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L'EDITORIALE: scuola, efficenza, affettività, emotività, educazione, intelligenza, teppismo, bullismo, razionalità,

Post n°3906 pubblicato il 25 Marzo 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE DI OGGI 25 MARZO 2005

I DOCENTI DEVONO  EDUCARE ALL' AFFETTIVITA'  ED  ALLE EMOZIONI.

Efficenza sembra essere la parola chiave della scuola. Dinamismo, intraprendenza, incisività, efficacia appaiono oggi i valori più apprezzati. Queste parole sono sulla bocca di molta gente, indipendentemente dalla fede ideologica. Sono nell'aria, come un sentire comune; l'efficienza pare la panacea di molti mali. Dell'emotività, invece,  si parla poco e mal volentieri, come se non appartenesse neppure all'esperienza educativa, mentre ne è uno dei capisaldi.  Sovente si è creduto di poter eliminare nei processi conoscitivi il rischio d'errore rimuovendo l'affettività, mentre è proprio vero il contrario. Lo sviluppo dell'intelligenza è inseparabile da quello dell'affettività, che comporta curiosità, passione, molle indispensabili per qualsiasi ricerca filosofica e scientifica. Se è vero che a volte l'affettività può soffocare la conoscenza, metterla in scacco, è altrettanto vero che senza affettività la conoscenza è vuota. Gli insegnati sperimentano quotidianamente il potere che l'affettività esercita sulla capacità di apprendimento. I fogli in bianco di una verifica scritta o le scene mute di un'interrogazione orale dimostrano che l'emotività può addirittura bloccare del tutto la facoltà intellettiva. Ed è altrettanto vero che è proprio una emotività debole (ci si educa alle emozioni, da soli e più spesso con gli altri) a determinare comportamenti irrazionali. Il vandalismo, gli atti di teppismo, il bullismo, l'aggressività che così spesso si manifestano nelle scuole sono il risultato di una diseducazione emotiva, dell'assenza d'attenzione verso le emozioni, a partire dalla scuola stessa. Il punto di partenza di ogni progetto educativo è proprio la “conoscenza della conoscenza”, cioè l'indagine dei processi conoscitivi stessi, a partire dall'idea dell'incertezza della conoscenza medesima. Le attività auto-osservatrici, non sono separabili da quelle osservatrici, così come l'autocritica non è separabile dalla critica e i processi riflessivi da quelli d'oggettivazione. L'Io è composto di emozioni, sentimenti, passioni oltre che di ragioni e razionalità. Spesso il malinteso, quello negativo, non quello proficuo, nasce proprio dall'esclusione di questo livello d'emotività. L'efficienza è necessaria, ma non è criterio sufficiente, soprattutto per la formazione delle personalità individuali. Non tutto può essere programmato o organizzato seguendo la strada dell'efficienza, che è sinonimo di razionalità ed efficacia.
Euripide scriveva: “Gli dei ci creano tante sorprese: l'atteso non si compie, e all'inatteso un dio apre la via”.
Se ci si pensa bene, la vita di tutti ne è una conferma probante.

 
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Commenti al Post:
servoarbitrio
servoarbitrio il 25/03/10 alle 03:37 via WEB
Bell'immagine, emblematica . Perchè se non si educa all'affettività e all'educazione la persona è "vuota" ( o come nell'immagine senza identità).
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 25/03/10 alle 03:48 via WEB
l'affettività fa parte dei processi cognitivi, emotivi, di apprendimento, ecc.. però non si educa all'affettività. Bisognerebbe RIDEFINIRE I PERSCORSI DIDATTICI.
(Rispondi)
 
 
emma.61
emma.61 il 25/03/10 alle 03:56 via WEB
editoriale molto rilevante
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 25/03/10 alle 03:40 via WEB
Tanti anni fa ho letto un prezioso libretto: "I sette saperi necessari all'educazione del futuro" (Cortina), un rapporto scritto dietro sollecitazione dell'Unesco, da Edgard Morin. Sarebbe da rileggere.
(Rispondi)
 
 
luigiarusso
luigiarusso il 25/03/10 alle 03:52 via WEB
LA VERITA' E' che gli studenti bisbigliano per i fatti loro; gli insegnanti arrancano verso la pensione; le famiglie mugugnano, scettiche: cosi' le riforme scolastiche restano esclusivo campo di battaglia per <esperti>.
(Rispondi)
 
