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LA FOTO CURIOSA DEL GIORNO

Post n°4479 pubblicato il 22 Luglio 2010 da psicologiaforense


Se non fosse per le colossali dimensioni, nessuno lo troverebbe fuori posto: dove dovrebbe stare un fiore di loto se non in un laghetto? Peccato che il bocciolo sia ben poco "naturale", si tratta infatti di un'originale installazione gonfiabile ideata dall'artista sudcoreano Choi Jeong Hwa in occasione della Biennale di arte di Sydney (Australia). Grazie a un congegno idraulico, la strana pianta si muove aprendo e chiudendo i petali, proprio come farebbe una creatura vivente che inspira ed espira. Oltre al fiore gigante intitolato The unbearable lightness of being ("l'insostenibile leggerezza dell'essere"), la città ospita altre 440 opere di artisti provenienti da 36 paesi diversi.

 
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Commenti al Post:
dianavera
dianavera il 22/07/10 alle 14:08 via WEB
Gli uomini disapprendono l'arte del dono. C'è qualcosa di assurdo e incredibile nella violazione del principio di scambio; spesso anche i bambini squadrano diffidenti il donatore, come se il regalo non fosse che un trucco per vendere loro spazzole o sapone (...) La vera felicità del dono è tutta nell'immaginazione della felicità del destinatario: e ciò significa scegliere, impiegare tempo, uscire dai propri binari, pensare l'altro come un soggetto: il contrario della smemoratezza. Di tutto ciò quasi nessuno è più capace. Nel migliore dei casi uno regala quel che desidererebbe per sé, ma di qualità leggermente inferiore. La decadenza del dono si esprime nella penosa invenzione degli articoli da regalo, che presuppongono già che non si sappia cosa regalare, perché, in realtà, non si ha nessuna voglia di farlo. Queste merci sono irrelate come i loro acquirenti: fondi di magazzino e dal primo giorno. Lo stesso vale per la riserva della sostituzione, che praticamente significa: ecco qui il tuo regalo, fanne quello che vuoi; se non ti va, per me è lo stesso; prenditi qualcosa in cambio. Rispetto all'imbarazzo dei soliti regali, questa pura fungibilità è ancora relativamente più umana, in quanto almeno consente all'altro di regalarsi quello che vuole: dove però siamo agli antipodi del dono. Di fronte alla maggior dovizia di beni accessibili anche al povero, la decadenza del dono potrebbe lasciarci indifferenti. Ma anche se, nell'abbondanza, il dono fosse diventato superfluo - e questo non è vero, sul piano privato come sul piano sociale, perché non c'è nessuno oggi, per cui la fantasia non potrebbe scoprire proprio quell'oggetto che è destinato a fare la sua felicità -, continuerebbero a soffrire della mancanza di dono quelli che non donano più. Deperiscono in loro quelle facoltà insostituibili che non possono fiorire nella cella isolata della pura interiorità, ma solo a contatto del calore delle cose. Un gelo afferra tutto ciò che essi fanno, la parola gentile che resta non detta, l'attenzione che non viene praticata. Questo gelo si ripercuote, da ultimo, su coloro da cui emana. (T. W. Adorno, Minima moralia. Meditazioni sulla vita offesa)
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 22/07/10 alle 17:15 via WEB
beh..veder fiorire da un giorno all'altro un fiore così....mi piace.
(Rispondi)
 
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