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LA RIFLESSIONE DELLA SERA, VITA, MORTE, MORIRE, ITALIA, OLANDA, EUTANASIA, BUONA MORTE, MISERICORDIA, PENA CAPITALE,

Post n°4048 pubblicato il 16 Aprile 2010 da psicologiaforense

VIVERE LA VITA FINO ALL'ULTIMO?

Questa faccenda dell'organizzazione che programma i viaggi in Olanda, dall’Italia , con destinazione Morte, è un arzigogolo, un terribile rovello sul quale ognuno dice la sua (È carità. È orrore), ma lo dice generalmente senz'esserne coinvolto, facendone oggetto di sfoggio accademico più che di riflessione filosofica. Non c'è nulla di più facile del giudicare sulla pelle degli altri, sia pure cercando di immedesimarsi in situazioni dalle quali si prendono le distanze con la sola arma a disposizione, quella degli scongiuri. Se è vero che la morte esige dignità, se è vero persino che non dovrebbe essere impedito di affrettarla quando la scienza medica si arrende e le carni si dilaniano, è altrettanto vero che chi soffre e chi assiste il sofferente assume una decisione o la condivide nell'attimo in cui l'estrema speranza zoppica, cede. Ma non sono  pochi coloro che si rialzano dopo una caduta, che smettono di claudicare metaforicamente. Il fatto è che una decisione irreversibile rimane tale quand'anche la volontà contraria decidesse, arresasi all'autocondanna, di tornare indietro in quel lume di vitalità che è il senso stesso della vita. C'erano una volta le Compagnie della Misericordia, le Compagnie della Buona Morte. Le une soccorrevano i condannati alla pena capitale, quanti si riteneva avessero bisogno di conforto negli ultimi istanti prima di salire il patibolo o cercassero pietà alla loro espiazione nel tristo concedersi all'aldilà. Le altre suffragavano cupamente chi, nel proprio letto, si affacciava al trapasso, e dispiegavano un rituale orante così realistico e crudo, da farlo supporre idoneo a togliere del tutto la più disperata forza di resistenza dell'infermo. Scomparse le Compagnie della Buona Morte, sono rientrate nella surrettizia espressione del greco antico. Eutanasia, certo.

SEGUE..........

 

 
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Commenti al Post:
umberta8080
umberta8080 il 16/04/10 alle 19:59 via WEB
Cosa ne sappiamo, noi, di quello che pensa davvero chi è aggredito dal male, chi soffre, chi è attorniato da volti pietosamente incoraggianti, dietro i quali è percepibile la vanità della lotta, il destino segnato?
(Rispondi)
 
 
estinette
estinette il 16/04/10 alle 20:02 via WEB
sono cose che se non le provi non puoi saperle
(Rispondi)
 
umberta8080
umberta8080 il 16/04/10 alle 20:00 via WEB
e L'EMPATIA direte voi?
(Rispondi)
 
 
estinette
estinette il 16/04/10 alle 20:02 via WEB
chi sta bene in salute sfoggia una sicumera così spavalda da far credere che essa contenga, in altra forma, derivati scaramantici.
(Rispondi)
 
 
bibiosa
bibiosa il 16/04/10 alle 20:05 via WEB
La sofferenza, come le malattie psichiche, è uno degli argomenti meno indagati. Temendola, al modo che si teme il buio, si cerca di rimuoverla, di allontanarla.
(Rispondi)
 
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 16/04/10 alle 20:09 via WEB
è drammaticamente vero
(Rispondi)
 
umberta8080
umberta8080 il 16/04/10 alle 20:01 via WEB
IN QUESTE COSE, mettersi in panni altrui è quanto di più ingannevole esista. Non c'è mendicità maggiore. Ognuno rimane nei panni propri e, per quanto si sforzi d'immaginarli precari se pure per un momento, la falsità della situazione lo porta a trarre delle conseguenze errate.
(Rispondi)
 
estinette
estinette il 16/04/10 alle 20:03 via WEB
È sempre la realtà, la cartina di tornasole per verificare se, chi suppone, all'atto pratico metterebbe poi in atto.
(Rispondi)
 
bibiosa
bibiosa il 16/04/10 alle 20:05 via WEB
È vero che, con tante che se ne sentono e se ne vedono, al primo fastidio fisico or qui or là, subito si entra in allarme. È vero anche che, superata la preoccupazione con il riequilibrio delle funzioni organiche, non rimane nemmeno un dubbio di una qualche futura avvisaglia. E ciò riferito non alle grandi paure, soltanto al mal di denti, a un subitaneo attacco d'ulcera, a uno scricchiolio delle ossa. Insomma, nessuno, quando è sano, può essere sicuro di determinate reazioni nel caso si ammalasse.
(Rispondi)
 
deontologiaetica
deontologiaetica il 16/04/10 alle 20:11 via WEB
Siamo drastici senza motivo. Drastica lo è già, per sua natura, la morte. Addomesticarla non vuol dire anticiparla seppure di poco.
(Rispondi)
 
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