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LA FOTO CURIOSA DEL GIORNO

Post n°3297 pubblicato il 28 Novembre 2009 da psicologiaforense

Una due ruote da record 
Si chiama Gunbus 410 ed è la moto più grande mai costruita al mondo, un «mostro» da 700 chili che costa venti volte un'utilitaria. È lunga 3,5 metri, alta 1,56m e con una distanza tra gli assi delle ruote di 2,43m. Il quotidiano Die Welt rivela che a costruire la megamoto è stato un ex tecnico aeronautico di Eppingen, nel land meridionale del Baden-Wuerttemberg, Clemens Leonhardt, che ha avuto l'idea facendo ordine nella sua officina, in cui conservava due ruote d'aereo. Il motore della Gunbus 410 ha una potenza di 350 CV, tre marce più una retromarcia e raggiunge una velocità di 250Km/h. «Il divertimento maggiore si ha viaggiando a 100-120km/h», ha spiegato Leonhardt, il quale ha avvertito di fare attenzione quando si guida in città, nel caso in cui l'angolo di inclinazione della moto superi i 15 gradi, poiché a causa del peso del bolide e della ridotta velocità si finisce inevitabilmente in terra. L'ingegnoso meccanico ha in animo di costruire tre o quattro moto all'anno, che a dispetto del prezzo proibitivo di 195mila euro l'una, Iva non compresa, avrebbero suscitato già molto interesse, soprattutto negli Stati Uniti. Le richieste sarebbero arrivate da parte di facoltosi giocatori di basket, gli unici con la loro statura in grado di salire in sella senza grossi problemi (Reuters)
 
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Commenti al Post:
waltermy
waltermy il 28/11/09 alle 07:37 via WEB
Il pensiero va alla megalomania e alla ecocentricità dell'uomo , blog molto interessante , complimenti , buona giornata , walter
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 28/11/09 alle 23:01 via WEB
Grazie davvero WALTER per questo commento. Cent’anni fa il XX secolo si apriva, nel mondo occidentale, all’insegna delle raffinate follie della “belle époque”. Era un lusso per gli “happy few”, cioè i pochi privilegiati dell’alta società. Oggi questo XXI secolo si apre su uno scenario radicalmente diverso: ora il lusso è alla portata di minoranze talmente corpose da divenire quasi indistinte dalla maggioranza. La produzione di oggetti di lusso, che allora era alto artigianato d’arte, rivolto esclusivamente alla realizzazione di pezzi unici a tiratura limitata, è adesso produzione in serie, capace di far fronte a milioni di ordini. Proprio questo aumento della produzione, ha posto le basi per uno sviluppo di una vera e propria industria del lusso, con le sue affinità e le sue differenze rispetto a quella dei beni di largo consumo. La percezione di lusso è sicuramente molto soggettiva, e per questo darne una definizione assoluta diventa impossibile. Laura Girelli afferma che “è lusso ciò che colloca il soggetto in una schiera di happy few(non tutti se lo possono permettere), il cui esclusivo privilegio è tuttavia reso tale dal desiderio dei molti esclusi…Non si ha lusso dei pochi senza lo sguardo dei molti e senza una condivisione simbolica collettiva del bene di lusso” Per definire il nuovo lusso, capace di flirtare con l’intelletto, Fabris utilizza l’acronimo “Creso: cultura, ricerca, esperienza, sé, olismo.” Olismo come gioco a tutto campo, in un mix di spirito e corpo che trova risposta soprattutto negli optional delle auto, nella sensitive home profumata ed ergonomia della nouvelle vague arredativa, nei nuovi sfizi inventati dalle spa.”Certo” dice Fabris “che i bisogni secondari sono diventati indispensabili e il bello rimane necessario, soprattutto per gli italiani”. Gli studiosi individuano tra le caratteristiche fondamentali, per essere considerato un bene di lusso, l’esclusività, l’alta qualità, prezzo elevato, l’offerta in un punto vendita qualificato. E soprattutto deve vincere il brand, il marchio che si esprime attraverso un’immagine omogenea e si realizza con la comunicazione. Il consumatore deve convincersi che sta acquistando un bene di qualità superiore. In sostanza qualità, immagine e marchio di prestigio insieme ad una distribuzione selettiva servono all’azienda per dare al consumatore quel valore aggiunto che giustifichi un prezzo maggiore. Il consumatore, infatti, oggi è disposto a spendere , ma vuole essere sicuro di quello che acquista. La categoria merceologica più citata da un rilevante campione, quale principale identificativo del concetto di lusso, è il gioiello (59,3%), seguito da auto/moto (58,4%) e Alta Moda (53,5%).
(Rispondi)
 
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