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COMPLEANNO DEL DIVORZIO: famiglia, coniugi, matrimonio concordatario, referendum, donne, separazione, divorzio, Stato, Chiesa

Post n°4997 pubblicato il 01 Dicembre 2010 da psicologiaforense

Quarant’anni fa l’Italia diceva “sì” al divorzio

 

IL divorzio compie 40 anni. E’ nato  l’1 dicembre 1970 (legge Fortuna- Baulini). Quattro anni dopo tentarono l’abrogazione e indissero il referendum.  Per la prima volta non si votava per i partiti ma per un diritto, su un tema di costume, di morale sociale, di libertà civile. Per la prima volta s'erano alterati gli schieramenti convenzionali della politica italiana: a difesa della legge di divorzio, a dire “no” alla proposta di cancellarla, stavano insieme comunisti, liberali, repubblicani, socialisti, socialdemocratici, le forze laiche e i gruppi cattolici che volevano “un rapporto tra Stato e Chiesa finalmente degno sia del Concilio sia della Costituzione”; contro la legge di divorzio, a dire “si'“ alla proposta di abolirla, stavano scomodamente uniti la democrazia cristiana e il msi-destra nazionale. Per la prima volta si usava quel referendum  popolare che, previsto dalla Costituzione, era diventato legge con ventitrè anni di ritardo soltanto nel 1970 e soltanto nell'ipotesi di servirsene contro il divorzio: l'unico precedente era il referendum  istituzionale (monarchia o Repubblica?) del 1946 indetto con apposito decreto; alla sua prima applicazione come legge, il referendum  esprimeva una volontà degli italiani imprevista, inattesa, sorprendente, come sarebbe accaduto poi in tante occasioni. Per la prima volta dal 1948 la democrazia cristiana subiva una di quelle sconfitte che si sarebbero poi moltiplicate; e il movimento sociale italiano vedeva fallire quel tentativo di le-gittimazione politica che adesso pare riuscirgli. Per la prima volta crollavano gli schemi, le verità inventate, i luoghi comuni polverosi che davano per immutabile la decisiva influenza della Chiesa e del Papa Paolo VI sull'elettorato italiano, che definivano retrivo in eterno il voto del Sud e quello delle donne: le donne rappresentavano la maggioranza dei votanti e se Torino era il capoluogo al primo posto nella difesa del divorzio con il 79,84 per cento dei voti, a Siracusa la percentuale era del 67, a Catania del 63. La vittoria era chiara, era omogenea al Nord, al Centro, al Sud. Per la prima volta, i partiti contavano meno del sentimento collettivo.

