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« IL CORSIVO, RIFLESSIONI,...LA RIFLESSIONE: PENSIERI... »

L'EDITORIALE: BLOG SENZA ALCUNA CULTURA, PSICOLOGIA, FILOSOFIA, SOCIOLOGIA, SCIENZA

Post n°3716 pubblicato il 10 Febbraio 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE

LA CULTURA..... AI GIORNI NOSTRI

 

 

 

Nell'economia postindustriale la nozione della cultura come prodotto è ormai una novità consolidata. Pertanto l'idea che essa sia «un bene di prima necessità, un codice condiviso, su cui gli individui e i gruppi sociali fondano oggi interi sistemi di identità e relazione con il mondo esterno», come scrive Mario Morcellini, è nella logica delle cose, senza che questo rappresenti tuttavia una rivoluzione se si tiene conto che qualcosa di simile accadeva già ai tempi della tragedia greca arcaica quando una intera popolazione aveva l'impressione di lavare le proprie colpe assistendo al processo di Edipo o di Antigone. Nel campo in esame non si inventa mai nulla di totalmente nuovo, sennonchè restano alcune cose da chiarire. Dal momento che l'accezione estensiva di cultura non esclude di ospitare nel suo ambito anche la «cultura del caffè» o quella «delle bollicine» e non ci si scandalizzerebbe di fronte all'eventuale affiancamento o «co-branding» di Lavazza e Opera di Roma, perchè storcere il naso se la Coca-Cola proietta il suo marchio sul Colosseo? E se la cultura è una merce che sottostà alle regole delle altre merci, perchè il biglietto del cinema non può essere diverso a seconda del film proiettato come succede ai conti dei ristoranti a seconda dei menu? E in tema di giustizia e abusi, sulla base di quali criteri una prodotto culturale viene giudicato meritevole di sovvenzione invece di un altro e perchè, come si fa invece con altri beni culturali, nessuno protegge i motivi più famosi delle Quattro Stagioni di Vivaldi da abbinamenti commerciali che li consumano? Come si dice in questi casi, anche il marketing culturale è una questione complessa.

 
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Commenti al Post:
luigiarusso
luigiarusso il 10/02/10 alle 21:12 via WEB
La nozione di cultura appartiene alla storia occidentale. Di origine latina, proviene dal verbo "coltivare". L'utilizzo di tale termine è stato, poi, esteso, a quei comportamenti che imponevano una "cura verso gli dei": così il termine "culto".
(Rispondi)
 
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 10/02/10 alle 21:17 via WEB
esattamente!
(Rispondi)
 
 
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 10/02/10 alle 21:24 via WEB
infatti è così
(Rispondi)
 
 
francesco_v2
francesco_v2 il 11/02/10 alle 11:20 via WEB
al di là della semantica, non mi trova molto d'accordo l'affermazione che la nozione di cultura appartiene al mondo occidentale perchè, se si considera che la parola cultura è solo un fonema che ci indica quel complesso di saperi che oltre la mera nozione, vengono elaborati e resi propri vagliando al filtro della propria esperienza dall'essere umano. questo fenomeno naturale di disposizione verso i saperi appartiene a tutte le civiltà, i sumeri che precedettreo i greci, forse non avevano nozione della cultura ma furono produttori di cultura al punto che l'intera civiltà del'informazione si basa su saperi che formarono in quei tempi lontanissimi, non sarbbe mai nato un bit senza la numerazione binaria, che non sarebbe mai nata senza il sistema decimale, che non è lunico del resto la civiltà atzeca usava un sistema di numerazione a sei cifre. ne deriva: che se la cultura è insieme di saperi più o meno specializzati, individualizzati al punto da indirizzare il comportamento e le azioni dell'uomo, allora non si può affermare che la cultura appartiene ad una area antropogeografica ristretta. cordialmente vostro frà
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 10/02/10 alle 21:13 via WEB
Il concetto moderno di cultura può essere inteso come quel bagaglio di conoscenze ritenute fondamentali e che vengono trasmesse di generazione in generazione. Tuttavia il termine cultura nella lingua italiana denota due significati principali sostanzialmente diversi: Una concezione umanistica o classica presenta la cultura come la formazione individuale, un’attività che consente di "coltivare" l’animo umano (deriva infatti dal verbo latino "colere"); in tale accezione essa assume una valenza quantitativa, per la quale una persona può essere più o meno colta. Una concezione antropologica o moderna presenta la cultura come il variegato insieme dei costumi, delle credenze, degli atteggiamenti, dei valori, degli ideali e delle abitudini delle diverse popolazioni o società del mondo. Concerne sia l’individuo sia le collettività di cui egli fa parte. In questo senso il concetto è ovviamente declinabile al plurale, presupponendo l'esistenza di diverse culture, e tipicamente viene supposta l'esistenza di una cultura per ogni gruppo etnico o raggruppamento sociale significativo, e l'appartenenza a tali gruppi sociali è strettamente connessa alla condivisione di un'identità culturale.
(Rispondi)
 
