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LA MIA RIFLESSIONE DELLA NOTTE: BESTEMMIA COME PREGHIERA, INVOCAZIONE, RICHIESTA DI AIUTO,

Post n°3813 pubblicato il 07 Marzo 2010 da psicologiaforense

LA DIFFICILE RIFLESSIONE DELLA NOTTE

AUTOPSIA  DELLA BESTEMMIA

La bestemmia può essere una preghiera che, nella scoperta del male,  significa prima di tutto supplica; a Dio, per chi crede, e per gli altri , un percorso di invocazione. Pregare, invocare, anche maledire: l'importante è dare un segno che la nostra anima è viva, altrimenti arriva ciò che io chiamo psicogramma piatto.  Così una BESTEMMIA può essere "benedetta" quando cerca disperatamente l'interlocutore (DIO) che tace. AD ESEMPIO, in caso di malattia terminale, spesso, non si prega Dio ci si rivolge alle persone che sono vicine, che posso vedere e toccare perchè Dio vuol farci capire che, nel dolore, è ai nostri fratelli che dobbiamo rivolgerci. Forse per questo motivo si trova negli altri malati una solidarietà che non capita di riscontrare nella vita di tutti i giorni.
Secondo la mia diretta e personale esperienza, la malattia abbatte soprattutto le persone più forti. Il rapporto con sé e con gli altri cambia radicalmente. Ecco che la  preghiera, quando erompe spontanea, può diventare un vero farmaco

 
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Commenti al Post:
adolfodgl5
adolfodgl5 il 07/03/10 alle 01:30 via WEB
E' riflessione della DOMENICA. Giorno del signore letteralmente( Dies Domini, non può quindi essere facile.
(Rispondi)
 
 
auroraml
auroraml il 07/03/10 alle 01:40 via WEB
sì, dies domini (DOMENICA) forse andrebbe abolita come il crocefisso, perchè giornata discriminante come il sabato per gli ebrei, il venerdì per i musulmani, ecc...
(Rispondi)
 
 
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 07/03/10 alle 02:18 via WEB
NOI CONCORDIAMO CON TE: La bestemmia è una conferma del Tutto che E'.
(Rispondi)
 
 
 
Beyazid_II_Ottomano
Beyazid_II_Ottomano il 07/03/10 alle 10:57 via WEB
Per ripristinare la settimana di dieci giorni come ai tempi della Rivoluzione Francese? Non ebbe molto successo. La gente si affeziona alle festività religiose, specie se implicano panem et circenses.
(Rispondi)
 
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 07/03/10 alle 02:34 via WEB
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 07/03/10 alle 01:32 via WEB
Salman Rushdie diceva: dove non c'è credo, non c'è bestemmia. TU HAI IPOZITTATO IL CONTRARIO!!!
(Rispondi)
 
 
auroraml
auroraml il 07/03/10 alle 01:41 via WEB
ESCO DAL TEMA:.....
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 07/03/10 alle 01:34 via WEB
scusate volevo dire IPOTIZZATO... lapsus calami
(Rispondi)
 
 
auroraml
auroraml il 07/03/10 alle 01:43 via WEB
non preoccuparti adolfo, qui nel WEB: ortografia, grammatica sintassi sono optional obsoleti, io ne sono un esempio illuminante!
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 07/03/10 alle 01:35 via WEB
... perchè La bestemmia o blasfemia è una locuzione con contenuti dissacranti e svalutanti verso una divinità.
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 07/03/10 alle 01:37 via WEB
invece Tu (ma tu sola però) vedi nella bestemmia una richiesta di aiuto proprio alla Divinità che tace...
(Rispondi)
 
 
auroraml
auroraml il 07/03/10 alle 01:44 via WEB
anche secondo me è un post che fa riflettere... e molto sulla condizione umana
(Rispondi)
 
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 07/03/10 alle 01:56 via WEB
è incommensurabile e dispiace sia stato scritto qui!
(Rispondi)
 
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 07/03/10 alle 02:34 via WEB
è esattamente come dici
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 07/03/10 alle 01:37 via WEB
BELLISSIMO E ORIGINALISSIMO POST
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 07/03/10 alle 01:52 via WEB
in effetti chi altro avrebbe pensato in questa community di elaborare una autopsia della bestemmia?
(Rispondi)
 
