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RIFLESSIONI

Post n°2752 pubblicato il 30 Agosto 2009 da psicologiaforense

RIFLESSIONE DELLA SERA
CASTITA' E CELIBATO SCELTE TORMENTATE

Non ce l'ha fatta più e si è impiccato con un lenzuolo alla trave del lavatoio condominiale. Dopo un tentativo di suicidio andato a vuoto, "finalmente" don M. A. arrestato con l'accusa di pedofilia, è riuscito a lasciare la scena del mondo. Ha affidato la sua disperata difesa a un biglietto ("Ti chiedo scusa mamma, ma non sono un pedofilo"), reso poco credibile dalla montagna di contestazioni (decine di abusi su minori, compiuti sin dagli anni del seminario e poi nella parrocchia ) fatte dagli inquirenti.

MA NON E' SU QUESTO CASO SPECIFICO CHE VOGLIO ARGOMENTARE, MA SULLA CASTITA' E IL CELIBATO.
Senza la pretesa di saperne più degli altri, mi chiedo come si possa continuare a tenere la testa sotto la sabbia. A far finta di non sapere che il celibato imposto può scatenare tendenze sessuali anche deviate. Che non tutti i "consacrati" seguono sino in fondo lo splendido cammino della castità, da accettare come dono e non come costrizione.
Quanti sono i puri sino in fondo? Lo sanno solo loro e noi non possiamo azzardare nessun tipo di percentuale. Non è il nostro compito. Sappiamo, però, che sono in aumento gli infelici che non ce la fanno. I poveri don M., che immaginano di surrogare il bisogno di affettività, "rubando" l'innocenza ai ragazzi, all'inizio quasi per gioco e poi per vizio. Allora, una domanda. Se questi fragili uomini avessero avuto, sin dagli anni della formazione, l'aspettativa di una normale vita sessuale, di sposarsi, quanti dei deviati si sarebbero salvati, servendo egualmente il Vangelo? Quanto minore scandalo avrebbero dato?
Non soddisfa affatto la risposta, secondo la quale i più riescono a tagliare il glorioso traguardo. Il problema è un altro. La castità apparente non vale granchè, con il rischio di danni, a nostro avviso maggiori del valore solo fittiziamente protetto. Non vale nulla quando i "superiori" sanno e nascondono terribili verità, che talvolta diventano anche tragedie. Scrivo queste parole con tanti dubbi e con sofferta umiltà, ma provo indicibile pena a registrare storie come quelle di don Marco solo tra i fatti criminali. Aspettando in silenzio il prossimo caso.

 
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Commenti al Post:
orkelio
orkelio il 30/08/09 alle 22:54 via WEB
Secondo me sono due cose diverse la castità e la pedofilia. La castità è una scelta che si fa e cadere in tentazione può essere umano. La pedofilia invece comporta una qualche tara, una qualche deformazione o devianza che comunque non riesco a giustificare. In ogni caso il raporto sereno e disinteressanto nei rapporti umani, oggi come oggi è stato talmente ridicolizzato che pare più normale trasgredire, non importa come, che cercare invece l'aspetto umano delle persone. Non solo nella chiesa, ma in tutta la nostra società ci sono mentalità molto diverse sul come rapportarsi fra sessi diversi e anche col sesso stesso. Mentre la società moderna banalizza il sesso, le vecchie mentalità lo idealizzano ancora. Manca insomma una via di mezzo. Da parecchio tempo sono state fatte delle campagne sul sesso, una iper informazione sugli argomenti sessuali, ma non su come ci si può rapportare col proprio e l'altrui sesso. Esiste il galateo su come si sta a tavole, così pure esistono le regole su come circolare nel traffico, ma non esiste niente sul come rapportarsi senza creare imbarazzi o scandali sessuali nel rapporto con gli altri. Par proprio che non importi niente a nessuno se la castità può avere una sua ragione di esistere.
(Rispondi)
 
virginiagrey
virginiagrey il 31/08/09 alle 22:43 via WEB
Ritengo che la castità non sia un valore,ma un andar contro natura. Non ho mai compreso questa "crudeltà", anzi, la definirei vera e propria violenza. Ho sempre pensato che un prete dovrebbe avere famiglia. Se poi qualcuno opta per la vita monastica, questa potrà essere sua libera scelta.
(Rispondi)
 
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