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MORIRE DI CARCERE

Post n°3152 pubblicato il 02 Novembre 2009 da psicologiaforense

Aumentano le morti dietro le sbarre

 


Dall'inizio di gennaio sono 146 i detenuti morti in carcere, 6 in più del totale registrato alla fine dello scorso anno. Ma è il dato dei suicidi a suscitare allarme: nei primi dieci mesi del 2009 i detenuti che si sono tolti la vita sono stati 59, venti in più rispetto allo stesso periodo del 2008.
Lo dice l'associazione «Ristretti Orizzonti» nel suo dossier «Morire di carcere» sottolineando che «la morte di Stefano Cucchi e l'ondata di indignazione al riguardo, soprattutto dopo la pubblicazione delle sconvolgenti immagini del suo corpo martoriato, sono un fortissimo e drammatico richiamo alla realtà».
«Quando il sistema penitenziario italiano viene definito "fuorilegge", "illegale", "incivile" dallo stesso ministro della Giustizia, vuol dire che la sofferenza di chi sta in carcere supera il livello ritenuto ammissibile, che la pena diventa supplizio – osserva il curatore Francesco Morelli –. Soffrono in primo luogo i detenuti, ma soffre anche la polizia penitenziaria, che nell'ultimo mese ha pagato con tre suicidi lo stress di un lavoro sempre poco riconosciuto. E dove gli agenti stanno male, devono fare turni di 12 ore, e via dicendo, non ci sarà un bel clima neanche per detenuti».
Ristretti Orizzonti cita anche il «Bollettino degli eventi critici negli Istituti penitenziari», realizzato dal Ministero della Giustizia, dal quale si evince che dal 1992 al 2008 mediamente ogni anno muoiono 150 detenuti, di cui circa un terzo per suicidio e gli altri due terzi per cause naturali non meglio specificate. Gli omicidi registrati sono 1 o 2 l'anno.
L' associazione fa notare che i suicidi riguardano prevalentemente i detenuti più giovani: i 10 «morti di carcere» più giovani del 2009 sono tutti suicidi e 2 avevano solo 19 anni. Le morti per «cause da accertare» sono più numerose di quelle per «malattia».


Fonte:  ANSA

 
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Commenti al Post:
pippo_217
pippo_217 il 02/11/09 alle 21:50 via WEB
Quando si è "ristretti", in ambienti medievali,o tecnologicamente asettici, con cibo diverso dal proprio, con spazio interpersonale limitatissimo,nel buio dell'incertezza,della paura, si amplifica il riflesso di quel disagio sociale, che tutti percepiamo in qualcuno, se non in noi stessi. Ed ancora una volta si diventa solo mero numero anonimo in una tabella di anonimi suicidi.Ma da che parte sorge il sole ? Dietro a quell'alto muro di cinta...
(Rispondi)
 
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