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Post n°5110 pubblicato il 05 Gennaio 2011 da psicologiaforense
PER LA SUA PROVERBIALE PRUDENZA IL VATICANO NON HA ANCORA FORNITO PARTICOLARI O DATE PRECISI
...MA WOJTYLA E' BEATO TRA I BEATI.
SE NON CI SARANNO PROBLEMI DI CALENDARIO OD ORGANIZZATIVI LA CERIMONIA DI BEATIFICAZIONE DI PAPA GIOVANNI PAOLO II AVVERRA' A GIUGNO
Pochi minuti fa la notizia clamorosa dopo i gravi e inquietanti dubbi dei mesi scorsi: GIOVANNI PAOLO II E' BEATO. Come da prassi, ci sarà, a giorni, la "plenaria" dei cardinali e, subito dopo, il Papa Benedetto XVI promulgherà il relativo decreto. NOTA INTEGRATIVA Karol Józef Wojtyła (Wadowice, 18 maggio 1920 – Città del Vaticano, 2 aprile 2005), è stato il 263º successore di Pietro. Eletto papa il 16 ottobre 1978 fu il primo pontefice non italiano dopo 455 anni, cioè dai tempi dell'olandese Adriano VI (1522 - 1523), fu inoltre il primo papa polacco, e slavo in genere, della storia.
Commenti al Post:
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arza1 il 05/01/11 alle 13:42 via WEB
prima l'acclamazione popolare "santo subito" poi il gelo del miracolo che non sembrava tale
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 14:08 via WEB
Proprio così, il 16 settembre 2010 si mise in dubbio che la suora francese Marie Simon-Pierre fosse stata miracolata. Sotto il profilo scientifico destavano perplessità diagnosi, terapie e prognosi. Quindi tutto. Ci sono volute TRE PERIZIE COLLEGIALI per chiarire le zone d'ombra. La terza perizia, che conferma il miracolo, con relative conclusioni e prese d'atto è giunta "al protocollo" solo ieri 4 gennaio 2011.
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 14:21 via WEB
Come ricordi Tu ci sono quelli che dicono: SANTO, subito, in fretta, presto. Ma io penso che GIOVANNI PAOLO II direbbe invece di fare un processo molto accurato: in modo che chi ha voglia di vedere chi era veramente Papa Wojtyla, fra dieci, venti o cento anni, possa andare agli archivi e trovare tutti i documenti necessari per comprendere, capire pienamente la sua grandezza. Penso che GIOVANNI PAOLO II vorrebbe proprio questo
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 14:11 via WEB
Sì. So che per il giorno della beatificazione (che qualcuno si augurava fosse il 2 aprile, ma io reputo sarà in estate o in autunno) sono attesi a Roma milioni di pellegrini che hanno già attivato le agenzie turistiche, ecc.. di tutto il mondo.
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 14:24 via WEB
..... Il popolo non lo ha dimenticato, continua a considerarlo un SANTO. E' chiarissimo, ed è una convinzione profonda, sofferta; molte volte aspettano ore ed ore sotto il sole, sotto la pioggia per poter visitare la tomba. Non è la tomba di un uomo, di un sacerdote, ma è la tomba di un SANTO
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santinazs il 05/01/11 alle 13:47 via WEB
solo il mese scorso il processo di beatificazione si diceva fosse entrato in un vicolo cieco
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 14:15 via WEB
Esattamente. A mio modo di vedere saggiamente e prudentemente si è dato ascolto all' "AVVOCATO DEL DIAVOLO" e alle sue argomentazioni. Ieri però la consulta medica della Congregazione delle Cause dei Santi e i teologi del dicastero hanno espresso parere favorevole sul miracolo attribuito all'intercessione del Papa polacco.NON RESIDUANO PIU' DUBBI.
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educatrice2 il 05/01/11 alle 13:48 via WEB
« Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l'uomo. Solo lui lo sa! »
(Papa Giovanni Paolo II. Omelia della messa di inaugurazione del pontificato, 22 ottobre 1978.)
