Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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« LA FOTONOTIZIA DEL GIORN...TENDENZE, QUANDO CONVIEN... »

RIFLESSIONI, TESTI&PRETESTI, STORIE, STORIELLE, STORIACCE, SETTEMBRE 1875, UCCISORE DI BAMBINI, CRIMINOLOGIA,

Post n°4812 pubblicato il 17 Ottobre 2010 da psicologiaforense

ITALIA CRIMINALE, ASSASSINI FOLLI O ASSASSINI LUCIDI, IL MALE, NORMALITA' E DIVERSITA'

L'UCCISORE DI BAMBINI

 

Carcere delle Murate in Firenze. Settembre 1875. Scoppia un gravissimo disordine, i detenuti scuotono le sbarre e urlano insulti verso una cella isolata, la numero 16: «Ammazza bambini». Alle dieci e mezza del 18 dicembre 1876, sotto il cielo nuvoloso e vicino all'Arno ingrossato dalle burrasche della notte, iniziava il dibattimento contro Grandi Callisto, conosciuto col nome di Carlino e soprannominato Prospero, di anni 24 di fu Giuseppe, scapolo, artigiano e carradore, nato e domiciliato tra i filari di viti alberate del Valdarno. Detenuto e imputato di omicidio premeditato continuato consumato per avere tolto violentemente la vita a Luigi Bonechi di anni 4, ed Arturo Diotisalvi di anni 4, a Fortunato Paladini di anni 9 e ad Angiolo Martelli di anni 7 a scopo di vendetta. E per aver tentato di uccidere Amerigo Turchi, di anni 9, senza riuscirvi unicamente per circostanze fortuite ed indipendenti dalla sua volontà. Quelle urla del bimbo, che stava per essere soffocato e sepolto nella piccola fossa del pavimento sterrato della sua bottega, fecero accorrere una guardia municipale e tre paesani che, sfondata la finestra che dava sul vicolo, salvarono l'innocente e svelarono il mistero dei bambini spariti senza lasciare traccia: li aveva ammazzati il Grandi e i corpi li aveva sotterrati nella sua dimora. La confessione era stata immediata: «Scriva Signor Giudice, che in tutti ci ho colpa io e gli ho ammazzati tutti io. Gli ho uccisi per vendetta e gli ho ricoperti di terra. Dimani la prego di dire alla mia famiglia che mi mandi la mia giubba». Il caso dell'«uccisore dei bambini» era dunque risolto ma i dodici membri del giurì, ricostruito il come, avevano un altro compito: capire le ragioni di tali gesti. Lo voleva il pubblico, avido di sapere cosa lo distingueva da quel mostro, e lo voleva la Giustizia. Nell'udienza di apertura il Presidente Mori Ubaldini formulò la domanda di sempre: «aveva egli o no coscienza dei propri atti e libertà d'elezione?». Ai giurati popolari fiorentini bastarono due ore per scegliere di non scegliere: il cardatore Callisto Grandi agì trovandosi in uno stato vicino a quello di chi non ha coscienza e libertà dei propri atti, dunque semi-responsabile. Il verdetto fu 20 anni di lavori forzati. L'aggiornata scienza del tempo lo avrebbe voluto prosciolto per pazzia mentre i genitori dei bimbi all'ergastolo. La sentenza disse che andava punito ma che era un diverso, diverso dalle persone (fino a quel momento) per bene. Di qui il verdetto mediano: che non soddisfa nè gli scienziati nè le persone offese ma salva il senso comune: responsabilità ma diminuita. Soluzione di allora, soluzione di oggi.

 
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Commenti al Post:
mdardani
mdardani il 17/10/10 alle 21:54 via WEB
l'eterno quesito: l'orco è anche pazzo?
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/10/10 alle 22:03 via WEB
sì, è l'interrogativo che giustifica il rito processuale e il contraddittorio tra uomini di diritto e di scienza chiamati alla risposta, è il quesito che tormenta tutte le comunità, specialmente quelle -come in questo caso- ferite dal peggiore dei delitti: la strage di innocenti.
(Rispondi)
 
flozanussi
flozanussi il 17/10/10 alle 21:57 via WEB
POST DI GRANDISSIMA ATTUALITA. Il compito non dichiarato di chi è chiamato a giudicare, allora come oggi, non è soltanto rendere innocuo il mostro, convertirlo, risarcire le vittime, ma soprattutto capire perchè ha agito in quel modo.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/10/10 alle 22:06 via WEB
Grazie. Il "retropensiero" è quello. Capire perchè ha agito in quel modo.E così indagare se l'ordinaria banalità del male è nascosta nella normalità o se il capriccio della natura ha costruito i cattivi o i pazzi. In sostanza comprendere quanto dobbiamo temere da noi stessi.
(Rispondi)
 
