Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 63
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Novembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30  
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

 

 
« FAMIGLIA, PADRE E FIGLI,...Vacanze contromano. Un a... »

OPINIONE PERSONALE, RIFLESSIONI, BAMBINI TRADITI, PSICOLOGIA, PSICOPEDAGOGIA, SOCIOLOGIA, NEUROPSICHIATRIA INFANTILE

Post n°2650 pubblicato il 06 Agosto 2009 da psicologiaforense

 L'OPINIONE
(vedi precedenti post, in particolare il n. 2637).


In un'interessante indagine Eurisko  i ricercatori intervistarono mille bambini e i loro genitori, sulle dinamiche  familiari e individuarono alcune tipologie di bambini (e relative famiglie), come ad esempio:

il «bambino
biologico».


Un bambino, che nasce in situazioni di «crisi familiari»: o perché la sua famiglia è "disfunzionale" e multiproblematica,  o perché i genitori hanno severi problemi socio-economici (nuove e vecchie povertà) e/o non hanno capacità/ allevanti, ecc... (si veda, an
che il caso del bimbo NON VOLUTO, nato per "caso", non desiderato...ecc...) 

Il "bambino solitario".
Apparentemente autosufficiente, capace di cucinarsi il
pranzo e la cena e di farlo anche per i fratelli; un bambino con le chiavi di casa e i soldi in tasca. Quel bambino sopporta il volontario abbandono con un dolore che, spesso, non si vede. Questo dolore viene, all'improvviso, «messo in scena», quando la rabbia, la paura, e il bisogno di richiamare l'attenzione degli adulti, supera il livello di contenimento e di guardia.
Non so se  FRANCESCO, di cui si è occupata la cronaca, voleva gettarsi dalla finestra, per esprimere la sofferenza di un distacco dalla madre bruciante, per lui, come una scottatura, avrebbe, poi, veramente compiuto l'atto di autoeliminarsi, per protestare contro il distacco, l'assenza, la mancanza di ascolto degli adulti? Forse, no. Ma altri bambini, però, l'hanno fatto. Ricordo, per tutti, il suicidio, per fortuna soltanto cinematografico, del bambino del film di Roberto Rossellini: «Germania anno zero». Quel bambino non ha più fiducia nel mondo degli adulti; la sua protesta depressiva è estrema; il vuoto, la rabbia, il dolore che sente, lo spingono a cancellarsi per «agire» l'abbandono.
Ma, per tornare ad oggi e qui, nel nostro Paese, ci sarebbero, a questo punto, molte domande da fare e alle quali dare una risposta. Ad esempio: «Dov'è la scuola e quale contributo di prevenzione potrebbe dare, se fosse ben organizzata, a tutela di bambini addolorati come il bambino Francesco?» E, ancora: «che fare per formare, sempre di più e meglio, genitori ed educatori al loro compito?».
Rispondere a tali interrogativi con immediatezza ed operare con sempre maggiore attenzione affinché la Cultura dell'Infanzia si diffonda sensibilizzando la nostra società, è un «imperativo categorico». Se è vero, come ho sostenuto nel precedente post n....., che quel che oggi veramente minaccia il mondo (come ieri, del resto!), è la generalizzata ignoranza sulle conseguenze, negli adulti, dei traumi, degli abusi, delle violenze, degli abbandoni che essi hanno subito durante l'infanzia.


 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
virginiagrey
virginiagrey il 06/08/09 alle 23:23 via WEB
Il bambino adattato è invisibile e per farsi riconoscere è accondiscendente al punto che poi non sa più riconoscere i propri punti di forza.
(Rispondi)
 
pippo_217
pippo_217 il 07/08/09 alle 00:02 via WEB
Ma è possibile che queste riproposizioni, riguardo ai disagi subiti nell'infanzia, dagli adulti,continui indefinitamente ? Mi fai pensare alla psicogenealogia...
(Rispondi)
 
 
virginiagrey
virginiagrey il 07/08/09 alle 10:12 via WEB
Caro Pippo, ancora rabbrividisco quando le psicologa che seguiva le bimbe che avevamo in affido ci comunicò seraficamente che "quello che è perso non torna più" Puoi immaginare lo sconcerto: si cercava di aiutare quelle creature a crescere, ad avere maggiore fiducia in se stesse e nel mondo circostante, e ci trovavamo davanti a certe definizioni, ineluttabili e pericolose come la sabbia mobile.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963