richiesta una competenza medico-biologica, ma scientifica, vale a dire, attinente alla logica. Il giudice non chiede al perito di curare l'imputato o di diagnosticare in base a quali patologie vere o presunte l'imputato ha commesso o no il reato (perché così agendo -come avviene puntualmente- si confonde la diagnosi clinica con la perizia), ma più correttamente d'individuare la conditio sine qua non (ai sensi dell'art. 40 del codice penale) senza la quale l'azione criminosa non sussiste. Stante così le cose non soltanto la Psicologia è estranea al sapere peritale scientifico, ma anche la Psichiatria forense, poiché, una volta privata dell'approccio medico-biologico, offre soltanto un insieme di teorie, e mi riferisco: all'indirizzo psicodinamico, indirizzo sociologico-culturale, indirizzo comportamentistico e cognitivo, all'indirizzo fenomelogico-esistenziale. Affermiamo, allora, che la metodologia peritale è una disciplina scientifica attinente alla produzione di un linguaggio scientifico e al perito psichiatra forense non gli è sufficiente la conoscenza della psichiatria di per sé, ma gli occorre anche la competenza del ragionamento scientifico. Ciò perché, in primo luogo, la scienza non è solo oggetto di osservazione, ma anche di ricerca; poi perché, a noi interessa definire lo stretto rapporto tra il porsi degli obiettivi peritali (quesiti del giudice e della ricerca) e individuare il metodo (o "i" metodi) per raggiungerli, elaborando delle regole di corrispondenza e delle tecniche vincolate da un rigore logico, senza però che la ricerca peritale parti da qualche postulato legalista o pregiudizio (proprio o sociale). Dunque, definisco metodologo colui che studia, analizza, elabora la tecnica e la teoria della ricerca peritale. Tuttavia, non tutti i problemi della ricerca sono metodologici. Lo sono soltanto quelli razionali e regolabili. Il fatto che lo scienziato fisico generalmente non partecipa al fenomeno che sta studiando, al contrario dello scienziato sociale, porta molti ricercatori a chiedersi se la ricerca nella scienza sociale potrà mai essere realizzata come nella scienza fisica. La disputa sulla differenza tra le scienze fisiche e le scienze sociali s’impernia sulla metodologia non sul metodo. Intendiamo come metodo semplicemente la tecnica o lo strumento di ricerca utilizzato per raccogliere i dati. In campo psichiatrico forense una volta acquisita la competenza del ragionamento scientifico a base metodo-logica, possiamo chiamare metodi tutti gli indirizzi suddetti, che appartengono alla psichiatria. Anche se non c’è dubbio, che nelle scienze fisiche si usano strumenti diversi da quelli utilizzati nelle scienze sociali (i fisici non usano i sondaggi di opinione come i sociologi non utilizzano i microscopi elettronici). Tuttavia, è anche vero che gli strumenti differiscono ampiamente tra loro anche all’interno delle scienze fisiche e all’interno delle scienze sociali, ed inoltre, alcune differenze di metodo tra le scienze fisiche e le scienze sociali sono di grado piuttosto che di genere; ad esempio, il ricercatore utilizza la tecnica dell’osservazione sia che usi un microscopio elettronico, una batisfera, uno specchio unidirezionale oppure l’osservazione partecipante di per se stessa. Col termine metodologia intendo la filosofia del processo di ricerca. Essa comprende gli assunti ed i valori che servono da base razionale della ricerca, gli standard o i criteri che il ricercatore utilizza per interpretare i dati e per pervenire alle conclusioni. Una metodologia di ricerca determina fattori come il modo di formulare le ipotesi e di definire il grado di conferma necessario per decidere se respingere o meno un’ipotesi. La metodologia delle scienze fisiche è attualmente più rigorosa della metodologia delle scienze sociali. In particolare, gli scienziati fisici tendono molto più degli scienziati sociali a definire i rapporti tra variabili in termini esatti, di solito sotto forma di equazioni matematiche. Lo scienziato sociale si accontenta spesso di dimostrare l’esistenza di un rapporto tra due variabili senza dire alcunché sulla natura di tale rapporto. La possibilità che la metodologia della scienza sociale possa mai riprodurre la metodologia della scienza fisica è una questione filosofica che ci coinvolge poco e, probabilmente, è anche priva d’importanza. La questione principale è che esiste un’ampia gamma di metodologie alternative o di approcci e criteri per la comprensione dei fenomeni sociali. Nella scienza sociale questi variano dal qualitativo al quantitativo. Alcuni ricercatori dapprima scelgono un problema di ricerca e poi stabiliscono quale prospettiva metodologica sia superiore alle altre per quello studio. Altri ricercatori si sentono intellettualmente vincolati ad una particolare prospettiva metodologica e scelgono un problema di ricerca congruente con tale prospettiva. Alcuni scienziati sostengono che la scienza è razionale in quanto non basata sulla metodologia, altri invece sostengono esattamente il contrario. In campo peritale forense, però, per ancorare a dei criteri di scientificità l'attività psichiatrica forense o criminologica clinica dobbiamo partire dalla consapevolezza, che alla base della razionalità scientifica c’è sempre il ragionamento. Ciò perché, com' è noto, la ragione scientifica si realizza per mezzo del ragionamento, vale a dire, in virtù di proprietà linguistiche, che giustificano sul piano logico una scelta in base a motivi prevalentemente oggettivi, ossia in base a delle proposizioni vere, che sono tali a prescindere da chi li pone in essere. La proposizione "Tutti i corvi sono neri" e vera finché effettivamente tutti i corvi sono neri, sarà sufficiente dimostrare che un solo corvo non è nero e la proposizione è da ritenersi falsa. Allo stesso modo, la proposizione "L'imputato non è in grado d' intendere e volere" è da ritenersi vera finché tutte le condizioni che portano ad affermarla non sono smentite, sarà sufficiente che un solo elemento non sia vero e la proposizione è falsa. Di conseguenza, nel campo peritale psichiatrico-forense definisco come scientifica una soluzione peritale quando è la conclusione di un’inferenza operata tramite procedure (logiche), utilizzando sempre nelle premesse, come condizione necessaria, l’evidenza empirica. Premesso, che la ricerca è logica applicata e non pura, diremo che una ricerca in perizia è valida quando l’interpretazione di un argomento è valida. L’argomento valido richiede premesse non contraddittorie, ma attendibili. Inoltre, la validità riguarda il rispetto delle regole inferenziali usate nelle operazioni di ricerca. Ma qui bisogna rilevare, che il criterio classico strutturale che suddivide la logica deduttiva (inferenze certe) e induttiva (inferenze incerte) va integrato con ulteriori criteri pragmatici attinenti all’uso che dobbiamo fare della logica, secondo cui, appaiono e scompaiono fallacie e paradossi. Infatti, secondo Putnam, “un’assunzione può essere accettabile razionalmente ma, al tempo stesso, non vera”. A noi interessa affermare che la razionalità scientifica esclude alcuni errori possibili; in questo senso, l’ottica della ricerca scientifica non è quella di avvicinarci alla verità, ma di allontanarci il più possibile dall’errore. Il criterio di verità è argomentativo (almeno in parte, metodologico), non semantico: "vero è ciò che si basa su argomentazioni fondate”. Ciò che la scienza può garantire è