MARCO PICCOLO

QUANTO E' VERO eppure non ci si pensa

Giustissimo CLARA, si sottovalutano emozioni, desideri, affetti e passioni, che agiscono nella vita degli individui determinandone prospettive, valutazioni e decisioni :-)))

la palestra della vita, forma il nostro essere, ogni cosa o situazione bella o brutta che sia modifica il nostro modo di pensare, di vivere. Grazie per le tue visite al mio blog=))Paola

Grazie a te PAOLOTTA661, è giusto quello che dici e oggi lo si legge anche in molti Autori dopo che la filosofia è diventata pharmakon, rimedio, tecnica di ripristino, correttivo terapeutico nei confronti dei dettami naturali affermati dai desideri, dalle emozioni e dalle passioni. Invece per gli Stoici ( e poi anche per Cartesio e Kant) ogni passione è colpevole di oltraggio alla ragione, di corruzione della verità, di pervertimento del bene, di deviazione dalla retta via; non esistono pertanto passioni moderate, compatibili con l'esercizio della virtù razionale. Le passioni sono la manifestazione di un'astuzia della natura da combattere mediante l'astuzia della ragione. Quest'ultima parte di risposta fa riferimento, indiretto, al tuo post su San Valentino. FELICISSIMA NOTTE :-)

Cos'è il dolore?cos'è un corpo ed una mente quando perde la ragione per volontà non voluta,cos'è la malattia che priva la libertà? chi è al di soprà delle parti dovrebbe aver risposta.....ma tutto tace nell'assurda follia del nullo.

OCCHI_DIGATTA capisco perfettamente quello che vuoi dire. Vedo di risponderti con le parole di Arthur Schopenhauer che di queste cose "se ne intendeva". Il dolore è il processo di purificazione che solo permette, nella maggior parte dei casi, di santificare l’uomo, di distoglierlo cioè dalla volontà di vita e di riconciliarlo con la morte, di dare un senso alla morte. Perciò nei libri di edificazione cristiana viene così spesso nominata la virtù salvatrice della croce e del dolore, e molto propriamente la croce, strumento di sofferenza e non di azione, è, proprio per questo, il simbolo della religione cristiana.

peccato prenderne la distanza

Ciao maresogno67, buona notte!

Disgusto, impotenza, schifo, rabbia, rassegnazione. Questo emozioni altalenanti provo guardandomi intorno.Cos'è il piacere?

Cara SURFINIA60 ho visto nel tuo blog quello che provi. Anche Heinrich Heine si è posto la tua stessa domanda e si è risposto così: "Che cos’è il piacere, se non un dolore straordinariamente dolce?"

E' questione di esistenza e di consapevolezza :-)

Grazie carissima FERRARAZZO per visita e commento.

Nella vita tutto quello che noi viviamo lo restutuiamo nella nostra emotività e nella nostra razionalità. L'unico problema è quando viviamo una situazione alla quale non sappiamo dare un perchè, in quanto quella parola "perchè" rappresenta una giustificazione che non sarebbe ammessa. Serena serata. Ve_sado

CARO VESADO, a ben guardare è sempre e solo una questione di attribuzione di SENSO e di significato. FELICE NOTTE:-)

Tutto serve per crescere..piacere e dolore,sono sempre emozioni importanti Sia l'una cosa che l'altra,ci aiutano ad andare avanti. Nessuno dice che sia facile,ma tant'è,questo è vivere. Bel post GIULIANA:)))

guccini, nell'introduzione di un suo libro, parlava del "filtro incerto della fantasia e dell'affetto", espressione che mi è sempre rimasta dentro. hai scelto sapienti parole per esprimere quello che anch'io condivido :-)))

BISIACA CARISSIMA, grazie poer aver ricordato questo libro di Guccini del 1989 che mi evoca passioni, fantasie, esperienze, vissuti... molto positivi. FELICISSIMA NOTTE!! P.S. LISONZ/// Par giaroni ciari de gnente me ’nvïo,// loghi de disért spiandor, onde che ’l còdul// al se frua saldo ’nzeà de ziti. Al vént// de boi se ’ndulzisse cu’l udor fiéul// dei pirantoni; là in cau, smagnada// del ciaro, zente foresta la polsa// zidìna, senza spetar. Del desmentegarme// al me recordo de nóu al se ànema// cui lusori che in alt - virtindo del burlaz -// i se ’npïa ta le ponte, contra al biau nét.//