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Messaggi di Ottobre 2014
Post n°8054 pubblicato il 20 Ottobre 2014 da psicologiaforense
Un team di scienziati dell'evoluzione ha individuato la specie che, 385 milioni di anni fa, ha dato il "Via" ai rapporti sessuali... SCOPERTA L’ORIGINE DEL SESSO: I PRIMI A FARLO FURONO I PESCI L'invenzione del sesso FONTE RAI NEWS
Post n°8053 pubblicato il 20 Ottobre 2014 da psicologiaforense
Al primo appuntamento gli puoi dare, al massimo, il numero di telefono? E se non al primo, dopo quanti giorni/settimane/mesi di corteggiamento è meglio concedersi? Meglio prima, o "poi"? Il problema del fare sesso o no al primo appuntamento che si incista nel più ampio discorso del “fidanzamento” resta a tutt’oggi aperto… IL PRIMO APPUNTAMENTO È COME IL PRIMO BACIO: NON SI SCORDA MAI!
Non si può negare che “il primo appuntamento” sia un evento cruciale anche perché, forse, stiamo per metterci di fronte all'uomo che potrebbe diventare l'uomo della nostra vita, o tornare ad essere un estraneo dopo poco tempo…. In questa particolarissima situazione conviene lasciarsi trasportare dalle passioni, farsi guidare dall’istinto, vivere intensamente l’attimo fuggente.. oppure attendere?
Il dibattito è aperto da sempre, oggi nonostante sia avvenuta una straordinaria liberalizzazione dei consumi e il sesso prematrimoniale sia una pratica comune anche fra giovanissimi, non c'è una risposta che possa dirsi valida in assoluto, o un comportamento che possa garantire un maggiore grado di felicità. Le variabili in gioco sono molteplici: la nostra indole, chi ci troviamo di fronte e quanto ci piace, se avremo modo di rivederlo in futuro, che tipo di relazione vogliamo intrattenere, quanto lui si dimostra insistente, l'atmosfera, la situazione e tutto ciò che ispira il momento... e così via. Una documentata ricerca della Cornell University non solo afferma che fare sesso al primo appuntamento “non fa bene” ma ci spiega anche il perché . L' imponente studio ha preso in esame ben 600 coppie di sposi. In un caso su tre il primo rapporto sessuale c’è stato nel primo mese, il 28% ha invece aspettato più di sei mesi prima di “darsi da fare”. La qualità della relazione, soddisfazione sessuale compresa, sono stati tutti migliori per le donne che avevano aspettato almeno un mese prima di fare sesso. Aspettare, dunque, è davvero qualcosa di positivo: "Il sesso prematrimoniale - commentano i ricercatori della Cornell University- può avere effetti negativi sulla qualità della relazione. È la fase più o meno lunga del corteggiamento che dà tempo e occasione di capire, di analizzare, di decidere e allo stesso tempo di valutare la compatibilità con il partner e che dà modo di costruire insieme una migliore intimità dal punto di vista sia fisico che emotivo. Le donne che hanno rinviato il coinvolgimento sessuale per un periodo di oltre sei mesi hanno riportato livelli di soddisfazione, impegno, intimità e supporto emotivo di gran lunga maggiori di chi invece ha fatto sesso nel primo mese di frequentazione".
Post n°8052 pubblicato il 19 Ottobre 2014 da psicologiaforense
Sul social network russo “VKontakte” è possibile votare Miss Ostland 2014, la reginetta di bellezza che rende omaggio al Terzo Reich
SEXY, ANTISEMITE E NOSTALGICHE DI HITLER: ECCO LE ASPIRANTI MISS NAZI 2014
TRA I CONCORSI DI BELLEZZA MISS NAZI 2014 È SICURAMENTE UNO DEI PIÙ INQUIETANTI. L’annuncio di selezione per le candidate recita così: cercasi ragazze belle, sexy, naziste e antisemite. Sono infatti questi i requisiti che devono possedere coloro che vogliono prendere parte al concorso russo che sta scandalizzando la rete. La selezione è aperta sul social network “VKontakte”, una sorta di “Facebook” russo dove sarà possibile scegliere colei che si aggiudicherà la corona di Miss Ostland 2014 (da “Reichskommissariat Ostland”, il nome dato nel 1941 ai territori occupati dai tedeschi negli stati baltici, in Bielorussia, e parzialmente in Ucraina e Russia).