 
 
lasuocera0
lasuocera0 il 17/10/10 alle 22:19 via WEB
bella risposta, è quello che ci domandiamo anche adesso nel caso di SARAH SCAZZI!
(Rispondi)
 
 
 
elio70be
elio70be il 19/10/10 alle 01:48 via WEB
A NOI STESSI...??? O A TE STESSA...???
(Rispondi)
 
 
elio70be
elio70be il 19/10/10 alle 01:46 via WEB
è.... il nonnetto che eloquenza frizzante... compito non dichiarato.... capire perchè ha agito in quel modo ... "ammazzzate"... che idee chiare a 71 anni.... Ma guarda un po' TUTTI COMMENTI ALL'UNISONO... che scorrono come l'olio.... in un unico binario.... è.... senza fronzoli uno incastrato all'altro.... complimenti a tutti.... O AD UNO...?????
(Rispondi)
 
luiginoluigina
luiginoluigina il 17/10/10 alle 22:01 via WEB
Hai fatto veramente bene a ricostruire e ad ambientare il processo Grandi, perchè, mi sembra, sia la storia senza tempo degli ammazza bambini.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/10/10 alle 22:09 via WEB
sì, la storia e le storie di ieri e di oggi di pedofili assassini.Come ho detto sopra il quesito del 1800 e quello del 2000 è lo stesso: "è comunque responsabile chi è cosciente della propria condotta o è necessario avventurarsi a misurare quanto i geni o la malattia limitino la sua capacità di volere?"
(Rispondi)
 
 
elio70be
elio70be il 19/10/10 alle 01:39 via WEB
è.... un "figaccione" così dove era appostato alle 10 di sera la domenica... che "sfigato" a risapondere qui ... io sarei a "trombarmele tutte... e tutti regolarmente senza blog.... sarà vero sarà falso sara fergusson....
(Rispondi)
 
educatrice2
educatrice2 il 17/10/10 alle 22:13 via WEB
In questo processo si verificò, come avviene oggi, l'incontro-scontro di esperti che sostengono la pazzia o la salute mentale del criminale?
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/10/10 alle 22:14 via WEB
Lo scontro in aula fu fra alienisti di scuole diverse. Quelli di difesa, giovani e positivisti, si soffermarono sul corpo dell'imputato, ne segnalarono le sintomatiche asimmetrie, la stupida faccia, il teschio brullo, la mostruosità del piede e dunque la somma dei segni che rivelavano un cervello subumano. Quelli di accusa non vollero accettare che la mancanza di una causa a delinquere fosse indizio di mente non sana e sostennero che la debolezza di mente e di senso morale non significa affatto malattia che impedisce di comprendere il valore dei propri atti. Fu uno scontro dotto e documentato che lasciava a chi doveva giudicare, allora come oggi, ogni possibilità.
(Rispondi)
 
adolfodgl5
adolfodgl5 il 17/10/10 alle 22:17 via WEB
Quindi, se capisco bene, relegare la follia in quei pochi casi di demenza evidente e riconoscibile o accettare che si annidi tra la folla dei tanti appena svelata da qualche turba o qualche malvagità senza scopo?
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/10/10 alle 22:25 via WEB
Esattamente. In sommatoria negativa, Dichiarare che un uomo, apparentemente normalissimo, ha infierito contro una vittima, prescelta o indifferente, perchè classificabile tra i «delinquenti nati» come si diceva a quei tempi o perchè affetto da schizofrenia, non spiega ai più perchè quello specifico gesto è stato compiuto.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/10/10 alle 22:27 via WEB
(segue dalla precedente risposta)... perchè allora e non prima, perchè poi contro quei bambini? E poi perchè non tutti gli individui dalle medesime caratteristiche traducono la loro predisposizione in atti così mostruosi? Se a queste domande non possono essere fornite risposte appaganti, il giudicante non può ripiegare riconoscendo la non imputabilità del mostro, ma non può neppure arruolare il dannato nella comunità dei normali.
(Rispondi)
 
lasuocera0
lasuocera0 il 17/10/10 alle 22:20 via WEB
Resta da chiedersi perchè questa scelta di compromesso che rispecchia una soluzione ricorrente, allora come oggi, di casi giudiziari analoghi a quello che ha visto coinvolto il Grandi.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 17/10/10 alle 22:28 via WEB
La risposta sta nella diffidenza di chi deve applicare la legge punitiva nei confronti delle proposte giustificazioniste della scienza che definisce, cataloga, distingue ma non spiega tutto
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elio70be
elio70be il 19/10/10 alle 01:54 via WEB
ma che cos'è un convegno di esperti psichitri...??? o la fantasia un unica donna.... m....., p...., f.........., d........., forse ... è ... così.....?????
(Rispondi)
 
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