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Messaggi di Gennaio 2015

 

IL CASO, CATECHISTI A LEZIONE DI EDUCAZIONE SESSUALE, CORSO RIVOLUZIONARIO,DUE IN UNA CARNE, AMORE E SESSO,

Post n°8148 pubblicato il 15 Gennaio 2015 da psicologiaforense

 

I catechisti a lezione di educazione sessuale. Corso rivoluzionario della diocesi di Treviso: si presentano in 180, quasi tutti donne. Gli organizzatori: «Un educatore deve saper affrontare qualsiasi argomento». La teologia cristiana riconosce che la sessualità è al cuore dell'essere umano, determinando il suo rapporto a Dio, all'altro e al cosmo...

 

«AFFETTIVITÀ E SESSUALITÀ ALLA LUCE DI DIO».

 

PERCORSI DI EDUCAZIONE ALLA VITA AFFETTIVA E SESSUALE

 

 

 

 

 

Il corso  tratta le questioni che riguardano la sessualità umana  e i temi dibattuti nell'attualità: le relazioni prematrimoniali e il matrimonio, la contraccezione, l'aborto e anche la differenza sessuale, la castità,  il pudore, i matrimoni gay, l’omofobia, la pedofilia...  Quindi, e PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA, catechisti alle prese con lezioni di psicologia, antropologia ma anche di sessuologia  per imparare a parlare a bambini, a ragazzi e a giovani non soltanto dell’anima, ma anche, appunto di  legami affettivi (la fiducia, l'amicizia, l'innamoramento e l'amore, il corteggiamento); il corpo che cambia (la pubertà, l'anatomia e fisiologia degli organi genitali, le differenze di genere); il rapporto con il proprio corpo... .. In pratica è stato realizzato  a favore dei catechisti un laboratorio di approfondimento che ha per tema: «AFFETTIVITÀ E SESSUALITÀ ALLA LUCE DI DIO». Al primo incontro in seminario, sabato scorso, si attendevano pochi pionieri. E invece di catechisti se ne sono presentati 180, giunti da diverse parrocchie. Anzi: di catechiste, essendo la stragrande maggioranza donne che, in coro, chiedono alla Chiesa la possibilità di venire formate per poter parlare ai giovanissimi, bambini tra i 6 e i 13 anni che frequentano il catechismo, non soltanto di Vangelo ma anche di sessualità, affettività, sentimenti, emozioni.... Così quest’anno il laboratorio di approfondimento per catechisti ha scelto di trattare il tema dell’affettività e della sessualità. I catechisti chiedono di essere formati a discutere con ragazzi e genitori di affettività, nell’ottica di una scoperta positiva della dimensione umana della sessualità.

 
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300 MILA BLOGGER E TITOLARI DI SITI ITALIANI A RISCHIO RECLUSIONE FINO A 2 ANNI, MULTE FINO A 100 MILA EURO

Post n°8147 pubblicato il 13 Gennaio 2015 da psicologiaforense

In questi  300 mila luoghi virtuali (siti e, specialmente blog monotematici) molte persone e non solo adolescenti  si scambiano consigli e idee, rischiando di apprendere nuove abitudini dannose, che non fanno altro che aggravare il proble­ma. Il confine fra ciò che fa bene e ciò che fa male alla pro­pria salute diventa sempre più labile e, spesso, basta pochis­simo per peggiorare le cose. Navigare su blog di questo tipo è molto pericoloso anche per chi ha già iniziato un percorso di cura perché può innescare regressioni e compromettere i risultati raggiunti....


