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Post n°4610 pubblicato il 01 Settembre 2010 da psicologiaforense
IL SERIAL KILLER STEVANIN SI FA FRATE LA CONVERSIONE GIUNGE DOPO SEI RAGAZZE SEVIZIATE, MASSACRATE, FATTE A PEZZI E SEPOLTE NEI CAMPI Il mostro e il santo. Il pluriassassino e l’uomo di fede. Il carcere a vita e la vita in convento. Con il Tau e lo scapolare appesi al collo. «È come se lo Spirito Santo mi avesse rivoltato al suo interno a modo di un guanto», dice lui al ministro di culto che da cinque anni gli fa visita in cella. Su per giù come scrisse Manzoni raccontando Fra’ Cristoforo. Lui però non è il personaggio di un romanzo, ma Gianfranco Stevanin: il serial killer più pericoloso che abbia agito in Italia fra il 1989 e il 16 novembre 1994, quando viene arrestato al casello autostradale di Vicenza Ovest, per lo stupro di una giovane prostituta austriaca. Era l’apice di una escalation criminale cominciata molto tempo prima, quando Stevanin aveva 18 anni. Alla fine andrà all’ergastolo per l’omicidio di sei donne. La sua sembrerebbe una storia inventata, invece è una storia accaduta dietro casa: a Terrazzo, paesino del Basso Veneto opulento. Fra i campi di soia e i filari di meli, sotto l’argine sinistro dell’Adige e il silenzio della gente. Gente che adesso farà sentire la propria voce, eccome se parlerà: perché quest’uomo a lungo disprezzato per le sue imprese mortifere a sfondo sessuale, per molto tempo deriso, temuto, talvolta ammirato e studiato, oggi vorrebbe vestire l’abito francescano. Desidera diventare frate, il serial killer di Terrazzo: vorrebbe entrare in convento come francescano laico. «Sento il bisogno di seguire una strada nuova», dice. E il percorso sarebbe quello della vita consacrata nella Chiesa Cattolica: il Terzo Ordine Regolare di San Francesco, derivante dal movimento penitenziale. Un ordine mendicante, canonicamente autonomo all’interno della famiglia francescana. MA Com’è lui oggi, a cinquant’anni da compiere il due ottobre? È un uomo gigante, molto corpulento, i capelli lunghi, la calma e l’imperturbabilità di sempre: parli del suo passato e per lui è come stare a guardare un film che non gli appartiene. Il pentimento per il tanto male arrecato? «Io sto pagando la giustizia degli uomini. Mi dicono che quella di Dio dovrò pagarla quando sentirò il bisogno di chiedere perdono alle mie vittime e ai loro parenti. Ma devo essere onesto, lo sono sempre stato: io mi sento a posto con me stesso. Posso dire che è vero quel che i giudici sostengono abbia commesso, ma io non ricordo niente. A voi sembrerà un paradosso, ma alla fine di tutto io non so perché mi trovo qui. E potrei pentirmi soltanto semi ricordassi di avere fatto qualcosa. Siccome non mi rendo conto, non ho niente da perdonarmi».
Commenti al Post:
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auro48 il 01/09/10 alle 17:50 via WEB
Frate di clausura andrebbe bene ...ma quest'ordine non esiste vero? Peccato!
Buona serata
(Rispondi)
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francesconapoli_fn il 01/09/10 alle 18:44 via WEB
E' l'animo di uno che dopo aver compiuto cose cattive, viene sommerso da sentimenti di pentimento. Ovviamente a questo si arriva dopo averne subìto le conseguenze. Ricorda la parabola del figliuol prodigo, che divorò la sua parte di eredità con le prostitute e lavorava nei campi come un dannato, dopo essersi allontanato da casa. Allora, rientrato in sè, ritornò da suo padre per chiedergli perdono. Il padre nella sua bontà, lo perdonò e preparò una grande festa, perchè questo figlio era perduto e poi fu ritrovato. Infatti in paradiso c'è più gioia per la conversione di un peccatore, che per la salvezza di 99 giusti.
(Rispondi)
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scoglioisolato il 01/09/10 alle 23:50 via WEB
Se Stevanin afferma "sento il bisogno di seguire una strada nuova" deve dedursi che si ricorda bene qual'è stata quella vecchia,.... altro che... se se la ricorda.....
(Rispondi)
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