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Post n°5303 pubblicato il 14 Marzo 2011 da psicologiaforense
La solitudine è come una lente d’ingrandimento se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo. G. Leopardi
LA SOLITUDINE DISPERANTE... DIPENDE SOLO DA NOI
Chiunque può sentirsi solo, sposato o no, in eremitaggio o in mezzo a grandi folle. Uno dei più grandi beni da coltivare per difendersi contro i pericoli della solitudine è l'indipendenza. Bisogna imparare a bastare a noi stessi, e a vivere con noi stessi. Se non sappiamo renderci felici, come possiamo render felice qualcun altro? Tutte le volte che qualcuno dice che non sopporta la gente, si può star sicuri che non sopporta nemmeno se stesso. E’ necessario smettere di ruminare sulla propria solitudine e di lamentarsi. Mediante un logico buon senso e un'intelligente serie di progetti, ognuno può vincere la solitudine, quale che sia la sua età o la sua posizione nella vita. La regola è questa: fate di voi stessi il vostro primo amico, gli altri verranno.
Commenti al Post:
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ferrarioretta il 14/03/11 alle 19:26 via WEB
Verissimo GIULIANA:))
Guai a lasciarsi andare,è molto facile cadere ...in depressione da solitudine o diventare dei mugugnoni..ehehehehehe
Credo però che dipenda anche dal carattere,da come hai impostato la tua vita..
Non è il mio caso,eppure non servono grandi cose,ma certamente.bisogna"volersi bene" e ritagliarsi qualche spazio..
BUONASERAAAAA....
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 19:57 via WEB
CIAO ORETTA!! Esattamente. Per combattere la solitudine bisogna, prima di tutto, mettersi nel giusto atteggiamento verso se stessi. Bisogna anche dire che le solitudini sono parecchie: quelle dell'adolescente e del vecchio, del drogato e dell'innamorato... e quella dello stesso "accudente" -come Te- , che deve far spazio dentro di sè, deve quasi mettere il mondo fra parentesi per diventare poroso e accogliere le sofferenze della persona che accudisce e assiste. Grazie Oretta, buona serata. Ci sentiamo più tardi.
(Rispondi)
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io.morgana1963 il 14/03/11 alle 19:30 via WEB
Questo post si commenta e chiarisce da se.A me capita spesso di ricercare la solitudine, ma è una ricerca terapeutica...poi mi ritrovo... ed ho fame di vita.
Buona serata, con un abbraccio
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 20:03 via WEB
Grazie IO.MORGANA, faccio anch'io così. Ciò posto, lascio alla tua intelligente riflessione questo dato di realtà e questo inquietante scenario che riguarda un aspetto doloroso di essere soli. C'e', infatti, una solitudine primaria, che ci marchia per sempre, collegata con la nascita e con il pianto: nei primi mesi di vita, così impotenti come siamo e dipendenti in tutto dall'esterno, siamo chiusi in noi stessi, siamo avvolti dal piacere di una quiete che ci ricorda la vita dentro la madre. Ogni apertura, ogni slancio verso gli altri serve per chiedere, per soddisfare un bisogno e poterci così chiudere di nuovo. Chiedere, aprirci, costa e costerà sempre fatica, ansia, pericolo. Così da adulti molti rinunciano ad aprirsi, preferiscono rannicchiarsi in se stessi: scelgono la SOLITUDINE e questo suo strano piacere anche senza saperlo.
(Rispondi)
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sergio566 il 14/03/11 alle 20:50 via WEB
Hai perfettamente ragione. Un saluto e buona serata Sergio
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 20:55 via WEB
Grazie Sergio. E' un argomento che abbisogna di una discussione articolata e di vari approfondimenti. Nel sentire comune la solitudine è percepita come abbandono e mancanza. Nelle famiglie fluttuanti e slegate spesso si annaspa; mancano o si sono indeboliti i tradizionali agganci con gli altri che ci venivano dalla religione e dall'ideologia. Gli stessi media, che a prima vista sembrano solo portare euforia e notizie valide per partecipare alla vita in comune, in realtà ci isolano pure, perchè ci invadono, ci distraggono facendoci perdere di vista a noi stessi.
(Rispondi)
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tiefblau il 14/03/11 alle 20:59 via WEB
Quando la senti bussare, falla entrare dolcemente in te e lei ti parlerà di te .E' l'unico sistema che ci resta per ascoltarci nel profondo. La solitudine non è un nemico, lei non tradisce. Buona serata Giuliana ;)
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 21:19 via WEB
CARISSIMA TIEFBLAU, la solitudine è una benedizione solo quando sai con certazza che ci sono moltissime persone che "pagherebbero" per stare con te. SOLO IN QUESTO CASO la solitudine può diventare ritiro, ascolto di sè. L'appartarsi serve per conoscersi, per accettarsi, per elaborare progetti. La pausa, l'isolamento possono diventare una tecnica, una risorsa: lo predichiamo anche alle persone più indaffarate, i "grandi" manager. Infatti nella solitudine affiora e si afferma l'inconscio, la creatività.....
