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Post n°3787 pubblicato il 28 Febbraio 2010 da psicologiaforense
IL CASO di Marina Corradi
SIGNOR GIUDICE, NASCONDA A MIA FIGLIA QUEL NONNO MUTO...
«Che mia figlia non viva nella casa del nonno, paralizzato e muto per una sindrome neurologica. È troppo triste, troppo afflittivo per un bambino, assistere a certe situazioni». È, in sostanza, la richiesta di un padre separato al tribunale. E non è un caso isolato. Dunque in quel laboratorio di diritti e affetti che sono le divisioni fra coniugi, in cui vengono alla luce prima che altrove questioni che altrimenti si discutono fra le mura di casa, emerge una nuova domanda che pretende di essere affermata giuridicamente: il diritto a non vedere la malattia e la sofferenza. Qualcosa di ulteriore rispetto al «diritto a morire» teorizzato nella battaglia per l’eutanasia: la pretesa di non far vedere quegli stati di vita, che ai sani possono apparire inaccettabili. O almeno questa pretesa comincia con i bambini, vestendosi di premura paterna: che la bambina non entri in quella casa dove il nonno, cui pure vuole bene, ora non risponde, non parla. Benché privo di una sofferenza fisica evidente, il silenzio degli stati vegetativi o delle sindromi analoghe è giudicato insopportabile; si va dal giudice, perché non sia mostrato ai figli e ai nipoti. Questa premura di genitori è singolare. Vuole nascondere la sofferenza di un vecchio, renderla come inesistente. Invisibile, come se quell’uomo fosse già morto. Ma davvero, censurando una parte fondamentale della vita, gli adulti proteggono i figli, o invece non proteggono se stessi da ciò che agli occhi loro, e non del figlio, è intollerabile? Sembra paradossale: in un tempo in cui tutto è visibile anche ai bambini, dalla pornografia alla violenza, prende forma un ultimo tabù: la malattia, l’invalidità, e quell’area grigia dell’assenza da sé, che a molti sembra una morte da vivi. L’ultimo tabù, l’inguardabile, l’osceno, è la malattia, e tanto più quella che paralizza, allontana – ineludibile primizia della morte. Eppure, chiunque non sia più un ragazzo ricorda di essere stato portato al capezzale dei nonni, di averli visti magari in agonia; di avere avuto in casa un vecchio reso assente e bisognoso di tutto dalla demenza. Veramente quel vedere ci ha danneggiato? No: ci ha mostrato che esistono anche la sofferenza e la fine, dunque ci ha spiegato qualcosa, della vita, di fondamentale. Certo, accanto ai bambini una volta c’erano adulti che sapevano stare di fronte alla sofferenza. Che, pure nella paura e nel dolore, avevano la memoria di un senso; che rendeva la fine dei vecchi, e non solo quella dei vecchi, non assurda. La speranza cristiana, magari neanche pienamente confessata ma respirata da sempre, in una naturale osmosi, alleviava e faceva umanamente tollerabili le invalidità e le agonie. Dolore, ma non insensato e cieco: e dunque le stanze dei malati potevano ben essere aperte ai bambini. Che proprio da quei momenti erano, e sono ancora provocati a farsi delle domande: per che cosa si vive e si muore, e cosa ne è di un nonno amato, quando sembra addormentato per sempre, e non riconosce più chi gli è caro. Domande che ne generano altre, che bruciano, che sfidano. Che fanno diventare grandi. Ma forse oggi si preferiscono figli inebetiti dal rumore, storditi dai consumi. e il più a lungo possibile ignari della sofferenza, del limite che, in quanto uomini, hanno scritto addosso. O forse sono i padri che, avendo perso la memoria di un senso, stanno atterriti davanti a certe stanze di malati. Lì dentro si è insediato, tenace, assurdo, il dolore: una faccenda che, senza speranza, è atroce. Per questo vogliono che i loro figli non entrino, che i loro figli non vedano. Porte chiuse. Tabù. Signor giudice, che mia figlia non veda quel nonno assente, lontano, muto. A cui io, signor giudice, non tollero di stare davanti.
Commenti al Post:
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odio_via_col_vento il 28/02/10 alle 17:10 via WEB
sarà certo un escamotage da parte del padre, una delle tante cattiverie e false scuse che si accampano in caso di separazione. ma è certo sintomatica di una società disumana e folle, che crea delle future generazioni ancora peggiori di quelle che camminano oggi sulla terra
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adolfodgl5 il 28/02/10 alle 17:26 via WEB
Quanto è scritto nel ricorso che chiede di non fare vedere alla nipotina il nonno disabile è gravemente lesivo di principi fondamentali dell’intero ordinamento giuridico
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agostino88 il 28/02/10 alle 18:13 via WEB
in amore e in guerra tutto è ammesso, qui siamo in guerra quindi...
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servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:04 via WEB
in questo caso c'è un team prestigioso di avvocati che sostengono queste ragioni del padre, e questo fa pensare...