Post n°8051 pubblicato il 18 Ottobre 2014 da psicologiaforense
mancare di stile, cattivo gusto, poco chic, rozzo, kitsch, inelegante, comportamenti estremi, provocazioni...
Se vengono arrestati deputati, amministratori, politici per aver rubato a mani basse a nessuno viene in mente di accusarli d'essere di cattivo gusto. Se vengono condannati dei carabinieri che pretendevano soldi, ogni sera, da prostitute e trans,nessuno li accusa di ineleganza. Ma qui si parla di reati, ed è un'altra storia. Se Marchionne dice che gli stabilimenti italiani sono una palla al piede (dopo tutti i finanziamenti statali e le agevolazioni che la FIAT ha ricevuto da sempre) nessuno lo accusa di essere poco chic. Se Renzi vara riforme e provvedimenti che non hanno copertura finanziaria, nessuno lo accusa d'essere rozzo e kitsch. Se dentisti e altri professionisti denunciano un reddito inferiore di quello dell’ultima dello loro impiegate, nessuno li accusa di mancare d'eleganza. I gay, invece, sì. Prima e dopo il suo svolgimento, il corteo internazionale del Gay Pride è sempre oggetto di molte polemiche di vario genere e diversa ispirazione, però unanimi su un punto: la richiesta di BUON GUSTO, la deplorazione del cattivo gusto. Ma perchè? Un'accusa tanto sistematica e costante fa riflettere. Evidentemente, nelle teste di questi adoratori del buon GUSTO rimane radicata ancora oggi l'idea che i gay non siano uguali agli altri componenti della società di massa, ma che siano invece tutti Oscar Wilde, una collettività speciale di esteti dai quali si deve esigere BUON GUSTO, per i quali è innaturale fare qualcosa di cattivo gusto. Evidentemente, non si è pensato abbastanza alle ragioni per cui ogni manifestazione di minoranze sociali o politiche bisognose di far ascoltare la propria voce debole, di affermare un altro stile, di testimoniare la propria opposizione al conformismo che li umilia, prevede gesti e comportamenti estremi, provocatorii: erano così, all'inizio del Novecento o negli Anni Settanta, anche le manifestazioni di suffragette o di femministe. Evidentemente, non si è pensato che la sfilata del Gay Pride presentava in qualche momento un'analogia con le sfilate di moda di Parigi: in passerella sfilano i modelli stravaganti ideati apposta per il cattivo gusto dei media, differentissimi dai vestiti che verranno realmente venduti, comprati e portati nella stagione, però capaci di richiamare l'attenzione, di far circolare idee e nomi. NON È CATTIVO GUSTO, È STRATEGIA
Post n°8050 pubblicato il 18 Ottobre 2014 da psicologiaforense
BASSA AUTOSTIMA non significa DEPRESSIONE. Anche se una può portare all' altra, non si devono confondere le due cose... IL MALE DI VIVERE
BASSA AUTOSTIMA a) È una caratteristica della personalità, il che significa che perdura nel tempo, ma che può anche essere modificata. b) Provoca dubbi e insoddisfazioni. Diminuisce la speranza e ci fa rinviare le decisioni. c) Non è una malattia, ma un modo di essere. d) Implica un certo livello di rassegnazione, perché si ha difficoltà a farsi valere, a far rispettare i propri diritti e a difendere i propri giudizi. e) Non comporta atteggiamenti autodistruttivi. f) Le persone con una bassa autostima hanno un normale funzionamento della memoria e della concentrazione. DEPRESSIONE a) Presuppone un cambiamento rispetto a uno stato precedente, un mutamento graduale. b) Dà luogo a una tristezza patologica, insensibile agli eventi favorevoli. c) Rafforza l'indifferenza e la noia, negando il desiderio di agire e di cercare il piacere. d) Provoca disturbi fisici, come disturbi alimentari, del sonno, ecc. e) Implica un'auto svalutazione, che si manifesta con un senso di colpa molto forte. f) Fa emergere idee negative di morte e di suicidio ... g) Crea problemi intellettivi (disturbi della memoria e della concentrazione).