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educatrice2 il 05/01/11 alle 13:51 via WEB
...e gli uomini hanno aperto i confini, abbattuto il muro di Berlino,fatto cadere molte dittature e molti regimi. Non è forse già tutto questo un miracolo?
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 14:31 via WEB
E' così. Il primo segnale di partenza fu lanciato a chi ancora viveva il totalitarismo comunista, e ne era prigioniero anche con la mente. Il Papa andò nella sua terra polacca per dire solo tre parole: «NON ABBIATE PAURA!», e le ripetè più volte, e fu la prima grande crepa che si aperse nel muro che per decenni aveva cinto il male più durevole del secolo. Giacchè era questa, la natura più visibile del comunismo: NON il progetto utopico e mortifero di creare l'uomo nuovo e Gerusalemme terrena, NON la forza di persuasione di un'ideologia che del progetto era stato nutrimento, ma la PAURA nuda, adoperata come arma fondatrice, come obiettivo strategico. D'un tratto divenne chiaro che su null'altro si reggevano quei regimi che avevano ucciso l'uomo nello stesso momento in cui promettevano di salvarlo dallo sfruttamento, che avevano scardinato l'economia, liquidato il senso delle leggi, distrutto l'amore del lavoro, eliminato la decenza dalla faccia delle terre soggiogate. Si reggevano sull'ultimo grumo di passioni che impedisce alla persona umana di alzarsi, di incamminarsi, di dare a se stesso le leggi.
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deontologiaetica il 05/01/11 alle 13:56 via WEB
ci sono anche altri miracoli. Si parla di un bambino guarito dalla sordità, di un carcinoma al seno scomparso, di «mali spietati» che non hanno lasciato traccia, e più spesso di istanti che arrivano a interrompere la catena di tragedie quotidiane, il bimbo che non arriva, il figlio che non ti parla più, l'adozione attesa invano, processi, debiti, o il vuoto senza senso che d'improvviso si riempie delle ultime immagini di Giovanni Paolo II in San Pietro, come scrive Gabriella di Aosta, «la serenità che emana da questo Papa, pur nella sofferenza, mi ha dato l'assoluta certezza dell'esistenza della vita eterna».
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 14:33 via WEB
Condivido pienamente. Ma, grazie a Dio, tutto questo per la Chiesa non ha alcun valore nel processo di beatificazione
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clara.limpidissima il 05/01/11 alle 14:37 via WEB
Ricordo che parlava sempre di LUCE: contro l'oscurità, l'oppressione, le dittature, le menzogne, la schiavitù, la sopraffazione, i regimi, le ingiustizie...
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 14:43 via WEB
E’ VERISSIMO. Parlò spesso di LUCE, perché nessun racconto edificante ma solo la visione nitida può sconfiggere il male quando si nasconde, si dissimula. Lui che di chiarità aveva quasi sete, al punto che un giorno disse nella preghiera ecumenica di Assisi: «Le tenebre non si dissipano con le armi; le tenebre si allontanano accendendo fari di luce». Lui che era sempre in cerca, mai come chi é già pervenuto alla verità ma come chi non cessa di essere in cammino, Papa itinerante anche quando si chiudeva nel silenzio e se ne stava inginocchiato ore, raccolto nella piccola cella in Vaticano. Lui che non si stancava di parlare della via, di come fosse importante mettersi in movimento, non sedersi, non abdicare: e la via era per lui la sostanza più vera dell'essere, era la parola che ricorreva nelle omelie e negli angelus, nelle encicliche e nelle lettere apostoliche. Perché tutto stava a esser pronti, a offrire ogni giorno il proprio corpo al destino di morte, a rispondere alla chiamata, a non indugiare come le vergini folli o come chi deve ancora prendere i sandali o la cintura o gli averi affastellati in terra. Lui che ripeteva: «In un viale senza uscita, l'unica uscita é nel viale stesso».
