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LA RIFLESSIONE DEL POMERIGGIO, ABUSI SESSUALI, PEDOFILIA, INCESTO, VIOLENZE, CAPPUCCETTO ROSSO, PELLE D'ASINO

Post n°4216 pubblicato il 21 Maggio 2010 da psicologiaforense

LA RIFLESSIONE DEL POMERIGGIO


FIABE, STORIE, FANTASIE...
E DRAMMATICHE REALTA': "CAPPUCCETTO ROSSO"
E "PELLE D'ASINO"


ABUSI SESSUALI, PEDOFILIA, PRETOFILIA, INCESTO

 


Sappiamo da tempo che le fiabe, mentre in apparenza raccontano storie di re, di principesse e di figli di re, in realtà trasmettono messaggi che agiscono sull'inconscio dei bambini (e anche degli adulti che le raccontano), e li aiutano a superare i loro problemi, ed i conflitti che possono riguardare il rapporto dei bambini con se stessi, con i fratelli, con i genitori. Detto questo, ci sono due fiabe, Cappuccetto Rosso e Pelle d'asino,  che diffondono messaggi  del tutto particolari anzi, sono veri e propri avvertimenti. Tanto che, in questi ultimi anni, la storia della bambina vestita di rosso che incontra il lupo cattivo che se la mangia, è stata spesso usata e divulgata anche nelle scuole, in altre nazioni e in Italia, come monito ai bambini perchè non si fidassero degli sconosciuti: come metafora per metterli specificatamente in guardia contro violentatori e abusatori sessuali. Sono persino nati alcuni Centri che si chiamano proprio «Cappuccetto Rosso», e che si prefiggono di salvaguardare i più piccini dai cattivi lupi che vorrebbero abusare di loro. Al contrario, non risulta che, per proteggre i bambini, ci si sia serviti della fiaba di Pelle d'asino, che racconta una storia simile ma molto più grave: qui è infatti un padre che, adducendo giustificazioni speciose, vorrebbe commettere l'incesto con la propria figlia adolescente. Si può capire che in casa possa risultare difficile raccontare questa storia ai bambini. Ma perchè non si utilizza ad esempio nelle scuola la storia di Pelle d'asino, e perchè non sono nati dei Centri che si chiamano «Pelle d'asino», e che si ripromettono di difendere i figli, bambini e adolescenti (soprattutto le femmine) dagli abusi sessuali intrafamiliari? Il discorso su queste fiabe consente in realtà di introdurre due considerazioni: la prima è che per troppo tempo non si è avuto il coraggio di parlare e dire (come si incomincia a fare soltanto oggi) che circa il 90% degli abusi sessuali avvengono in famiglia, a opera di parenti molto stretti, in primo luogo il padre, poi i fratelli e gli zii, ma anche i nonni e le nonne, e persino le madri (queste ultime poi, hanno anche il grave torto di non impedire la violenza, e non denunciare il padre abusatore). La seconda considerazione è che proprio questa fiaba conferma, se mai ve ne fosse bisogno, che gli abusi sessuali intrafamiliari non sono fatti che accadono soltanto oggi, ma sono sempre avvenuti (la fiaba è stata pubblicata da Perrault nel 1697), e che accadono spesso anche nelle migliori famiglie: non a caso il padre incestuoso della fiaba Pelle d'asino è addirittura il re di un grande e ricco paese. Ciò che è cambiato negli ultimi tempi è che i bambini hanno finalmente la possibilità di parlare, e soprattutto che c'è oggi qualcuno disposto a prestar loro fiducia. Il prossimo passo sarà quello di rendersi conto che i bambini non appartengono ai genitori nel senso che essi possano farne quello che vogliono, neppure se sono re e se dichiarano di comportarsi in quel modo per amore, come il re della fiaba di Pelle d'asino. Che forse, sarebbe il caso di leggere o raccontare, e discutere nelle scuole, ma anche ai genitori. Senza accusare nessuno, beninteso, ma tanto così, a scopo preventivo.