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 10/02/10 alle 21:18 via WEB
LUIGIA sai fare delle sintesi encomiabili, veramente
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 10/02/10 alle 21:14 via WEB
Alcuni usi tipici del termine, nella vita quotidiana, possono essere utili ad indicare l'estensione semantica del concetto: ”Ci sono enormi differenze culturali tra Oriente e Occidente”. ”Umberto Eco è una persona di grande cultura”. ”La musica pop è usata dai gruppi giovanili per affermare la loro identità culturale”. ”La cultura di massa ha un effetto di omologazione”. ”Le telenovela sono espressione della cultura sudamericana”. ”La cucina italiana è parte della tradizione culturale del nostro Paese”. ”Il dialogo tra le culture è necessario, ma difficile”.
(Rispondi)
 
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 10/02/10 alle 21:19 via WEB
proprio così, hai messo il dito nella piaga: "l'estensione semantica del concetto..."
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adolfodgl5
adolfodgl5 il 10/02/10 alle 21:25 via WEB
ragionamento apprezzabile
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 10/02/10 alle 21:14 via WEB
Esistono quindi diversi significati del concetto di cultura: Secondo una concezione classica la cultura consiste nel processo di sviluppo e mobilitazione delle facoltà umane che è facilitato dall’assimilazione del lavoro di autori e artisti importanti e legato al carattere di progresso dell’età moderna. Secondo una concezione antropologica la cultura - o civiltà - presa nel suo più ampio significato etnologico è “quell'insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra competenza e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società” secondo la nota definizione dell’antropologo inglese Edward Tylor (da Cultura primitiva, 1871).
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 10/02/10 alle 21:15 via WEB
Negli anni, la definizione antropologica di Cultura è molto cambiata, secondo l'antropologo Ulf Hannerz, "una cultura è una struttura di significato che viaggia su reti di comunicazione non localizzate in singoli territori".
(Rispondi)
 
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 10/02/10 alle 21:20 via WEB
Del termine "globalizzazione" è zeppa la pubblicistica degli ultimi tempi, ma il saggio dell’antropologo svedese ne esplora un aspetto poco dibattuto, cioè i rapporti col concetto di cultura: in tal modo egli cerca di chiarire la contrapposizione spesso fuorviante tra globale e locale, termini non sempre antitetici come si potrebbe invece credere..
(Rispondi)
 
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 10/02/10 alle 21:25 via WEB
pare anche a me
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 10/02/10 alle 21:15 via WEB
La definizione dell'Unesco considera la cultura come "una serie di caratteristiche specifiche di una società o di un gruppo sociale in termini spirituali, materiali, intellettuali o emozionali".
(Rispondi)
 
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 10/02/10 alle 21:21 via WEB
La Cultura è: un complesso di modelli (idee, simboli, azioni, disposizioni) PER e DI: In tutte le culture esiste un modello di (es. pulizia, decoro, legge), un modello attraverso cui si pensa qualcosa. I modelli di generano modelli per, modelli guida al diverso modo di agire operativa: permette un accostamento al mondo in senso pratico e intellettuale e un relativo adattamento ambientale. Permette quindi di passare dall'ideale all'operatività. selettiva: effettua infatti una selezione di modelli funzionali al presente dinamica: si mantiene nel tempo, ma non è fissa. Interagendo con altre culture vi sono cambiamiamenti reciproci. stratificata e diversificata: all'interno della stessa società si notano differenze culturali in base all'età, al genere, al reddito, ecc., e queste differenze condizionano i comportamenti sociali. A seconda delle società vi è inoltre una diversa distribuzione della cultura.
(Rispondi)
 