 

IL VUOTO DENTRO

Sta facendo  molto discu­tere la proposta di legge firmata da esponenti di tutte le forze politiche che introduce il reato d'istigazione a pratiche alimentari in grado di attivare comportamenti di restrizione o eliminazione dei cibi, provocando anoressia o bulimia. Il testo si propone di punire con la RECLUSIONE FINO A DUE ANNI E CON SANZIONI PE­CUNIARIE FINO A 100 MILA EURO chiunque, in particolar modo per via telematica, inneggia in qualche modo ai disturbi del comportamento alimentare. La proposta di legge intende così arginare un fenomeno dilagante CHE IN ITALIA ORMAI CONTA OLTRE 300 MILA FRA SITI E BLOG che incoraggiano com­portamenti bulimici e anores­sici. Alcuni, per esempio, pro­muovono la magrezza a ogni costo, altri suggeriscono come eliminare il senso di fame, sop­portare la mancanza di cibo, procurarsi il vomito dopo aver mangiato, continuare a perdere peso; altri ancora diffondono immagini di modelle o perso­naggi famosi particolarmente magri. Sono blog che  agli occhi dei malati, legittimano e rinforzano quei comportamenti disfunzionali e quei meccanismi che caratterizzano la malattia. In questo modo, quindi, anoressiche e bulimiche si sen­tono incitate a proseguire sulla strada intrapresa e a mantenere il loro stile di vita.

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA, PAURA LIQUIDA, INCERTEZZA, INSICUREZZA, ALLARME,UN TUNNEL CHIAMATO TERRORE

Post n°8146 pubblicato il 12 Gennaio 2015 da psicologiaforense

Credevamo che  almeno nei primi anni di questo nuovo millennio saremmo riusciti a lasciarci alle spalle le paure che avevano pervaso la vita in passato; credevamo che saremmo stati in grado di prendere il controllo della nostra esistenza. Noi, uomini e donne che  viviamo nella  parte   "sviluppata" del mondo (la più ricca, la più modernizzata),  c’eravamo  illusi di essere le persone più al sicuro nella storia dell'umanità, invece….

 

 LA "PAURA LIQUIDA"

 

Come ho scritto altrove, oggi la società vive nella più assoluta incertezza. Non siamo certi di nulla. In casa,  per la strada, dal benzinaio, al mercato, in banca, all'ufficio postale e  persino in ospedale   o in chiesa  non sappiamo cosa ci potrà capitare. Questa nostra vita si è rivelata ben diversa da quella che avevano previsto. Si sperava che l'impresa di domare le paure e imbrigliare i pericoli da cui esse derivano potesse realizzarsi. Invece no, le paure sono diventate una sola, " la paura", i rischi che temiamo trascendono la nostra capacità di agire, ci spaventano ancor di più per il senso di impotenza che suscitano in noi. È una conseguenza di tempi tristemente poveri di certezze, di garanzie e sicurezze. Paura come effetto dominante dell'incertezza, una paura «liquida» in una vita altrettanto liquida perché priva di riferimenti  forti, di certezze la cui mancanza genera nei comportamenti un egoismo preventivo a tutto svantaggio dei legami sociali che stanno a fondamento della vita civile. È una diagnosi. La sociologia, la filosofia, così come la letteratura, non hanno risposte politiche da dare, semmai dovrebbe essere la politica a confermare i suoi programmi alle riflessioni suggerite dalla sociologia, dalla filosofia e dalla letteratura e in base a ciò liberare la società dall'incertezza e quindi dalla paura.

MA NON È COSÌ, NON È MAI STATO COSÌ.

 
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Adulterio, il 77% delle persone infedeli lo consiglia anche agli amici: “Rende la vita più felice”

Post n°8145 pubblicato il 09 Gennaio 2015 da psicologiaforense

Il 77% delle persone infedeli consiglia l’adulterio ai propri amici. La maggior parte degli infedeli, che siano uomini o donne, affermano di non voler rinunciare a qualche scappatella. L’82% degli uomini e il 72% delle donne addirittura consiglierebbe ai propri amici di concedersi una scappatella ogni tanto. Se le donne cercano passione, gli uomini vogliono solo buon sesso. 

