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LA RIFLESSIONE DELLA SERA, DI MAMMA CE N'E' UNA SOLA?,BLOG, BLOGGER, MASCOLINITA', FEMMINILE, MATERNITA',

Post n°4959 pubblicato il 21 Novembre 2010 da psicologiaforense

LA RIFLESSIONE DELLA SERA

MATERNITA': un giro per blog mi ha chiarito alcuni aspetti della questione:  se non fai figli sei frustrata, se li fai sei nevrotica, se allatti sei una sottomessa che non si fa valere, se non allatti sei un'egoista che pensa solo a se stessa. Se non rientri subito al lavoro sei una senza aspirazioni, se rientri sei una cattiva madre…..

MA DI MAMMA CE N'E' UNA SOLA?

 

 

Le difficoltà che le donne incontrano a combinare maternità e occupazione, maternità e partecipazione politica derivano da una organizzazione sociale che non le prevede, pur richiedendole, e da una divisione del lavoro che affida esclusivamente a loro il soddisfacimento dei bisogni di cura. Di più, all'origine di molte disarmonie tipiche della nostra società, e della stessa difficoltà che questa incontra a riprodursi sta proprio la rigida attribuzione e distinzione di ciò che é maschile e di ciò che é femminile. Non é insistendo sul ruolo prioritariamente materno delle donne che si risolvono questi problemi, ma piuttosto favorendo la diffusione delle capacità di cura; in particolare sviluppandole e riconoscendole negli uomini. E' la mascolinità che andrebbe ridefinita, a partire dalla paternità, ma non solo. Infatti, distinguere sesso e genere, significa innanzitutto che i modi e le opportunità in cui si é uomini e donne sono profondamente segnati dalle circostanze economiche e sociali, e dai rapporti di potere in cui si vive, e possono essere modificati. E' la bellezza, e il rischio, di appartenere agli esseri umani, non al regno vegetale, e neppure a quello animale non umano.

 
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Commenti al Post:
SoBBona
SoBBona il 21/11/10 alle 20:21 via WEB
E se i padri facessero i padri..forse non ci sarebbero mamme così frustrate..ecco la finale alla tua considerazione..hai dimenticato questo..:-) Buona serata!
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/11/10 alle 21:10 via WEB
CIAO SoBBona.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/11/10 alle 21:30 via WEB
.... il punto d'arrivo è sempre lo stesso: la maternità è un affare complicato, un affare di donne. Gli uomini sono figure sfocate, incerte, colorate dal desiderio femminile; gli uomini sono immaturi, sfuggenti, spesso egoisti come i personaggi di Hugh Grant.
(Rispondi)
 
ele_1_atica
ele_1_atica il 21/11/10 alle 20:41 via WEB
è tristissimo vedere che nel 2010 siamo costrette a riparlare di diritti che dovevano essere acquisiti
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 21/11/10 alle 21:28 via WEB
Purtroppo siamo fermi all'idea che "la donna sia la copia dell'uomo". Alle soglie del 2011 ci troviamo ancora a discutere di un argomento che uno Stato civilizzato come il nostro dovrebbe aver esaurito e risolto da un bel pezzo. Proprio oggi pomeriggio le lavoratrici della Fiat di Termoli insieme al Sindacato ed esponenti Istituzionali hanno discusso di diritto alla maternità e conciliazione dei tempi di vita tra lavoro, cure familiari e figli....... E pensare che già nell'800 si parlava della maternità e delle capacità di "cura" delle donne come elemento base per la rivendicazione di un accesso alle risorse e al potere decisionale pari, se non superiore, a quello degli uomini. Infatti, se la maternità e la capacità di cura sono così indispensabili alla sopravvivenza umana, chi le esercita dovrebbe avere prioritariamente il potere politico, economico, culturale, per incidere sulle condizioni in cui avviene. Invece siamo qui a pietire un posto all'asilo nido.
(Rispondi)
 
 
ihatesupermarket
ihatesupermarket il 22/11/10 alle 03:15 via WEB
la maternità....bellissima...coniugarla con il lavoro..missione impossibile, senza soffrire di nervi
(Rispondi)
 
 
 
