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Messaggi di Novembre 2013

 

CHE IL NOSTRO CUORE NON TREMI, LA MIA GEMELLA: LA PAURA, IL MEGLIO E IL PEGGIO, NUOVI RISCHI, VECCHIE PAURE

Post n°7762 pubblicato il 29 Novembre 2013 da psicologiaforense

A volte la paura ben lungi dall'aiutarci a sopravvivere, diventa invece un'emozione dolorosa che impoverisce la nostra vita……Respiro affannoso, battito accelerato, tremito, intensa sudorazione, occhi sgranati, tensione muscolare, secchezza delle fauci, alterazione della voce, adrenalina in circolo: chiunque riconosce subito i segnali corporei della paura.....

VOCI DALLA PAURA

RIFLESSIONI E ANALISI DI UN'EMOZIONE COMPLESSA

L'uomo ha avuto un rapporto molto stretto con la paura fin dalle sue origini, circa due milioni e mezzo di anni fa. La comparsa di emozioni come la paura presuppone un passaggio evolutivo fondamentale, perché da un lato implica la capacità di valutare l'ambiente circostante in modo da individuare le eventuali minacce, e dall'altro la messa in atto di strategie che ci permettano di affrontarle. Quando riflettiamo un attimo sulla natura della paura, ci rendiamo conto immediatamente che è un'emozione piuttosto sconcertante perché la sua attivazione, anche se in molti casi ci protegge, in altri ci impedisce di trovare il coraggio di provare cose nuove e, quindi, di cambiare, crescere ed evolverci. D'altro canto la completa mancanza di paura non ci trasformerebbe in persone  coraggiose, ma semplicemente in esseri temerari, incapaci di riconoscere i pericoli reali che potrebbero porre fine alla nostra vita. Se infatti la paura avesse su di noi un tale potere che, invece di essere noi ad averla, fosse lei « ad avere noi »,la nostra vita non sarebbe altro che un'esperienza di allarme continuo, che ci impedirebbe di riposare anche un solo istante, consumandoci fino a farci ammalare.

 
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FUGA DEI NONNI, VITA DEGLI ANZIANI IN FUGA PER SOPRAVVIVERE, GRIGIO BRILLANTE, PARADISI NEL MONDO, ALLA FINE DEL VIAGGIO

Post n°7761 pubblicato il 29 Novembre 2013 da psicologiaforense

Fuga dei nonni dalla povertà. Emigrare all'estero oggi è di nuovo roba da valigia di cartone... 
 

TERZA ETA',  SI PUO' SOPRAVVIVERE SE SAI COME FARLO...

 

Il biglietto è di solo andata. Le mete Canarie, Slovenia, Malta, Cipro....  In 400 mila  pensionati hanno già lasciato l'Italia alla  ricerca  di un “Buen Retiro” dove ci si possa permettere ancora di ricevere le necessarie cure sanitarie che non sono più garantite in Italia. Oltre 270 mila"fuggiaschi" percepiscono pensioni dai 650 ai 1000 euro, circa 130 mila fra i 1000 e i 1500 euro. Vivere all'estero è molto più economico. Alle Canarie, per esempio,  bastano meno di 80 euro al mese per avere una copertura sanitaria completa. Il fenomeno è in crescita e negli ultimi 5 anni i «nonni in fuga» al'estero sono aumentati del 20%. Sono quindi loro i nuovi emigranti...

 
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LA FOTONOTIZIA CURIOSA DEL GIORNO, NEO, ANTILOPE PIU' PICCOLA DEL MONDO, DIK DIK, STA NEL PALMO DI UNA MANO

Post n°7759 pubblicato il 27 Novembre 2013 da psicologiaforense

NEO, L'ANTILOPE IN MINIATURA : 20 CM PER 1,3 KG... QUASI COME UN CHIHUAHUA

Si chiama Neo, è lungo 20 centimetri e pesa un chilo e trecento grammi. SI tratta di un raro esemplare di dik-dik, una specie di antilope dalle dimensioni molto piccole.  Il cucciolo è nato nello zoo di Chester, in Inghilterra, ed è statao rifiutato dalla madre (capita spesso in questa specie di animali) così è stato adottato dal personale del centro. Questi esemplari di dik-dik raggiungono un massimo di 30-40 cm, e pesano fra i 3 e i 5 kg, ma non si era mai visto uno piccolo come Neo, dalle dimensioni così minuscole da entrare nelle mani di un uomo. Oltre agli operatori dello zoo di Chester, a difenderlo dagli animali più grandi c'è la sorella Aluna, anche lei rifiutata dalla madre, ma di dimensioni maggiori.