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 21:25 via WEB
(segue).... L'elogio della solitudine, o almeno l'accettarla tentando di spremerne succhi benefici, ha una ben collaudata tradizione. Gli antichi intellettuali ne hanno sempre parlato bene, a cominciare da Seneca e Petrarca. Ma te lo dico sottovoce.... mentono tutti spudoratamente!
(Rispondi)
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Bigmaxx il 14/03/11 alle 21:46 via WEB
Io la adoro non sempre ma la adoro ... sera a te ..
(Rispondi)
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tiefblau il 14/03/11 alle 21:48 via WEB
Non sdegno il gruppo anzi la reputo una risorsa grandiosa, per chi ha paura della solitudine interiore. E' utile una terapia di gruppo per tutte quelle persone che vivono un malessere profondo,una dipendenza. Ci si aiuta a comprendere i diversi traumi e ci si analizza. Il commento precedente non era rivolto a discreditare il gruppo o la compagnia o le persone che nella massa si trovano a loro agio. Era semplicemente un mio modo di vivere e di vedere la solitudine silenziosamente. La mia consapevolezza mi ha portato negli anni a comprendere che nessun essere umano risponde ad una terapia allo stesso modo. Ogni mente e ogni solitudine ha un suo vissutoo e va sempre rispettato. Ciao ;)
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 22:29 via WEB
Perfetto. Io però non parlavo di terapia ma di vita. Se vogliamo passare sul piano clinico c'è la "fobia sociale" che porta all'isolamento, c'è anche il "disturbo di personalità evitante" per cui il soggetto presenta una totale indisponibilità a sperimentare (anche in situazione assistita e protetta) relazioni sociali o amicali; ha la convinzione che gli altri siano pericolosi, critici, stigmatizzanti, ecc... Ci sono anche altre patologie che rinchiudono in una "cella" (autismo,psicosi, ecc....).
(Rispondi)
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tiefblau il 14/03/11 alle 21:51 via WEB
Seneca aveva scoperto il segreto della felicità e si è visto;) Non dirlo a nessuno potrebbero emularlo .Sai com'è no?
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 22:22 via WEB
eheheheh sì ricordo anche "una morte lenta e straziante, che arrivò per soffocamento".
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sinaico il 14/03/11 alle 22:01 via WEB
Hai ragione: chi sta male con gli altri sta male con se stesso. Come è vero che per stare bene con se stessi occorre aprirsi agli altri. San Francesco diceva che è dando che si riceve. Non è semplice: la nostra natura teme il rischio di rimanere delusa. Ma, temo, non ci siano alternative valide al dono di sé.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 23:30 via WEB
CARO SINAICO, "La malattia più grave non è la lebbra o il cancro, ma la sofferenza dovuta al sentirsi trascurati, abbandonati e soli". Questa la convinzione di Madre Teresa di Calcutta, maturata in una vita tutta spesa contro la malattia e la povertà. Il dolore più forte non si annida nelle piaghe della carne, ma in quelle dello spirito. E assume il volto della solitudine, della mancanza di legami soddisfacenti, dell'isolamento. Chi è in questa condizione corre non pochi rischi, sia psicologici che fisici. La solitudine predispone alla malattia quanto il fumo, l'obesità o la pressione alta, e può a lungo andare indebolire anche le difese immunitarie. Tra le cause dei suicidi e dei tentativi di suicidio, l'isolamento è una delle più frequenti. Sono poi noti i legami della solitudine con la depressione, la bassa autostima, alcune forme di nevrosi, sintomi ansiosi, tendenze aggressive,ecc.: tutti stati d'animo alterati o incerti oggi particolarmente diffusi.
(Rispondi)
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LRS_1 il 14/03/11 alle 22:28 via WEB
In questo momento sto vivendo la solitudine di chi cambia continente, ma sto quasi sempre bene, perché nella mia vita questa situazione coincide con la libertà, e la piena consapevolezza di me stesso, delle mie qualità, della mia voglia di costruire e perseguire i miei obiettivi...un saluto! jazz
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 23:33 via WEB
Nolto bene. La solitudine è una sofferenza, ma anche una risorsa. Come cantava Gaber «e' indispensabile per star bene in compagnia»: coltivare il dialogo interiore, prendere coscienza del sè più autentico, diventa una forma di autoterapia.
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Roby.Tras il 14/03/11 alle 23:12 via WEB
Condivisibile in toto.
Molto dipende dal <<DNA dell'Anima>>, altrettanto dalla propria FILOSOFIA DI VITA e per finire, dall'intelligenza di comprendere i MOMENTI DI VITA. In ogni cosa e situazione c'è del buono (bicchiere mezzo pieno), così come del "marcio" (bicchiere mezzo vuoto). Ognuno sceglie se godersi i sorsi d'acqua pura o rimpiangere quelli non "sorseggiati".
Roby... ciao.