 
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 10/02/10 alle 21:26 via WEB
definizione da manuale
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 10/02/10 alle 21:16 via WEB
L'uso popolare della parola cultura in molte società occidentali può riflettere semplicemente il carattere stratificato di queste società: molti usano questa parola per designare i beni di consumo, e attività come ad esempio la cucina, l'arte o la musica. Altri usano il termine di "cultura alta" per distinguere quest'ultima da una presunta cultura "bassa", intendendo con quest'ultima l'insieme dei beni di consumo che non appartengono all'élite.
(Rispondi)
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 10/02/10 alle 21:22 via WEB
PER CONCLUDERE:
(Rispondi)
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 10/02/10 alle 21:23 via WEB
....... La cultura presenta al proprio interno dei dislivelli. Gramsci, schematizzando, parlò di Cultura Egemonica (che ha il potere di definire i suoi confini) e Cultura Subalterna che, non avendo tale potere, non ha possibilità di definirsi. Ad esempio la divisione tra Hutu e Tutsi è nata in seguito alla colonizzazione belga. Nella società moderna, pur essendo presenti differenze culturali su base linguistica ed etnica, esse sono tollerate perché viene favorita l'integrazione culturale tramite l'istruzione obbligatoria e le classi sociali non hanno confini rigidi: Baumann addirittura parla di «modernità liquida». basata sulla comunicazione: la cultura nasce infatti da uno scambio costante olistica: (da olòs, intero) ed è quindi formata da elementi interdipendenti tra loro. Ad esempio vi è un legame tra la religione e l'alimentazione di un paese e di conseguenza sull'economia. Secondo alcuni antropologi alcune culture sono più olistiche perché realizzano meglio questa interdipendenza tra elementi (es. la divisione nelle caste indiane e lo stretto legame tra di esse). porosa: vi sono continui sconfinamenti tra le culture ed è difficile definire un vero limite, un vero confine tra culture. La Cultura non é apparato esteriore della vita. E' consapevolezza pratica legata alla propria esperienza individuale (nihil in intellectu quod non fuerit in sensu) , divenuta anche teorica attraverso una rete concettuale via via più complessa in base all'apporto del mondo esterno, delle esperienze altrui, di quanto gli autori-aumentatori hanno trasmesso di loro e del loro mondo (della loro epoca). È fatto sia individuale che sociale. Sociale però anche in senso negativo: i modelli che provengono dall'esterno, proprio perché si pongono come modelli, ci rendono passivi se ci danno l'illusione di aver trovato il significato e persino il fine da perseguire. Più che di imitazione, dinamica ricerca di miglioramento, si tratta spesso di pura e semplice seduzione. Negli aspetti sociali della cultura c'é più apparato esteriore che stimolo alla personalità di ciascuno, più paternalismo e padreternismo che autentica liberazione. Più competizione che stimolo al meglio: siamo i primi, siamo gli unici, siamo i migliori. In poche parole c'é più sussiego che autenticità e sviluppo. (Lucia degli Scalzi) Fritjof Capra rappresenta la Cultura di una rete sociale come una cellula con un nucleo culturale più definito e dei confini porosi. A seconda dei propri valori una cultura può essere aperta o chiusa, così come una cellula accetta alcuni elementi ed altri no.
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adolfodgl5
adolfodgl5 il 10/02/10 alle 21:23 via WEB
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 10/02/10 alle 21:28 via WEB
BEL LAVORO DEONTO E BEL LAVORO A TUTTI I COMMENTATORI: AVETE INTEGRATO E CHIARITO IL BELLISSIMO POST DI PSYCO!!!
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YukaakuY
YukaakuY il 10/02/10 alle 23:52 via WEB
La cultura di cui parli, e parlano i tuoi referenti del post sta alla cultura come conoscenza e critica nel rapporto di una minerale con una bottiglia di prosecco vidor 96 etichetta verde. identificare i termini e' doveroso, altrimenti le chiamerai tutte e due bevande
(Rispondi)
 
 
scoglioisolato
scoglioisolato il 11/02/10 alle 03:27 via WEB
...identificare i termini: sono stati subito definiti nella prima riga del post....(già intuibili del resto in quei cinque puntini sospensivi del titolo del post.....)
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