l’eliminazione di alcune (o molte) fallacie, non la verità semantica dei propri risultati. Infatti, diciamo subito che in termini epistemologici noi parliamo di verità peritale solo in senso gnoseologico, non altro. Nella ricerca, dunque, il risultato vero viene a coincidere con quello valido, ma la validità non va confusa con la rilevanza teorica; poiché non è nemmeno detto che i risultati di una ricerca valida siano necessariamente interessanti, anzi, a volte avviene proprio il contrario. L’attenzione data ai problemi di metodo può fare trascurare quelli di “sostanza”. Il fatto è che i problemi di sostanza risolti senza metodo sono piuttosto “facili”; e una ricerca stimolante, ma non valida, non ha alcun interesse scientifico. Alla domanda in perizia: "Come fai a sostenere questo?" si risponde elencando le premesse che sostengono la conclusione, se qualcuna delle premesse viene contestata, s' illustrano i motivi per cui la si è affermata, ripetendo il procedimento. Da qui l’importanza dell’esplicitazione e della documentazione della ricerca, che fa comprendere come qualsiasi risultato sia discutibile. L’argomento della ricerca è sempre complesso e questo vale per la ricerca sociale, scarsamente formalizzata, induttivamente debole, retoricamente ricca, ma a maggior ragione “in perizia”, dove le argomentazioni usate dal perito di turno, spesso, sono del tutto soggettive, poiché non poggiano su alcun fondamento teorico o empirico, mutando l’argomentazione in una mera autorità o in un vero arbitrio, là dove il risultato della perizia anziché come “parere tecnico qualificato” viene dato addirittura come una “prova inconfutabile”. Il ragionamento scientifico si differenzia dagli altri tipi di ragionamento perché deduttivo e induttivo, legato all’evidenza empirica e teorica. Il sapere scientifico si caratterizza per il vincolo empirico, il rigore logico, la cura e la precisione con cui vengono trattate le operazioni. Sono queste le proprietà che lo definiscono scientifico e che lo differenziano dalle altre esperienze umane. L’affermazione che la razionalità scientifica non è quella metodologica, nel senso che è riducibile a essa, è condivisibile; non lo è quando l’affermazione esclude la razionalità metodologica da quella scientifica. Quest’ultima resta un sottoinsieme della prima, anche se non coincidente con essa. Una concezione razionale può collocare e valutare diversamente la metodologia nell’attività scientifica, non essere anti-metodologica o pro-metodologica. Se la scienza non è "la" metodologia, tuttavia la metodologia è sua condizione necessaria. La moderna metodologia non teorizza più "il" metodo, unico ed esclusivo, cui ridurre tutta l’attività scientifica, e mediante cui definirla, ma "i" metodi restano la parte qualificante della ricerca scientifica e sono individuati in base alla metodologia del metodo. Del resto, se individuiamo la scienza nelle regole della logica, dobbiamo accettare anche quelle della metodologia che le interpretano. La metodologia non è che la realizzazione operativa (di parte) dell’argomentazione. Vi sono (molte) operazioni che si ripetono (a un certo livello di astrazione), che possono essere oggetto di attenzione, migliorabili sul piano dell’efficacia o dell’efficienza. Ma non tutti i comportamenti scientifici sono oggetto della metodologia, né qualsiasi argomentazione può dirsi metodologica. La razionalità metodologica è parziale anche in questo senso, perché si occupa solo delle attività utilmente regolabili per la ricerca. Le altre sono escluse dal suo dominio d’indagine. Per fare un esempio, in perizia scientifica non ci interessa né la retorica né la dialettica eristica, che appartengono al (fare e) dire avvocatesco, ma non peritale. La metodologia, dunque, aiuta il ricercatore a risolvere i suoi problemi ed a seconda di come lo aiuta abbiamo i diversi ambiti metodologici. Noi distinguiamo una metodologia pura da una applicata. Qualla pura si realizza prima della ricerca, l'altra, applicata dentro la ricerca; la prima è propria del metodologo, la seconda del ricercatore. Compito del metodologo è costruire le tecniche, compito del ricercatore è quello di applicarle, tenendo conto della situazione in cui opera e del linguaggio che intende modificare. La situazione in cui il ricercatore opera è sempre particolare, mentre le regole sono generali. La divisione e la diversità dei compiti tra metodologo e ricercatore non escludono la cooperazione né sminuiscono l’importanza che il fare ricerca ha per il metodologo. La ricerca deve far parte delle sue esperienze professionali: le regole si costruiscono sui problemi e i problemi, più che astrattamente, si incontrano nella ricerca. La metodologia, dunque, è anche una meta-ricerca. Il perito allora deve agire sia come metodologo e sia come ricercatore, oltre che come esperto nella propria disciplina. Fino ad oggi, in perizia psichiatrica forense si è adottato una "metodologia del risultato". In tal caso, il perito per risolvere un problema parte da qualche pregiudizio, fornitogli sia dalla teoria (o più genericamente dalle conoscenze esistenti) sia dalla cultura cui appartiene, se non altro dalla sua personalità. Questi pregiudizi consistono in generici orientamenti, in semplici schemi concettuali o in precise ipotesi. Dall’esame delle concordanze o delle discordanze delle informazioni analizzate con i pregiudizi, il perito si forma delle ulteriori convinzioni, che vanno a rafforzare le precedenti, a modificarle od a eliminarle. Termina così l’attività più propriamente giustificata. Invece, quando il perito adotta la "metodologia del metodo", per evitare che sia il pregiudizio a guidarlo nella ricerca deve ricorrere alla costruzione delle regole (poiché senza regole la ricerca è incontrollata e incontrollabile); queste regole usate dai periti vengono costruite dal metodologo. Per comprendere tutto ciò seguiamo lo schema dello studioso von Wright, che così suddivide le norme: a) regole (come sono quelle del gioco); b) prescrizioni (come sono quelle morali); c) norme direttive o tecniche (come sono quelle ingegneristiche). In questa classificazione le regole metodologiche fanno parte delle norme direttive o tecniche. L’enunciato tecnologico è un condizionale che rappresenta una relazione mezzo-fini, dove il fine è l’obiettivo cognitivo, i mezzi sono le risorse cognitive. Inizialmente, il perito opera nell’ambito dello schema fine-mezzi: dato il fine, ossia il quesito del Giudice, cerca i mezzi (sia ricorrendo al metodo della metodologia e sia all’uso degli appositi strumenti) per raggiungerlo. Successivamente converte lo schema in quello mezzo-fini: opera sui mezzi per ottenere un fine seguendo la metodologia del metodo. Il corpo enunciativo del metodo consiste nell’insieme di queste regole che esprimono il rapporto mezzo-fini. Esse non risolvono necessariamente un problema, aumentano la sua probabilità di risoluzione corretta; combattono l’aleatorietà dei comportamenti, minimizzando le scelte arbitrarie, respingendo quelle fallaci. Senza questo rigore metodo-logico la perizia psichiatrica forense rimane nella vaghezza e può anche essere pericolosa. Riuscire ad usare in perizia le regole della ricerca scientifica non rende, ovviamente, la psichiatria una scienza, ma aiuta lo psichiatra (o meglio ancora il criminologo clinico) ad allontanarsi il più possibile dall’errore, anche se nulla di vero, assoluto ed universale, può riferire al giudice.