Post n°8049 pubblicato il 17 Ottobre 2014 da psicologiaforense
«Volevo scrivere ciò che non riuscivo a trovare né su internet né sulle riviste: desideravo parlare di moda con un mio personale punto di vista». Lucia Zuliani, 31 anni, di Codroipo, alias "La Zitella Acida", definisce così il suo blog "Ma ti sei vista?", che ha raggiunto un notevole successo nella blogosfera italiana.... "ZITELLA ACIDA", UN'ALTRA BLOGGER DI CUI PARLANO I MEDIA PERCHÉ HA SCELTO DI ESSERE "LA ZITELLA ACIDA"?
Post n°8048 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense
La loro relazione è un’illusione di benessere e nel reciproco rapportarsi cercano di imitare modelli antichi, attinti qua e là, spesso mossi da un disagio che si affrettano a negare appena qualcuno li critica e mette in discussione la loro immagine di coppia: allora si chiudono “a riccio” di fronte al pericolo di una crisi che possa metterli indirettamente a nudo... LA SCISSIONE DEL LEGAME DI COPPIA TRA GENITORI Molto spesso (cioè, oggi, in una coppia su tre) l'unione coniugale non realizza il luogo della crescita personale, degli affetti, della solidarietà condivisa, della trasmissione intergenerazionale della cultura e, neppure, il luogo in cui si instaura l'indispensabile dialettica tra il principio della norma (rappresentato dal padre) e il principio della cura (rappresentato dalla madre). I coniugi all'inizio della crisi cercano di nascondere o più verosimilmente di rimuovere questo stato di cose. Quando, alla fine, avviene la separazione questa, a volte, si sviluppa nei modi peggiori anche perché i problemi più importanti che avevano portato alla disfunzionalità del matrimonio rimangono assolutamente irrisolti. Infatti i due, dopo la “separazione” non sono in grado di ridurre le cause di stress, di stabilizzare il sistema, di utilizzare la dissoluzione del rapporto di coppia come leva per uno sviluppo personale ed, infine, di far chiarezza sul livello di scelta e di impegno di ciascun genitore rispetto ai figli, basandosi su aspettative realistiche. In un contesto così ambivalente e nevrotico e in un clima di indeterminatezza, spazio di sempre rinnovate crisi, di nuovi rischi e di violente turbolenze, vengono a trovarsi i figli che si devono confrontare con un sistema familiare separato impaludato nella limacciosa volgarità di una lotta a tutto campo tra i coniugi e la loro vita è contraddistinta dall'assenza di referenti validi (o almeno, in qualche modo, rassicuranti) e ancora dalla precarietà, dalla dissociazione, dalla degradazione, dalla instabilità, dalla violenza.
Post n°8047 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense
Dovremmo essere disinibiti e aperti, eppure con chi vive a fianco a noi e ci conosce sotto ogni punto di vista spesso diventa persino più difficile lasciarsi andare e essere autentici, soprattutto nel sesso. Vittime sacrificali di Hollywood, di frequente finiamo per confondere l'incontro fra le lenzuola con una performance a metà fra prestazione hard e ginnastica artistica. Al contrario i desideri nostri e dell'altro in fondo sono molto più semplici di ciò che si possa pensare. Basta chiedere...
VOGLIA D'AMORE: 5 DOMANDE PER IL BENESSERE DELLA COPPIA
2 Com'era per te il sesso da adolescente? Parlare di ex può condurre verso un territorio pericoloso fatto di gelosie retroattive e sottili invidie, a meno che la coppia non sia davvero collaudata e in profonda sintonia. Tuttavia tornare all'adolescenza e ai tempi in cui l'approccio al sesso era nella primavera della vita può essere decisamente più soft... e divertente! Evita malizie o battute poco felici sulle tue esperienze passate: 3 Cosa vorresti fare stasera? Questa domanda "innocente" può scatenare una maliziosa conversazione da attuare... la sera stessa! Le fantasie quando sono realizzabili insieme danno sale all'esistenza quotidiana. 5 Dimmi cosa desideri: questa è la domanda alla base di ogni rapporto che sia veicolo di passione, amore, sesso, conoscenza profonda dell'altro. Ciò che desideriamo parte dal corpo per raggiungere l'anima: la cura dell'altro è tentare di comprendere ogni giorno cosa desta l'attenzione del partner, ciò che solletica il suo eros, ma riguarda anche le modalità con cui si concepisce il piacere. Per costruire un territorio di passione giorno dopo giorno è necessario mostrare la propria vulnerabilità: fiducia, ironia, capacità di essere accessibili e aperti all'altro, insieme a una sana risata liberatrice vi aiuteranno a alimentare un rapporto intenso... fra le lenzuola e fuori dal letto.