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 07/03/10 alle 01:58 via WEB
NESSUNO. Solo PSYCO. Ma doveva scriverlo sull'AVVENIRE, giornale dei vescovi. Sarebbe stato molto apprezzato e commentato oltremisura
(Rispondi)
 
 
 
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 07/03/10 alle 02:20 via WEB
Il Signore è capace di udire la voce dell'Uomo in qualsiasi modo, sia quando usa la parola oralmente come BESTEMMIA, sia quando questa parola è formulata solo nella mente.
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 07/03/10 alle 01:45 via WEB
IL MIO CONTRIBUTO: Come tutte le imprecazioni, anche non di natura sacrilega (es. porca miseria, porca puttana), le bestemmie italiane più diffuse accostano l'epiteto porco al nome da profanare: i più tipici esempi sono infatti i nominativi della divinità e della Madonna associati prima o dopo l'elemento lessicale offensivo (spesso tale elemento coincide con il termine riferito al suino, porco o maiale). Essi sono testimoniati anche dalla letteratura contemporanea, in questa forma o in alcune varianti. Anche Pasolini, nelle opere ispirate alla vita di borgata, riproduce queste bestemmie, ma censurandole in porco d... e porca m...
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 07/03/10 alle 01:46 via WEB
segue il mio contributo lessicale, semantico....
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 07/03/10 alle 01:53 via WEB
ti leggo con profondissimo interesse anche perchè sono temi che non mi ero mai posta
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 07/03/10 alle 01:48 via WEB
L'epiteto porco non è però l'unico. Fra le altre bestemmie si ricordano l'uso di termini come bestia, boia, e cane, quest'ultima specialmente in Italia settentrionale; nella forma dialettale can è il tipico intercalare veneto( D...can). Contro la Madonna sono frequenti anche le imprecazioni a sfondo sessuale, utilizzando tipicamente l'oltraggioso puttana, con le rispettive varianti regionali. Più rara è la bestemmia contro Gesù.
(Rispondi)
 
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 07/03/10 alle 02:22 via WEB
GIUSTO. E io aggiu ngo di mio: Quando i credenti pensano alla preghiera, condizionati dalle forme religiose presenti, tendono a identificarla con la preghiera orale, liturgica o pastorale, mentre sanno benissimo che la preghiera silenziosa, specie quella non organica, non strutturata in una forma precisa, è pure valida, preziosa, gradita a Dio. Anzi, è più che certo che Dio ascolti e risponda, a Suo modo, a preghiere o a slanci spontanei espressi o non espressi a parole, che sono di fatto preghiera. Il Signore del Silenzio è anche il Signore della preghiera silenziosa, del moto dell'anima, del sospiro di fede o di angoscia, del grido di disperazione, del pensiero puro, della promessa intima, dell'intuizione religiosa. L'incontro del Suo Silenzio col nostro Silenzio è religione.
(Rispondi)
 
 
Beyazid_II_Ottomano
Beyazid_II_Ottomano il 07/03/10 alle 11:02 via WEB
Il poeta contemporaneo Germano Mosconi ha raggiunto i vertici del virtuosismo in ognuna delle forme di bestemmia da te citate, aggiungendovi un pathos drammatico che aumenta durante la pronunzia della bestemmia stessa.
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 07/03/10 alle 01:49 via WEB
E COSI' CONCLUDO:
(Rispondi)
 