 
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Commenti al Post:
lupidisoragna
lupidisoragna il 01/12/10 alle 10:43 via WEB
Ricordo perfettamente. Per i partiti era un guaio: il referendum divideva la maggioranza di centrosinistra del governo Rumor, metteva in difficoltà il “compromesso storico” coi comunisti di Enrico Berlinguer, lacerava al suo interno pure la democrazia cristiana dove Rumor, Moro o Donat-Cattin non lo volevano mentre lo volevano Andreotti, Scalfaro o Gonella. I partiti tentarono l'impossibile per evitare il referendum : in negoziati segreti trattavano per i democristiani e per i comunisti i “Kissinger del divorzio” Cossiga e Bufalini, i socialisti studiavano “possibili vie d'uscita”, leggi d'emergenza e “divorzio-bis”, Berlinguer proponeva sospensioni e rinvii anche per il forte timore d'una sconfitta.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 01/12/10 alle 10:48 via WEB
Hai proprio ragione. Ma Non ce la fecero. Gli elettori vennero investiti da una campagna elettorale bruciante, estrema, anche sgangherata o grottesca. “"Si"', come nel giorno delle nozze”, “Meglio annullare una legge sbagliata che fare a pezzi la famiglia”, erano slogan democristiani, mentre i manifesti mostravano famiglie senza padre con mesti bambini patiti e madri sparute: “Mi ha tradita, ha voluto il divorzio, mi ha piantata con due figli e mi passa quattro soldi per gli alimenti”. L'estrema sinistra invitava a votare contro le nozze dc-msi, uno slogan socialista suonava “Chi crede nel matrimonio non ha paura del divorzio”.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 01/12/10 alle 10:52 via WEB
...... ma la gente sapeva per esperienza diretta che la legge Fortuna-Baslini, operante dal 1970, in tre anni non aveva fatto del male a nessuno; che i 60.150 divorzi pronunciati avevano sanato vecchie situazioni di famiglie da anni dissolte, che il numero dei matrimoni era rimasto inalterato; che non era il rimedio del divorzio a causare il male del fallimento coniugale così come non è la stampella che rende zoppi nè è il termosifone che provoca il freddo; che la legge di divorzio vigeva in tanti Paesi civili senza generare catastrofi, che interessava una minoranza pero' salvaguardarla significava difendere un principio di libertà valido per tutti.
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perdimi67
perdimi67 il 01/12/10 alle 17:10 via WEB
Ciao,il divorzio è stata una grande istituzione,una liberqazione per coloro che erano vincolati da una firma e incqastrati in una vita infernale ma che non potevano andarsene.Pero`credo anche che il matrimonio oggi,specialmente per i giovani,venga preso come un contratto..infatti ne ho conosciuti diversi che dopo 6-8 mesi si sono divoriati.Diciamo che ai tempi,e forse fino a pochi anni fà,l uomo e la donna si adeguavano l uno alle esigenze dell altro,si sopportava di piu e non si divorziava di certo alla prima bazzecola..Buona serata D.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 01/12/10 alle 18:16 via WEB
Sì, basta guardare indietro per capire che hai ragione. Il primo riconoscimento del divorzio risale al 1809 quando nel Regno di Napoli sotto il governo di Gioacchino Murat entrò in vigore il Codice Napoleonico. Il divorzio fin dall'inizio s'identifica dunque da noi non solo con la rivoluzione, ma addirittura con l'Anticristo, Napoleone. Non c'è da meravigliarsi se l'idea stessa dello scioglimento del matrimonio sia poi divenuta parte permanente dello scontro fra Chiesa e Stato che ha caratterizzato la fondazione dell'Italia e poi la sua modernizzazione. Basta vedere anche la lentezza con cui in anni vicinissimi si arriva all'approvazione della legge: il primo pdl sul DIVORZIO viene proposto nel 1965 dal deputato socialista Loris Fortuna e arriverà, come ho scritto nel post, all'approvazione solo nel 1974. Tra l'altro, sulla base di un referendum nazionale. Referendum che segnerà lo spartiacque tra una fase e l'altra di tutta la politica italiana.
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springfreesia
springfreesia il 01/12/10 alle 17:34 via WEB
:-))) Senza nulla togliere al valore di "famiglia" intesa come comunità di affetti e condivisione, oggi festeggio anch'io questa data che allora restituì dignità e rispetto all'unione di uomo e donna. Il matrimonio è una scelta sacrosanta ma la sua sopravvivenza dev'essere garantita dalla possibilità di poter rinnovarne in piena libertà di spirito i voti. Oppure, con onestà mentale sacrosanta, cambiare con coerenza direzione. Ciao, psic:-)
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psicologiaforense
psicologiaforense il 01/12/10 alle 17:57 via WEB
Ciao, è così come dici.Inoltre per la prima volta, quarant'anni fa, buon senso, pragmatismo e consapevolezza dei diritti contarono più delle ideologie. Buona serata.
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Reginella78_A
Reginella78_A il 01/12/10 alle 17:37 via WEB
Da cattolica quale sono di certo non posso dire, andate e divorziate, però sono dell'avviso che la vita di cittadino di un paese governato da leggi terrene, non sia la stessa cosa della vita del cittadino cattolico. Mi spiego: sono per il libero arbitrio, quindi l'uomo deve decidere liberamente di cosa fare della propria vita. Non si divorzia certo solo perchè c'è la legge sul divorzio! Ma se non ci fosse stato quante situazioni anomale ci sarebbero state? Sta alla persona scegliere liberamente se divorziare o meno, anche perchè tanto se si crede si rimane sposati per la Chiesa, mentre per chi non crede il matrimonio rimame solo un semplice contratto, fatto in chiesa, solo con un bel palcoscenico.... è giusto che questa legge ci sia, perchè sono dell'avviso che per evitare i divorzi bisognerebbe evitare di sposarsi senza un'attenta riflessione... Buona serata!
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psicologiaforense
psicologiaforense il 01/12/10 alle 18:00 via WEB
E' un commento molto equilibrato che ho letto con interesse e piacere. Nel 1974 il voto dei cittadini adeguò l'Italia agli standard internazionali, dette impulso alla modernità, evitò una involuzione della democrazia. O quasi: dodici giorni dopo la vittoria del divorzio, come per vendetta un attentato in Piazza della Loggia a Brescia massacrò i partecipanti a una manifestazione sindacale, cento feriti, otto morti, nessun colpevole.
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