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Messaggi di Maggio 2015

 

CASI TRASCURATI, CANTAVA CON LE BRACCIA NUDE, RAGAZZA TURCA RIDOTTA IN FIN DI VITA, MUTLU KAYA, 19 ANNI

Post n°8295 pubblicato il 19 Maggio 2015 da psicologiaforense

Mutlu Kaya, 19 anni, è ricoverata in gravissime condizioni dopo che, domenica notte, qualcuno le ha sparato in testa mentre si trovava nella sua abitazione nella provincia sudorientale di Diyarbakir, Turchia.  Secondo quanto emerso, si sarebbe trattato di un “atto punitivo” per la sua decisione di partecipare a un talent show musicale in tv...

 

TURCHIA, PARTECIPA A TALENT TV, LE SPARANO IN TESTA: IL DRAMMA DI MUTLU KAYA.

INDOSSAVA, SPUDORATAMENTE, UN VESTITO SENZA MANICHE

 

Ha partecipato a un talent show con la braccia scoperte. probabilmente le costerà la vita. Parlo di  Mutlu Kaya, 19 anni originaria di Diyarbakir, nel sud-est della Turchia. Tutto questo perche in Turchia  le donne debbono subire violenze e soprusi inenarrabili. La cronaca. La giovane cantante si stava preparando per lo show, quando alcune persone  hanno suonato alla porta di casa e appena lei ha aperto Le hanno freddamente sparato alla testa, come se eseguissero una condanna a morte.

Da ore Mutlu Kaya si trova in terapia intensiva e le sue condizioni sono disperate, tanto che l’annuncio della sua morte è atteso da un momento all'altro . La ragazza,  nelle scorse settimane, aveva partecipato al programma Sesi Cok Guzel, letteralmente “la voce è molto bella” la versione turca di Got Talent. Aveva impressionato la giuria con la sua voce e il suo talento, tanto che Sibel Can, una delle più celebri cantanti della Mezzaluna le aveva promesso che presto l’avrebbe portata a Istanbul, garantendole che la sua carriera avrebbe svoltato a breve. Ma, intorno a metà aprile, quello che doveva diventare il coronamento di un sogno, ha iniziato ad assumere i connotati di una tragedia annunciata. La giovane ha iniziato a ricevere minacce di morte dalla tribù di appartenenza del padre. Stando al quotidiano Hurriyet, Mutlu aveva anche avvisato la produzione dello show.  Questa mattina la polizia turca ha reso noto di aver fermato una prima persona sospettata di aver preso parte alla sparatoria. Il paese intanto è sotto choc. Sesi Cok Guzel è un programma molto seguito e la triste sorte di Mutlu Kaya, somiglia a quelle di moltissime donne turche, che subiscono violenza fisica e psicologica per i motivi più futili. Solo nel 2014 le donne uccise sono state 294, nel 47% dei casi perché chiedevano una maggiore indipendenza. Nei primi 5 mesi del 2015, sono già 91. 

 
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STUDI & RICERCHE, SESSO MEGLIO DEL DENARO, GENERAZIONE SEX, FELICITÀ, SESSUALITÀ, AUMENTO STIPENDIO,FUNZIONE DELL’ORGASMO

Post n°8294 pubblicato il 19 Maggio 2015 da psicologiaforense

L’aumento di stipendio non arriva? Fai del (buon) sesso e sarai felice come se (lo stipendio) fosse lievitato del 130%.  Infatti, secondo una ricerca pubblicata ieri dal 'Journal of Economic Behavior & Organization' le persone che hanno  pochi rapporti al mese dovrebbero più che raddoppiare lo stipendio per essere soddisfatte come le persone che hanno rapporti quotidiani appaganti. Nella letteratura economica i temi della sessualità e della felicità sono praticamente sconosciuti. Un dato che i ricercatori hanno giudicato “sorprendente”, considerando il posto di primo piano che il sesso ha nella vita delle persone   

 

SESSO MEGLIO DEL DENARO,  ORGASMI RENDONO FELICI COME UN AUMENTO DI STIPENDIO DEL 130%

Il sesso fa star meglio del denaro? In parte sì, almeno a giudicare da un originale studio di economia pubblicato 'Journal of Economic Behavior & Organization', secondo il quale avere frequenti orgasmi rende felici come ricevere un aumento di stipendio del 130%. Inoltre la soddisfazione sessuale è una fonte di felicità durevole, non transitoria, hanno concluso Russell Smyth e Zhiming Cheng, docenti di economia rispettivamente Monash e Wollongong, in Australia, dopo aver analizzato i dati di una ricerca realizzata nel 2000 su 3.821 cinesi. Dall'analisi dei due economisti, le persone che hanno due o tre rapporti al mese dovrebbero più che raddoppiare lo stipendio per essere soddisfatte come le persone che hanno rapporti quotidiani.
 

