Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

 

 
« PROCESSO INDIZIARIO,COMUNICAZIONE UFFICIALE ... »

RIFLESSIONI SULLA DEMOCRAZIA E SULLA DITTATURA, BULLISMO ROSA, ATTUALITA', CRONACA, CULTURA, SCUOLA

Post n°3028 pubblicato il 10 Ottobre 2009 da psicologiaforense

RIFLESSIONE DELLA SERA

La prima riforma per la scuola è la disciplina

Oggi tutti i giornali riportano le "imprese" del c.d. BULLISMO ROSA. Studentesse, spesso rese aggressive da alcol e altre sostanze che si picchiano, si strappano capelli e vestiti, ecc... tra gli applausi degli altri studenti.

Tutto questo non mi meraviglia.
Quando nelle scuole gli studenti insultano o addirittura aggrediscono gli insegnanti, quando offendono, deridono, minacciano, ricattano o picchiano i compagni senza timore di sanzione, quando i genitori si permettono di intervenire sulle valutazioni degli insegnanti (schierandosi con il figlio, classico bulletto di periferia...) allora il problema non interessa più soltanto la scuola e chi ha a cuore la scuola, ma chi ha a cuore la vita democratica.
Ai miei tempi la sanzione più grave era la sospensione, o addirittura l'espulsione. Oggi, molti degli studenti che si rendono responsabili di violenze, di bullismo, di atti vandalici e di offese desiderano la sospensione e l'espulsione perchè in tal modo possono sottrarsi alla scuola. Per questa ragione alcuni istituti hanno adottato strategie educative che costringono invece i responsabili a stare più a lungo a scuola svolgendo opere utili. Ma accanto alle leggi, oggi già in vigore (7 in condotta, ecc…) sarà necessario rieducare gli educatori. Quando un insegnante impone con la sanzione il rispetto delle regole della vita civile in classe non compie un atto di repressione ma un atto nobile di difesa della dignità della scuola, della dignità degli studenti e della sua dignità di insegnante contro la violenza e l'arroganza. Eppure molti docenti hanno una vera e propria ripugnanza a imporre, quando è necessario, il rispetto della disciplina. Li trattiene il timore di non essere democratici, o di non essere progressisti. Dimenticano che lasciare crescere indisturbate generazioni di piccoli violenti e prepotenti è il modo migliore per distruggere la democrazia. Del resto è fin troppo noto che dalla democrazia degenerata non nasce una democrazia migliore o più giusta, ma la tirannide che impone una disciplina fondata sul terrore e sull'arbitrio.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
Danielespi
Danielespi il 10/10/09 alle 21:28 via WEB
Sono pienamente d'accordo, non si può andare avanti così. Gli insegnanti dovrebbero avere anche i mezzi concreti per farsi rispettare però, servono sanzioni disciplinari mirate alla correzione di questi individui
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 22:48 via WEB
Caro Daniele grazie davvero per questa tua visita e questo tuo commento che condivido, poi c'è il problema di come formare i formatori... A PRESTO, CIAO!
(Rispondi)
 
casadei.lisetta
casadei.lisetta il 10/10/09 alle 21:37 via WEB
I problemi del comportamento e della disciplina li sentiamo tutti molto direttamente. Sappiamo che sono problemi che toccano non solo il nostro ruolo di insegnanti, ma anche la nostra persona, anzi la nostra stessa personalità. Sappiamo che quanto succede in classe sul piano del comportamento e della disciplina, oltre che dipendere da elementi a noi esterni quali gli allievi o la realtà istituzionale, è condizionato da noi stessi. E non possiamo sottrarci da questo coinvolgimento perché è parte integrante del nostro mestiere. Se vogliamo affrontare una lettura rigorosa dei problemi della disciplina e se vogliamo trovare strade e mezzi per affrontarli nel nostro lavoro quotidiano, dobbiamo perciò prendere distanza, scostarci dal nostro coinvolgimento personale e tentare un’analisi possibilmente rigorosa. Da qui, tra l’altro, l'opportunità di allontanarsi per un attimo e ripercorrere alcuni momenti salienti della storia della disciplina nella nostra cultura europea e nella nostra scuola. Vedere cosa è successo per capire quello che succede...
(Rispondi)
 