auroraml
auroraml il 07/03/10 alle 01:50 via WEB
L'insegnamento morale della Chiesa cattolica applica il secondo comandamento Non pronunciare il nome di Dio invano alle bestemmie, anzi, vede nella bestemmia un gesto ancora più grave di quello stigmatizzato dal secondo comandamento. L'imperatore Giustiniano giudicava i bestemmiatori meritevoli di morte più di qualsiasi altro delinquente e Filippo II li faceva affogare con una grossa pietra al collo. Luigi IX faceva forare la lingua dei bestemmiatori con un ferro rovente e diceva che egli stesso si sarebbe sottoposto a tale supplizio pur di eliminare la bestemmia dal suo regno. Alcuni uomini e padri della Chiesa, autorevoli per la santità della vita nonché per l'alto insegnamento lasciato in eredità alla Chiesa come sant'Agostino di Ippona, san Girolamo, san Tommaso d'Aquino, san Bernardo da Chiaravalle, san Bernardino da Siena fin dall'antichità hanno ritenuto la bestemmia come il peccato più grave tra tutti i peccati mortali. Padre Pio ha scritto nell'Epistolario: «La bestemmia attira la maledizione di Dio sulla tua casa ed è la via più sicura per andare all'inferno». San Giovanni Crisostomo ha scritto negli Annali: «Per la bestemmia vengono sulla Terra le guerre, le carestie, i terremoti, le pestilenze. Il bestemmiatore attira il castigo di Dio su se stesso, sulla sua famiglia e sulla società: Dio, per la bestemmia, spesso punisce gli uomini in generale, ma a volte punisce anche il singolo in particolare. Pur se nel corso della vita ci sono dei bestemmiatori che non vengono puniti dalla giustizia di Dio, alla fine della vita nessuno sfuggirà alla sua sentenza». Papa Giovanni Paolo II, parlando del disprezzo rivolto contro il "nome di Dio", elenca (21 marzo 1993), oltre la bestemmia, gli "spettacoli dissacranti" e le "pubblicazioni altamente offensive del sentimento religioso".
(Rispondi)
 
 
Beyazid_II_Ottomano
Beyazid_II_Ottomano il 07/03/10 alle 11:20 via WEB
Presso i popoli islamici più osservanti, è tuttora uso non solo punire con la morte la bestemmia contro Dio (o il Corano, che è lo stesso) e con il carcere a vita quella contro il Profeta, ma anche ringraziare la divinità all'inizio e alla fine di ogni discorso. Del resto, anche Cristo fu messo a morte dai Sommi Sacerdoti per aver "bestemmiato contro Dio e i Profeti", e non per altro. Questo per farvi capire che tutte e tre le religioni "del libro" (non solo quella cristiana) sono costrette a considerare gravissima la bestemmia (ovvero il peccare con la parola) per coerenza con il fondarsi sul "Verbo", su un Dio che esiste in principio in quanto verbo ed è in grado di dirsi da sè, creare da sè il proprio linguaggio e creare conseguentemente il mondo (e tutti i suoi significati) dal nulla. Se si toglie il Verbo (preteso assoluto e universale) rimane il Nulla. Tutto ciò non sussisteva invece nelle tradizioni religiose propriamente Indoeuropee (greca, romana, persiana, indiano-vedica), nelle quali gli dèi non sono nè eterni nè creatori dal nulla, ma sono l'espressione "apollinea" dell'ordinamento in kosmos di un chaos "dionisiaco" che (al contrario del mondo secondo la Bibbia) è già essente e non mero esistente (e quindi in grado di avere valore e senso in sè, in conseguenza dello sguardo dell'uomo, senza bisogno di un dio-verbo che glie li imponga dal di fuori). A volte a leggere voi intellettuali contemporanei si percepisce solo la polemica strumentale (seppur, ammetto, necessaria di questi tempi in Italia) contro la chiesa cattolica, per questioni che hanno radici ben più profonde della politica e sulle quali il cattolicesimo ha forse le posizioni meno intransigenti. Dubito che in uno stato governato da Califfi o da Sommi Sacerdoti Dante avrebbe potuto, già non troppo lontano dal paradiso, esclamare verso dio: "sono forse gli occhi tuoi giusti rivolti altrove?"
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 07/03/10 alle 01:54 via WEB
hai strutturato una serie di commenti veramente encomiabili e che fanno riflettere
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 07/03/10 alle 01:58 via WEB
Poiché la bestemmia, nella storia, è stata spesso contrastata da legislazioni mirate a sopprimerne la diffusione, non ne è particolarmente frequente l'uso in letteratura dove, nei rari casi in cui se ne trovano accenni, è spesso censurata o variamente mascherata. L'esempio più eminente è quello dell'opera in francese di Rabelais, scritta a cavallo tra Medioevo e Rinascimento. Come analizzato dal critico russo Mikhail Bakhtin, l'uso sistematico della bestemmia e del corpo grottesco, nel contesto carnevalesco, ha il significato di una gioiosa celebrazione della vittoria della vita. Nella poesia di Giuseppe Gioachino Belli, la bestemmia si esprime attraverso un accostamento, apparentemente casuale, tra espressioni che indicano il sacro e termini triviali. Alla bestemmia, il poeta romanesco ha dedicato un suo sonetto, il n. 232, Primo, nun pijjà er nome de Ddio in vano, in cui l'autore ammonisce il bestemmiatore invitandolo a non bestemmiare, per paura che Dio lo punisca. Ovviamente, l'intero sonetto è estremamente ironico e suscita nell'attento lettore sensazioni di acuta comicità.
(Rispondi)
 