 
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LA RICERCA, SESSO, PSICOLOGIA, LUI SI PENTE SE HA AVUTO POCHE PARTNER, LEI SE LO FA CON LA PERSONA SBAGLIATA,

Post n°7758 pubblicato il 26 Novembre 2013 da psicologiaforense

Scienza della vita. Sessualità. Finalmente lo  studio dell’Università del Texas è stato pubblicato dalla rivista Archives  of Sexual Behavior. E' una ricerca complessa, articolata ed imponente che ha analizzati i dati di 25mila persone. I tre dispiaceri maggiori per gli uomini sono....


LUI SOGNA DONNE IN QUANTITÀ, LEI PARTNER DI QUALITÀ 


Il principale rammarico degli uomini in fatto di sesso è aver avuto poche partner, mentre per le donne è averlo fatto con la persona sbagliata. Almeno questo è quanto emerso da uno studio dell’Università del Texas, pubblicato dalla rivista Archives of Sexual Behavior.   Per la ricerca, tesa a dimostrare che il rimpianto fa parte del processo di evoluzione, sono stati usati i dati di tre studi diversi condotti dai ricercatori per un totale di 25mila persone.   I tre dispiaceri maggiori per gli uomini sono «essere stati troppo timidi nell’approccio a un possibile partner, non essere stati più `avventurosi´ sessualmente nella loro vita e in una singola giornata». Per le donne invece il principale è aver perso la verginità con il partner sbagliato, aver tradito un partner e essere state troppo precipitose sessualmente. «Le conseguenze del sesso casuale sono molto maggiori per le donne - commentano gli autori - e questo ha probabilmente modificato le reazioni emotive anche oggi».
 

Fonte: Università del Texas, rivista Archives of Sexual Behavior

 
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CANI GUIDA ANCHE PER I NON UDENTI, GLI MANCA SOLO LA PAROLA ... MA HA UN UDITO STRAORDINARIO

Post n°7757 pubblicato il 26 Novembre 2013 da psicologiaforense

L’importanza dei cani guida è assodata da tempo: a seconda del tipo di disabilità, l’animale da sempre dimostra un’efficienza senza pari. Del resto è risaputo come Fido riesca a svolgere diversi compiti, sopperendo a problematiche fisiche o psicologiche oltre a svolgere un supporto di tipo empatico. Dal diabete all’Alzheimer, dal Parkinson alla cecità fino alla pet therapy, il compagno di sempre è un’appendice fondamentale della vita di molti. Per questo è risultato palese che potesse intervenire anche in caso di sordità.....

 

UN AMICO PREZIOSO PER CHI NON SENTE

Tutti conoscono  i cani  guida per le persone non vedenti. E' meno noto invece  che, se opportunamente addestrati, i nostri amici a quattro zampe possono aiutare anche le persone con gravi problemi di udito. Il Regno Unito è stato il primo stato a capire l’importanza dei cani guida per sordi e attualmente in tutto il paese si contano oltre 1800 coppie cane-padrone e ben 800 strutture di supporto. Il Daily Mail ha riportato come esempio la storia di George, 62enne affetto da acufene che ha nettamente migliorato la qualità della sua vita da quando gli è stato affidato il cane guida Jake. “Soffro di acufene e sono costretto a indossare due apparecchi acustici, senza i quali sono tagliato fuori dal mondo – ha raccontato l’uomo - Jake mi aiuta tantissimo sostituendosi alle mie orecchie. È lui che mi avvisa dei suoni che mi circondano, è il mio compagno di quotidianità e insieme andiamo ovunque”. L’addestramento dura 18 mesi, al termine dei quali il cane imparerà ad avvisare il padrone nel caso in cui squilli il telefono, suoni il campanello o parta un allarme domestico. 

 
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LA FOTO DEL GIORNO, NON HO PAROLE....

Post n°7756 pubblicato il 26 Novembre 2013 da psicologiaforense

 

E' l'avviso-shock affisso nell'Ufficio gestione verde urbano del Campidoglio. Ovviamente  ha suscitato un mare di polemiche, facendo indignare i romani. Il vicesindaco Luigi Nieri si scusa e assicura che il cartello è stato già rimosso.  