Più in generale, arrivare alla frequenza di rapporti sessuali che si desidera rende i maschi tanto felici quanto avere in busta paga pari al triplo dello stipendio attuale. Per le donne i benefici di una sessualità appagante sono evidenti solo se si ha uno stipendio medio, mentre non lo sono per le lavoratrici con una retribuzione bassa. L'analisi degli economisti è dettagliata e analizza l'impatto delle diverse pratiche comparandole con la soddisfazione economica. Un'idea, quella del particolare studio, nata dalla constatazione che nella letteratura economica i temi della sessualità e della felicità sono praticamente sconosciuti. Un dato che i due autori hanno giudicato "sorprendente", considerando il posto di primo piano che il sesso ha nella vita delle persone. 

 
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GIÀ ALLE ELEMENTARI CON GLI SMART PHONE IN MANO

Post n°8293 pubblicato il 18 Maggio 2015 da psicologiaforense

Indagine  alla primaria: 6 bambini su 10 in Europa hanno un telefonino di ultima generazione. La metà frequenta i social network. Bullismo e cyberbullismo dietro l'angolo

 "SBULLO"

 
Il  fenomeno degli smartphone  dilaga tra i bambini è molto più ampio di quanto si possa pensare.  Il 65% dei bambini  alla scuola primaria  è in possesso di una telefonino di ultima generazione, contro un modestissimo 8.5% che detiene un cellulare “normale”. Il dato  è confermato anche  da un'indagine compiuta  a Lugano nel corso della campagna di sensibilizzazione “Sbullo ” sul corretto utilizzo dei nuovi mezzi di telecomunicazione e contro i pericoli della rete. In molte scuole europee, ma non in Italia,  sono state attivate  campagne di sensibilizzazione per educare i giovani  alunni  ai valori del rispetto, dell’identità e delle differenze, della stima e dell’autostima, delle emozioni e del loro riconoscimento perché, come  evidenzia l’esegesi psico-pedagogica in materia,  sono le capacità di dialogo e relazione che disarmano i bulli, soprattutto l'empatia, l'arte di capire gli altri e di rispettarli per come sono.
 
 

 
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TEMI TRASCURATI,LA SFIDA DELL’UGUAGLIANZA, ALTRI NOI, LO SPAZIO DEL RICONOSCIMENTO , CAMBIARE I NOSTRI IMMAGINARI, UGUAGLIANZA

Post n°8291 pubblicato il 18 Maggio 2015 da psicologiaforense

Se vogliamo costruire delle società in cui gli individui si ricono­scano, dobbiamo fare in modo che gli uomini e le donne che com­pongono queste società siano dei «simili» che si apprezzano, vale a dire che apprezzano di essere differenti, perché dobbiamo realizza­re l'avventura della alterità di cui ormai conosciamo le caratteristi­che: riconoscere al tempo stesso la somiglianza e la differenza. In al­tre parole, l'altro mi interessa, ne ho bisogno, mi riconosco in lui (= somiglianza) e l'altro mi interessa come altro, lo riconosco per se stesso (= differenza).

 

VIVERE INSIEME, LIBERI E DIVERSI, MA NON DISUGUALI


Quando ci impegniamo con la finalità di essere tutti, uomini e don­ne, riunificanti e riunificati, noi partecipiamo alla lotta secolare de­gli uomini per l'uguaglianza, uguaglianza dei diritti, delle possibili­tà, delle condizioni. Questa lotta è molto ambiziosa perché si tratta di andare contro la condizione primitiva dell'umanità, contro la dis­uguaglianza primitiva. Gli uomini non nascono liberi e uguali di fatto. La loro differenza non distingue soltanto gli uomini, ma li sepa­ra e li contrappone, fa di essi degli estranei, dei non-interessanti. Infatti come potrebbero riconoscersi i poveri e i ricchi fino a che li separa la disuguaglianza delle condizioni rispettive? In base a che cosa l'africano può interessare l'europeo se non è, in certo modo, un suo uguale? Quale interesse reciproco è possibile tra l'uomo e la donna se non in base all'uguaglianza? Quando dunque lavoriamo perché gli uomini e le donne diven­tino simili, interessanti gli uni per gli altri, noi creiamo le condizio­ni per una vera società umana: possono conoscersi simili e apprez­zarsi. Ma bisogna che si riconoscano. La partita non è finita. Piaccia o non piaccia, il compito di riconoscere l'altro non è mai finito, è sempre in via di realizzazione.