Squacchiarella
Squacchiarella il 22/11/10 alle 14:14 via WEB
1 Io avrò un modo di vedere le cose un po’ superato, sebbene la mia "giovane" età e la mia inesperienza:ciò premesso, penso che andrebbe fatto un lavoro di fondo. Bisognerebbe ,cioè , tener conto della specificità del genere femminile. Partendo proprio dal mondo del lavoro, tanto per cominciare,non dovrebbero esistere non solo persone licenziate, ma anche non assunte, perché incinte. Anzi, addirittura proporrei di tener conto della nostra specificità già dal ciclo mestruale,tenendo conto che per alcune rappresenta una vera e propria piaga invalidante, anche se "sòlo" per quei 5 -6 giorni. Parlo di donne che vomitano,per esempio, alle quali non basta la bustina dell' Aulin. Ancora, proporrei che le ore di lavoro vengano ridotte da 8 a 6, sulla base che quanto fa una donna in casa è maggiore in tempo e fatica,spesso anche accuratezza, rispetto all'uomo, checché si possa obiettare, e per quanto si possa provare a dividere i compiti.
(Rispondi)
 
Squacchiarella
Squacchiarella il 22/11/10 alle 00:56 via WEB
2 Soprattutto sarebbe necessario tenere ben presenti le differenze, di resistenza, di fisico, di struttura psichica, tra uomo e donna. Credo, ancora, che almeno per i primi 3 anni di vita del bambino le madri dovrebbero avere diritto ad un part-time di 4 -5 ore che consenta loro di accompagnare e prendere il bambino dall'asilo, senza delegare nulla, ma anche di occuparsi in prima persona di se stesse e della casa con serenità, nonché di stare vicine al bambino una volta tornato a casa dal nido. Ciò in modo da tutelare , di riflesso, dallo stress anche la prole. Naturalmente queste 5-6 ore, per i primi tre anni, andrebbero pagate come le classiche 8 ore. Poi non so se ci sia già qualche legge a riguardo che abbia tenuto conto di un pensiero simile al mio. Sostengo, infatti, che così potrebbero calare gli infanticidi, avendo donne più soddisfatte, anche perché rispettate nei loro bisogni e desideri, quindi meno stressate.
(Rispondi)
 
Squacchiarella
Squacchiarella il 22/11/10 alle 00:58 via WEB
3 Fino al compimento del decimo anno di età del bimbo, poi, ci dovrebbero essere dei permessi quotidiani per entrare ed uscire un po' prima da lavoro, se le distanze lo permettono, di modo da poterlo accompagnare ed andare a prendere da scuola .Tempo da scontare, scalare dalle ferie. O non retribuito… Non ho una conoscenza perfetta di ferie etc etc,so però che normalmente non dovrebbero esserci solo i 15 giorni estivi sui quali contare: ci sarebbero riposi etc etc. Ridefinire il ruolo del padre?Io penso che sarebbe sufficiente, quando c'è lavoro, che questi lavorino e portino il pane a casa, per poi metterlo a disposizione di tutta la famiglia. Che questi continuino, lì dove dipenda da loro , a prendersi le loro responsabilità. Sono convinta poi che iniziative varie, volte a saldare il rapporto padre-figlio,o padre- madre- figlio, proposte con regolarità dai comuni, dalle associazioni, o anche dalle scuole stesse, quando non sorgano anche spontanee per iniziativa spontanea dei padri, dei genitori stessi, non sarebbero inutili o da scartare
(Rispondi)
 