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA, LIBERTÀ VA CERCANDO, CH'È SÌ CARA, COME SA CHI PER LEI VITA RIFIUTA,

Post n°7755 pubblicato il 25 Novembre 2013 da psicologiaforense

La nostra epoca deve fare i conti con un paradosso: tutti noi abbiamo possibilità di scelta a prima vista infinite, eppure i margini di libertà sembrano sempre più angusti.....

LIBERO DA... LIBERO DI... LIBERO PER... 
  

E’ sempre esistito un aspro dibattito per stabilire se l’uomo sia veramente libero o meno. Io direi che l’uomo dispone sicuramente della libertà ma spesso non si comporta come se fosse davvero libero. Non voglio riferirmi qui alla libertà operativa, quella che ci consente di fare ciò che vogliamo, ma a quella interiore, che ci porta a fare quello che dobbiamo. Questa è la libertà che, per esempio, ci permette di scegliere tra ciò che è etico e ciò che non lo è, quella che ci fa scegliere di fare ciò che è giusto, anche quando per noi non rappresenta l’opzione migliore, nè possiamo trarne beneficio.

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA, NUDO, CULTURA, STORIA, ARTE, FOTOGRAFIA, ATTUALITA', COSTUME E SOCIETA', CURIOSITA'

Post n°7754 pubblicato il 22 Novembre 2013 da psicologiaforense

IL MONDO ... NUDO

 

Il NUDO è fotogenico. Ma i nostri avi del XIX secolo, che ancora non conoscevano il calendario Pirelli, trovarono scandaloso fissarlo attraverso l'obiettivo. Anzi, sacrilego. Guai obiettare loro come da secoli le arti figurative riproducessero uomini e donne in costume adamitico. È che la pittura immortala dee, laddove il dagherrotipo iniziava a spogliare donne reali. Trasfiguratrice la prima, voyeuristica l'altra. Che la stessa modella NUDA potesse abbeverare entrambe non convinse i critici a temperare il giudizio. Un fotografo francese sorpreso con cinquemila cliches nature (li colorava a mano) finì in carcere e vi rimase dodici settimane. Altri colleghi videro intervenire la police des moeurs, insomma la buoncostume.  Ma tanto per complicare le cose, emerse fin dai primi anni una bizzarra sinergia tra lastra e tela. Scultori come Rodin s'ispirarono alle novelle immagini, snobbando i modelli veri. E qualche artista s'improvvisò persino fotografo. Il risparmio di tempo e danaro era in definitiva troppo vistoso per non tentare la categoria. Ripercorre quegli esordi leggendari una bella mostra che la Bibliotheque national allestisce sino al 18 gennaio. In "L'art du nu au XIX siecle. Le photographe et son modele" ritroviamo atmosfere pruriginose ma anche una bella vocazione documentaria ante litteram. .Sulle prime, gli antesignani di Helmut Newton furono manieristi. Difficile non giustificarne la prudenza. Ancorchè caste, la riproduzioni fotografiche suscitavano all'epoca poderose invettive. Concorrenza sleale, tuonò il mondo artistico. E circolavano petizioni per negare loro qualsiasi valore effettivo. Tecnica, null'altro. L'ostilità diffusa persuase i pionieri a non cumulare gli scandali. Agghindarono i pubi con foglie d'edera cache-sex, su sfondi più o meno bucolici. Rubando il mestiere a Giorgione. Per l'affrancamento dagli stili pittorici bisognerà attendere una seconda fase. Esordiscono allora gli organi genitali. C’è l’esempio  classico di von Gloeden databile intorno al 1900. Titolo, "Modele italien". Un muscoloso e proletario trentenne giace con leggera inverosimiglianza su una pelle di leopardo, e dall'ombra inguinale vediamo emergere il pene. Sul braccio, tatuaggi. Pugnale, berretto frigio e - con scrittura infantile - "vendetta". Occhio ai piedi. Sporchi. Salvo rare eccezioni, le bellezze in mostra si autodenunciano immuni da pediluvio. Con un colpo di pennello, il ritrattista sbiancava. Ma il perfido fotografo non ritoccherà. Le scene più hard bisogna forse cercarle nelle quattro crocefissioni femminili di anonimo. Senza chiodi, naturalmente. E in due casi, con perizoma. Fanno tuttavia sussultare ancora il pubblico. Come la meno iconoclasta "deposizione" . Il quadro è stereotipo, l'uomo nudo fra le braccia della madre. E tuttavia pur nel suo estremo realismo, il marmo michelangiolesco ammorbidisce in qualche modo l'impatto. Il bianco e nero funge al contrario da detonatore. E la Pietà si fa carnale. L'ensemble rimane sino agli ultimi decenni dell'800 assai statico. L'" istantanea", ovvero cogliere il movimento, non rientrava ancora nelle prerogative della macchina. Ma poi la vediamo esordire timidamente. In particolare nello sport, favoloso laboratorio scenico. Pugili, acrobati, saltatori. Le posizioni sono talora maliziose, "photos de charme" come si dice tuttora in francese per alludere al porno soft. Ma più spesso era una medicina affascinata dalla fotofisiologia a impadronirsene. Scomponeva il moto, i muscoli, l'andatura. I fotogrammi in rapida successione costituivano una moviola ante litteram per studiare la natura plastica del corpo umano. Il cinema farà il resto. Ma non senza ricadere nella medesima autocensura iniziale che accompagnò i primordi del nudo fotografico, pudibondo e provocario in simultanea. L'oscar va, probabilmente, a Ingres. Fece dipingere la moglie nuda, indi fotografare il quadro. Teneva la foto nel portafogli, come un santino erotico. Gliela scoperse, post mortem, la seconda consorte.

