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Post n°4129 pubblicato il 03 Maggio 2010 da psicologiaforense
MEDICO BUROCRATE, MA IL PAZIENTE SI FA... INTOLLERANTE Una parte dei medici difetta di umanità nei rapporti con i pazienti perché è sempre più burocratizzato, ma molti di coloro che si rivolgono a lui, si adoperano per accentuarne questa funzione, considerandolo un dispensatore di medicine. Basta entrare in uno studio mutualistico. Se una visita si prolunga essendoci bisogno di approfondimento, e l'anticamera è affollata, l'intolleranza si fa manifesta. Tutti hanno una fretta del diavolo. Come ghiaccio lungo la schiena cade la fatale domanda del fresco arrivato: «Chi è l'ultimo?», ripetuta se chi dovrebbe rispondere un po' si vergogna di quel posto in classifica. C'è chi chiede di passare avanti «trattandosi solo di una firma», chi deve consegnare, chi è venuto solo per ritirare una ricetta. Se proprio l'attesa è lunga, la fretta sussiegosa fa dire: «Non ho tempo da perdere. Passerò domani», come accade in un supermarket. Perciò solidarietà al medico che non di rado trangugia e tace, che acconsente agli invadenti ottenendo per sé un efficace identikit di come siamo, robotizzati persino quando si tratta di preservare la nostra pelle, a rotta di collo dietro miraggi che ci snaturano, altro che umanizzarci. Certo, negli ospedali cambiano scenografia e soggettisti. L'ospedale ti mette al cospetto della realtà non più ipotizzata ma accertata. Ti riflette una nudità intimorente. Ed è proprio in contingenze simili che il medico ha potestà e missione incomparabili con qualsivoglia mestiere del mondo. Gesti, atteggiamenti, parole, sono bevuti, assimilati, interpretati. Sono una porta che si apre o si chiude rudemente, quando sarebbe opportuno socchiuderla con cautela, perché vi filtri la fiducia assieme alla speranza. I degenti non hanno fretta, se non di guarire. Non divergono. Sono umili. Aspettano che il medico li coinvolga, li personalizzi. Di solito si tace solo di fronte ai casi disperati. Se si vuol sapere da chi trepida o soffre, significa che la scienza ha un rimedio da offrire. Persino la forma aiuta. «Buongiorno, signore. Signora». Quando ogni ammalato sarà un signore, la scienza medica avrà compiuto un grande progresso, riappropriandosi di un'umanità che è viatico generoso, doveroso.
Commenti al Post:
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flozanussi il 03/05/10 alle 21:13 via WEB
L'esperienza nella sala d'attesa di un medico di base conferma e sottolinea quello che tu così bene scrivi
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marietta1971 il 03/05/10 alle 21:14 via WEB
il "paziente" è tale perchè soffre, non perchè ha pazienza.
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santinazs il 03/05/10 alle 21:18 via WEB
paziente significa colui che soffre (pathos) non colui che porta pazienza!!!!!!
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hulla60 il 03/05/10 alle 21:53 via WEB
e i parenti dei pazienti dove li mettiamo?e le padrone dei parenti e dei pazienti....le badanti?passo e chiudo
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Ommdepreja il 03/05/10 alle 22:09 via WEB
Il tuo blog è molto interessante e intelligente. Complimenti; verrò spesso a trovarti; ti lascerò anche dei commenti, perchè scrivi cose molto stimolanti. A presto
(Rispondi)
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pippo_217 il 03/05/10 alle 23:08 via WEB
Ai tempi della nonna, in campagna, il medico condotto era tenuto in gran considerazione. Egli curava con le medicine ma sopratutto con l'empatia, il sorriso, la calma, le parole e la sua presenza. Le sue prescrizioni e raccomandazioni erano vangelo. Oggi, il medico di base, non ha più questo carisma, non viene più da noi a casa, è diventato uno smistatore, scrive scrive e ti manda in giro, non c'è più empatia ma solo 5 minuti di tempo disponibili...
(Rispondi)
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enna68 il 03/05/10 alle 23:22 via WEB
..prima era il medico di"famiglia"..adesso è il medico di base...la differenza è notevole...vedi che qualche commento serio riesco a farlo cara Psico? :-)
(Rispondi)
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hulla60 il 04/05/10 alle 19:26 via WEB
potrei aggiungere che adesso la parte relazional-empatica,la svolgiamo noi infermieri domiciliari,con il benemerito dei medici di base che non fanno altro che ringraziarci per la nostra opera.Direi che siamo rimasti fra i pochi fortunati ad aver ancora a che fare con il paziente nella completezza e complessita' del suo stato.Purtoppo ci stanno oberando di burocrazia pure a noi,cosi' mi chiedo :chi si occupera' in futuro del paziente?
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