 

 
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SEGNALAZIONE, SCELTO PER VOI, POST, BOSCIA MARA, ANGOLO PENSATOIO,

Post n°8290 pubblicato il 17 Maggio 2015 da psicologiaforense

UN VERO BLOGGER DEVE IMPARARE A SCRIVERE NEL DESERTO

E' importante una Community per un blogger? Una domanda difficile a cui cercherò di rispondere con la massima onestà.

Credo che tutti si siano accorti del fuggi-fuggi dai blog di Libero, da un po' di tempo a questa parte. Moltissimi bloggers si sono spostati in massa su altre piattaforme, anche aprendo col tanto odiato Wordpress.

Il perchè non è un mistero.

Questi bloggers "sapevano" ed hanno preferito non perdere altro tempo qui sopra e, alla faccia dell'amicizia, sono spariti dalla circolazione. Sono sparita anch'io, per dare spazio ad altre passioni, ma questa è un'altra storia che non ha nulla a che vedere con ciò che voglio dire.

Per anni ho letto che son nate belle amicizie qui, non ho nulla da eccepire sulla questione, pur avendo forti dubbi sull'amicizia virtuale, ma quando leggo che "il blog è qui o niente", che "fuori di qui è il deserto", che "mi sento come una particella di sodio nell'acqua Lete", beh, amici miei, qui stiamo davvero esagerando, via!

Di cosa stiamo parlando? Di quale solitudine?

Ci sono bloggers che scrivono nel deserto e, benchè apparentemente non si direbbe, vi posso assicurare che sono seguitissimi e commentati sui vari social. Ebbene si.

Un post può essere seguito anche nel deserto, e senza bisogno di segnali di fumo. Può essere commentato altrove e non necessariamente sul blog stesso.

Il futuro è questo. Adeguatevi.

Maria Antonietta BS

 

boscia.mara

Post n°24 pubblicato il 17 Maggio 2015 da boscia.mara
Angolo Pensatoio Run
I pensieri in corsa di Maria Antonietta BS
 
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VENEZIA, TUFFI, MONIKA FRYCOVA, ISLANDA, PIAZZA S. MARCO, DONNA NUDA, FOTO, ARTE, BIENNALE

Post n°8289 pubblicato il 17 Maggio 2015 da psicologiaforense

Dopo la donna completamente nuda (vedi foto in basso) legata ad un lampione apparsa di notte a Venezia in Piazza S. Marco,  performance artistica del fotografo padovano conosciuto come Hikari Kesho (specializzato nello “shibari”, l’arte giapponese di legare le persone a testa all’ingiù che in Occidente è visto più come un gioco erotico, spesso pericoloso)...  oggi è l'Islanda a far parlare di sé, questa volta  alla Biennale per il tuffo di Monika Frycova ...


CHE TUFFO LA VITA

Venezia. Artista si tuffa dal ponte: «Volevo vedere la reazione dei passanti»

La nota artista islandese Monika Frycova  ha improvvisato una "coraggiosa" performance a Venezia tuffandosi dal ponte dei Pugni. Indossava: una maschera, pantaloncini rosa di lana islandese e stivali veneziani. «Saltare dal ponte dei pugni - fa sapere l'artista - ha un significato simbolico, quello della battaglia personale e dell'impatto allo stile di vita veneziano». Ha saltato sotto gli occhi increduli dei passanti per poi risalire a bordo della «mascareta» di un amico. Il gesto voleva comunicare la reazione dell'artista al vivere a Venezia tra gente locale, maschere, turisti e Biennale. Un «wake-up moment» che non ha particolari obiettivi se non quello di cogliere il momento in questa città «vissuta in modo controverso». Ora però, dopo la pubblicità, i due artisti Hikari Kesho e Monika Frycova potrebbero rischiare qualche sanzione. Infatti, in base al regolamento comunale è  vietato sia utilizzare i lampioni cittadini per questo tipo di attività, sia tuffarsi dai ponti. Sarà inoltre da stabilire se, nel caso della donna nuda a Piazza S.Marco,  ci siano gli estremi di reato per atti osceni in luogo pubblico.