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adolfodgl5 il 28/02/10 alle 17:28 via WEB
Non soltanto, ma è anche lesivo dei principii tutelati dalla «Carta Costituzionale e dalle nostre leggi, dalle norme comunitarie, dai Trattati della Comunità europea, dalle Convenzioni e dalle Carte internazionali», cioè da tutte le regole che «sanciscono chiaramente come le persone disabili abbiano gli stessi diritti fondamentali degli altri cittadini». Dunque, la disabilità non può certo «essere intesa come sinonimo di emarginazione, segregazione, allontanamento e fonte di afflizione».
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adolfodgl5 il 28/02/10 alle 17:28 via WEB
Tanto più che il principio di solidarietà «è obbligo giuridico di soccorrere e aiutare i deboli», da «assicurare a qualunque persona», specie tenendo poi conto che «non esiste alcuna distinzione giuridica fra vite degne e non degne di essere vissute
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agostino88 il 28/02/10 alle 18:15 via WEB
PSICO?! Non ci hai fornito i dati di base, anni, situazione, rapporto nonno paralitico, ecc..
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psicologiaforense il 28/02/10 alle 18:26 via WEB
Genitori di circa 30 a. Sposati da 6. Figlia unica di anni 3 e mesi 5.Convivenza intollerabile. La moglie è ritorna a casa dei suoi, il marito occupa la casa coniugale. IL GIUDICE DEVE ANCORA PRONUNCIARSI. La bimba ha conosciuto il nonno dopo l'ictus e lo frequenta regolarmente, da sempre, con naturalezza. Appunto perchè lo ha conosciuto solo già paralitico. Sembra gli voglia bene. E' una bambina contesa e come tale soffre. Del resto nella guerra, da che mondo è mondo, alla fine pagano sempre i civili... non diversamente avviene nella guerra tra ex coniugi, chi paga sono i figli.
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scoglioisolato il 28/02/10 alle 19:18 via WEB
Assolutamente d'accordo con ogni tua considerazione sviluppata nel post ed in questo commento.
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scoglioisolato il 28/02/10 alle 20:25 via WEB
Chiedo scusa a Marina Corradi per aver attribuito a Psyco il suo editoriale.
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scoglioisolato il 28/02/10 alle 21:33 via WEB
Luigia: era solo una precisazione riguardo ai "diritti d'autore"....
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scoglioisolato il 28/02/10 alle 21:38 via WEB
Non capisco per quale motivo sia stato frainteso.....
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bibiosa il 28/02/10 alle 18:27 via WEB
chiarimenti illuminanti, c'è poco altro da dire
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luigiarusso il 28/02/10 alle 20:54 via WEB
«Mia figlia non stia con il nonno disabile»
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servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:06 via WEB
la tesi è sempre la stessa: il figlio sta male perchè vive con l'altro genitore.....
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luigiarusso il 28/02/10 alle 20:56 via WEB
beghe vergognose tra coniugi in fase di separazione e chi più ne ha più ne metta, caro Scoglio
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servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:08 via WEB
questa piccola bambina dalla nascita frequentava felicemente il nonno invalido. SOLO DOPO LA SEPARAZIONE IL NONNO DIVENTA PATOGENO
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scoglioisolato il 28/02/10 alle 21:27 via WEB
Luigia: ho detto di condividere tutto quanto sostenuto nel post e nel commento! La richiesta di quel padre è vergognosa oltre misura!
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luigiarusso il 28/02/10 alle 21:00 via WEB
QUESTO POST HA UN SENSO SE SI PRESCINDE DAI MISERRIMI INTENTI DEL PADRE(mantenere la casa coniugale, punire la moglie abbandonante, evitarsi assegni di mantenimento, ecc...)PICCINERIE SCHIFOSE. E se si guarda invece al caso generale: ai bambini va fatta vivere la realtà o vanno., al contrario, isolati in una ovattata vita ?
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servoarbitrio il 28/02/10 alle 21:11 via WEB
NIENTE CAMPANE DI VETRO, NIENTE SERRE..... si educa con l'ascolto e con l'esempio (specialmente con l'esempio). E che esempio fornisce una madre che abbandona il proprio genitore invalido, così come altri abbandonano il cane in autostrada?
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scoglioisolato il 28/02/10 alle 21:46 via WEB
Ripeto: la richiesta di quel padre è OLTREMODO VERGOGNOSA.
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pippo_217 il 01/03/10 alle 02:12 via WEB
I bambini pensano ciò che vedono pensare dai grandi. Ricordo che da piccino, nel momento del trapasso della nonna malata, momento di cui io non capivo la valenza, mi adeguai, senza spaventarmi alla giusta, normale sofferenza rispettosa che leggevo sui volti e nelle parole dei grandi. Più tardi mi posi mille domande e con l'aiuto dei grandi elaborai in me il concetto.
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anonimo.sabino il 01/03/10 alle 09:59 via WEB
D'accordo: padre un po' stronzo e pessimo pedagogo. Ma che c'entra l'eutanasia? Mi pare tutt'altra cosa.
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