Post n°8046 pubblicato il 16 Ottobre 2014 da psicologiaforense
OTELLO, CENERENTOLA, EDIPO, ELECTRA, MÜNCHHAUSEN, PETER PAN... Oltre ai classici complessi (INFERIORITÀ, SUPERIORITÀ, EVIRAZIONE, ABBANDONO, CAINO, SUPERDOTATO, COLLEZIONISTA, COLPA ecc.), l'essere umano tende a vivere sempre in maniera complicata qualsiasi situazione, sia che dipenda da se stesso sia dagli altri o dagli avvenimenti esterni. Ci sono complessi di ogni tipo… IL POST DEI COMPLESSI OTELLO I complessi: le idee più forti dell' inconscio. Il concetto di "complesso", proposto dalla psicoanalisi con un significato specifico e ben delimitato, è stato così intensamente assorbito dalla nostra cultura e dal linguaggio comune parlato, che ha finito per assumere un' impronta più ampia, più genuina e forse più attendibile come riflesso delle emozioni che fermentano nel profondo della psiche umana. La dottrina di Freud considerava i "complessi" come gruppi di idee sostenute da una forte carica emotiva, rimosse nell'inconscio perché vissute come inaccettabili e suscettibili di emergere successivamente con varie dinamiche, normali o patologiche. Nell'accezione corrente, letteraria ma anche popolare, i "complessi" sono più largamente intesi come desideri, dubbi o preoccupazioni angoscianti, che dominano la nostra vita psichica, non avvertiti o intuiti in modo sottile e incompleto dalla coscienza. La mia esperienza clinica mi ha convinta che questa seconda visione, meno rigorosa e ristretta, corrisponda meglio alla duttilità di quanto avviene in noi.
Post n°8045 pubblicato il 14 Ottobre 2014 da psicologiaforense
Dalle chiamate su Skype con i nipoti, al blog per condividere le proprie passioni. Senza computer, smartphone e Internet gli anziani si sentono più soli. Così, la maggioranza degli utenti d'argento usa le nuove tecnologie per comunicare.... LA TERZA ETÀ DIGITALE I dati Istat lo documentano: nel 2013, le persone tra i 60 e i 64 anni che navigano sul web sono quasi il 37 per cento. Dieci anni fa erano poco più del 12. Ma cresce lentamente anche la fascia 65-74. Oggi siamo al 20 per cento contro il 4,4 del 2003. La maggior parte di anziani usa le nuove tecnologie per comunicare. Per inviare e ricevere email oppure per video-chiamate e conversazioni via social. E non sono pochi coloro che hanno abbandonata l’abitudine di sfogliare il giornale di carta a favore del quotidiano digitale. Inoltre, sempre più pensionati si affidano ai motori di ricerca per avere informazioni su malattie e acciacchi, effettuano bonifici e controllano che sia arrivata la pensione attraverso gli sportelli online, fanno acquisti, prenotano viaggi e alberghi, "dialogano" con il loro medico di base, prenotano visite ed esami... Infine, c’è chi ama leggere gli ebook e chi, invece, sceglie di raccontarsi via blog.