Qui di seguito: Monika Frycova, in altra performance artistica.
 

Donna nuda di notte in Piazza San Marco, a Venezia, video di  Hikari Kesho

 
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RIFLESSIONE DELLA SERA , PENSIERI, OPINIONI, IDEE, SUGGESTIONI... PER UN NUOVO GIORNO

Post n°8288 pubblicato il 16 Maggio 2015 da psicologiaforense

lo stato del disperato è una specie di penombra.  Fino a un certo punto egli sa bene, davanti a se stesso, di essere disperato; se ne accorge in se stesso, come ci si accorge di star covando una malattia; ma non vuole proprio ammettere qual è la malattia. In un momento gli è diventato quasi chiaro di essere disperato, ma poi, in un altro momento, gli sembra che il suo malessere abbia un'altra causa, che derivi da qualcosa di esteriore, da qualcosa fuori di lui; e se questo cambiasse, egli non sarebbe disperato....


 

 

 

DISPERAZIONE.
IL PARADIGMA ERRANTE

S. Kierkegaard  ha dedicato una grande attenzione all'esperienza della disperazione, da lui definita come la «MALATTIA MORTALE» tipica dell'essere umano. Tutte le altre, fisiche o spirituali, infatti, non conducono alla morte. Ma questa sì. La disperazione non consiste in uno stato d'animo passeggero. Essa è un atteggiamento profondamente radicato nell'anima di un individuo e consiste, in ultima istanza, nel «voler disperatamente sbarazzarsi di se stesso». Questa disperata volontà si può manifestare in due modi solo apparentemente opposti: il non voler essere se stessi e il voler essere a tutti i costi se stessi in modo sbagliato.  

Non sempre la disperazione è consapevole.  Certo, ci sono le sconfitte, che rivelano l'inconsistenza di ciò a cui si cercava di aggrapparsi; ma è facile, allora, attribuire la propria infelicità al fatto di non aver raggiunto i propri obiettivi, piuttosto che alla loro intrinseca incapacità di soddisfare le nostre attese. Perciò, nota Kierkegaard, di solito lo stato del disperato è una specie di penombra.  Fino a un certo punto egli sa bene, davanti a se stesso, di essere disperato; se ne accorge in se stesso, come ci si accorge di star covando una malattia; ma non vuole proprio ammettere qual è la malattia. In un momento gli è diventato quasi chiaro di essere disperato, ma poi, in un altro momento, gli sembra che il suo malessere abbia un'altra causa, che derivi da qualcosa di esteriore, da qualcosa fuori di lui; e se questo cambiasse, egli non sarebbe disperato. Oppure egli, - sostiene Kierkegaard- forse con distrazioni o in altri modi: per esempio lavorando e affaccendandosi a scopo di distrazione, cerca di mantener davanti a se stesso una certa oscurità intorno al suo proprio stato, però in modo che non si rende perfettamente conto di farlo con l'intenzione precisa di farlo  apposta per creare confusione e sconcerto.

 
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IL DIVORATORE DI GATTI, 250MILA SVIZZERI SI CIBANO ABITUALMENTE DI CARNE DI GATTO

Post n°8287 pubblicato il 16 Maggio 2015 da psicologiaforense

"Der Katzenfresser" ("il divoratore di gatti") si rifiuta di fare castrare i suoi gatti  perché, devono  finire nel suo piatto...  Va da sè  che "Der Katzenfresser"  è ligio nel rispettare i metodi di uccisione dei propri felini che prevedono, per legge, lo stordimento e il dissanguamento. Bastonare o annegare l'animale in una fontana sono metodi barbari che la Svizzera non tollera...

 

IL GATTO FINISCE NEL PIATTO 

 

Perché proibire di mangiare carne di gatto quando possiamo tranquillamente cibarci di cavalli, conigli, mucche, agnelli, eccetera? E' questa la domanda che si pongono in molti dopo aver appreso dal quotidiano "St. Galler Tablatt" della passione per la carne di gatto di un contadino appenzellese   che ha raccontato di non far castrare i suoi micetti perché risulterebbero, a suo dire, più saporiti quando vengono cucinati.
 