 
 
emma.61
emma.61 il 25/03/10 alle 03:57 via WEB
Come si fa a darti torto?
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 25/03/10 alle 03:41 via WEB
E' difficilissimo "insegnare" affettività ed emozioni.
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 25/03/10 alle 03:53 via WEB
il problema della "professionalità" dei docenti è tutto da risolvere. CHI HA EDUCATO GLI INSEGNANTI ALL'AFFETTIVITA' E ALL'EMOTIVITA'? NESSUNO!
(Rispondi)
 
 
emma.61
emma.61 il 25/03/10 alle 03:58 via WEB
L'affettività si insegna solo con l'esempio
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 25/03/10 alle 03:54 via WEB
QUINDI....... NON POSSONO "INSEGNARLA" ( i docenti sono tra le persone più nevrotiche e disturbate che io conosca)
(Rispondi)
 
 
emma.61
emma.61 il 25/03/10 alle 04:00 via WEB
e' vero basta entrare in una scuola: insegnanti che urlano, studenti che se ne fregano, disordine, litigate furibonde tra docenti,. Un panorama desolante. Del resto la scuola è una "lima" che ti consuma.
(Rispondi)
 
Dinostrato
Dinostrato il 25/03/10 alle 07:17 via WEB
Sono parte in causa essendo un insegnante di matematica nelle superiori, più vicino ai 30 che ai 20 anni di esperienza nel settore. Il problema che sollevi è gigantesco. Riguardo l'aspetto affettivo io so, per esperienza personale, quanto conta e cosa significa appioppare ad un alunno un'insufficienza al di sotto del 4: quando si vede il 3 entrano in gioco aspetti e reazioni da parte dell'allievo che sono inimmaginabili: si lede la personalità, come io stesso ho constatato più di una volta. Ma non dobbiamo anche dimenticare che l'insegnante, dopo aver curato l'aspetto affettivo, se ci riesce, torna ad essere un tecnico della disciplina che insegna. Se si smarrisce questo concetto e si va in altre direzioni, allora non siamo più a scuola. Sempre per esperienza personale, so a cosa sono dovute le intemperenze degli allievi: gli atti vandalici accadono perchè gli allievi che li commettono sono costretti a fare quello che non vorrebbero. I remissivi stanno zitti e subiscono, gli altri devastano le aule. Concludo con una triste considerazione: spesso l'insegnante osserva da impotente poiché ad arginare questi problermi si ritrova completamente da solo. L'organizzazione, in merito, fa acqua da tutte le parti. Non sono i giovani in errore ma gli adulti. In particolare, la scuola da quando ero io studente non si è affatto rinnovata se non nella parte burocratica, ma ciò che s'insegna sono sempre le stesse cose. E sono cose che pongono seriamente in difficoltà perché non conformi alla mente del giovane di oggi. Mente che la tecnologia, contutti i suoi vari gingilli, ha reso pigra e debole, mentre i programmi disciplinari sono rimasti quelli seriosi di 40 anni fa. Aggiungo, sempre per osservazione oramai prlingata, che diversi giovani si trovano nel posto sbagliato: non è detto che tutti dabbiamo fare la stessa cosa. La vita si può risolvere bene anche fuori dalla scuola dopo aver aprreso l'indispensabileper andare avanti: leggere, scrivere e far di conto. Un individo deve poter decidere autonomamente e senza condizionamenti se fermarsi a questo livello o andare avanti. Una buona giornata ^-^
(Rispondi)
 
posturantistress
posturantistress il 25/03/10 alle 12:06 via WEB
E' tanto vero.. che si sente la mancanza di un'educazione emotiva, il sistema emotivo è considerato il "pilota automatico" dei nostri comportamenti, visto cosa succede ormai in tante scuole, bisognerà riflettere...e attuare nuove strategie educative..
(Rispondi)
 
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