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Post n°3701 pubblicato il 08 Febbraio 2010 da psicologiaforense
Sei donne su dieci che rinunciano ad un figlio sono sposate o conviventi
Il 60% degli aborti è praticato da donne sposate o conviventi. Lo riferisce l’Associazione matrimonialisti italiani. «Sarebbe opportuno - spiega l’associazione - operare una trasversale azione di sensibilizzazione». Secondo i dati raccolti dall’associazione risulta che solo una donna italiana su due è a conoscenza che dopo il parto la madre può decidere di non riconoscere il figlio senza conseguenze giuridiche. «L’Ami - dice il presidente nazionale avv. Gian Ettore Gassani - conferma che circa il 20% delle gravidanze finisce in aborto. Tuttavia tali numeri statistici debbono essere letti con maggiore attenzione: il fenomeno riguarda per almeno il 60% coppie sposate o di conviventi more uxorio che hanno già una propria stabilità, un’abitazione, una organizzazione familiare. Si aggiunga, altresì, che una parte significativa di questi aborti riguarda donne e più in generale famiglie con un tenore di vita medi, tale da poter garantire una degna vita ai figli. È evidente che per molti italiani l’aborto è ancora considerato alla stregua di un contraccettivo.
L’aborto è molto più diffuso tra le coppie di sposati e conviventi e ciò deve far riflettere».
Commenti al Post:
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c.t.intrepido il 08/02/10 alle 12:12 via WEB
.."una parte significativa di questi aborti riguarda donne e più in generale famiglie con un tenore di vita medi.."..: tutto vero...., ma credo che...sia soprattutto egoismo..e paura di dover fare qualche rinuncia...!!! Non condivido affatto invece l'invogliare a metterne al mondo...solo per poi non riconoscerli: non credo esista mamma...che possa rinunciare al proprio figlio.."consapevolmente"..una volta che l'abbia messo al mondo.
(Rispondi)
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luigiarusso il 09/02/10 alle 06:35 via WEB
caro INTREPIDO secondo me: "MEGLIO UN BAMBINO VIVO!", sempre....
(Rispondi)
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