 

AMARE E TRADIRE 

 

Quali sono  i pensieri più reconditi e i desideri più segreti di uomini e donne sul tradimento amoroso? Una indagine in materia ha coinvolto   circa 13.000  persone appartenenti a entrambi i sessi. I quesiti posti   vertevano, appunto,   sui motivi per cui si decide di tradire e sulle intenzioni per il futuro.  Il 57% delle donne afferma di non avere alcuna intenzione di smettere di tradire il partner e a conferma di ciò, oltre il 70% di queste consiglierebbe anche ai propri amici di provare il brivido  e gli "effetti collaterali" dell’adulterio. Moltissime donne hanno dimostrato di avere voglia di riscoprire la passione e l’amore romantico... altre tradiscono per fare un  sesso  più appagante  e altre ancora vogliono solo sentirsi apprezzate a livello sessuale e personale.  Oltre l’80% degli uomini sostiene di avere una o più relazioni e poco più del 60% di questi dice di non avere nessuna intenzione di interromperle.


 Il motivo per cui gli uomini tradiscono  sembrerebbe, almeno apparentemente,   fisico (il 67%  afferma che  tradisce solo per fare sesso). In realtà le successive domande permettono di chiarire che tradiscono per avere comprensione, ascolto, per trovare conferme alla propria autostima, per sentirsi desiderati, per godere di gratificazioni personali e relazionali, per il piacere della conquista, per il brivido del rischio….  IN CONCLUSIONE,   seppure uomini e donne infedeli siano d’accordo nel non volere rinunciare alle proprio scappatelle (“tradire mi rende più felice”) ci sono motivazioni profondamente diverse  legate al genere. Per le donne la “passione”  è in assoluto più importante dei rapporti sessuali. Per gli uomini  il tradimento non è solo una questione fisica e materiale, come abitualmente si dice, ma l’appagamento di profondi bisogni psicologici non soddisfatti.   

 
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DECALOGO SULLA BELLEZZA, L'INEFFABILE BELLEZZA, CULTURA, FILOSOFIA, SCIENZA DELLA VITA

Post n°8144 pubblicato il 08 Gennaio 2015 da psicologiaforense

Il  "DECALOGO SULLA BELLEZZA". Tema tanto effimero quanto impegnativo quello della “bellezza”, ma un “decalogo” che aspiri a fare della bellezza il nuovo orizzonte della vita e degli ideali si accolla un'impresa vertiginosamente ardua…..


 

DOVE LO SGUARDO TROVA QUIETE
 
 

Sentenziosamente si afferma che “la bellezza è amica della misura e nemica dello sconfinamento”. Discutibile: un grattacielo sconfinato è bello o no? Si dice che “la bellezza è amica del mondo e nemica dell'utopia”: nemica dell'utopia senz'altro, ma perchè imporre alla bellezza l'amicizia col mondo? Van Gogh è forse “bruttezza”? Si dice che “la bellezza è amica del dono e nemica dell'utile”: giusto. Che “la bellezza è amica del genio e nemica della mediocrità”: giustissimo. Si dice che “la bellezza è amica della leggerezza e nemica della gravità”: non è detto e comunque fa troppo Italo Calvino. Ma sul punto sette ci sarebbe molto da discutere: “la bellezza è amica della distinzione e nemica della separazione”: non suona troppo precettistico, troppo politically correct, troppo ideologicamente arzigogolato per farne un connotato permanente e ineliminabile della “bellezza”? E poi, punto otto: “la bellezza è amica del mito e nemica della dea ragione”: qui il politicamente corretto diventa decisamente scorretto, ma anche legnosamente precettistico, inguarbilmente nostalgico, pedestramente anti-illuministico. Inoltre, punto nove: “la bellezza è amica dell'essere e nemica del niente”. Qui il “decalogo”diventa troppo discriminatorio: ogni genere di bellezza di matrice in senso lato “nichilista” viene soppresso e derubricato dal “bello”. Se poi nella motivazione si legge che “il Bello nel suo senso più ultimo è il simbolo del Bene”, si finisce inesorabilmente per conferire un contenuto edificante, virtuistico, un tempo si sarebbe detto moralistico. Viva la bellezza, ovviamente. Fosse un po' spontanea, sarebbe ancor più bella.

 
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BISOGNA COMPRENDERE CHE LA VITA NON È UN DONO GRATUITO DELLA NATURA...