 

 
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Commenti al Post:
sofiastrea
sofiastrea il 21/05/10 alle 15:46 via WEB
Mi piace moltissimo la fiaba, mi permetto di proporre anche questa diversa visione:Giuseppe Sermonti , vede Cappuccetto Rosso come il dio Mercurio, l’elemento chimico nascosto nella pietra cinabrina, che rappresenta nell’alchimia cinese il passaggio dalla morte alla vita…dice: "L’equiparazione della bambina del bosco alle divinità mercuriali è un primo passo per giungere all’equiparazione chimica di Cappuccetto Rosso al metallo liquido, il mercurio. Come il dio dai piedi alati, il mercurio è lo scorrevole, l’intermedio, il disceso dall’alto. Nella nostra esegesi metallurgica, esso si candida subito a scivolare tra le paginette della fiaba della bambina messaggera e a fornirle il suo senso ermetico. ….La fiaba …inizia narrando di una cara ragazzina; «solo a vederla le volevan tutti bene» La generale amorevolezza già accenna ad amalgami mercuriali, ma il mercurio si fa avanti più palese alla menzione dell'abbigliamento della piccina. La nonna le aveva donato «un cappuccetto di velluto rosso, e, poiché le donava tanto cb 'essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso.». La piccolina è protetta e occultata nel suo cappuccio rosso, che la identifica come «mercurio» nella qualità di metallo nascosto nella pietra vermiglia e solo in quella. Essa ricorda anche il Mercurio divino col suo immancabile pètaso sul capo. Messaggero e ristoratore, come il dio e come il metallo, la bambina si rivela subito, allorché la mamma le dice: «Eccoti un pezzo di focaccia e una bottiglia di vino, portali alla nonna; è debole e malata e si ristorerà...». per approfondire….http://www.airesis.net/ArsRegia/ars%20regia%201/sermonti_cappuccetto_rosso.htm
(Rispondi)
 
 
sofiastrea
sofiastrea il 21/05/10 alle 15:50 via WEB
...gli abusi, le violenze sessuali, appartengono al nostro vissuto condizionato e condizionante, nella fiaba, metafora della vita troviamo tutto questo e altro ancora ciao
(Rispondi)
 
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 21/05/10 alle 15:58 via WEB
BRAVISSIMA! Narrare storie e ascoltarne risponde ad un'intima esigenza della psiche.
(Rispondi)
 
 
 
arza1
arza1 il 21/05/10 alle 16:01 via WEB
proprio così: RACCONTATE E GUARIRETE Eterne voci dell'inconscio.
(Rispondi)
 
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 21/05/10 alle 15:59 via WEB
BEL COMMENTO!Prima che Perrault e i fratelli Grimm si incaricassero di raccogliere e classificare le fiabe, ognuno dava una propria versione della favola che andava narrando e, poteva accadere persino che certi personaggi entrassero nelle favole altrui.
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educatrice2
educatrice2 il 21/05/10 alle 16:03 via WEB
Tra le fiabe raccolte da Perrault sul finire del diciassettesimo secolo, e che sono giunte a noi con il titolo tanto enigmatico quanto seducente de I racconti di Mamma Oca, ve ne sono due che hanno avuto destini piuttosto diversi. La prima, Cappuccetto Rosso, e' cosi' conosciuta da poter quasi essere considerata «la fiaba» per antonomasia. Non esiste probabilmente nessun adulto al quale non sia stata letta o raccontata piu' volte quand'era bambino, in qualcuna delle sue versioni. Si tratta infatti di una fiaba che si trova anche nella raccolta dei fratelli Grimm, sia pure con un finale diverso. La seconda, Pelle d'asino, e' invece assai meno conosciuta e poco raccontata ai bambini. Certo, la storia di Cappuccetto Rosso e' piu' accattivante e meglio strutturata; e' inoltre piu' breve e non si discosta dal tema principale per introdurre digressioni e ulteriori personaggi che allungano inutilmente la storia. Eppure queste ultime caratteristiche si ritrovano in molte fiabe, che non per questo si evita di narrare.
(Rispondi)
 
selenia56
selenia56 il 22/05/10 alle 00:29 via WEB
esattamente, fiabe in apparenza per bimbi ma in realtà un ottimo modo per prevenire senza sconvolgere.del simbolismo di alcune mi sono resa conto da adulta però senza sconvolgermi avevano svolto la loro funzione. esistono anche i 2cattivi", i falsi, i pericoli e come rassicurava poi il lieto fine :-)
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