MARCO PICCOLO

è proprio al primo piano di Villa Gernetto che il premier ha deciso di trasferirsi. Secondo quanto riportato da il Giornale la villa è dotata di tre enormi salotti, un quarto con camino, una grande sala da pranzo, corridoio, stanza da letto, guardaroba e bagno. A dominare tappezzerie e arredamento colori molto caldi, dall'oro al bordeaux abbellite dalle statue di bronzo di nudi di donna acquistate in compagnia della figlia Marina durante la sua visita a Saint-Paul-de-Vence e dalla litografia raffigurante Obama nei panni di Superman.

S ilvio Berlusconi apre villa Gernetto, e per il pubblico è la prima volta. Inaugurandola, il premier ha infatti dichiarato: "Dovreste essere onorati di essere qui perché è la prima volta che apriamo questa villa per una manifestazione pubblica".

Chi ha visitato il complesso tardo neoclassico sulla Valle del Lambro ne parla come di una reggia. Costruita nella seconda metà del settecento, la tenuta comprende un giardino terrazzato e bosco di circa 350mila metri quadrati.

Villa Gernetto, alle porte di Lesmo, è davvero incantevole. Un gioiello architettonico immerso in un bosco di 350mila metri quadri, al riparo da sguardi indiscreti. Dalla strada è impossibile immaginare che dietro un muro di cinta come tanti in Brianza, sorga una proprietà tanto estesa eppur intima.

Per fare sua quest'ultima dimora, che il Giornale ha sobriamente definito "la nuova reggia", sembra che abbia scucito 40 milioni di euro.

Nelle intenzioni del premier, Villa Gernetto dovrebbe diventare la sua abitazione più frequente: mentre la villa di Macherio, infatti, ormai è la dimora dell’ex moglie Veronica, Arcore potrebbe essere trasformata in una base di lavoro (così come Palazzo Grazioli a Roma), mentre Villa Certosa dovrebbe essere definitivamente abbandonata, in attesa di un acquirente.

Le ville comme stemmi di segni: nell'immaginario berlusconiano trascende dall'uso. Dalla Certosa ad antigua al Lago Maggiore Il Cavaliere apre in Brianza l'ultima reggia

.... ha 27 ville in tutto il mondo, alcune non le ha mai visitate

Viene da chiedersi: ma che ci farà mai con tutte queste residenze? Ecco: nella vittoria dello spreco sulla moderazione e nel primato dello splendore sulla sobrietà riposa il fondamento della più profonda, ma inconfessabile ineguaglianza (ne scrive Alessandro Casiccia in Lusso e potere, Bruno Mondadori, 2008). In compenso, o a parziale risarcimento, la villeide del Cavaliere offre delle risorse narrative che nel tempo si sarebbe francamente risparmiato. Basti pensare all'acquisto di villa San Martino dai marchesi Casati, una pagina non proprio felice della storia berlusconiana, e all'ormai celebre stalliere di Arcore; così come sarà difficile cancellare l'incubo dei cinquemila o settemila imbarazzanti scatti di Zappadu a villa La Certosa, o la memoria dell'ex premier ceco Topolanek che si getta nudo nel blu della piscina. Quando non compra ville, d'altra parte, il presidente Berlusconi se le va comunque a cercare. Una volta, a Montalcino, fu accolto da alcuni giovinastri che gli fecero il gesto dell'ombrello e subito l'affare sfumò. Magari il dipartimento di storia dell'università liberale ci potrà fare un corso.

Più o meno!

ops, stavo rispondendo ad Aurora sulle 27 ville di B. (in realtà sono 29)