 
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TENDENZE, DOPO 400 ANNI: L'ERA DELLA CRAVATTA E' FINITA, LA CRAVATTA NON LA PORTA PIU' NESSUNO, CHIUDONO I NEGOZI,

Post n°7753 pubblicato il 21 Novembre 2013 da psicologiaforense

L’accessorio più inutile,  scomodo e duraturo è in crisi. Chiudono i negozi, i giovani  la ignorano: ci mancherà..... 

 

NON È PIÙ DI MODA...  SI STRINGE IL NODO SULLA CRAVATTA

 

Gli scalpitanti giovani di Wall Street la scelglievano gialla per segnalare il pericolo quando gli affari si facevano complicati. Da noi, i manager puntavano su sfondi blu solcati da righe fitte: in questo modo comunicavano decisionismo e poco tempo da perdere. Chi invece, nell'abbigliamento da ufficio, optava per un modello fantasia segnalava che era disponibile alla conversazione. Ma la CRAVATTA  era  anche un mezzo di non comunicazione. In questo era maestro Aristotele Onasiss. Indossava sempre modelli di seta nera. Cosi' spiazzava regolarmente l'interlocutore perche' il nero non lascia trapelare emozioni. Nessuno capiva mai che cosa gli frullasse per la testa.... La moda ci ha abituato a improvvisi funerali e ad altrettanto rapide resurrezioni, ma questa volta sembrano non esserci speranze. Per sapere che cosa i giovani pensano della cravatta, basta guardare quei bambini inglesi che sono obbligati a indossarla con l’uniforme scolastica: la portano sulla schiena, o annodata con il più insolente dei nodi, o nascosta dentro la camicia. Le aziende che sono più note ai ragazzi, come Amazon, Google, Microsoft, eBay, hanno liberato da tempo i dipendenti dall’obbligo della cravatta e anche gli uffici più tradizionalisti hanno adottato il «casual Friday», il venerdì in cui ci si può vestire come si vuole.  Se la moda o l’abbigliamento avessero qualcosa di razionale, bisognerebbe ammettere che non ci sono molte ragioni per portare una cravatta e che pochi accessori sono più scomodi. Eppure gli uomini la indossano da quattrocento anni, da quando i mercenari croati di Luigi XIV sfilarono per Parigi con i loro foulard annodati al collo, subito adottati dal re e dalla corte con il nome di «sciarpa croatta», poi sintetizzato in «cravate».  Nel corso dei secoli, la cravatta è diventata il modo migliore per farsi un’idea di una persona quando la si incontra. Se è allentata sul collo, se è troppo corta, se il nodo è malfatto, se non c’entra nulla con il resto dell’abbigliamento - per tacere di quando è sporca - ci comunica una sensazione di disordine e di inaffidabilità, un avviso a essere diffidenti. Sono stati ovviamente gli inglesi a farne il capo più significativo di un uomo elegante.  Quasi tutti i nodi della cravatta hanno nomi inglesi, dal semplice Four In Hand ai sette passaggi del St. Andrew, fino agli otto dell’ingombrante e impossibile Windsor. Negli Anni 20 era considerato un accessorio casual e lo si indossava per giocare a golf, cavalcare o scalare montagne. O per sottolineare l’appartenenza a un club, o a un reparto militare.  Le Regimental a strisce che vanno dalla spalla sinistra al fianco destro possono essere portate con noncuranza ovunque, ma non in Inghilterra, dove sono ancora usate per sottolineare un’appartenenza. Un distintivo preso così sul serio che quando a New York Brooks Brothers decise di imitarle, per rispetto disegnò le strisce dalla spalla destra al fianco sinistro.