(Rispondi)
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ScrignoAntico il 14/03/11 alle 23:15 via WEB
...uhmmmm... ^_^ Ogni tanto, il bisogno della solitudine, il bisogno di restare qualche attimo da soli anche se non c'è una motivazione, ma percepito come bisogno per se stessi (anche eclissandosi temporaneamente) è normale? O sono affetto da qualche problema? Un Saluto, Andrea
(Rispondi)
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vanjglia il 14/03/11 alle 23:27 via WEB
la solitudine che lascia il vuoto di un amore finito.
L'essere rifiutati, considerati 'inadeguati'...
la solitudine accompagnata dal dolore sordo dei graffi che chi diceva d'amarti ti ha lasciato sul cuore, con estrema crudeltà...
ripenso alla solitudine della mia singletudine, serena e spensierata, bastavo a me stessa...
è bastato un sguardo di velluto per cambiare tutto ed ora... quanta fatica...
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 23:52 via WEB
CARISSIMA VANJGLIA quella non è solitudine... è abbandono, distacco, separazione e, spesso, mutilazione. Da qui il disagio e i sintomi l'ansia da separazione, il senso di abbandono e di vuoto, di grande vulnerabilità e impotenza. E la paura di non farcela di fronte agli impegni ordinari della vita... Un abbraccio affettuoso!
(Rispondi)
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zeno1949 il 14/03/11 alle 23:30 via WEB
Buonasera..condivido pienamente quanto scritto, una regola veramente valida se seguita! Grazie per l'ospitalità..serena notte.. Enzo
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dadalo2008 il 14/03/11 alle 23:52 via WEB
beh dopo tutte le visite che mi fai ho pensato di ricambiare....nn sempre basta pensare di vivere solo con noi stessi...dipende dai momenti....spesso è un toccasana e nn significa nn essere amico con il nostro IO....basta solo trovare il giusto equilibrio e soli o meno una sana solarita'...buon proseguimento dada
(Rispondi)
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psicologiaforense il 14/03/11 alle 23:58 via WEB
In questi casi è utilissimo «raccontarsi». E serve moltissimo il blog che permette una scrittura introspettiva, che si alimenta di diari e poesie, di meditazioni e racconti o anche solo di poche righe che riflettono la frammentarietà del vivere. E' un modo per fissare emozioni e sentimenti, per lasciar traccia del vissuto, per cogliere un sè che pulsa dentro e oltre la vita ordinaria. Tracce, indizi, parole di sè che non placano necessariamente l'inquietudine, ma che possono essere il sintomo di una ricerca interiore e della passione di esistere.
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unmondodinote il 15/03/11 alle 02:01 via WEB
La regola è questa: non dar retta alle regole, possono mutare. Quindi, non dar retta a quel che ho appena scritto. Oh cazzo:-| ho dettato una regola:-s
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Reginella78_A il 15/03/11 alle 08:00 via WEB
Buongiorno! Questa si che è una grande verità... io amo stare in compagnia (quella giusta ovvio, a me non sta bene chiunque), ma quando mi capita di stare da sola sto benissimo! Forse perchè amo la mia compagnia, perchè sto bene con me stessa!
(Rispondi)
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psicologiaforense il 15/03/11 alle 10:59 via WEB
BRAVISSIMA REGINELLA78_A è esattamente questo lo spirito e la ratio di quello che ho scritto. Ti auguro una splendida giornata
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Lallabel76dgl il 15/03/11 alle 14:24 via WEB
Ciao! questo post è verissimo!
Non è facile farsi bastare se stessi e spesso non ci rendiamo nemmeno conto di non esserne capaci perchè abituati a star sempre con qualcuno. Si crea una specie di simbiosi e di dipendenza dall'altro o dagli altri. Poi se improvvisamente ci ritroviamo soli ci sembra di precipitare in una specie di pozzo senza fondo perchè non si hanno più riferimenti. Bisogna imparare a stare da soli come hai scritto tu, questo ci rende anche più forti nella vita di tutti i giorni. Una volta che ci siamo riusciti possiamo pensare seriamente a stare con gli altri. Ciao!!
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ferrarazzo il 15/03/11 alle 16:54 via WEB
E' molto importante stare bene " in proprio" ....essenziale e poi viene il resto.
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occhi_digatta il 15/03/11 alle 21:23 via WEB
La solitudine è un danno che devasta l'anima,non è circoscritta in un contesto casalingo,ma bisogna vedere oltre,la si trova negli ospedali,nelle case di cura,per strada.... quando c'è indifferenza non c'è sentimento,ogni essere si chiude nella solitudine pensando,credo,che nulla sia valsa la sua vita,se al suo scadere nessun ascolta il vissuto. Grazie per il prezioso passaggio,un abbraccio Mia cara Amica....
(Rispondi)
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C6ONONC6 il 17/03/11 alle 22:59 via WEB
BELLISSIMISSIMA !!! COMPLIMENTI !!!
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
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il 16/12/2018 alle 17:51
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