Post n°8044 pubblicato il 13 Ottobre 2014 da psicologiaforense
IL CORPO È MIO E POSSO USARLO E VENDERLO SENZA RISCHIARE IL LICENZIAMENTO, PAROLA DI CASSAZIONE . FA SCALPORE IL CASO DEL DIPENDENTE DELLA PROVINCIA DEL VCO CHE SI PROSTITUIVA VIA INTERNET... IL DIPENDENTE-ESCORT NON VA LICENZIATO Non solo le abitudini sessuali sono in tutto e per tutto “cosa nostra”, ma possiamo anche pubblicizzarle come e dove vogliamo senza problema. E vale anche per chi è dipendente pubblico o privato che sia, senza che si possa configurare un qualsivoglia danno al datore di lavoro. A stabilirlo non sono sciolte anime libertine, bensì i giudici della Suprema Corte di Cassazione, che hanno bacchettato i (bacchettoni?) giudici verbanesi che viceversa la pensavano ben diversamente, concordando con i vertici della Provincia del Vco (FOTO IN BASSO) che avevano licenziato un dipendente che sostanzialmente si offriva al mercato del sesso su Internet. Dunque, primo punto fermo: le abitudini sessuali devono rimanere un fatto privato e come “dati sensibili” meritano una “tutela rafforzata”. Così secondo i Supremi Giudici, che hanno appunto affrontato il caso di un dipendente della Provincia del Vco che, finito sotto procedimento disciplinare, era stato rimosso «per avere inserito sui siti per escort annunci contenenti l’offerta di prestazioni sessuali a pagamento, in danno dell’immagine della Provincia». Alle abitudini sessuali del dipendente-prostituto in questione, ricostruisce la sentenza 21107 della Prima Sezione civile della Cassazione, si era arrivati in seguito ad una comunicazione anonima con cui si segnalava l’esercizio dell’attività di escort da parte di un dipendente. L’Amministrazione provinciale aveva effettuato controlli accedendo ai siti web indicati, ed era così scattato il procedimento disciplinare. Il Tribunale di Verbania, nel giugno 2012, aveva escluso che la raccolta di informazioni in rete fosse avvenuta violando la normativa sulla privacy che regola il trattamento dei dati sensibili finalizzati alla gestione del rapporto di lavoro. La Cassazione è stata di diverso avviso e ha accolto il ricorso del Garante della Privacy che ha insistito sulla necessità di una tutela rafforzata per i dati che riguardano «la parte più intima della persona», come i costumi sessuali. Nel dettaglio, la Suprema Corte, riscontrando «l’illegittimità dell’operazione posta in essere dall’Amministrazione attraverso l’acquisizione dei dati informatici», ha osservato che «non possono condividersi le conclusioni cui è pervenuta la sentenza impugnata, la quale ha escluso l’applicabilità della disciplina in esame, in virtù dell’osservazione che l’attività posta in essere dall’Amministrazione non era finalizzata alla raccolta di dati inerenti alla vita sessuale del dipendente, ma alla verifica dell’avvenuta pubblicizzazione dell’attività di meretricio da quest’ultimo svolta». La Cassazione in proposito ricorda che «portata decisiva deve riconoscersi al dato oggettivo dell’acquisizione di informazioni attinenti alla vita sessuale del dipendente, di per sè sufficiente a rendere configurabile un trattamento di dati sensibili» meritevoli di «tutela rafforzata». Giusto? Sbagliato? Il dato di fatto, al di là del caso specifico, è che la sentenza fa giurisprudenza. E inevitabilmente abbatte confini forse nemmeno immaginabili. FONTE: RIELABORAZIONE DAL CORRIERE DI NOVARA
Post n°8043 pubblicato il 12 Ottobre 2014 da psicologiaforense
Pessimisti patologici, sospettosi di ogni cosa, eremiti solitari, senza senso dell'umorismo e rancorosi ... Queste sono solo alcune delle caratteristiche che li definiscono. Io, in questo post, li divido in quattro "sezioni": l'ostinato'', il "risentito", il "solitario" e il "malevolo". COSI' DIVERSI... COSI' BLOGGER A. L'OSTINATO. B. IL RISENTITO. C. IL SOLITARIO D. IL MALEVOLO.