 
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ATTUALITA', SCIENZA, STUDI & RICERCHE, IL CANE, CURIOSITA', FORSE NON SAPEVATE CHE..., ASIA, ARGENTINA, USA, EUROPA, AUSTRALIA

Post n°7752 pubblicato il 21 Novembre 2013 da psicologiaforense

NUOVA E SORPRENDENTE TESI SULL'ORIGINE DEL NOSTRO AMICO A QUATTRO ZAMPE: IL CANE E' NATO PROPRIO QUI, IN EUROPA

 

 ORIGINI  DEL CANIS FAMILIARIS

In base a quanto documentato da  un nuovo studio dell’Università della California, il cane sarebbe nato in Europa. I risultati dei ricercatori californiani sono alquanto sorprendenti, visto che si è sempre ritenuto che l’origine della specie fosse da ricondurre al Medio Oriente e all’Asia: in realtà, in queste zone si sarebbe perfezionato l’addomesticamento del cane, un’evoluzione del lupo che si sarebbe avviata, però, in territorio europeo. I ricercatori hanno raccolto porzioni di dna dai fossili di 18 antiche specie a metà tra il cane e il lupo, risalenti a oltre 36mila anni fa e rinvenute in Svizzera, Belgio, Germania, Russia, Argentina e Stati Uniti. Questi campioni sono stati poi confrontati con 49 tipologie di lupo oggi presenti in Europa, America e Asia, a 75 razze di cane moderno e a 4 razze di coyote. Il maggior numero di affinità genetiche è emerso tra i cani moderni e il dna dei fossili rinvenuti in Europa: molto probabilmente, dunque, le origini della specie canina sono da fissare nel nostro continente. Qui sarebbe iniziata l’addomesticazione del cane, perfezionata poi in Medio Oriente e in Asia. 

 
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TECNOLOGIA, TECNOSTRESSATI, SINTOMI, TERAPIE, CONVIVERE CON INTERNET,

Post n°7751 pubblicato il 20 Novembre 2013 da psicologiaforense

La nuova sindrome è la paura di perdersi qualcosa quando si stacca: ora nascono i gruppi per vincerla. La stima complessiva dei lavoratori italiani considerati ad alto rischio tecnostress è di 3,5 milioni....



TECNOSTRESSATI UNITI PER “GUARIRE”: COSÌ SI IMPARA A CONVIVERE CON INTERNET

“Ci sono quelli che non riescono a liberare le mani dal telefonino collegato a Internet anche quando vanno a tavola, in bagno, o in bicicletta”. A Maria R., 50 anni, social media manager in una grande azienda, è bastato ascoltare questa descrizione per riconoscersi in pieno. Sembrava fatta su misura per lei. E’ sprofondata nella sedia, poi ha deciso di fare outing: “Mi chiamo Maria R., e sono Internet addicted tecno stressata”. Applauso del gruppo, in perfetto stile Alcolisti Anonimi: “Brava, riconoscerlo è un primo passo verso la guarigione” è stata l’altrettanto classica risposta. Maria ha partecipato al primo corso italiano dedicato a questa malattia professionale lo scorso weekend a Bracciano, organizzato da Enzo di Frenna, fondatore della Netdipendenza Onlus. E’ stata una consapevole presa di coscienza. Ha compilato il test di autodiagnosi e il punteggio finale è risultato in un rischio molto alto, con il seguente verdetto: “Dedichi troppo tempo alle relazioni digitali e il rischio videodipendenza è alto. Senza controllare in continuazione il flusso informativo, i commenti e le notifiche sui social networks hai paura di perderti qualcosa. Gli strumenti di comunicazione mobile ti seguono come un’ombra e li controlli in modo ossessivo, anche in orari notturni. Il sovraccarico informativo cognitivo è molto alto e i sintomi di tecnostress possono mettere in pericolo la salute”. 