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diego1930
diego1930 il 20/07/07 alle 23:51 via WEB
GVGIUSTI SEI IN SINTONIA???????????
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gvgiusti
gvgiusti il 21/07/07 alle 10:57 via WEB
Leggo solo ora il tuo lunghissimo commento. Il tema che proponi riguarda l'essenza della logica medico legale. E' sabato mattina e non sono in grado di proporre a mia volta una discussione al riguardo. Ti invito però ad andare a http://www.freewebs.com/gvgiusti > blog dove ci sono 13 (se non ricordo male) post su questo argomento. ciao
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bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 23:51 via WEB
ciurlate nel manico????
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bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 23:52 via WEB
QUESTI I FATTI DEL PROCESSO
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bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 23:53 via WEB
COSI' SI SONOM ESPRESSI QUESTI PERITI, LEGGETE QUI.........
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bibiosa
bibiosa il 20/07/07 alle 23:53 via WEB
"Accanto a sintomi di natura specifica, la bambina ha presentato segni specifici in relazione ad un'esposizione ad un trauma di natura sessuale". E' uno dei passaggi delle conclusioni della perizia sulle due bambine di Rignano Flaminio presunte vittime di abusi sessuali, redatta dai consulenti del gip del Tribunale di Tivoli, che ha stabilito che le due bambine possono testimoniare nell'incidente probatorio. Secondo quanto scrivono le tre consulenti - che hanno redatto un documento di oltre 150 pagine - in risposta ai quesiti del gip Elvira Tamburelli (Angela Giganti, Antonella Di Silverio e Marilena Mazzolini), l'esposizione al trauma sessuale si evidenzia in "curiosità morbosa nel confronti della sessualità e dei genitali, giochi dai contenuti fortemente erotizzati sia soli che in compagnia di un coetaneo, condotte sessualizzate accompagnate da sentimenti di colpa e vergogna evidenziati da un comportamento che la porta a spogliarsi, essere eccitata, toccarsi i genitali". Inoltre, spiega la relazione. la bambina "verbalizza contenuti riferentisi a rapporti sessuali e/o ad aspetti della sessualità adulta, difficilmente patrimonio dell'esperienza di una bimba della sua età". Al di la' delle differenze, entrambe le minori, a parere delle esperte, hanno presentato "capacita' percettive adeguate e per certi versi accurate" e "una memoria sufficientemente conservata per fatti che attengono agli aspetti della vita quotidiana". Nessun dubbio, quindi, sul fatto che siano "idonee a rendere testimonianza in merito ai fatti oggetto di denuncia". I periti hanno detto che le bimbe "presentavano al tempo una condizione di sofferenza psicologica, evidenziatasi attraverso un corredo sintomatologico di notevole rilevanza" e manifestavano "segni e sintomi tipici di un disturbo post traumatico da stress (disturbi del sonno, alimentazione, perdita di controllo degli sfinteri, cambiamento del carattere sotto forma di isolamento, diminuzione della comunicazione e oscillazione dell'umore, stato d'ansia e irritabilita')". Entrambe, poi, sarebbero state esposte a traumi di natura sessuale consistiti a vario titolo in "curiosita' morbosa nei confronti della sessualita' e dei genitali, giochi dai contenuti fortemente erotizzanti sia sole e che in compagnia di un coetaneo, condotte sessualizzate accompagnate da sentimenti di colpa e vergogna, evidenzianti una condizione di overstimolation (spogliarsi, essere eccitata, toccarsi i genitali), verbalizzazione di contenuti riferentisi a rapporti sessuali e/o aspetti della sessualità adulta, masturbazione compulsiva". Una minore, in particolare, aveva "una persistente irritazione della zona anale e vaginale, accompagnata a dolore nelle manovre di igiene personale, riscontrata dai genitori". Il tutto - secondo il pool peritale - è "difficilmente patrimonio dell'esperienza" di bimbe di pochi anni.
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servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 23:56 via WEB
CON RISPETTO PER TUTTI.........
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servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 23:56 via WEB
MA UNA VOLTA, UNA VOLTA SOLA VOGLIAMO SENTIRE UNA DIVERSA CAMPANA?
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servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 23:57 via WEB
COSI', per sport, senza impegno in una caldissima serata di luglio, quando tutti maledicono il destino...........
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servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 23:58 via WEB
"I periti hanno fatto troppo, cioè non si sono limitati a testare la capacità di testimonianza dei minori, ma li hanno interrogati sui fatti oggetto d'indagine il che non era loro consentito, perché si tratta di un accertamento rimesso al giudice". Così ha affermato l'avvocato Giosuè Bruno Naso, difensore di Silvana Candida Magalotti, una delle maestre della scuola materna 'Olga Rovere', di Rignano Flaminio, accusata di far parte di un gruppo di pedofili. Il penalista interviene dopo che i consulenti nominati dal gip di Tivoli hanno depositato il proprio dossier su due bimbe, confermando la capacità a riferire delle piccole. L'avvocato Naso, ha poi aggiunto: "I miei rilievi sono di metodo e di merito, riguardo le modalità con cui i bimbi sono stati interrogati ed al fatto che a me sembra che l'approccio sia stato orientato. Nel senso che l'opera dei periti soffre di un pregiduzio di fondo, cioè i bimbi sono stati abusati. Quando invece questa cosa deve essere accertata dal processo". Inoltre il legale sottolinea di avere cautela. Le valutazioni sono compiute su due bimbe, su un complesso di 19 bambini. Ancora deve esser concluso il primo 'blocco' di 4, non si può metter il carro davanti ai buoi. Il lavoro da compiere, per arrivare alla verità, insomma, è ancora lungo. Il 24 aprile scorso la Magalotti, insieme con le sue colleghe Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio, con il marito di quest'ultima Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti, l'immigrato dello Sri Lanka, Kelum Weramuni De Silva, furono arrestati. Il 10 maggio, su disposizione del tribunale del riesame di Roma, sono stati poi scarcerati. Nel frattempo nell'inchiesta è comparsa un'altra insegnante della 'Rovere', Assunta Pisani. L'avvocato Domenico Naccari, difensore di Kelum, ha detto: "Siamo sereni, a nostro parere non è cambiato nulla. Il nostro consulente è già al lavoro per fare le controdeduzioni a questa prima perizia disposta dal gip. La posizione di estraneità del mio assistito rimane comunque confermata anche dai racconti di queste prime bimbe che non individuano una persona di colore".