 
santinazs
santinazs il 10/10/09 alle 21:40 via WEB
Esatto!
(Rispondi)
 
casadei.lisetta
casadei.lisetta il 10/10/09 alle 21:37 via WEB
Tre concetti chiave Sussiste un legame molto stretto tra • l'evoluzione del problema/fenomeno disciplina, • l'evoluzione dell'educazione scolastica • l'immagine sociale - e culturale - dell'infanzia e dell'adolescenza. Si tratta di tre momenti della cultura pedagogica che sempre si sono condizionati reciprocamente instaurando un rapporto dialettico sull'arco del tempo. Non ci è possibile in questo contesto scoprirne le radici più lontane, tornare in un certo senso alle origini della nostra cultura pedagogica. Tuttavia vogliamo volgere uno sguardo veloce almeno a quanto successo a partire dal Medioevo in poi, sia perché si possono scoprire fatti ed eventi interessanti e divertenti, sia perché nonostante la telegraficità delle nostre annotazioni crediamo di poter evitare un eccessivo e magari fuorviante riduzionismo.
(Rispondi)
 
 
santinazs
santinazs il 10/10/09 alle 21:41 via WEB
istruttiva elaborazione!
(Rispondi)
 
 
 
matteo81_1981
matteo81_1981 il 10/10/09 alle 23:22 via WEB
gli interventi punitivi sono improduttivi e deleteri
(Rispondi)
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 10/10/09 alle 21:45 via WEB
hai ragione: Il problema dell’indisciplina nelle scuole è ormai diventato prioritario per i Ministeri dell’Istruzione di numerosi paesi: insulti, insolenze, bagarre, vandalismo, violenze di vario genere e talvolta perfino sconcertanti e drammatiche stragi, diventano sempre più frequenti qua e là nel mondo. Cosa accade, dunque, ai giovani? Quali sono le cause del disagio giovanile?
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 22:49 via WEB
c ommento articolato complesso ma che è la lunga ombra del vero. A PRESTO. CIAO!
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 22:50 via WEB
bravissima Lisetta
(Rispondi)
 
casadei.lisetta
casadei.lisetta il 10/10/09 alle 21:38 via WEB
faccio la cameriera ma non sono una cameriera......
(Rispondi)
 
santinazs
santinazs il 10/10/09 alle 21:42 via WEB
si vede chiaramente
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 10/10/09 alle 21:46 via WEB
ci sono 4 tipi di indisciplina: gravi atti di violenza, punibili dalla legge, infrazioni del regolamento scolastico, comportamenti incivili, indifferenza ostentata e provocatoria verso preside e professori. Paloma Garrido, insegnante presso un’università di Madrid, sottolinea l’importanza di “fissare ruoli e distanze”, affinché gli studenti comprendano fin dall’inizio che il docente non è un compagno, altrimenti tendono a sviluppare comportamenti insolenti ed irrispettosi. Alfredo Furlàn, esperto argentino in scienza dell’educazione, afferma che “saper tener una classe” è la prima qualità che un docente deve apprendere, ma purtroppo nei corsi di formazione per i futuri insegnanti a ciò nessuno pensa.
(Rispondi)
 
 
luceinfame
luceinfame il 10/10/09 alle 21:49 via WEB
E' COSI'! Si vede che sei una insegnante.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 22:51 via WEB
QUAndo vuoi, sai essere assertiva!
(Rispondi)
 
 
primodisette
primodisette il 11/10/09 alle 20:14 via WEB
Si dimenticano il 5° e il 6°, veri e propri reati: Il bullismo e il teppismo. Troppo spesso si legge di ragazzi massacrati da branchi di coetanei, o di ragazzi che rivoltano nel vero senso della parola una scuola intera solo per il gusto di fare "casino", tavoli, sedie ed arredi in pezzi. Ciao a tutti, Renato.
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 10/10/09 alle 21:47 via WEB
gravi problemi della società non restano certo fuori dalla scuola, anzi essa ora li riproduce e li rispecchia, anche se in scala ridotta: perdita di valori, violenza, effetti del consumismo, incomunicabilità, la crisi della famiglia, la minor attenzione dei genitori verso i figli, diffuso senso di insicurezza ed instabilità, emarginazione, povertà , problemi legati ai flussi migratori, intolleranza, razzismo e così via. L’ OMOLOGAZIONE dei comportamenti e delle mode,soprattutto ci colpisce, un’omologazione ormai globalizzata dovuta all’influsso deleterio dei mass media che bombardano i giovani con lo stesso genere di messaggi, di programmi TV uguali in tutti i paesi, come quiz e reality show, che impongono l’imitazione di falsi miti, modelli superficiali ed inconsistenti oppure deleteri e distruttivi. Guadagnare subito e tanto, e soprattutto senza sgobbare, è l’obiettivo! Molti adolescenti così vogliono diventare calciatori, attori o attrici, veline, vincere magari qualche favoloso premio ad una lotteria e quant’altro!
(Rispondi)
 
