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LA RIFLESSIONE, SCHIZOFRENIA, IL CASO CLINICO, IL GENIO DI HARVARD, DELITTI DI SANGUE, PSICOLOGIA FORENSE, MICHAEL LAUDOR

Post n°5162 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da psicologiaforense

IL CASO CLINICO, PSICHIATRIA, ANTI-PSICHIATRIA, CRIMINOLOGIA, PSICOSI, SCHIZOFRENIA, TERAPIA FARMACOLOGICA, PSICOFARMACI, NEUROLETTICI, DELIRI, ALLUCINAZIONI 

UNA MENTE MOLTO SPECIALE

 

MICHAEL LAUDOR. Un genio: così venne definito all'università di Harvard dove si  laureò col massimo dei voti. I primi sintomi della schizofrenia si  manifestarono poco dopo la laurea. Laudor vedeva fiamme ovunque, sentiva campane suonare ed era convinto che i suoi telefoni fossero spiati. Dopo otto mesi di terapie intensive in manicomio sembrava aver sconfitto la malattia ed era tornato all'università per compiere la sua nuova missione: diventare il portavoce dei malati di mente. Ce l'aveva fatta. Era diventato un simbolo nazionale. Il paladino dei malati di mente.
Hollywood aveva pagato un milione e mezzo di dollari per i diritti del film sulla sua vita. E l'editore Scribner gli aveva offerto 600 mila dollari per un'autobiografia.
Poi il dramma che sconvolse l'America.  Una mattina  la madre, dopo aver parlato al telefono col figlio, aveva chiamato la polizia. Qualcosa di strano era accaduto nella casa che l'uomo divideva con la sua bellissima ragazza. Gli agenti, precipitatisi nell'abitazione,  trovarono uno spettacolo agghiacciante: il corpo di Caroline Costello riverso sulla cucina, in un lago di sangue. La ragazza, in stato avanzato di gravidanza, era stata sgozzata. Laudor non aveva mai commesso in passato atti di violenza. Perchè  uccise la amatissima compagna della sua vita? Perché, senza dirlo a nessuno, aveva smesso di curarsi. Gettava i neurolettici nello sciacquone convinto che gli facessero male. Che lo ostacolassero nella sua completa realizzazione personale.  

 
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Commenti al Post:
miryamando
miryamando il 18/01/11 alle 17:37 via WEB
Sì, il genio di Harvard, ricordo quel caso... La realizzazione personale che lui credeva offuscata dai neurolettici... Quanta tristezza, quanto dolore...in entrambi i casi!
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psicologiaforense
psicologiaforense il 18/01/11 alle 19:30 via WEB
Grazie MIRYAMANDO sei tra i pochi che ricordano. Sempre in tema di "genio e schizofrenia" c'è anche la bellissima vicenda di John Forbes Nash. In criminologia si registrano talmente tanti casi che è impossibile elencarli qui. Ricordo solo Alexander Williams che commosse i giudici che l'avevano condannato a morte. FELICE NOTTE! A presto.
(Rispondi)
 
card.napellus
card.napellus il 18/01/11 alle 19:45 via WEB
Molti grandi scienziati avevano un precario equilibrio mentale. Fra quelli che ancora Hollywood non ha sfruttato citerei Ramanujan, grande matematico indiano, o George Cantor, morto in manicomio. Anche altri avevano piccole o grandi ossessioni, manie che in persone normali sarebbero a stento tollerate.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/01/11 alle 20:07 via WEB
Esattamente carissimo CARD.NAPELLUS è proprio così.Bravissimo. Come diceva Diderot "genio e follia si toccano da vicino". Basta pensare a RILKE, KAFKA, GOETHE, PROUST, ROUSSEAU, VAN GOGH, SCHUMANN, PAVESE, VIRGINIA WOOLF, RIMBAUD, DICKENS, CARAVAGGIO, CELLINI, NEWTON, BAUDELAIRE, HEMINGWAY, MODIGLIANI, POE, SHOPENHAUER. ecc... TI AUGURO UNA SPLENDIDA SERATA! P.S. A me premeva, anche, vedere cosa ci insegna il caso di MICHAEL LAUDOR.
(Rispondi)
 
arza1
arza1 il 18/01/11 alle 20:49 via WEB
povera Caroline Costello lei non sapeva, evidentemente, leggere i segnali di pericolo
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psicologiaforense
psicologiaforense il 18/01/11 alle 21:14 via WEB
Grazie. La Costello come compagna di MICHAEL LAUDOR propugnava le teorie di quest'ultimo contro gli psichiatri visti come "SADICI AGUZZINI IGNORANTI". Per cui non poteva sapere. Però la tua osservazione permette di passare al di là del caso specifico per ricordare che i familiari dei pazienti schizofrenici debbono imparare da un lato a registrare i sintomi tipici dovuti ad un trattamento farmacologico insufficiente o poco idoneo (irrequietezza, disforia, ecc...); dall'altro alla situazione opposta (disturbi extrapiramidali, crisi neurodislettiche, ecc...).
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girgenti_1929
girgenti_1929 il 18/01/11 alle 20:57 via WEB
il "pazzo" non sa di essere tale (altrimenti non sarebbe pazzo ma nevrotico). Quindi se non si sente malato giustamente non vuole cure. Se lo "costringono" a curarsi giustamente pensa lo vogliano avvelenare o fargli del male esattamente come tutti noi se ci costringessero a prendere antibiotici, sciroppi, pastiglie multicolori, ecc... quando noi ci sentiamo bene
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psicologiaforense
psicologiaforense il 18/01/11 alle 21:28 via WEB
DICI BENISSIMO. Infatti è proprio l'assenza di consapevolezza di malattia (sia totale, sia parziale, ovvero il cosiddetto "poor insight" o "unawarness of illness"), che comporta sempre la "non compliance" alle terapie. Da qui la fondamentale importanza del rappoto paziente-curante. Detto questo bisogna anche aggiungere che gli psicofarmaci (in particolare i neurolettici) vanno somministrati da specialista di grandissima esperienza in grado di "controllare" gli effetti collaterali degli stessi e di prevenire fenomeni come "l'impregnazione", ecc..
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ferrarazzo
ferrarazzo il 20/01/11 alle 23:18 via WEB
Post drammatico quanto la malattia mentale e la difficile situazione sia dei pazienti sia dei familiari...purtroppo...
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