Post n°8143 pubblicato il 07 Gennaio 2015 da psicologiaforense

Bisogna comprendere che la vita non è un dono gratuito della natura, che è invece e soprattutto un compito da soddisfare, una missione da compiere e che, se conferisce dei diritti, impone anche precise responsabilità…

 

RESPONSABILITÀ  VS MEDIOCRITÀ SPIRITUALE

Ogni giorno incontriamo tante persone conosciute e sconosciute, significative e anonime. Gen­te a cui siamo legati da particolare affetto, riconoscenza, o individui antipatici, che ci hanno fatto dei torti, ci hanno annoiato o offeso.  

Spesso viviamo l'incontro con superficialità, dando per scontato che alcune persone siano significative (abbiano un si­gnificato) per noi e altre non significhino proprio nulla per la no­stra vita.

Come mi può interessare il volto di uno sconosciuto?

Eppure, a pensarci bene, quando un volto mi guarda esso mi ri­guarda. Non posso rimanere estraneo a tale volto, poiché esso si pre­senta davanti a me come un altro. È una persona, sia pure scono­sciuta, un mio simile che mi incontra. Questo fatto è ricco di tanti stimoli.

Dal momento in cui mi si presenta davanti io non posso più ignorarlo. Diventa per me domanda: mi accogli o mi rifiuti? Che cosa significo per te? Ecco sono qui!

Io divengo immediatamente responsabile, sono chiamato a «ri­spondere a». E questo per ogni persona che incontro, tanto più se questa persona è da me conosciuta.

Tale responsabilità presenta alcuni tratti.
SINGOLARITÀ. lo sono chiamato a rispondere a questo tu. Non sono chiamato a rispondere a tutte le domande del mondo. Sarebbe impossibile e vano desiderio, perché posso occuparmi solo di pochi.

INDECLINABILITÀ. Cioè non posso declinare la responsabilità su al­tri, come si declina un incarico. Non posso rifiutarla, scaricarla su altre persone o sulla natura… Delle colpe e degli errori dobbiamo rispondere in proprio. 

 
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LA VERITÀ SUI FIGLI E IL DIVORZIO, BAMBINO CONTESO, DISAGIO DEI FIGLI NELLA CONFLITTUALITÀ DEI GENITORI SEPARATI

Post n°8142 pubblicato il 06 Gennaio 2015 da psicologiaforense

(segue dal precedente Post n°8140 pubblicato il 04 Gennaio 2015)
MADRE MALEVOLA,     FIGLI MIEI, FIGLI TUOI, QUANDO L’AMORE FINISCE,  “FOLIE À DEUX” (GENITORE-FIGLIO) , AFFIDAMENTO DEI FIGLI MINORI,  FANTASIE DEI GENITORI E PSICOPATOLOGIA DEI FIGLI, SCENARI DELLA GENITORIALITÀ, FAMIGLIE DIVISE....


 

IL BAMBINO INCOMPIUTO

Spesso la separazione dei genitori viene vissuta dai figli come un’esperienza psico-traumatica specialmente  quando i genitori utilizzano in forma strumentale la prole , la condizionano per i loro scopi, la coinvolgono tragicamente nella loro guerra  giudiziaria, personale, familiare e sociale, pongono in essere ai loro danni condotte programmanti e altri comportamenti disfunzionali e diseducativi che si potrebbero connotare come "abuso psicologico", ecc... Così la dissoluzione del nucleo familiare può diventare per i figli un’esperienza disperata e disperante che non è esagerato paragonare ad una “mutilazione”.