 
luceinfame
luceinfame il 10/10/09 alle 21:49 via WEB
PAROLE SANTE!
(Rispondi)
 
 
 
estinette
estinette il 10/10/09 alle 23:26 via WEB
qualsiasi intevento educativo efficace esige la contemporanea presenza dell'autorità e della libertà concepiti come dialetticamente uniti
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 23:53 via WEB
proprio così
(Rispondi)
 
luceinfame
luceinfame il 10/10/09 alle 21:50 via WEB
gli studenti osservano il mondo in cui vivono, guardano gli adulti, imitano i loro esempi negativi e si chiedono: - Perché dobbiamo studiare tanto se poi non troveremo un lavoro che ci consentirà di vivere bene o se addirittura non ne troveremo uno!
(Rispondi)
 
 
lapalmieri.pp
lapalmieri.pp il 10/10/09 alle 21:54 via WEB
sì, si abbattono le prospettive future
(Rispondi)
 
luceinfame
luceinfame il 10/10/09 alle 21:52 via WEB
Attualmente la scuola è come sdoppiata: c'è una scuola dichiarata, descritta, raccontata, presunta ma finta e falsa e c'è una scuola vera e reale, molto diversa dalla prima
(Rispondi)
 
 
lapalmieri.pp
lapalmieri.pp il 10/10/09 alle 21:55 via WEB
è la tragedia della mancanza di spinte emotivo-motivazionale, della crisi dei rapporti genitggori-figli, dell'incombente disagio socio-culturale
(Rispondi)
 
 
 
agostino88
agostino88 il 10/10/09 alle 22:07 via WEB
assumere in determinate circostanze un ruolo propositivo di stimolazione e di rassicurazione con l'allievo, portandolo ad affrontare argomenti scolastici o personali che tende ad eludere.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 23:54 via WEB
la doppia ambivalenza della scuola oggi
(Rispondi)
 
lapalmieri.pp
lapalmieri.pp il 10/10/09 alle 21:56 via WEB
Scusate gli errori di battitura!
(Rispondi)
 
 
agostino88
agostino88 il 10/10/09 alle 22:08 via WEB
Nozioni come tolleranza alle frustrazioni, esame di realtâ, coscienza, autostima, ecc. rinviano, in chiave psico-dinamica, a concetti teorici classici quali forza dell'Io, narcisismo, equilibrio degli investimenti. Non mi pare tuttavia questo l'ambito per sviluppare tale questione.
(Rispondi)
 
 
 