 
Beyazid_II_Ottomano
Beyazid_II_Ottomano il 07/03/10 alle 11:27 via WEB
Dimenticate il migliore di tutti (che quando bestemmiava tirava dentro anche Eva e Adamo): "Qui giace l'Aretin/ Poeta tosco/ Di tuiti disse mal/ Fuorchè di Cristo/ Scusandosi col dir/ Non lo conosco". (dall'epigrafe che gli scrisse Paolo Giovio)
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emma.61
emma.61 il 07/03/10 alle 02:09 via WEB
la bestemmia è stata bandita anche sui prati verdi del calcio nazionale....
(Rispondi)
 
emma.61
emma.61 il 07/03/10 alle 02:09 via WEB
Cominciamo bene: l’unica squalifica per bestemmia decisa attraverso la prova tv è stata subito annullata dalla Corte di giustizia federale grazie all’intervento di un’esperta di lettura labiale. Giuseppe Scurto oggi sarà regolarmente al suo posto al centro della difesa della Triestina contro il Vicenza (serie B): il giocatore era stato squalificato perché nella partita contro il Lecce «dolorante al suolo dopo aver subito un fallo — come recitava la squalifica — proferiva un’espressione blasfema.Il Giudice sportivo non aveva avuto dubbi: «La lettura del labiale esclude ogni ragionevole incertezza interpretativa». Ma il giocatore fin da subito aveva contrattaccato: «È una regola che ritengo assurda, anche se la rispetto. Io però non ho bestemmiato, perché uso altre espressioni meno volgari e dal labiale credo si possa vedere: ho detto ‘‘zio’’ e adesso mi sento danneggiato per una squalifica ingiusta». La Triestina così ha fatto ricorso e l’ha vinto, grazie a due avvocati e «alla signora Loredana, esperta di lettura labiale che ha fornito preziosi supporti formali». Così, il Giudice che aveva colto sempre attraverso la prova tv il «il becero riferimento a Diaz anziché a Dio» urlato dal centrocampista del Chievo Michele Marcolini (non squalificato), ha sbagliato a fermare Scurto ed è ritornato sulla sua decisione, dimostrando i limiti della nuova regola.
(Rispondi)
 
 
lasuocera0
lasuocera0 il 07/03/10 alle 02:12 via WEB
tu Emma passi dal SERIO al FACETO
(Rispondi)
 
emma.61
emma.61 il 07/03/10 alle 02:09 via WEB
Gli altri squalificati, a cominciare dall’allenatore del Chievo Di Carlo e dal giocatore del Parma Lanzafame, non hanno fatto ricorso perché la loro bestemmia è stata sentita da uno dei collaboratori della Procura Federale presenti a bordo campo: anche Lanzafame ha protestato, sostenendo di aver usato un’altra espressione, ma è chiaro che senza prova audio o video vincere un ricorso èmolto più difficile.Alberto Zaccheroni, tecnico della Juve, sintetizza bene i problemi a cui può portare il provvedimento, voluto dal Presidente del Coni Petrucci: «È una regola che divide — dice Zac — perché non è gestibile: una vocale o una consonante possono cambiare tutto». Come alla ruota della fortuna. Tra oggi e domani sono attesi altri concorrenti.
(Rispondi)
 