Gli effetti di tutto ciò si possono manifestare con: 

- livello intellettivo deficitario o, più frequentemente, nei limiti della norma ma ostacolato da  interferenze affettive ed emotive;

- difficoltà scolastiche espresse nella forma di irregolare comportamento e/o scarso profitto;

- disturbi del linguaggio;

- affettività labile, povera, immatura, facilmente scompensabile (incapacità di utilizzare i dinamismi profondi potenziali, ecc);

- spiccata suggestibilità nei confronti dell'ambiente esterno con atteggiamenti ambivalenti di ricerca di comprensione e affetto e di timore di divenire oggetto d'Altri;

- diffusività dell'Io con inadeguata identificazione del proprio ruolo personale e sociale;

- difficoltà di comunicazione variamente espresse e orientate sia verso il mondo dei coetanei sia degli adulti;

- inautenticità, in forma difensiva, nei rapporti umani;

- sentimento di impotenza (cioè di perdita di controllo sulla propria esistenza, di sconfitta sul piano della realtà interna e della realtà esterna, di difficoltà a reagire in modo assertivo, con reazioni di lotta o di "fuga" nelle situazioni di "minaccia");

- vissuti di svalutazione, di negatività e di degradazione dell'immagine di sé;

- sentimento di tradimento, di perdita di fiducia nei genitori e nelle loro capacità di garantire protezione e sicurezza;

- disturbi di personalità;

- comportamenti problematici;

- disturbi delle condotte alimentari e/o del sonno;

- ecc... .

 Il risultato di tutto ciò è un "BAMBINO INCOMPIUTO” (e un futuro adulto con problemi multipli), che presenta disarmonie di sviluppo psico-affettivo rilevanti e gravi. Spesso queste ultime esplodono in età puberale o adolescenziale.

 
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SE LA BEFANA INDOSSASSE I TACCHI FAREBBE IMPAZZIRE GLI UOMINI

Post n°8141 pubblicato il 06 Gennaio 2015 da psicologiaforense

Donna con il tacco: un'immagine che fa letteralmente impazzire gli uomini. Ma come mai? Una ricerca francese, pubblicata sulla rivista Archives of Sexual Behavior ha spiegato il motivo di tanto interesse, da parte dei maschietti.... 

ARMI DI SEDUZIONE DI MASSA

 

 Lo studio è stato svolto presso l'University of Bretagne e ha coinvolto alcune donne vestite in maniera uguale: vestito nero, gonna e camicia bianca. Unica differenza? Le scarpe. Alcune calzavano le ballerine, altre con tacco basso e le ultime, infine, con il tacco alto.  Le donne con il tacco alto avevano l'83% di possibilità di convincere gli uomini a rispondere alcune domande, 'rubando' loro la bellezza di 5 minuti, al contrario delle altre due tipologie, che sono riuscite a sottrarre molto meno tempo agli uomini. Durante la ricerca sono stati eseguiti anche altri test: alcune ragazze sono state invitate a camminare davanti agli uomini e far cadere un guanto per terra. Ben il 93% degli uomini ha raccolto il guanto raccolto dalla donna con il tacco alto. Il 62% ha raccolto il guanto lasciato cadere dalla donna con leballerine. "Anche io, in quanto uomo, preferisco vedere mia moglie con i tacchi alti - ha commentato Nicholas Gueguen, autore dello studio - Molti uomini  la pensano allo stesso modo. I risultati della ricerca hanno mostrato che i tacchi alti vengono associati ad una maggiore attrazione sessuale e, di conseguenza, ad una più alta probabilità di essere avvicinate da un uomo".  

 
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LA MADRE MALEVOLA

Post n°8140 pubblicato il 04 Gennaio 2015 da psicologiaforense

Separazione, divorzio, affidamento della prole, contesa dei figli...



MALICIUS MOTHER SINDROME


La madre malevola (il genitore malevolo) persegue gli obiettivi di distruggere la bigenitorialità, di allontanare i figli dall’altro genitore, di punire l’odiato ex coniuge, di ostacolare e/o impedire una serena facoltà di visita (normalmente nascondendosi dietro l’alibi che è il bambino stesso a non voler frequentare l’altro genitore, ecc....), di mantenere “l’esclusiva proprietà” sulla prole, di ottenere vantaggi economici e/o patrimoniali, ecc... attraverso uno schema particolarmente pervasivo comprendente tutta una impressionante gamma di azioni malevole che possono arrivare all’estremo del “child snatching”. Brevemente chiarito tutto ciò, bisogna sottolineare che il genitore malevolo identifica le motivazioni del proprio comportamento nel forte amore per i figli, nella incapacità di vivere lontano da loro e nel doverli “salvare” dai danni che inevitabilmente subirebbero per la nefasta influenza dell’altro genitore. La sindrome in parola presenta due peculiari e diverse eziologie:

- la prima si identifica, in quei casi, in cui la sintomatologia, oggetto della presente descrizione, è la manifestazione di desideri vendicativi, punitivi, ritorsivi e, ancora, di meschinità e di piccineria nell’agire e nel pensare, di animosità, livore e/o di callide strategie strumentalizzanti ovvero, di agiti oppositivi, ecc... in assenza di patologie psichiatriche diagnosticate e documentate secondo i parametri del D.S.M.- IV e dell’I.C.D.-10;

 - la seconda si riferisce, al contrario, a quei casi in cui la “Malicius Mother Sindrome” è la manifestazione di una  sofferenza psichica (per es. disturbo di personalità borderline, narcisistico, antisociale, ecc...) che si può conformare, ad es., ai modelli diagnostici ufficiali dei disturbi codificati sull’Asse II del D.S.M.- IV. 

 
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REGINA ELISABETTA, MINIGONNA, MARY QUANT, DAMA,

Post n°8139 pubblicato il 02 Gennaio 2015 da psicologiaforense

C'è voluto più di mezzo secolo, ma alla fine anche la regina Elisabetta ha riconosciuto l'importanza della minigonna. Tra le onorificenze assegnate tradizionalmente all'arrivo del nuovo anno, la sovrana ha infatti impartito il titolo di "dama" a Mary Quant, la creatrice della mini, il capo di abbigliamento da lei lanciato nel 1963 a Londra, rivoluzionando la moda e il costume. "Sono assolutamente felice" ha detto la stilista, oggi 80enne. Non si sa che cosa dirà a Sua Maestà il giorno della cerimonia. "Meglio tardi che mai", forse?

LA REGINA ELISABETTA  SCOPRE LA MINIGONNA E NOMINA DAMA MARY QUANT

LA STILISTA OTTANTENNE LANCIÒ LA GONNA CORTA 50 ANNI FA CAMBIANDO DEFINITIVAMENTE LA STORIA DEL COSTUME

 

Nel 1963 Quant vendette il primo modello di minigonna nella sua boutique Bazaar di Chelsea, a Londra, e nello stesso anno compariva per la prima volta sulle pagine di Vogue in Inghilterra una gonna sopra il ginocchio, il capo d'abbigliamento che cambierà per sempre non solo il look, ma anche lo stile di vita delle donne.  La caratteristica più stupefacente  della MINIGONNA, però, è la sua incredibile longevità. Come un evergreen si inabissa periodicamente per rispuntare puntuale e liftata di fresco ogni dieci anni. Nei '70 rieccola protagonista, rilanciata dal film «Shampoo». Negli '80 e' il punk ad alimentare una new wave in MINIGONNA di pelle nera - alla quale darà voce e corpo Deborah Harris dei Blondie - reinterpretata dal pret-a'-porter italiano. Nei '90  è Versace a scommettere tutto sulla MINIGONNA, invitando le donne a «buttar via le palandrane per stare al passo coi nuovi tempi dinamici». Lo stilista firma addirittura il revival di questo capo con gli stivali alti di vernice. Un ricorso sixty che sfila a Milano Collezioni, sublimato dalle super top: Linda, Cindy, Christy e Claudia. Adesso, a quasi  14 ANNI dal crollo delle Torri Gemelle, nel pieno di una crisi mondiale, gli stilisti piu' all'avanguardia - da Gucci a Prada fino ad Armani - rilanciano la MINIGONNA. In un mondo dove spazio e tempo sono i nuovi beni di lusso, «mini è bello». Non solo nel campo della tecnologia con i suoi ritrovati sempre più micro. Oggi, gennaio 2015,  la sua creatrice è stata onorata dalla regina Elisabetta. MARY QUANT è diventata infatti DAMA. La stilista 80enne si è detta ''assolutamente felice'' per il titolo concesso dalla sovrana. Oltre a lei due attrici sono diventate dame, Joan Collins, la perfida Alexis Colby nella soap opera 'Dynasty', e Kristin Scott Thomas.

