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LA RIFLESSIONE: MEDICINA, SCIENZA, PSICOLOGIA, MEZZA ETA', RINNOVARSI, RASSEGNARSI, TRAUMA, DOLORE, OPPORTUNITA', DEPRESSIONE

Post n°4018 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense

LA RIFLESSIONE DEL MATTINO

copyright, psicologiaforense riproduzione riservata

LA VECCHIAIA NON E' UNA MALATTIA

I progressi della medicina hanno contribuito a prolungare in modo consistente l'età media della vita. E dalle ricerche degli ultimi vent'anni è emersa la constatazione che una fondamentale variabile nell'assicurare una “buona” vecchiaia è costituita dalla modalità con cui la persona risolve la “crisi” di mezz'età che è oggi situata fra i 49 e i 65 anni. Fino a non molto tempo fa tale momento della vita era frettolosamente risolto in termini di «necessaria rassegnazione» per le inevitabili “perdite” fisiche, affettive e sociali. Ma oggi non è più l'età in cui si deve apprendere «come rassegnarsi», ma «come rinnovarsi»: in altre parole, la “crisi” della mezza età è considerata come una crisi per la ridefinizione del sé. In essa, i conflitti psichici sono molto simili a quelli di un'altra grande crisi della vita: quella dell'adolescenza. Come l'adolescente deve superare il trauma del “distacco” dai genitori e passare dalla condizione di giovane dipendente a quella di persona autonoma, così l'individuo di mezza età deve accettare le inevitabili perdite. E, con appropriato dolore, distaccarsi da alcuni aspetti della propria persona, al fine di permettere ad altri aspetti, sacrificati nella prima parte della vita, di trovare in seguito adeguata espressione. In particolare, nell'uomo, specie se in precedenza ha dovuto darsi uno stile competitivo, “maschilista”, sono i desideri di tenerezza, affiliazione, gusto estetico, che chiedono ascolto e soddisfazione; nella donna, specie se ha dovuto dedicarsi soprattutto ai compiti di madre e casalinga, sono i desideri di partecipazione sociale e di industriosità, che tentano di trovare un'adeguata espressione. Naturalmente, questa revisione del sé (che coinvolge la percezione del corpo, l'espressione sessuale e le relazioni sociali) è condizionata da diverse variabili (la salute fisica, la configurazione familiare, il lavoro). Alcuni, anziché accogliere le nuove potenzialità, si irrigidiscono, rafforzando le difese denigratorie (che si esprimono soprattutto nella volontà di rimanere giovani in modo esagerato). Altri sviluppano un'attenzione patologica verso il corpo, oppure avvertono le nuove potenzialità non come delle opportunità, ma come delle «debolezze» o minacce; altri ancora vivono le perdite dell'età come perdite globali (senso di fallimento, depressione).

 
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Commenti al Post:
giordana2007
giordana2007 il 12/04/10 alle 13:25 via WEB
POST MOLTO INDOVINATO. L'aumento del numero di pensionati ha contribuito a riaccendere l'interesse della società nei confronti di chi ha i capelli grigi
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desnudamaia
desnudamaia il 12/04/10 alle 13:34 via WEB
Oggi uno lavora tranquillamente fino a 65 anni e anche oltre.
(Rispondi)
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 12/04/10 alle 13:53 via WEB
Scrivi sempre bene e su cose di grandissima attualità.
(Rispondi)
 
giordana2007
giordana2007 il 12/04/10 alle 13:25 via WEB
<Vecchi, soli sulle panchine> cantava, in uno dei suoi primi successi, Claudio Baglioni. Ed era una canzone piena di tristezza e di desolazione che fotografava una realtà triste e desolata.
(Rispondi)
 
 
desnudamaia
desnudamaia il 12/04/10 alle 13:35 via WEB
Pur tra mille difficoltà, gli anziani scoprono una nuova dimensione di libertà: libertà dalle cure della famiglia, dagli impegni di lavoro, dalle ipocrisie della vita. La VECCHIAIA, come ogni età, ha risorse e problemi: l'importante è conoscere i propri punti di forza e accettare i propri limiti.
(Rispondi)
 
 
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 12/04/10 alle 13:55 via WEB
Se utilizzato intensamente, anche a tarda ETA' il cervello continua a produrre connessioni e sinapsi. Il segreto si fonda su tre principi psicologici: non perdere il contatto con la vita sociale, mantenere gli interessi intellettuali al massimo, sforzarsi di avere una personalità flessibile. Così si resta splendidi.....
(Rispondi)
 
giordana2007
giordana2007 il 12/04/10 alle 13:27 via WEB
Ma oggi, COME SCRIVI TU, la VECCHIAIA è un pianeta da riscoprire. Complici l'aumento dell'età media e del numero di anziani nella società, è cambiato il modo di essere vecchi ed è cambiato anche il modo di guardare a chi ha i capelli grigi.
(Rispondi)
 
desnudamaia
desnudamaia il 12/04/10 alle 13:50 via WEB
La MEZZA ETA' è morta. L'hanno uccisa le donne.
(Rispondi)
 
servoarbitrio
servoarbitrio il 12/04/10 alle 13:52 via WEB
E' vero Maia! La MEZZA ETA' ha lasciato il posto a un'energetica <mezza giovinezza>.
(Rispondi)
 
Accademia.dei.Sensi
Accademia.dei.Sensi il 12/04/10 alle 14:44 via WEB
Tempo fa, con Accademia dei Sensi avevamo inziato una rubrica di Psicologia in Pillole, ovvero piccole letture di testi come potrebbe essere questo tuo. Stiamo anche leggendo la tesi di laurea di una criminologa che ha concluso il suo percorso scrivendo La figura dello psicologo sulla scena del crimine, ma abbiamo anche desistito dal pubblicarlo su queste pagine per una serie di motivi. Adesso mi chiedevo se potremmo collaborare per riprendere quella rubrica. Pensaci, ovviamente testi tuoi, voci di Accademia e la liberatoria per pubblicarli, sempre citando l'autrice. A presto
(Rispondi)
 
Praj
Praj il 12/04/10 alle 15:12 via WEB
Direi proprio di no, soprattutto se ha portato saggezza e non comporta la perdità dell'autosufficienza. La stagione della maturità può essere, pur con i limiti e i disagi fisici dovuti ad deterioramente inevitabile dell'organismo, ancora appagante: soprattutto se non è vissuta nell'isolamento, nella precarietà economica e si hanno ancora buone relazioni amicali e affettive. :-)
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