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ATTUALITA', RIFLESSIONI, PENSIERI, SUGGESTIONI, G8, VIOLENZA CONTRO LE DONNE, BAMBINI TRADITI, STUPRO DI GRUPPO

Post n°2815 pubblicato il 09 Settembre 2009 da psicologiaforense

RIFLESSIONE

G8: NAPOLITANO, SU DONNE E BAMBINI VIOLENZE RACCAPRICCIANTI

 

I fatti di cui PARLA OGGI IL CAPO DELLO STATO ( omicidi e stupri  anche commessi da gruppi di giovani, omofobia, ecc...) devono farci riflettere sul cambiamento del tessuto sociale del nostro Paese. Gli assassini di bambini e bambine sono a volte il risultato del comportamento di un disturbato mentale che agisce da solo. In questi casi il raccapriccio e lo sdegno sono d'obbligo, ma si tratta di fenomeni che sono espressione delle caratteristiche della personalità di chi delinque e della sua personale storia di vita.
Diversa la situazione per le violenze di gruppo. Questi comportamenti sono anzitutto un sintomo – in quanto si tratta dell'ultimo anello del degrado della società – dell'indebolirsi o sparire del controllo sociale. Un tempo i giovani venivano cresciuti con ideali forti, con princìpi che – nell'essenziale – non venivano posti in discussione. Inoltre, come ci raccontano molti vecchi film espressione del costume italiano di trenta o quaranta anni or sono, la vita era semplice, con bisogni e desideri altrettanto semplici.
La devianza esisteva, ma era controllata, contenuta, anche perché la maggioranza dei ragazzi possedeva degli ideali: consideravano l'importanza del lavoro, di un progetto di vita che quasi sempre passava per il matrimonio e la procreazione. Inoltre, per loro la vita aveva un significato profondo, come lo aveva la morte. Si trattava di parametri che, bene o male, erano presenti nel loro quotidiano.

 
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Commenti al Post:
pippo_217
pippo_217 il 09/09/09 alle 21:58 via WEB
Penso che : se compio un gesto efferato da solo, ne sono immancabilmente responsabile. Se compio lo stesso gesto efferato come appartenente ad un gruppo, non sono più io ad agire, ma noi, non vi è più responsabilità personale, ma comune al gruppo, una responsabilità indefinita, molto più leggera da sopportare, che non mi coinvolge più di tanto, ch mi omologa. Allora mi chiedo come mai la responsabilità diretta mi spaventa, perchè devo nascondermi con una bella maschera comune, io come gli altri e viceversa. Forse andrebbero riviste le fondamenta di quella costruzione che un ignorante ha costruito con sabbia e fil di ferro. Ma forse sapeva fare solo così. In conclusione, che si fà ???
(Rispondi)
 
tigerag
tigerag il 09/09/09 alle 22:45 via WEB
negli anni 70 Pier Paolo Pasolini pubblicava una serie di riflessioni sul Corriere della Sera, rispetto alla situazione della gioventù che viveva nelle grandi periferie delle città. Egli aveva proiettato nel futuro, con incredibile precisione, quello che i sintomi di allora facevano presagire che cosa sarebbe diventata la gioventù in Italia nell'avvenire. L'avvenire di cui egli ebbe una premonizione, avvalorata dalla sua capacità di porsi davanti all'anima le questioni profonde che lo tormentavano e di osservare attentamente ed oggettivamente la realtà, dandosi delle risposte, ora è quà. Buona notte. Alessandra
(Rispondi)
 
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