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servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 23:58 via WEB
I periti hanno fatto troppo, cioè non si sono limitati a testare la capacità di testimonianza dei minori, ma li hanno interrogati sui fatti oggetto d'indagine il che non era loro consentito, perché si tratta di un accertamento rimesso al giudice".
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servoarbitrio
servoarbitrio il 20/07/07 alle 23:59 via WEB
soffermiamoci a pensare...... E SE FOSSI IO L'ACCUSATA ?????
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deontologiaetica
deontologiaetica il 21/07/07 alle 00:01 via WEB
VEDO ORA.........
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deontologiaetica
deontologiaetica il 21/07/07 alle 00:01 via WEB
E PUBBLICO SENZA COMMENTI
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deontologiaetica
deontologiaetica il 21/07/07 alle 00:01 via WEB
Messaggio #8 Messaggio N°8 20-07-2007 - 23:57 Le Consulenze Tecniche Psicologiche Valutazione del danno psichico. Assistenza e valutazione dell’idoneità e potestà genitoriale in caso di separazione, divorzio, modifica delle condizioni di affidamento, conflitti e problematiche familiari. Colloquio di valutazione della coppia o del minore, vigilanza e consulenza psicologica per affidamento familiare, preadottivo, a istituzioni, eterofamiliare, adozione nazionale e internazionale. Assistenza nella valutazione dello status del minore (riconoscimento, dichiarazione di paternità o maternità naturale). Valutazione dello stato di abbandono e assistenza. Valutazione della capacità di consenso nell’interruzione volontaria di gravidanza del minore. Valutazione della capacità di consenso nel matrimonio del minore che abbia compiuto sedici anni. Refertazione per valutazione del danno alla persona di carattere psicologico connesso a eventi di natura dolosa o colposa, ai fini di un risarcimento economico (postumi d’infortunio o d’incidente). Assistenza nel collocamento temporaneo del minore presso famiglie o comunità di tipo familiare. Assistenza nella procedura di annullamento del matrimonio presso la Sacra Rota. Refertazione per valutazione del danno arrecato alla persona nei contesti lavorativi. Assistenza nelle problematiche poste dall’immigrazione e dall’integrazione culturale. Consulenza nelle indagini sui marchi e sulla pubblicità ingannevole. Valutazione dell’identità psicosessuale e della richiesta di cambiamento di genere. Refertazione a uso pensioni, idoneità alla guida e al porto d’armi. Valutazione della violazione della privacy. Valutazione della capacità di redigere testamento. Per informazioni e per fissare un appuntamento scrivere a carmen.pernicola@fastwebnet.it. Inviato da: karmen71 Commenti: 0 permalink - segnala ad un amico -------------------------------------------------------------------------------- Vai alla Home Page del blog
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deontologiaetica
deontologiaetica il 21/07/07 alle 00:02 via WEB
è contro ogni regola deontologica.............
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agostino88
agostino88 il 21/07/07 alle 00:03 via WEB
non credo proprio, oramai si fa anche una psicoterapia on line
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agostino88
agostino88 il 21/07/07 alle 00:05 via WEB
ma online puoi avere dal cardiologo alla cartomante , tutto sotto i crismi dell'alto contributo scientifico (EHEHAHAHAHIHIHIHIHUHUHUHUH) SE VUOI SCIENTIFICAMENTE TI DO QUESTO TERNO: BARI 8 34 21
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doctorlegum
doctorlegum il 21/07/07 alle 00:06 via WEB
SIATE SERI!!!!!!
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doctorlegum
doctorlegum il 21/07/07 alle 00:07 via WEB
Per una critica epistemologica alla perizia psichiatrica forense, come tentativo di ricondurla a dei criteri di scientificità Il termine metodologia proviene dal latino methodus, che a sua volta proviene dal greco methodos, parola composta da meta e hodos, strada, la strada che si percorre, la direzione a una meta. Per Socrate l’attività che ha per fine una conoscenza deve attenersi a delle regole come ogni altra arte; per Aristotele, il metodo era già indagine di per se stesso, “arte” della ricerca. Nel campo forense ritengo, che la metodologia peritale non deve essere intesa in senso etico o filosofico-politico, ma più correttamente in senso epistemologico della filosofia delle scienze. La psichiatria forense, però, non va confusa con la Psicologia, la Sociologia o la Storia per il solo fatto che queste si occupano di attività scientifica. Per altri versi, non va nemmeno considerata sostitutiva della criminologica clinica, trattandosi di due specializzazioni post-lauream sovrapponibili, ma con l'intesa filologica che così come l'ingegneria l'insegna e la spiega l'ingegnere, allo stesso modo il crimine ci rimanda per competenza al criminologo (clinico) e non allo psichiatra. Capire il nesso casuale tra un evento criminoso ed il diritto penale è compito specialistico del criminologo clinico, non di altre figure professionali, poiché l'attività peritale deve attenersi a dei criteri di scientificità, ragion per cui, la perizia non potrà essere richiesta allo psicologo, in quanto la psicologia si occupa di condotte mentali in generale e la psicoanalisi o altre teorie psicologiche o psicoanalitiche hanno poco o nulla di scientifico. La psichiatria in genere di fronte alla psiche si pone in un atteggiamento scientifico, tuttavia al perito in tribunale non è richiesta una competenza medico-biologica, ma scientifica, vale a dire, attinente alla logica. Il giudice non chiede al perito di curare l'imputato o di diagnosticare in base a quali patologie vere o presunte l'imputato ha commesso o no il reato (perché così agendo -come avviene puntualmente- si confonde la diagnosi clinica con la perizia), ma più correttamente d'individuare la conditio sine qua non (ai sensi dell'art. 40 del codice penale) senza la quale l'azione criminosa non sussiste. Stante così le cose non soltanto la Psicologia è estranea al sapere peritale scientifico, ma anche la Psichiatria forense, poiché, una volta privata dell'approccio medico-biologico, offre soltanto un insieme di teorie, e mi riferisco: all'indirizzo psicodinamico, indirizzo sociologico-culturale, indirizzo comportamentistico e cognitivo, all'indirizzo fenomelogico-esistenziale. Affermiamo, allora, che la metodologia peritale è una disciplina scientifica attinente alla produzione di un linguaggio scientifico e al perito psichiatra forense non gli è sufficiente la conoscenza della psichiatria di per sé, ma gli occorre anche la competenza del ragionamento scientifico. Ciò perché, in primo luogo, la scienza non è solo oggetto di osservazione, ma anche di ricerca; poi perché, a noi interessa definire lo stretto rapporto tra il porsi degli obiettivi peritali (quesiti del giudice e della ricerca) e individuare il metodo (o "i" metodi) per raggiungerli, elaborando delle regole di corrispondenza e delle tecniche vincolate da un rigore logico, senza però che la ricerca peritale parti da qualche postulato legalista o pregiudizio (proprio o sociale). Dunque, definisco metodologo colui che studia, analizza, elabora la tecnica e la teoria della ricerca peritale. Tuttavia, non tutti i problemi della ricerca sono metodologici. Lo sono soltanto quelli razionali e regolabili. Il fatto che lo scienziato fisico generalmente non partecipa al fenomeno che sta studiando, al contrario dello scienziato sociale, porta molti ricercatori a chiedersi se la ricerca nella scienza sociale potrà mai essere realizzata come nella scienza fisica. La disputa sulla differenza tra le scienze fisiche e le scienze sociali s’impernia sulla metodologia non sul metodo. Intendiamo come metodo semplicemente la tecnica o lo strumento di ricerca utilizzato per raccogliere i dati. In campo psichiatrico forense una volta acquisita la competenza del ragionamento scientifico a base metodo-logica, possiamo chiamare metodi tutti gli indirizzi suddetti, che appartengono alla psichiatria. Anche se non c’è dubbio, che nelle scienze fisiche si usano strumenti diversi da quelli utilizzati nelle scienze sociali (i fisici non usano i sondaggi di opinione come i sociologi non utilizzano i microscopi elettronici). Tuttavia, è anche vero che gli strumenti differiscono ampiamente tra loro anche all’interno delle scienze fisiche e all’interno delle scienze sociali, ed inoltre, alcune differenze di metodo tra le scienze fisiche e le scienze sociali sono di grado piuttosto che di genere; ad esempio, il ricercatore utilizza la tecnica dell’osservazione sia che usi un microscopio elettronico, una batisfera, uno specchio unidirezionale oppure l’osservazione partecipante di per se stessa. Col termine metodologia intendo la filosofia del processo di ricerca. Essa comprende gli assunti ed i valori che servono da base razionale della ricerca, gli standard o i criteri che il ricercatore utilizza per interpretare i dati e per pervenire alle conclusioni. Una metodologia di ricerca determina fattori come il modo di formulare le ipotesi e di definire il grado di conferma necessario per decidere se respingere o meno un’ipotesi. La metodologia delle scienze fisiche è attualmente più rigorosa della metodologia delle scienze sociali. In particolare, gli scienziati fisici tendono molto più degli scienziati sociali a definire i rapporti tra variabili in termini esatti, di solito sotto forma di equazioni matematiche. Lo scienziato sociale si accontenta spesso di dimostrare l’esistenza di un rapporto tra due variabili senza dire alcunché sulla natura di tale rapporto. La possibilità che la metodologia della scienza sociale possa mai riprodurre la metodologia della scienza fisica è una questione filosofica che ci coinvolge poco e, probabilmente, è anche priva d’importanza. La questione principale è che esiste un’ampia gamma di metodologie alternative o di approcci e criteri per la comprensione dei fenomeni sociali. Nella scienza sociale questi variano dal qualitativo al quantitativo. Alcuni ricercatori dapprima scelgono un problema di ricerca e poi stabiliscono quale prospettiva metodologica sia superiore alle altre per quello studio. Altri ricercatori si sentono intellettualmente vincolati ad una particolare prospettiva metodologica e scelgono un problema di ricerca congruente con tale prospettiva. Alcuni scienziati sostengono che la scienza è razionale in quanto non basata sulla metodologia, altri invece sostengono esattamente il contrario. In campo peritale forense, però, per ancorare a dei criteri di scientificità l'attività psichiatrica forense o criminologica clinica dobbiamo partire dalla consapevolezza, che alla base della razionalità scientifica c’è sempre il ragionamento. Ciò perché, com' è noto, la ragione scientifica si realizza per mezzo del ragionamento, vale a dire, in virtù di proprietà linguistiche, che giustificano sul piano logico una scelta in base a motivi prevalentemente oggettivi, ossia in base a delle proposizioni vere, che sono tali a prescindere da chi li pone in essere. La proposizione "Tutti i corvi sono neri" e vera finché effettivamente tutti i corvi sono neri, sarà sufficiente dimostrare che un solo corvo non è nero e la proposizione è da ritenersi falsa. Allo stesso modo, la proposizione "L'imputato non è in grado d' intendere e volere" è da ritenersi vera finché tutte le condizioni che portano ad affermarla non sono smentite, sarà sufficiente che un solo elemento non sia vero e la proposizione è falsa. Di conseguenza, nel campo peritale psichiatrico-forense definisco come scientifica una soluzione peritale quando è la conclusione di un’inferenza operata tramite procedure (logiche), utilizzando sempre nelle premesse, come condizione necessaria, l’evidenza empirica. Premesso, che la ricerca è logica applicata e non pura, diremo che una ricerca in perizia è valida quando l’interpretazione di un argomento è valida. L’argomento valido richiede premesse non contraddittorie, ma attendibili. Inoltre, la validità riguarda il rispetto delle regole inferenziali usate nelle operazioni di ricerca. Ma qui bisogna rilevare, che il criterio classico strutturale che suddivide la logica deduttiva (inferenze certe) e induttiva (inferenze incerte) va integrato con ulteriori criteri pragmatici attinenti all’uso che dobbiamo fare della logica, secondo cui, appaiono e scompaiono fallacie e paradossi. Infatti, secondo Putnam, “un’assunzione può essere accettabile razionalmente ma, al tempo stesso, non vera”. A noi interessa affermare che la razionalità scientifica esclude alcuni errori possibili; in questo senso, l’ottica della ricerca scientifica non è quella di avvicinarci alla verità, ma di allontanarci il più possibile dall’errore. Il criterio di verità è argomentativo (almeno in parte, metodologico), non semantico: "vero è ciò che si basa su argomentazioni fondate”. Ciò che la scienza può garantire è l’eliminazione di alcune (o molte) fallacie, non la verità semantica dei propri risultati. Infatti, diciamo subito che in termini epistemologici noi parliamo di verità peritale solo in senso gnoseologico, non altro. Nella ricerca, dunque, il risultato vero viene a coincidere con quello valido, ma la validità non va confusa con la rilevanza teorica; poiché non è nemmeno detto che i risultati di una ricerca valida siano necessariamente interessanti, anzi, a volte avviene proprio il contrario. L’attenzione data ai problemi di metodo può fare trascurare quelli di “sostanza”. Il fatto è che i problemi di sostanza risolti senza metodo sono piuttosto “facili”; e una ricerca stimolante, ma non valida, non ha alcun interesse scientifico. Alla domanda in perizia: "Come fai a sostenere questo?" si risponde elencando le