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Post n°3875 pubblicato il 19 Marzo 2010 da psicologiaforense
L'EDITORIALE DELLA NOTTE | La violenza è paralizzante
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In questi giorni si è verificato un numero impressionante di delitti, anche in famiglia: infanticidi, uxoricidi, figlicidi. Gli stupri oramai non fanno quasi più notizia. In particolare, c'è stata una violenza sessuale per strada. I passanti vedono ma non intervengono per paura, oppure perché indifferenti. Alcuni, addirittura, sembrano parteggiare per lo stupratore.
È vero, la violenza è sempre esistita, ma un tempo si mescolava a sentimenti forti, all'amore, all'odio, al fanatismo, all'intolleranza. Oggi troppo spesso la società è fredda, gelida, per certi versi implacabile. Pensiamo a chi uccide il figlio appena nato soltanto perché non vuole impicci, o teme di essere lasciato dal partner. Ormai per molti il bambino non ha valore, oppure è una sorta di merce del tipo “usa e getta”. Ma anche le forme di ferocia espressione di un bisogno puro e semplice di aggressività o della mancanza di freni adeguati, sono infinite. La violenza è endemica, la vecchia Italia non esiste più da tempo. Questa società è diventata ricca, e più diventava materialmente ricca più si impoveriva psicologicamente. Si conosce il prezzo di tutto e il valore di niente. Quelli che chiamiamo cittadini per bene hanno paura di intervenire, di parlare, di difendere gli aggrediti, appunto la donna violentata, il bambino bastonato... In una situazione come questa la gente, intimidita, frastornata, fatica a difendersi, a reagire, perché sente di vivere in un mondo violento, così diverso da quello di un tempo, un mondo in crisi, spesso deformato nella sostanza e nell'immagine da molti media. D'altronde, chiediamoci, cosa avremmo fatto noi vedendo un uomo, sicuramente un violento, che stuprava una donna: potevamo intervenire? Come avremmo interiorizzato la visione di una strada semideserta? Avremmo avuto paura? Temuto di essere feriti da quell'uomo o da altri? Saremmo stati spaventati all'idea di essere coinvolti in una rissa? Nella nostra testa ci sono le immagini della televisione, i racconti di serial killer, di delinquenti più o meno feroci che ci vengono narrati ogni giorno. Ci ossessiona la descrizione attraverso le immagini, di strade piene di papponi, di prostitute, il racconto di scontri a fuoco con la polizia e i carabinieri, la visione di cadaveri sull'asfalto. Dunque possiamo capire – ma forse non giustificare – chi non ha fatto nulla. Peggiore deve essere il nostro giudizio su chi ha incoraggiato lo stupratore, dileggiato o insultato la povera donna. Ma costoro fanno parte del mondo della violenza, della ferocia, dell'indifferenza, di questo Paese un tempo famoso per la pizza, il mandolino, gli spaghetti, insomma per i suoi abitanti, «italiani brava gente», che forse erano proprio buoni. Oggi hanno riposto nell'armadio il mandolino e le canzoni come “O sole mio”, si occupano di elettronica, di software, di moda, di finanza, di appalti in tutto il mondo, ma sono molto meno simpatici.
Commenti al Post:
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luigiarusso il 20/03/10 alle 00:04 via WEB
Editoriale bellissimo, scritto con rara chiarezza e comprensibile da tutti
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emma.61 il 20/03/10 alle 00:10 via WEB
non è facile esprimersi in modo così cristallino
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matteo81_1981 il 20/03/10 alle 00:46 via WEB
non è una novità che Psico scriva benissimo, ma io valuterei con più attenzione il discorso sulla semplicità... bisogna sempre leggere tra le righe
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casadei.lisetta il 20/03/10 alle 00:57 via WEB
la TV fa vedere, anche nei reality, aggressività, violenza fisica e verbale, crudeltà, omicidi, stragi, torture, sangue, orrore, morte
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emma.61 il 20/03/10 alle 00:11 via WEB
questo da che mondo è mondo...vedi Caino e Abele. Assassino il primo, connivente l'altro.
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matteo81_1981 il 20/03/10 alle 00:40 via WEB
una società apparentemente ricca e sicuramente violenta. Mi piace dove hai scritto: "Si conosce il prezzo di tutto e il valore di niente".
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luigiarusso il 20/03/10 alle 00:06 via WEB
mi permetto di consigliare questo libro: "Al di là del silenzio. Teoria, giurisprudenza, psicologia e comunicazione della violenza contro le donne"
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emma.61 il 20/03/10 alle 00:17 via WEB
i passanti non sono intervenuti. del resto uno il coraggio o ce l'ha o non può farci nulla. Ma dove erano i CC, la polizia, il vigile di quartiere, le ronde, ecc. che perlustrano le città. E poi non si può non denunciare la negligenza dei servizi sociali, dei servizi psichiatrici e assistenziali che hanno abbandonato questa povera donna indifesa e con feficit psichico in mezzo ad una strada!
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casadei.lisetta il 20/03/10 alle 00:58 via WEB
anche le forze dell'ordine quandio sentono "casini" a destra girano prontamente a sinistra
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matteo81_1981 il 20/03/10 alle 00:43 via WEB
io credo nell’assioma che l’uomo sia «natu-
ralmente» pacifico; sono le frustrazioni, cioè l’incapacità a persegui-
re il proprio scopo, subite nell’ambiente sociale che ne scatenano
l’aggressività. La violenza, quindi, è una conseguenza del medesimo
sistema sociale.
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luigiarusso il 20/03/10 alle 00:08 via WEB
Dal dolore alla violenza. Le origini traumatiche dell'aggressività... scrive De Zulueta Felicity e forse ha ragione
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emma.61 il 20/03/10 alle 00:19 via WEB
Chi è nell'errore compensa con la violenza ciò che gli manca in verità e forza.
Johann Wolfgang Göethe
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casadei.lisetta il 20/03/10 alle 00:59 via WEB
l'uomo è aggressivo e violento e torturatore per scelta, gli animali no
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matteo81_1981 il 20/03/10 alle 00:44 via WEB
Nelle società contemporanee, con particolare riguardo a quelle
avanzate, si ha un «crescendo» di manifestazioni di devianza talora,
anche se non sempre, penalmente rilevanti.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49