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Post n°3949 pubblicato il 01 Aprile 2010 da psicologiaforense
TESTI E PRETESTI
GIOVEDI' SANTO: VERSAILLES CONTRO VIENNA
![](https://l5wcvq.blu.livefilestore.com/y1mf3Mq0MaLC1HgoSh3dXeW3DpQ8Zc4vN0ZrZA-imykfxr5zYO-wu2fzySiowSGx2AAwhk5cwTFzWLyJUrWG3mWSt1Ocqnb9Sn79KuY-YEX9wKa_5UrXiROw-tIoNxYW8yzNFmNEP79ULHt4kaAAi2SGQ/Lavanda_dei_Piedi_thumb%5B4%5D%5B2%5D.jpg)
IL GIOVEDÌ SANTO del 1607 il Delfino di Francia seppe che doveva partecipare all'antico rituale di corte in cui il re e i suoi familiari lavavano i piedi a dodici ragazzi poveri. Il principino, che aveva cinque anni, protestò che i poveri «hanno i piedi che puzzano» e aggiunse che tutt'al più avrebbe acconsentito a lavare i piedi alle ragazze. La precocità del Delfino non deve stupire, perchè sappiamo che le dame di corte, facendogli il bagno, erano solite giocare col suo membro virile e scherzare sul suo futuro sviluppo. Quanto alla cerimonia del giovedì santo, era regolata con straordinaria minuzia nel cerimoniale di corte, dove però dei poveri non si parlava affatto: l'unico oggetto di interesse erano il rango e l'ordine gerarchico dei numerosissimi cortigiani cui era permesso di assistere.
Alla corte di Vienna, invece, dove ancora all'inizio del Novecento l'imperatore Francesco Giuseppe continuava a praticare il lavaggio dei piedi, i poveri erano davvero al centro dell'attenzione. Al congedo ricevevano una moneta d'oro, e ne avrebbero poi avuta una al mese per il resto dei loro giorni; ogni anno i nomi dei beneficati venivano pubblicati in un opuscolo a stampa, tanto era straordinario l'evento che aveva cambiato la loro vita, mettendoli a contatto con la persona fisica del sovrano.
Commenti al Post:
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luigiarusso il 01/04/10 alle 12:05 via WEB
Nel diverso approccio alla cerimonia del GIOVEDI' SANTO traspaiono le differenze fra le corti di Vienna e di Versailles, che pure sotto molti aspetti si assomigliavano come gocce d'acqua. Anche in Francia, dove il re s'intitolava ufficialmente «Cristianissimo», il cerimoniale di corte era scandito dalla religione, e il re ascoltava almeno una messa al giorno; eppure i Borboni vivevano quasi sempre in peccato mortale a causa delle loro amanti, e per evitare fastidi preferivano tenersi lontani per lunghi periodi da confessione e comunione. Alla corte di Vienna non era nemmeno concepibile che l'imperatore ostentasse pubblicamente una maitresse e la devozione religiosa era vissuta in modo molto piu' commosso, tranne forse durante il regno dell'irrispettoso Giuseppe II, l'imperatore illuminista, protettore di Mozart: l'unico che si sottrasse all'obbligo di lavare i piedi ai poveri, non appena fu libero dalla tutela della formidabile madre Maria Teresa.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 01/04/10 alle 13:11 via WEB
CARA LUIGIA, Le differenze fra Schonbrunn e Versailles non si fermavano qui. In Francia il re viveva sotto gli occhi di tutti, protagonista di uno spettacolo ininterrotto che durava ventiquattr'ore al giorno; quello che contava, nei riti, era la pompa esteriore, necessaria per imprimere bene nella testa dei sudditi l'immensa grandezza del sovrano e la loro miserabile insignificanza. Gli Asburgo si mostravano più di rado, ma vivevano le cerimonie di corte come momenti d'incontro col loro buon popolo, e non esitavano a mantenere in vita, per compiacerlo, tradizioni anche imbarazzanti.
(Rispondi)
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servoarbitrio il 01/04/10 alle 13:13 via WEB
AD ESEMPIO: la stagione della caccia si apriva a Vienna con una speciale caccia alla volpe, il Fuchsprellen, che si teneva al Prater con enorme concorso di pubblico, e che oggi ci fa inorridire: una moltitudine di volpi, catturate in precedenza, venivano fatte saltare su lenzuola tese, e i cacciatori assiepati tutt'intorno le ammazzavano a bastonate. L'imperatore era in prima fila e maneggiava il bastone insieme ai paggi e ai buffoni di corte, fra il tripudio del pubblico e l'educata perplessità degli ambasciatori stranieri.
(Rispondi)
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