FONTE: LA STAMPA

 
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LA NOTIZIA CURIOSA DEL GIORNO, COSTUME E SOCIETA', FOTOGRAFA NUDA, ARTE," NUDA YORK", PERFORMANCE ARTISTICA

Post n°7750 pubblicato il 20 Novembre 2013 da psicologiaforense

Erica Simone , la fotografa di origini italiane che gira nuda per New York: ora fa una mostra.... Il tema del nudo  costituisce uno dei campi di indagine più interessanti per la riflessione artistica ed estetica; tema delicato e complesso in quanto riguarda il dato più "naturale" della persona umana, la nudità appunto, e insieme il più "culturalizzato"....

IL CORPO SVELATO

arte  tra esibizionismi e identità

Una performance artistica sui generis, quella ideata da una fotografa statunitense di origine italiana Erica Simone. L'artista va in giro nuda e non importa se fuori fa freddo, se la gente è presa dalla vita quotidiana. Il suo corpo statuario nudo in mezzo alla routine e all'apparenza rappresenta una forma d'arte. La Simone ha dedicato a questi scatti di contrasto una mostra dal titolo Nue York, cioè Nuda York.
Non è una novità. Decine di artisti in passato hanno lanciato provocazioni che sono valse loro una notte in commissariato, ma la bella Erica è un piacere per gli occhi. Nuda davanti a una bancarella. Nuda sulla moto, nuda sul taxi. Corre nuda per le strade di New York. Posa nuda in aereo.


Erica Simone è nata a Knoxville, nel Tennessee. Dopo aver diviso la sua vita tra Los Angeles, Parigi e New York, ora è possibile trovare Erica in tutto il mondo, per foto di moda, ritratti, documentari. Le sue immagini sono state pubblicate su riviste e giornali come il National Geographic, PHOTO, il Daily News, El Mundo, La Repubblica, Whitewall Magazin.

 
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CHE MODELLA SEXY!! SI' E' UN CADAVERE,

Post n°7749 pubblicato il 19 Novembre 2013 da psicologiaforense

 I mass-media sono diventati parte integrante della nostra vita, proponendosi in molteplici forme nei diversi momenti della giornata. In particolare, in quasi ogni ambito del nostro agire quotidiano, la pubblicità è divenuta una presenza non solo costante ma anche controversa. Essa si rivolge ai consumatori intesi come individui e come soggetti sociali che pensano ed agiscono all'interno dei propri specifici contesti culturali. Ciò in quanto l'utilizzo di un prodotto o l'acquisto di un marchio forniscono modelli di riferimento volti a soddisfare le esigenze sociali, emotive e culturali prima ancora di quelle funzionali....



LA MORTE TI FARA' BELLA

 

La pubblicità supera un altro tabù: l'erotismo della morte. Così si realizzano servizi fotografici dedicati alla nuova donna fatale, la vamp del terzo millennio  che porta cose vecchie:  giacche nere di Versace, gonne al ginocchio di Calvin Klein, scarpe con i tacchi a spillo di Stuart Weizmann e reggiseni di Donna Karan. Il tutto indossato da una bellissima modella, evidentemente vittima di un fatale incidente automobilistico. La nuova donna,  ha "voglia di rischio" , e questo desiderio è tale da farla finire riversa per terra su una strada lucida di pioggia accanto ad un taxi che si è schiantato contro un idrante. Un rivolo di sangue le scende dalle labbra chiuse per sempre, la giacca nera corta in vita si è aperta lasciando vedere un bellissimo seno avvolto in un reggiseno rigorosamente nero. Gli occhi sono chiusi e il braccio inerte, mentre la didascalia insegna come con così poco avvenga la "metamorfosi di un tailleur quasi troppo perbene in un capo di abbigliamento eccitante". Ingredienti: un reggiseno nero, calze color carne, scarpe killer con tacchi a spillo che sono quasi un'arma nelle mani giuste. Ovviamente, un ulteriore ingrediente è la morte della bellissima, che viene ripetuta in immagini diverse: eccola accasciata sul volante della macchina sfondata, mentre la portiera aperta lascia vedere le sue lunghe gambe che spuntano da un vestito a macchia di leopardo di Versace e un golfino con scollatura a V di Michael Kors. Dopo le immagini scandalo di Benetton, che ha toccato i temi della morte e della malattia a scopi pubblicitari, ecco un nuovo messaggio: la morte artificiale come attrazione suprema. La "femme fatale", spiega , si presenta in tacchi alti, giacche di vernice, finte pellicce e soprattutto è , vittima di un incidente, ma pur sempre seducente nei suoi abiti firmati. Bella da morire, come gli innumerevoli personaggi femminili condannati a morire giovani nelle fiabe, nella letteratura o nella pittura. Dopo tutto la morte-donna  è un filo conduttore dell'arte occidentale. Il bel cadavere aiuta a sentirsi vincitori della morte. E' un'attrazione morbosa e fatale nei confronti della donna, da Madame Bovary a Biancaneve, da Laura Palmer alle donne-rischio come Carmen, provocatrici da distruggere. Adesso anche nella pubblicità.