Post n°8042 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da psicologiaforense
La Community è una grande scuola per curare il proprio egoismo e le proprie chiusure narcisistiche. Si parte dal dirsi la verità, dal togliere le proprie maschere,... Tutti i giorni ci troviamo di fronte ad una scelta... LA TELA DI PENELOPE Non esiste relazione o rapporto interpersonale se non si comunica, e l'autoironia è un potentissimmo strumento di dialogo. Questa COMMUNITY di LIBERO è nata quando è cominciato a circolare tra blogger il calore dell'Amicizia. Se non circola calore, non c'è comunità. C'è la piattaforma, c'è un gruppo, ma null'altro... La Community fonda la sua struttura portante sul dialogo. L'umiltà intelligente, la serenità, l'assenza di invidia e gelosia sono la linfa vitale in questo portale. In una prospettiva parallela, un gruppo significativo di Blogger si fa in proporzione non al numero ma alla sua capacità di auto-critica costruttiva e feconda. Poichè si fonda sul rispetto, sull'empatia, sull'ascolto affettuoso, la Community, o almeno la parte più nobile di essa, può far emergere a poco a poco il meglio dei blogger unendoli saldamente tra loro. Infatti, il vivere positivamente la community è l'arte per imparare ad essere schietti, per dire a se stessi la verità, e per comunicarla agli altri. Tutto questo previene le divisioni, le argina al loro sorgere, sbarazza il campo dagli egoismi....
Post n°8041 pubblicato il 11 Ottobre 2014 da psicologiaforense
delirio persecutorio, delirio di gelosia, delirio di querela, delirio mistico, delirio inventivo, il delirio genealogico.... DELIRIO EROTOMANE (ILLUSIONE EROTICA AUTOREFERENZIALE). In quest'ultimo delirio il soggetto crede che una o più persone del sesso opposto siano perdutamente innamorate di lui. Questa forma di delirio è spesso interpretata come un MECCANISMO DI DIFESA contro le proprie TENDENZE OMOSESSUALI... IL PARANOICO... "INNAMORATO PAZZO"
Il delirio erotomane paranoicale è caratterizzato dal fatto che un individuo si innamora di una persona «importante» (per il delirante), in genere gente della televisione e dello spettacolo, cantautori, star, oppure il figlio o la figlia del datore di lavoro, ecc... e crede fermamente di esserne corrisposto interpretando in questo senso frasi, sguardi, parole delle canzoni, comportamenti, tutto. A volte il delirante erotomane si acquieta nelle sue fantasie d'amore e vive tranquillo il suo sogno, a volte invece si fa insistente, insolente, indiscreto: scrive lettere, fa continue telefonate al «personaggio», ai suoi familiari, agli amici. A volte sviluppa un delirio persecutorio e di querela insieme perché accusa i genitori o i superiori del «personaggio» di ostacolare il loro amore, li minaccia, li importuna, li denuncia in un crescendo veramente preoccupante. Purtroppo è difficile correggere con terapie le convinzioni deliranti del paranoico; intanto è difficile fargli accettare le cure sia psicologiche, sia farmacologiche, perché non può ammettere di averne bisogno. E l'evoluzione è spesso desolatamente cronica con graduale, lento deterioramento globale della personalità.
Post n°8040 pubblicato il 09 Ottobre 2014 da psicologiaforense
Studiando in maniera non superficiale l'anatomia, la fisiologia e la psicologia femminili si può rispondere alle domande sull’orgasmo femminile che ancora oggi da un lato suscitano perplessità e scetticismo, dall’altro fanno parte del mondo magico, stereotipato, fantastico, leggendario della sessualità femminile: che cos'è esattamente l'orgasmo femminile? Possono raggiungerlo tutte le donne? Quali sono le tecniche e le posizioni più adatte per favorirlo? Ogni donna può avere un orgasmo multiplo? IL SEGRETO DELLE DONNE: L'ESTASI SESSUALE
Lo dico da sempre e oggi è confermato dagli esiti delle più aggiornate ricerche in materia. Non solo non esiste il troppo fantasticato e magico Punto G, ma cosa ancora più importante, NON ESISTE l’altrettanto fantasticato orgasmo vaginale. Gli organi che scatenano l’orgasmo sono il cervello… e la clitoride. Quindi l’orgasmo vaginale non esiste! L’orgasmo nelle donne deriva dalla psiche, in primo luogo, e correlativamente, dal “pene femminile”, la clitoride. Così stando le cose non va dimenticato che anche le piccole labbra sono importanti, quasi quanto la clitoride, come fonte di piacere e di eccitazione erotica. Infine, le donne, a dispetto degli uomini, non hanno un periodo refrattario dopo ogni orgasmo, per cui possono sperimentare orgasmi multipli a tutte le età. IN CONCLUSIONE: basta con i miti, gli stereotipi e le favole, iniziamo a parlare con cognizione di causa anche in web delle tematiche sessuologiche.
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49