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LA RIFLESSIONE DELLA SERA

Post n°4944 pubblicato il 18 Novembre 2010 da psicologiaforense

IL LAVORO IMPOSSIBILE:
IL GENITORE



La genitorialità rappresenta una delle più elevate realizzazioni che un essere umano può attuare nell'arco della propria esistenza, sebbene si presenti il più delle volte come un compito arduo che coinvolge la persona nella sua complessità, incluse le esperienze passate sulla genitorialità stessa. Ciò significa che per essere padre o madre occorre anzitutto aver appreso sin dall'infanzia i contenuti del ruolo, attraverso l'esempio del contatto con le figure di accudimento.
Un valido rapporto genitore/figlio presuppone anzitutto che la relazione intergenerazionale si basi e si nutra di una "diversità" che deve essere mantenuta comunque e in qualsiasi momento, comprese le situazioni in cui sarebbe più comodo abdicare al proprio ruolo o svuotarlo di significato rendendosi"pari" al figlio, per non andare incontro alla sua disapprovazione. Ma ogni educatore competente sa che per "bene agire" bisogna avere talvolta il coraggio di "far male", ma un male affettuoso e benefico, come qualsiasi cura, come ogni viatico che serva ad alleviare possibili future sofferenze. Il genitore "buono" è soprattutto colui che guarda al futuro, sfidando gli ostacoli del presente; è colui che non si accontenta mai, non tanto dei risultati del figlio, quanto dei propri, e che in virtù di ciò cerca di essere migliore, più che apparire tale.
La crescita della prole è in definitiva una sfida che l'essere umano ingaggia con se stesso, non rinunciando a rimanere fedele a sé, ma avendo nel contempo l'umiltà di aggiustare il tiro ogni volta che la situazione lo richiede. Fare il genitore sembra un fatto naturale, come essere marito o moglie; ma nella genitorialità non c'e scelta da parte del figlio, che si ritrova un padre e una madre dalla nascita, per una sorta di "selezione naturale". È quindi doveroso per ogni adulto che ricopre un ruolo tanto fondamentale mettersi continuamente in discussione, riflettere, confrontarsi e, se è il caso, anche aggiornarsi sui contenuti della funzione coerenti con le esigenze delle nuove generazioni.

 
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Commenti al Post:
ANGEL.FREE
ANGEL.FREE il 18/11/10 alle 20:14 via WEB
pensiero interessante, credo che fare il genitore sia molto difficile, lo vedo dai miei...non sanno mai come prenderci, molte volte ci dicono le cose, per il nostro bene, ma sapendo che per ora non siamo in grado di capirle...quindi si ritrovano ad aver fatto la cosa giusta, ma un pò in colpa per averci fatto felici un abbraccio Alessandro
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/11/10 alle 22:21 via WEB
CIAO ALESSANDRO, grazie per visita e commento. Negli ultimi decenni un maggiore benessere economico e la conquista di spazi individuali più larghi ha indebolito la famiglia, divenuta un'istituzione instabile, leggera, ricattabile. L'aumentata fragilità ne riduce l'autorevolezza, NON MI SEMBRA PROPRIO CHE QUESTO SIA IL TUO CASO. Felicissima notte!
(Rispondi)
 
kallida
kallida il 18/11/10 alle 20:33 via WEB
Accidenti quanto è vero!E' proprio difficile educare senza cadere nel "si fa così perché lo dico io che sono tua madre!", finora (ma mio figlio ha ancora tre anni) non l'ho utilizzato, spero di farcela...molti saluti;)
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/11/10 alle 22:32 via WEB
CARISSIMA AMICA MIA "KALLIDA" (... perchè questo nick? Perchè ti interessi di azioni e di comportamenti astuti, scaltri, machiavellici?), Tu sei una spledida mamma. Sai che il compito del genitore è quello di fornire al figlio "le radici" cioè le "fondamenta" su cui edificare il suo futuro e la sua vita, e le "ALI", per compiere lo "svincolo" dai genitori. FELICISSIMA NOTTE E GRAZIE!
(Rispondi)
 
eva.dalsasso
eva.dalsasso il 18/11/10 alle 20:44 via WEB
per l'amore che ho per mio figlio sto cercando di crescere e di mettermi in discussione...grazie a lui mi sto guardando allo specchio e spero di migliorare.CIAO!
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/11/10 alle 22:40 via WEB
MIA CARA AMICA, è pur vero che io stessa, valutando le condotte genitoriali mi sono così espressa: ".... famiglia disfunzionale, asfittica, connotata da interazioni nevrotiche, con genitori e figli totalmente inglobati e vischiosamente assorbiti nella crisi familiare. I vissuti e le condotte dei due genitori esprimono caratteristiche di immaturità che superano quegli aspetti “neotenici” normalmente presenti nei giovani adulti. Inoltre, la frustrazione di bisogni sentiti come indispensabili per evitare il deterioramento del SÈ provoca reazioni distruttive commisurate al vissuto di minaccia interna e di sconforto sperimentato dal padre e dalla madre". MA TUTTO QUESTO NON TI RIGUARDA, Tu sei una mamma .........
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/11/10 alle 22:49 via WEB
che si dedica con una felice sintesi di istinto, di cultura e di tradizione alla cura del tuo bimbo, sei una madre oblativa che sa porsi nei confronti del minore con un atteggiamento di accoglienza gratuita ma non cieca. In questo senso esprimi la figura del genitore impegnato nella costante erogazione al figlio di quelle cure, di quell'accudimento e di quell'amore inseriti in un quotidiano rapporto di solidarietà, di affetto e di esperienze condivise la cui continuità appare indispensabile per la tutela del suo benessere .
(Rispondi)
 
 
 
michelafridegotto
michelafridegotto il 22/11/10 alle 09:18 via WEB
pensiamo alle famiglie in evoluzione........ che crescono insieme ai loro figli e che nei momenti di stallo o di empasse possano trovare quelle risorse per uscire dalle ridondanze che imbrigliano .....la consapevolezza di sè è un lungo cammino..... i genitori fanno ciò che sono in grado di fare/dare...... ognuno ha una storia, la sua storia ...ed è da quella che bisogna partire
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ormalibera
ormalibera il 18/11/10 alle 21:20 via WEB
Concordo.Non sbaglia chi dice che è il mestiere più difficile. Ma ho la vaga sensazione che chi mette al mondo figli al giorno d'oggi non vuole rischiare di fare il genitore. Un sorriso
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psicologiaforense
psicologiaforense il 18/11/10 alle 23:05 via WEB
MIA CARA ORMALIBERA TI LEGGO SEMPRE CON VERO PIACERE, quello che parla di lavoro "impossibile" è un certo Freud che indica tre lavori impossibili: il GENITORE, il PRETE e lo PSICOANALISTA. Ciò posto, devo rilevare che è tanto acuta quanto inquietante la tua sagace constatazione: "...chi mette al mondo figli al giorno d'oggi non vuole rischiare di fare il genitore". IO NON AVREI SAPUTO ESPRIMERMI MEGLIO! Ciao. Giuliana
(Rispondi)
 
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