premesse che sostengono la conclusione, se qualcuna delle premesse viene contestata, s' illustrano i motivi per cui la si è affermata, ripetendo il procedimento. Da qui l’importanza dell’esplicitazione e della documentazione della ricerca, che fa comprendere come qualsiasi risultato sia discutibile. L’argomento della ricerca è sempre complesso e questo vale per la ricerca sociale, scarsamente formalizzata, induttivamente debole, retoricamente ricca, ma a maggior ragione “in perizia”, dove le argomentazioni usate dal perito di turno, spesso, sono del tutto soggettive, poiché non poggiano su alcun fondamento teorico o empirico, mutando l’argomentazione in una mera autorità o in un vero arbitrio, là dove il risultato della perizia anziché come “parere tecnico qualificato” viene dato addirittura come una “prova inconfutabile”. Il ragionamento scientifico si differenzia dagli altri tipi di ragionamento perché deduttivo e induttivo, legato all’evidenza empirica e teorica. Il sapere scientifico si caratterizza per il vincolo empirico, il rigore logico, la cura e la precisione con cui vengono trattate le operazioni. Sono queste le proprietà che lo definiscono scientifico e che lo differenziano dalle altre esperienze umane. L’affermazione che la razionalità scientifica non è quella metodologica, nel senso che è riducibile a essa, è condivisibile; non lo è quando l’affermazione esclude la razionalità metodologica da quella scientifica. Quest’ultima resta un sottoinsieme della prima, anche se non coincidente con essa. Una concezione razionale può collocare e valutare diversamente la metodologia nell’attività scientifica, non essere anti-metodologica o pro-metodologica. Se la scienza non è "la" metodologia, tuttavia la metodologia è sua condizione necessaria. La moderna metodologia non teorizza più "il" metodo, unico ed esclusivo, cui ridurre tutta l’attività scientifica, e mediante cui definirla, ma "i" metodi restano la parte qualificante della ricerca scientifica e sono individuati in base alla metodologia del metodo. Del resto, se individuiamo la scienza nelle regole della logica, dobbiamo accettare anche quelle della metodologia che le interpretano. La metodologia non è che la realizzazione operativa (di parte) dell’argomentazione. Vi sono (molte) operazioni che si ripetono (a un certo livello di astrazione), che possono essere oggetto di attenzione, migliorabili sul piano dell’efficacia o dell’efficienza. Ma non tutti i comportamenti scientifici sono oggetto della metodologia, né qualsiasi argomentazione può dirsi metodologica. La razionalità metodologica è parziale anche in questo senso, perché si occupa solo delle attività utilmente regolabili per la ricerca. Le altre sono escluse dal suo dominio d’indagine. Per fare un esempio, in perizia scientifica non ci interessa né la retorica né la dialettica eristica, che appartengono al (fare e) dire avvocatesco, ma non peritale. La metodologia, dunque, aiuta il ricercatore a risolvere i suoi problemi ed a seconda di come lo aiuta abbiamo i diversi ambiti metodologici. Noi distinguiamo una metodologia pura da una applicata. Qualla pura si realizza prima della ricerca, l'altra, applicata dentro la ricerca; la prima è propria del metodologo, la seconda del ricercatore. Compito del metodologo è costruire le tecniche, compito del ricercatore è quello di applicarle, tenendo conto della situazione in cui opera e del linguaggio che intende modificare. La situazione in cui il ricercatore opera è sempre particolare, mentre le regole sono generali. La divisione e la diversità dei compiti tra metodologo e ricercatore non escludono la cooperazione né sminuiscono l’importanza che il fare ricerca ha per il metodologo. La ricerca deve far parte delle sue esperienze professionali: le regole si costruiscono sui problemi e i problemi, più che astrattamente, si incontrano nella ricerca. La metodologia, dunque, è anche una meta-ricerca. Il perito allora deve agire sia come metodologo e sia come ricercatore, oltre che come esperto nella propria disciplina. Fino ad oggi, in perizia psichiatrica forense si è adottato una "metodologia del risultato". In tal caso, il perito per risolvere un problema parte da qualche pregiudizio, fornitogli sia dalla teoria (o più genericamente dalle conoscenze esistenti) sia dalla cultura cui appartiene, se non altro dalla sua personalità. Questi pregiudizi consistono in generici orientamenti, in semplici schemi concettuali o in precise ipotesi. Dall’esame delle concordanze o delle discordanze delle informazioni analizzate con i pregiudizi, il perito si forma delle ulteriori convinzioni, che vanno a rafforzare le precedenti, a modificarle od a eliminarle. Termina così l’attività più propriamente giustificata. Invece, quando il perito adotta la "metodologia del metodo", per evitare che sia il pregiudizio a guidarlo nella ricerca deve ricorrere alla costruzione delle regole (poiché senza regole la ricerca è incontrollata e incontrollabile); queste regole usate dai periti vengono costruite dal metodologo. Per comprendere tutto ciò seguiamo lo schema dello studioso von Wright, che così suddivide le norme: a) regole (come sono quelle del gioco); b) prescrizioni (come sono quelle morali); c) norme direttive o tecniche (come sono quelle ingegneristiche). In questa classificazione le regole metodologiche fanno parte delle norme direttive o tecniche. L’enunciato tecnologico è un condizionale che rappresenta una relazione mezzo-fini, dove il fine è l’obiettivo cognitivo, i mezzi sono le risorse cognitive. Inizialmente, il perito opera nell’ambito dello schema fine-mezzi: dato il fine, ossia il quesito del Giudice, cerca i mezzi (sia ricorrendo al metodo della metodologia e sia all’uso degli appositi strumenti) per raggiungerlo. Successivamente converte lo schema in quello mezzo-fini: opera sui mezzi per ottenere un fine seguendo la metodologia del metodo. Il corpo enunciativo del metodo consiste nell’insieme di queste regole che esprimono il rapporto mezzo-fini. Esse non risolvono necessariamente un problema, aumentano la sua probabilità di risoluzione corretta; combattono l’aleatorietà dei comportamenti, minimizzando le scelte arbitrarie, respingendo quelle fallaci. Senza questo rigore metodo-logico la perizia psichiatrica forense rimane nella vaghezza e può anche essere pericolosa. Riuscire ad usare in perizia le regole della ricerca scientifica non rende, ovviamente, la psichiatria una scienza, ma aiuta lo psichiatra (o meglio ancora il criminologo clinico) ad allontanarsi il più possibile dall’errore, anche se nulla di vero, assoluto ed universale, può riferire al giudice.
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doctorlegum
doctorlegum il 21/07/07 alle 00:08 via WEB
VI CONVINCE QUESTO??????????
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doctorlegum
doctorlegum il 21/07/07 alle 00:08 via WEB
GVGIUSTI TI APPAGA???? NON CREDO!!!!