DI TUTTO QUESTO, TI CONFESSO, IO SI SENTO ANCORA OGGI LA MANCANZA.
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servoarbitrio il 05/01/11 alle 14:47 via WEB
Ma Roma non fu il solo faro di luce. COME AVETE DETTO, il pontefice venuto da Wadowice scosse con le sue parole il muro del comunismo, riportò Roma nell'Oriente europeo, ma nella sua geografia spirituale s'annidava anche Gerusalemme e s'annidava la religione ebraica, di cui il cristianesimo e' - tante volte lui lo ricordo' - fratello.
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 14:58 via WEB
Grazie Carla per questa sottolineatura anche su Gerusalemme. La saggezza secondo cui ogni viaggio a Gerusalemme è un'ascesa, WOJTYLA la fece propria e la visse con dedizione, fin da quando abbracciò il sacerdozio. Un giorno sarebbe salito lungo quella via, per dare direzione al proprio incedere e sostanza all'idea di itinerarium come sostanza dell'esistere. Un giorno vi avrebbe deposto quella parte della sua anima che il ricordo di Auschwitz tormentava, quell'ultima sua domanda sul perchè del male, sul perchè della resistenza al male, sul perchè della santità eroica, sul perchè dei peccati di omissione. Sono le domande che per volontà pontificia la Chiesa ha cominciato a porsi e furono anche personalissime domande, che Karol Wojtyla portava con sè fin da giovane, quando ancora non aveva preso i voti. Difficile dimenticare il pellegrinaggio di GIOVANNI PAOLO II a Gerusalemme. La sua figura curva e bianca davanti al Muro del Pianto, la mano pudica che s'accosta alle grandi pietre irregolari e infila fra gli interstizi il biglietto con la preghiera rivolta al Signore: «Dio dei nostri padri, tu hai scelto Abramo e la sua discendenza perchè il tuo Nome fosse portato alle genti: noi siamo profondamente addolorati per il comportamento di quanti nel corso della storia hanno fatto soffrire questi tuoi figli, e chiedendoti perdono vogliamo impegnarci in un'autentica fraternità con il popolo dell'alleanza. Per Cristo nostro Signore». Tutto il pontificato, a partire dal pellegrinaggio a Gerusalemme, fu all'insegna di quel gesto. In nome di Dio si poteva al massimo introdurre un pezzetto di carta nella fessura d'un muro riservato alle lacrime: un biglietto a testimonianza delle proprie colpe e della propria preghiera di perdono. Non si potevano far guerre in nome di Dio, NON si poteva usare il suo nome per una politica d'aggressione e neppure d'autodifesa.
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elvia4 il 05/01/11 alle 15:56 via WEB
E' STATO UN ESEMPIO DI FEDE FIERA SENZA ARROGANZA: IL SUO LASCITO VALE PER I CRISTIANI COME UN MANDATO.
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psicologiaforense il 05/01/11 alle 16:03 via WEB
Senza dubbio. Fu il Papa del dialogo con tutti. MA il dialogo con gente foresta poteva risolversi in una crespa torre di Babele, in un atto di presunzione. Invece cosi' non e' stato e il grattacielo crebbe, giorno dopo giorno, sino a sfiorare, idealmente, il cielo. Quel cielo di Roma che spesso conosce il colore cosmico di Michelangelo, cosi' come l'ha dipinto nella Sistina. Giubileo viene da jobel, il corno che annunciava al popolo di Israele il tempo della riparazione. Quando il Papa, questo vecchio, caro Papa che ci ha lasciato per sempre, apri' in San Pietro la porta della speranza, pellegrini neri suonavano il corno d'avorio dei «fratelli maggiori». In quel preciso momento, Papa Wojtyla, fra l'incredulo e l'estasiato, lanciava idealmente un ponte fra Ieri e Oggi. E adesso ch'e' Oggi, GIOVANNI PAOLO, pellegrino fra i pellegrini, confortato dall'abbraccio della «turba», cammina gia' nel Domani
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