auroraml
auroraml il 10/10/09 alle 22:10 via WEB
concetti che, caro Agostino, i Prof. non padroneggiano assolutamente e/o non conoscono
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 22:59 via WEB
Si sa, la fretta, gli impegni, il tipo di tastiera non sempre adeguato (le nostre sono tutte ricopere di una specie di domopak con il risultato che durano "in eterno" , sono igieniche, ecc...... ma fanno scrivere certe sciocchezze incommensurabili) conducono a "refusi" pazzeschi. Come si diceva una volta quando facevo la correttrice di bozze per i vari Docenti universitari (1983).....
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 10/10/09 alle 22:12 via WEB
perchè in una quinta classe per geometri quando c'è il professore di matematica si fa carnevale e quando c'è il prof di lettere non "vola una mosca"?
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 23:58 via WEB
Non è padella se non ha il manico bruciato...( bisoogna rovinare sette classi prima di essere in grado dfi indsegnare consapevolmente -Teresa Ballarini in Craighero-)
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 10/10/09 alle 22:14 via WEB
non è la società, non è la scuola, non sono i genitori... è la struttura di personalità dell'insegnante, la sua competenza, la sua porofessionalità e specialmente la sua AUTOREVOLEZZA a fare la differtenza!
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 10/10/09 alle 22:15 via WEB
FINALMENTE QUALCUNO CHE HA AVUTO IL CORAGGIO DI DIRE LE COSE COME STANNO!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 23:09 via WEB
LE AUTORITA' (sic!) fanno riferimento a faraoniche strutture........, quando l'unica vera struttura , come tu dici, necessaria alla scuola, è quella della personalità dell'insegnante. SI veda la scuola di DON MILANI, ma anche QUELLA (FORSE PIU' LAICA) DI Gianni Rodari, ecc... per finire con " Io speriamo che me la cavo", di Marcello D'Orta.
(Rispondi)
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 10/10/09 alle 23:12 via WEB
Dalla “Carta d’identità della Scuola Italiana” pubblicata nel sito della UIL SCUOLA si rileva ancora una volta il processo di “femminilizzazione” della scuola italiana, particolarmente tra gli insegnanti dei primi cicli d’istruzione. Le donne sono il 99,57 % nella scuola dell’infanzia, il 95,38% nella scuola elementare, il 75,48% nella scuola media. Alle superiori sono “solo” il 59,18%. (Tutti questi dati si riferiscono all’anno scolastico 2003/2004, quindi sono molto recenti). Leggendo questi dati alla… rovescia, significa che gli uomini insegnanti sono soltanto: lo 0,4 per cento nella scuola dell’infanzia il 4,6 per cento nella scuola elementare il 24,5 per cento nella scuola media. E’ abbastanza facile capire alcune delle motivazioni che possono aver determinato un progressivo abbandono della scuola da parte delle recenti generazioni di ragazzi e di uomini: primo fra tutti, sicuramente, il fattore economico. Basti dire che molti giovani diplomati o laureati al primo impiego nel settore terziario hanno stipendi corrispondenti o, spesso, superiori a quelli di un insegnante con 30 anni di servizio. Infatti chi fa il maestro elementare, se ha famiglia, deve avere una moglie che lavori, altrimenti non arriva a fine mese… Poi, sicuramente, c’è il fattore sociale (che, comunque, ovviamente, pesa allo stesso modo sia sugli uomini che sulle donne): quello dell’insegnante è ancora ritenuto un “mestiere” non ben qualificato, tant’è vero che tutti (dal ministro di turno, al tuo dirigente, ai genitori dei tuoi alunni) si sentono sempre in grado e in dovere d’ insegnarti come farlo, di darti direttive nuove ogni anno, d’intervenire su ciò che progetti e su come lo programmi, sui contenuti e le attività che intendi proporre, sui tuoi metodi d’insegnamento e di gestione delle classi, sui sistemi di valutazione… Infine, nella scuola, non si fa carriera: resti sempre allo stesso punto come ruolo e come mansioni. Lo stipendio ti aumenta (poco) solo per anzianità. Eppure la figura maschile nel rapporto educativo scolastico è sempre stata (a parole) riconosciuta come valida e complementare a quella femminile: lo dicono anche i trattati di pedagogia e di psicologia. Ma allora? Che fare? Il problema vero, a ben guardare, non è la “femminilizzazione” della scuola: il problema reale sarà, fra non molti anni, quello di non avere più nessuno (nè maschio nè femmina) che farà l’insegnante… Anche questa tendenza emerge dalla ricerca della Uil Scuola (si vedano i relativi allegati nel sito indicato). Quella scritta sopra (relativa al WWF) non è solo una facile battuta: occorre davvero che il sistema scuola si rinnovi mediante interventi concreti che rivalutino la professione docente e invoglino le nuove generazioni ad intraprendere un lavoro che può e deve essere ricco anche di soddisfazioni personali. “Professionisti dell’educazione” si dice da tempo. Bene, è l’ora di farlo, prima che sia troppo tardi. maestro elementare in via d’estinzione
(Rispondi)
 