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gvgiusti
gvgiusti il 21/07/07 alle 10:59 via WEB
Vedi la mia risposta a diego1930. ciao
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desnudamaia
desnudamaia il 21/07/07 alle 00:09 via WEB
RAGAZZI E' TROPPO COMPLICATO.....
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desnudamaia
desnudamaia il 21/07/07 alle 00:10 via WEB
questa mattina a Tivoli hanno depositato una perizia
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desnudamaia
desnudamaia il 21/07/07 alle 00:10 via WEB
si dice che due bambine sono attendibili e alcuni giornali titolano
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desnudamaia
desnudamaia il 21/07/07 alle 00:11 via WEB
TUTTO VERO : ORRIBILI ABUSI A RIGNANO
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desnudamaia
desnudamaia il 21/07/07 alle 00:11 via WEB
TUTTI COLPEVOLI
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desnudamaia
desnudamaia il 21/07/07 alle 00:12 via WEB
UNA BAMBINA RACCONTA..........
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:13 via WEB
LEGGI QUESTO , DA LIBERO, DI VITTORIO FELTRI
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:13 via WEB
La vicenda di Rignano Flaminio contiene in sè molti risvolti oscuri. Le insegnanti arrestate - e poi rilasciate - sono davvero colpevoli di pedofilia? Mentre gli inquirenti cercano di far luce sulla vicenda, ancora una volta ci vanno di mezzo i bambini. Quando sono coinvolti i minori, infatti, è necessario che gli organi di stampa facciano molta attenzione, soprattutto nel trattamento dei dati personali. Privacy, il blog curato da Cosimo Calabrese, propone un'interessante analisi della posizione assunta dal Garante della Privacy in merito alla vicenda di Rignano Flaminio. Spiega Cosimo Calabrese: "L'Autorità Garante per la privacy ha scritto all'autorita' giudiziaria competente per le vicende della scuola di Rignano Flaminio chiedendo di conoscere se il materiale documentale relativo all'inchiesta, pubblicato il 5 maggio da alcuni quotidiani, sia o meno coperto da segreto o divieto di pubblicazione". Per leggere l'intero post di Privacy, cliccate qui. La Voce di Kayfa, invece, fa un paragone con la campagna antipedofilia intrapresa alcuni anni fa dal quotidiano "Libero" di Vittorio Feltri:"Come era prevedibile, quelle foto suscitarono un tale putiferio e, se non erro, il quotidiano di Feltri fu indotto a sospendere la campagna contro gli orchi dagli organi di vigilanza sia di stampa che giudiziaria perché quelle immagini, che da sole facevano informazione, ufficialmente offendevano l’opinione pubblica".
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ele_1_atica
ele_1_atica il 21/07/07 alle 00:14 via WEB
QUESTE SONO COSE DI POCOM CONTO FELTRI HA DETTO MEGLIO
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ele_1_atica
ele_1_atica il 21/07/07 alle 00:16 via WEB
Pedofilia:Rignano, Mimun si dimetta "In onda servizio Rignano su modalita' incidente probatorio' (ANSA) - ROMA, 18 LUG - "Il tg5 non ha trasmesso immagini di bambini riconoscibiili". Cosi' il direttore del Tg5 Clemente Mimun. Replica alla richiesta di dimissioni avanzata dall' avv.Cardamone, legale di parte civile delle famiglie delle presunte vittime di abusi a Rignano Flaminio: "in onda un servizio in cui si spiegavano le modalita' dell' incidente probatorio. Non si faceva riferimento ad alcun dettaglio dei contenuti dei colloqui tra i bambini e gli psicologi".
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ele_1_atica
ele_1_atica il 21/07/07 alle 00:16 via WEB
E NON BASTA ANCORA......
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ele_1_atica
ele_1_atica il 21/07/07 alle 00:18 via WEB
RIPORTO SOLO ALCUNE RIGHE ( per non annoiare) di quello che feltri ha scritto......
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ele_1_atica
ele_1_atica il 21/07/07 alle 00:18 via WEB
Tg5, lo scandalo vero è che la notizia faccia scandalo di VITTORIO FELTRI Due parole in difesa di Clemente Mimun sono imposte dal buon senso. Il neodirettore del Tg di Canale 5 (già comandante del Tigiuno) non aveva ancora sistemato le sue cose sulla scrivania, e subito ha dovuto affrontare una grana. Il casus belli è in realtà una stupidaggine a tutto tondo, ma le polemiche cui i soliti parrucconi hanno dato la stura non sono destinate a placarsi in fretta. Si tratta di un servizio andato in onda un paio di sere fa sulla infinita vicenda dell'asilo di Rignano Flaminio, gli alunni del quale sarebbero stati seviziati dalle maestre (anzianotte e madri di famiglia), rinchiuse in carcere e prontamente rilasciate. continua...
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umberta8080
umberta8080 il 21/07/07 alle 00:20 via WEB
TERGIVERSATE, TEMPOREGGIATE... MA LA VERITA' E' SOLO QUESTA
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umberta8080
umberta8080 il 21/07/07 alle 00:21 via WEB
LE PERITE SONO STATE CHIARISSIME ECCO COSA DICONO TESTUALMENTE..........
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umberta8080
umberta8080 il 21/07/07 alle 00:21 via WEB
"Accanto a sintomi di natura specifica, la bambina ha presentato segni specifici in relazione ad un'esposizione ad un trauma di natura sessuale". E' uno dei passaggi delle conclusioni della perizia sulle due bambine di Rignano Flaminio presunte vittime di abusi sessuali, redatta dai consulenti del gip del Tribunale di Tivoli, che ha stabilito che le due bambine possono testimoniare nell'incidente probatorio. Secondo quanto scrivono le tre consulenti - che hanno redatto un documento di oltre 150 pagine - in risposta ai quesiti del gip Elvira Tamburelli (Angela Giganti, Antonella Di Silverio e Marilena Mazzolini), l'esposizione al trauma sessuale si evidenzia in "curiosità morbosa nel confronti della sessualità e dei genitali, giochi dai contenuti fortemente erotizzati sia soli che in compagnia di un coetaneo, condotte sessualizzate accompagnate da sentimenti di colpa e vergogna evidenziati da un comportamento che la porta a spogliarsi, essere eccitata, toccarsi i genitali". Inoltre, spiega la relazione. la bambina "verbalizza contenuti riferentisi a rapporti sessuali e/o ad aspetti della sessualità adulta, difficilmente patrimonio dell'esperienza di una bimba della sua età". Al di la' delle differenze, entrambe le minori, a parere delle esperte, hanno presentato "capacita' percettive adeguate e per certi versi accurate" e "una memoria sufficientemente conservata per fatti che attengono agli aspetti della vita quotidiana". Nessun dubbio, quindi, sul fatto che siano "idonee a rendere testimonianza in merito ai fatti oggetto di denuncia". I periti hanno detto che le bimbe "presentavano al tempo una condizione di sofferenza psicologica, evidenziatasi attraverso un corredo sintomatologico di notevole rilevanza" e manifestavano "segni e sintomi tipici di un disturbo post traumatico da stress (disturbi del sonno, alimentazione, perdita di controllo degli sfinteri, cambiamento del carattere sotto forma di isolamento, diminuzione della comunicazione e oscillazione dell'umore, stato d'ansia e irritabilita')". Entrambe, poi, sarebbero state esposte a traumi di natura sessuale consistiti a vario titolo in "curiosita' morbosa nei confronti della sessualita' e dei genitali, giochi dai contenuti fortemente erotizzanti sia sole e che in compagnia di un coetaneo, condotte sessualizzate accompagnate da sentimenti di colpa e vergogna, evidenzianti una condizione di overstimolation (spogliarsi, essere eccitata, toccarsi i genitali), verbalizzazione di contenuti riferentisi a rapporti sessuali e/o aspetti della sessualità adulta, masturbazione compulsiva". Una minore, in particolare, aveva "una persistente irritazione della zona anale e vaginale, accompagnata a dolore nelle manovre di igiene personale, riscontrata dai genitori". Il tutto - secondo il pool peritale - è "difficilmente patrimonio dell'esperienza" di bimbe di pochi anni.