Squacchiarella
Squacchiarella il 22/11/10 alle 01:01 via WEB
4 Anzi, gioverebbero a tutta la famiglia. Così come incontri prestabiliti ,( e obbligatori!)con professionisti quali psicologi infantili e non, educatori, pediatri etc , sempre a sostegno di tutta la famiglia, e meglio se accompagnati da questionari da compilare periodicamente,e privatamente -(ovvero lontano dalla moglie o dal marito)-al fine che questi siano il più attendibili possibile, ed efficaci. Credo ancora che bisognerebbe favorire lo scambio di idee , la socializzazione , tra famiglie, ma anche tra bambini, di modo da poter crescere avendo a fianco figure equilibrate e ben strutturate. Sono certa che dove l'impegno, la denuncia, la maturità non possano giocare il proprio ruolo, lì ci sarà pazienza , comprensione e capacità di sopportazione. Perché in fondo gli stereotipi non esistono. Che l'incontro vero, la conoscenza vera tra le persone, possa risolvere , sciogliere un bel po’ di pregiudizi,e migliorare un sacco di cose, quando non risolverle nell’immediatezza
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michelafridegotto
michelafridegotto il 22/11/10 alle 08:51 via WEB
certo ....nn è facile se pensiamo che la cura dei figli da millenni è sempre stata delegata alle donne ....oggi si richiamano i padri al loro compito condiviso e sicuramente i figli ne traggono molto beneficio anche se .......per me a livello razionale questo è condiviso ma a livello .... di inconscio sociale continua a seguire i vecchi miti.......
(Rispondi)
 
calendario_1950
calendario_1950 il 25/11/10 alle 17:11 via WEB
IO VORREI UN FIGLIO COME TUTTE LE DONNE HO IL CICLO IN REGOLA MA NON RIESCO A RIMANERE IN CINTA E STO PROVANDO DA TEMPO. UN CONSIGLIO.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 25/11/10 alle 18:14 via WEB
il cosiglio: se abiti a Segrate come è scritto nel tuo profilo puoi andare al San Raffaele (VI piano, ostetricia) dalla Dr.ssa Elisabetta Garavaglia. Lei può aiutarti.
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mia1978
mia1978 il 25/11/10 alle 19:51 via WEB
Ciao sono Federica 32 anni, mamma dal 31 luglio 2010, quindi il mio cucciolo non ha nemmeno 4 mesi sono una libera professionista Geometra (uffici pubblici, cantiere, rilievi e contatto diretto con il cliente) lavoro in uno studio con un collega ingegnere che ha l'età di mio padre quindi una visione poco moderna che gli sto facendo aggiornare. Premetto che ho lavorato fino al giorno prima e sono tornata in studio al 28 agosto (per fortuna delle ferie estive). Il mio cucciolo sta sempre con me, io lo allatto al seno, spesso sulla scrivania, sono stanca ma non mi sento frustrata, sono fortunatissima perchè posso portarlo con me facendo violenza al collega, quindi cambio i pannolini sul tavolo di cristallo e in alcuni momenti la stanza di lavoro assomiglia ad una nursery. Vorrei evidenziare che la cosa più difficile è far cambiare la testa alle persone e poi alle istituzioni, perchè leggo molti cattivi giudizi negli occhi di chi mi vede a lavoro con il pupo sia fuori che dentro il mio stesso studio. Cerco di fare tutto al meglio e di non farmi influenzare dalle persone perchè sono io ad avere dato vita a questo bimbo e sono io che farò di tutto per essere una brava madre un'ottima compagna e una valida professionista. Al mio compagno (militare) spettano solo 45 gg in tre anni per il figlio mentre anni fa poteva prendere 6 mesi. E' impegnativo tutto quello che faccio è il risultato di un grande impegno e di una lotta contro chi mi vorrebbe esaurita a casa senza reddito. Amo mio figlio ma amo il mio lavoro, fra 20 anni vi dirò se il mio cucciolo che ora dorme affianco a questa scrivania mi rimprovererà.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 25/11/10 alle 20:06 via WEB
E perchè dovrebbe? Sei un splendida mamma.
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ormalibera
ormalibera il 28/11/10 alle 08:15 via WEB
Verissimo, ma credo ci siano delle "specializzazioni" naturali. Questo non vuol dire ghettizzare nessuno ma cercare di essere quel che si è, aiuta a crescere. Il vero guaio è che la società di oggi vuole le nuove generazioni allevate in batteria. Una società che è diventata una automa, incapace di ricordare chi è e dove sta andando. Il mestiere di genitore non si impara ma si apprende sul campo con tanta pazienza, buona volontà e immenso amore. Ma nessuno sembra accorgersi che i genitori hanno bisogno di sostegno. Un tempo c'era la grande famiglia prodiga di consigli e di aiuto pratico. Oggi i figli sono abbandonati a se stessi o ad asili o baby sitter dove rischiano di tutto. Un sorriso
(Rispondi)
 
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