 
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Riflessione della sera, Truffe, truffati e truffatori. Se imbrogliare è peccato lo è anche farsi imbrogliare! Pecore da tosare

Post n°7748 pubblicato il 18 Novembre 2013 da psicologiaforense

... mortificare (nel senso di far morire lo spirito) o uccidere una persona…  significa sopprimere un mondo intero. Un mondo pieno di gente che da quel momento è condannata all'ergastolo del dolore. Vittime. Una volta e per sempre. Perché quel male si attacca al cuore e peggiora quando, come troppo spesso accade, a quell'ingiustizia se ne aggiungono altre. Cosa possiamo fare noi per loro? Perché lo sguardo della legge e della società riserva maggiori tutele ai colpevoli?

CARNEFICI E VITTIME

 

 

In una società in cui sempre più abbiamo a che fare con posizioni etiche e religiose, e tradizioni culturali, diverse da quelle in cui siamo nati e cresciuti, l'atteggiamento che può salvarci è quello di un «turista» smaliziato nel giardino della storia. L'unico nemico della libertà  è  chi crede di dovere e potere predicare la verità ultima e definitiva. In altri termini, la salvezza nel terzo millennio può essere solo una salvezza estetica. So bene che questa appare una parodia quasi blasfema della famosa frase di Heidegger : «Solo un Dio ormai ci può salvare» .

 
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IL CASO, LA QUIETE SOTTO LE LENZUOLA, MATRIMONIO SENZA SESSO, DENUNCIA, DOPO LE NOZZE LUI RIFIUTAVA IL SESSO

Post n°7747 pubblicato il 18 Novembre 2013 da psicologiaforense

"Mio marito non fa mai sesso". E lo denuncia per maltrattamenti.  Succede a Genova dove una donna insoddisfatta, e ancor più furiosa, ha denunciato il marito per maltrattamenti perché per tre anni, ha raccontato al pm, «non mi ha toccata nemmeno con un dito».



DIRITTO ALLA SESSUALITA' E MATRIMONIO

NON LO FO’ PER PIACER MIO… MA PER DARE  FIGLI A DIO…


Il reato ipotizzato è lo stesso che viene contestato in situazioni di violenze domestiche. L'imputato numero uno di questa inchiesta è il matrimonio proverbiale tomba dell’amore: l’astinenza erotica, si legge nel lungo esposto che ha dato origine a questa storia, è iniziata proprio il primo giorno del viaggio di nozze. La denuncia per cui è processo è stata presentata  da una quarantenne di Struppa, alle prese con una separazione non con l’ex partner. I due avevano pianificato di avere un figlio e anche per questo, scrive, si erano decisi a sposarsi. Fino a quel momento la relazione era filata liscia. Anzi, a ben vedere, l’attrazione fisica pareva più che sincera: «Avevamo rapporti quotidiani fino alle nozze». Qualcosa si rompe durante la luna di miele: «Lui adduceva scuse e pretesti di ogni genere». E in quelle condizioni, è difficile in effetti avere una maternità. Così, nel tentativo di tenere insieme tutto, la donna si sottopone all’inseminazione artificiale. Non che il nuovo arrivo in famiglia, una bambina, migliori le cose: «Alla negazione del sesso aggiungeva il completo disinteresse, diceva che restava insieme a me solo per la figlia. Mi sentivo infelice, trascurata e privata di quell’amore indispensabile per ogni donna».  Dopo un estenuante tira e molla durato tre anni, il bilancio dell’intimità è decisamente magro: «In tre anni ha accettato di avere solo due rapporti con la scrivente». A quel punto si consuma una rottura carica di tensioni.    La domanda,  rivolta al giudice , è : la mancanza di sesso può essere considerato un maltrattamento punito dalla legge?

 
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