 
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NOVITÀ IN MEDICINA, IN VENDITA FARMACO CONTRO OBESITÀ, DEPRESSIONE, DIPENDENZ

Post n°8138 pubblicato il 01 Gennaio 2015 da psicologiaforense

Non è una trovata pubblicitaria, l'ultima pillola degli esperti di marketing pronti ad elargire facili illusioni. A garantire l'utilizzo del nuovo farmaco contro l'obesità è direttamente l'Agenzia Europea del Farmaco (EMA). Si tratta di un medicinale composto da due ingredienti attivi che ad oggi venivano utilizzati separatamente per il trattamento di altri disturbi come la depressione e la dipendenza da sostanze.....  

ANTIDEPRESSIVO PIÙ ANTIDIPENDENZE: ECCO IL FARMACO CONTRO L’OBESITÀ

L’Agenzia europea del farmaco ha autorizzato la vendita anche in Europa del MYSIMBA (venduto sotto il nome Contrave negli Stati Uniti), un farmaco utile per combattere l’obesità e non solo.  Il MYSIMBA, infatti,  è una combinazione di due ingredienti attivi: il NALTREXONE, utilizzato per il trattamento della dipendenza da sostanze, e il BUPROPIONE prescritto come antidepressivo e utile anche  per aiutare a smettere di fumare. L’autorizzazione  è arrivata solo  dopo un iter piuttosto lungo perché negli Stati Uniti  la Food and Drug Administration (FDA) ha  voluto condurre sperimentazioni molto accurate  per escludere effetti collaterali significativi.  In Europa potrà essere  acquistato, ovviamente,   su prescrizione medica e  sembra un  farmaco utilissimo  specialmente per le persone obese o in sovrappeso con ipertensione o  colesterolo alto.

 
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CAPODANNO, 2015

Post n°8137 pubblicato il 01 Gennaio 2015 da psicologiaforense

NOTTE DI CAPODANNO

Mancano oramai pochi minuti alle 24. E’ il momento, passata l’effervescente euforia del brindisi, degli abbracci e degli auguri…  di una pausa di riflessione. Ci guardiamo dentro, facciamo i conti con noi stessi, rievochiamo silenziosamente ciò che è stato il 2014. In una carrellata veloce i momenti lieti e meno lieti ci scorrono davanti agli occhi: visi... espressioni... sensa­zioni. Si ripensa alle occasioni mancate, alle promesse non mantenute; ci si proietta idealmente nell'avvenire in cui riponiamo ogni nostra speranza.

 

ANNO NUOVO, VITA NUOVA!

Un anno che passa è in un certo senso un po' triste perché con mite rassegnazione si balza verso la vecchiaia; ma conserviamo sempre un barlume di fiduciosa attesa e di speranza in un futuro migliore. È di buon auspicio a Capodanno scambiarsi auguri e baci sotto il vischio… Ognu­no esorcizza a modo proprio l'imprevedibile e l'ignoto. La mia formula di magia e di buon auspicio è una tele­fonata a un amico alle 00,01 del primo giorno dell'an­no. Perché l'anno nuovo mi sia propizio deve rispon­dermi, visto che sono donna, un uomo. Quand'ero molto giovane, correvo ogni volta il rischio che così non fosse ... anche se non mi rispondeva una voce ma­schile, avevo voglia e coraggio per affrontare ciò che mi riservava il futuro.  Oggi che ho meno coraggio, più dubbi e meno energie, non sopporto che la telefonata non sia augurale nel senso giusto, per cui sono arrivata (non ditelo a nessu­no) al compromesso di mettermi d'accordo prima col futuro interlocutore.

 

Ognuno fa quello che può! 

 
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