emma.61
emma.61 il 07/03/10 alle 02:11 via WEB
Era zio porco e il Padreterno non c’entrava niente, ma adesso chi li paga i danni a Giuseppe Scurto, passato su tutti i giornali e tg come primatista di blasfemia per una norma sballata e controversa, quella della prova tv per bestemmia? Sì, perché il difensore della Triestina è stato scagionato grazie alla relazione di una sordomuta che legge il labiale da quando è nata, ma nel frattempo la squalifica e il clamore sono gia arrivati e passati. Come farà un onesto difensore di serie B a riconquistare il titolo nei tg della sera per dimostrare che lui non è tipo da bestemmia? E poi: lo sapete che nella norma è previsto che per discolparsi si debba scrivere alla Figc in contemporanea con la denuncia della bestemmia? E come fai a saperlo che ti stanno per etichettae come bestemmiatore? E ancora, il privilegio di essere pescati con la prova tv: se ti denunciano gli 007 federali in campo non puoi fare appello, se capiti nella rete del Grande Fratello invece sì. Ultima nota: questo genere di regole di comportamento normalmente vengono introdotte a inizio stagione o - al limite - dopo il girone di andata. Stavolta si agisce in corsa, creando danni d’immagine e tecnici, confusione e provocando tentazioni blasfeme solo a leggere la norma… Anche in chi deve applicarla inventando una specializzazione nello studio del labiale. La domanda è la seguente: ma davvero c’era questo bisogno di creare questo nuovo polverone nel calcio italiano che non riesce a frenare il fiume in piena dei veleni arbitrali?
(Rispondi)
 
lasuocera0
lasuocera0 il 07/03/10 alle 02:15 via WEB
è difficile sanzionare la bestemmia durante una partita di calcio, e poi se uno avesse detto porco.... A... era bestemmia o solo per i musulmani si era invocato il nome di ALLAH invano?
(Rispondi)
 
pippo_217
pippo_217 il 07/03/10 alle 02:15 via WEB
Mi ci rifletto molto e ci scorgo molte altre persone in queste parole.
(Rispondi)
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 07/03/10 alle 02:25 via WEB
La bestemmia è tenebra, la preghiera è luce, ma dopo le tenebre (bestemmie) arriva sempre il mattino, la luce. E' l'oscurità che fa paura perchè è infinita, non prevede o anticipa la luce
(Rispondi)
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 07/03/10 alle 02:35 via WEB
Nei paesi democratici è considerata bestemmia soltanto la critica alla religione. In un paese democratico posso criticare tutto, la politica, la filosofia, la scienza, l’arte, senza essere accusato di bestemmiare. Al massimo potrebbero citarmi per ingiurie se mi scappa qualche parolaccia, ma certamente non per bestemmia. Perché le religioni hanno tanta paura della critica, al punto di premere perché sia considerata un crimine e punita dalla legge? Che cos’hanno di particolare? Semplicissimo, sono sacre. Davanti a una religione, il cervello deve fermarsi. La religione è tabù. Chi la dissacra una volta veniva bruciato, oggi viene multato. Almeno in Irlanda e negli altri paesi occidentali dove la bestemmia è considerata un reato, perché i paesi islamici lo puniscono con la lapidazione.
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 07/03/10 alle 09:48 via WEB
Hai ragione, la preghiera, quando sorge dal profondo può essere una medicina anche psicofisica. E' un segno di apertura... Comunque, medicina spirituale sicuramente lo è. Nella stessa logica, la bestemmia, è un veleno, nonostante e indirettamente implichi una ricerca di un interlocutore superiore. E' solo però nell'abbandono fiducioso che può accadere l'alchimia guaritrice, non certo nella pretesa rabbiosa e inconsapevole. L'invocazione può trovare accoglienza se nasce da un cuore che si rende umile. La bestemmia ripetuta e continuata invece rivela una arroganza egoica, la quale non può che ritorcersi, alla lunga e psicosomaticamente, contro chi la emette. Essa crea inevitabilmente e sottilmente una chimica negativa nel nostro organismo. Un sorriso :-)
(Rispondi)
 
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