 
matteo81_1981
matteo81_1981 il 10/10/09 alle 23:23 via WEB
le punizioni sono da escludere da una corretta pratica scolastica e vanno sostituite con apposite strategie di sostegno di recupero di motivazione. Io ne so qualche cosa
(Rispondi)
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 10/10/09 alle 23:15 via WEB
non con questo che io abbia alcunchè contro le MAESTRE, ANZI... ma qualche figura autorevole e MASCHILE in più nella scuola primaria e, permettetemi , anche nella scuola dell'infanzia, non sarebbe utile? Come è utile un padre in una coppia di genitori?
(Rispondi)
 
marietta1971
marietta1971 il 10/10/09 alle 23:29 via WEB
la mia maestra, adorabilissima, aveva una canna da pesca che con grande maestria giostrava tra le teste degli alunni che disturbavano con il consenso e la gratitudine dei genitori. Bei tempi quelli, non c'era bullismo nè nero nè rosso nè rosa....
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 23:41 via WEB
oggi tale maestra sarebbe sospesa dal servizio e accusata del reato penale di "... abuso di mezzi di correzione"
(Rispondi)
 
diego1930
diego1930 il 10/10/09 alle 23:30 via WEB
meglio il bullismo dell'autoritarismo
(Rispondi)
 
 
primodisette
primodisette il 11/10/09 alle 20:15 via WEB
Dici? Con il rispetto per le autorita' siamo sempre stati bene mi pare. Diresti lo stesso con il bullismo? Ciao, Renato.
(Rispondi)
 
lasuocera0
lasuocera0 il 10/10/09 alle 23:32 via WEB
leggi: lettere ad una professoressa
(Rispondi)
 
lasuocera0
lasuocera0 il 10/10/09 alle 23:32 via WEB
leggi anche di Barbagli: Scuola potere e ideologia
(Rispondi)
 
elvia4
elvia4 il 10/10/09 alle 23:35 via WEB
di fronte all'indisciplina è educativamente più corretto chiedersi i motivi che la possono giustificare piuttosto che limitarsi a condannarla e a reagirvi sul piano delle sanzioni
(Rispondi)
 
elvia4
elvia4 il 10/10/09 alle 23:36 via WEB
vedi motivazione ad apprendere
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 10/10/09 alle 23:39 via WEB
è giusto non bisogna dissociare l'intelligenza dall'affettività o l'istinto dalla spiritualità il concetto di motivazione come tu sott'intendi tiene conto della fondamentale unitarietà dell'individuo
(Rispondi)
 
pippo_217
pippo_217 il 11/10/09 alle 00:27 via WEB
Caro figlio, il tuo fallimento come figlio e come uomo, denuncia il mio fallimento come padre.
(Rispondi)
 
primodisette
primodisette il 11/10/09 alle 11:19 via WEB
Ciao, non posso che condividere il tuo pensiero e spero esso sia di molti altri, ce n'e' bisogno! Ho affrontato l'argomento tempo fa. Ed ultimamente, altrove, ho avuto l'esperienza tipo di impatto violento di un diciottenne verso la community. Questo per una frase scherzosa, nulla di che. Ma la violenza verbale ed illetterata che sfornava il ragazzino era avvilente. Per nulla rispettoso, alla "largo che adesso ci sono io",contro tutto e tutti. Esempio diffuso in Italia. Colpe? Genitori iperprotettivi, i cui figli sono sempre degli angioletti vittime -a detta loro- di vessazioni da parte della staff docente, di insegnanti che non si prendono responsabilita' per non attirarsi querele per via di leggi che non funzionano, o funzionano troppo bene ma per finalita' sbagliate ottenendo effetti deleterei sul rendimento scolastico e sulla formazione di uomini e donne di domani, sfornando gente che dovrebbe ripetere spesso non un anno ma l'intera sessione scolastica per quanto illetterati e ignoranti nelle materie di base. Sono del parere che scioperi, genitori, politica, leggi vadano riviste nell'ambito della scuola, ed alcune soppresse (politica e scioperi). Solo cosi' si potra' avere un indirizzo educativo con un docente che fa il docente e uno studente che fa lo studente, nonche' il genitore che DEVE fare il genitore, senza interferire sull'operato del docente stesso. Un discorso lungo che implica una riflessione obiettiva da parte delle varie fazioni, e che sara' ben difficile accordare, pero' provarci almeno..... Kiss, semplicemente Renato.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963