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:22 via WEB
DICONO.........
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:22 via WEB
MA NON DOCUMENTANO...........
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:22 via WEB
IO VOGLIO SAPERE QUESTO
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:26 via WEB
GUARDATE QUESTO RESOCONTO
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:26 via WEB
RIGNANO/ I BIMBI RACCONTANO: NON VADO A SCUOLA,CI SONO I CATTIVI A casa della maestra Patrizia il bagno nella piscinetta postato 6 ore fa da APCOM ARTICOLI A TEMA rignano, sequestrato filmato tg5 rignano/ periti al gip: attendibili i… rignano/ difensori: istanza a gip per… Altri Roma, 20 lug. (Apcom) - Perché cambi scuola? "Perché in quell'altra, se non se ne vanno i cattivi, non possiamo più tornarci". La psicologa incaricata dal Gip di esaminare i piccoli di Rignano Flaminio che potrebbero essere stati molestati chiede chi sono i cattivi e la bimba risponde: "Perché è successa una storia a Rignano... no?". Alla domanda di raccontare quanto avvenuto,, la bimba sottolinea: "Abbiamo raccontato tutte alle nostre mamme quello che è successo... successo. Non mi ricordo più cosa. Una cosa bruttissima... a tutti noi". Racconta così un'altra bimba, per cui oggi è stata depositata al gip la perizia psicologica rispetto alla sua capacità a riferire, nell'inchiesta su un presunto giro di pedofili a Rignano Flaminio, nella materna 'Olga Rovere'. Dove avvenivano le cose brutte? "Io andavo sotto la scuola... questa cosa brutta è successa ormai". Cosa c'era lì? "I giocattoli". Chi c'era? "La maestra Patrizia , anche a casa della maestra Marisa". Ricordi qualcosa della casa della maestra Patrizia? "Non tanto". Perché era cattiva? "Perché senza dirlo alla maestra Marisa ci portava via". E come faceva? "Con la macchina sua". Con lei c'erano i suoi compagni di classe. Cosa c'era in quella casa? "I disegni appiccicati al muro... gli elefanti, i draghi, i dinosauri... erano brutti, solo le casette erano più belle appiccicate al muro... i cappelli c'erano appiccicati al muro". La piccola poi ha detto alla consulente del gip di Tivoli: "Sotto la scuola giocavamo con le statue che ballavano, parlavano e... Facevano lo spogliarello e si levavano le mutande. Erano maschie e femmine". Dove succedevano queste cose? "Da tutte le parti, nella scuola, fuori dalla scuola, sotto quella stanza... in giardino". Cosa facevano quelle statute? "La cacca, la pipì, quello che facciamo noi no". A casa della maestra Patrizia, chiede in un successivo incontro il perito, cosa avveniva? "Facevamo i giochetti... a me mi facevano arrossare la patatina lo sai. Con l'asciugamano, non era neppure bagnato, lo strusciavano e allora mi hanno fatto arrossare tutta la patatina. Poi c'era la piscina e noi saltavamo sui materassini e c'andavamo a fare il bagnetto. I costume ce li dava la maestra Patrizia". Alla richiesta se c'è qualcos'altro da raccontare, la bimba spiega: "Visto com'erano cattivi?". Mentre poi la bimba disegna chiede alla consulente se ha dei figli e sono sono grandi. "Io ti dico tutto e anche tu mi devi dire tutto".
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:26 via WEB
SONO TUTTE MAESTRE PEDOFILE?????????
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:27 via WEB
LA PEDOFILIA FEMMINILE E' RARA.....
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:27 via WEB
tutte le pedofile insegnano a rignano?
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:28 via WEB
ASSOCIAZIONE A DELINQUERE NELLA SC MATERNA DI RIGNANO????
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:29 via WEB
si potrebbero titolare articoli straordinari MAESTRE PEDOFILE +BIDELLA PEDOFILA+INSEGNANTE DI SOSTEGNO PEDOFILA .., TUTTE A RIGNANO
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:31 via WEB
PEDOFILE INDEMONIATE (vedi riti satanici nella sc. di rignano) che eleggono come loro autista......
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:31 via WEB
un extracomunitario (l'uomo nero)
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:32 via WEB
senza patente, che, notoriamente, non sa guidare e che non ha mai posseduto un'auto
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dottoresottile
dottoresottile il 21/07/07 alle 00:33 via WEB
non sa guidare per questo, a malincuore, il suo datore di lavoro ha dovuto licenziarlo come risulta in atti
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psicologiaforense
psicologiaforense il 21/07/07 alle 13:41 via WEB
Ora l’appuntamento è martedì davanti al gip: saranno esposte le conclusioni depositate ieri. Gli avvocati e i consulenti degli indagati, i coniugi Patrizia Del Meglio (maestra) e Gianfranco Scancarello (autore tv), Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Assunta Pisani (maestre), il cingalese Kelum De Silva e Cristina Lunerti (bidella) potranno discuterle e allegare note, contestazioni, controdeduzioni... Il gip dovrà stabilire una data per l'incidente probatorio vero e proprio, quando i bambini dovranno testimoniare davanti al giudice ...
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alpha2007
alpha2007 il 23/07/07 alle 15:35 via WEB
NON HO CAPITO NIENTE !!!!!!!!! C'è qualcuno che sa tradurre questo infantile aramaico immaginativo?
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slurp1163
slurp1163 il 04/09/07 alle 17:50 via WEB
Mah.... mi chiedo soltanto chi da la forza a quei genitori di non ficcare una palla da cinghiale su per il culo a certa gente......
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