Il caso ha risollevato il tema riguardante l'inesistenza, in Svizzera, di una legge che vieti di cibarsi di carne di gatto. In realtà  la vendita, il commercio e l'offerta al ristorante di questo tipo di carne sono proibiti però a casa propria uno può liberamente scegliere   cosa mangiare. Tomi Tomek, fondatrice e presidente dell'associazione di protezione degli animali "SOS Chats Noirigue" ha dichiarato che  il 2-3% della popolazione svizzera, ossia 250mila persone, si ciba regolarmente di carne di gatto. Una cifra considerevole  su cui  l'Ufficio federale della sicurezza alimentare  nutre delle perplessità . Aggiunge la signora Tomek che le si spezza il cuore se immagina i figli dell'anziano agricoltore che giocano con dei gattini che finiranno per essere mangiati

NOTA INTEGRATIVA

“Basta alla carne di cane e di gatto in Svizzera”. L’associazione animalista Sos Chat Noraingue ha raccolto oltre 16mila firme e le ha consegnate al Parlamento elvetico perché il commercio e il consumo di carne di gatto e di cane vengano vietati in Svizzera.  La carne di cane viene principalmente utilizzata per realizzare delle salsicce, mentre quella di gatto, soprattutto durante il periodo natalizio, verrebbe consumata in famiglia e cucinata come il coniglio.  «Una barbarie inaccettabile» sottolinea l’associazione che nel 2013 era riuscita a ottenere il divieto di commercio di pelli di gatto. Gli animali domestici non sarebbero considerati derrate alimentari e, dunque, non potrebbero teoricamente essere vendute o mangiate. Ma non esistendo una legge che ne imponga il divieto formale, non sono neanche previste sanzioni. Non è la prima volta che un’associazione animalista svizzera prova a modificare la legge sulla protezione e tutela degli animali: nel 1993 il Parlamento elvetico rigettò una richiesta di vietare il consumo di carne di animali domestici. 

 

 
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LA RIFLESSIONE DELLA NOTTE, IDEE, PENSIERI, OPINIONI, SUGGESTIONI...PER UN NUOVO GIORNO

Post n°8286 pubblicato il 15 Maggio 2015 da psicologiaforense

.... taci, ascolta e dai l'esempio...  vediamo un po' che cosa esprime la tua vita, che sia essa, per una volta almeno, a parlare, essa dica chi tu sei! E traspaia così quel messaggio che, da genitore,  non riesci ancora ad annunciare in modo efficace. 


UN GENITORE QUASI PERFETTO
 
Raffinati discorsi ricchi di riferimenti  che  riescono benissimo a piegare a sostegno di tesi da imporre ai figli. Tesi che hanno concluso a priori essere  vali­de e pedagogicamente efficaci. Invece le "prediche" dei genitori servono solo ad appagare il loro amor pro­prio e, passando alte sul capo dei figli, lasciano il tempo che trovano.

 

Solo a "bocca chiusa"  il genitore esprime efficacemente CON LA PRO­PRIA VITA un messaggio che nessuna parola potrebbe annunciare. Con i fatti il padre e la madre  parlano di una accoglienza gratuita, ma non cieca  e che non si stanca mai di  accettare  i figli anche quando questi   sono rovinosamente caduti in  condotte negative e dannose.  Solo con l'ESEMPIO i Genitori rendono credibile  alla prole  la possibilità reale di un mondo pacificato nel quale  tutti possono dare corpo alla speranza.  E allora, taci, ascolta e dai l'esempio...  vediamo un po' che cosa esprime la tua vita, che sia essa, per una volta almeno, a parlare, essa dica chi tu sei! E traspaia così quel messaggio che, da genitore,  non riesci ancora ad annunciare in modo efficace.

 
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SCELTI PER VOI, LA GITA È FINITA , È OMICIDIO?, PADOVA,

Post n°8285 pubblicato il 15 Maggio 2015 da psicologiaforense

Ma le gite scolastiche hanno ancora un senso?  SI CHIEDE MASSIMO GRAMELLINI SULLA STAMPA.  La tragedia del liceale di Padova precipitato dal quinto piano di un albergo milanese in circostanze ancora nebulose riporta tristemente alla ribalta un interrogativo mormorato da anni. «LO ABBIAMO AFFIDATO ALLA SCUOLA E CI TORNERÀ A CASA CADAVERE» dice la mamma...

OMICIDIO LATERALE

Per i ragazzi del Novecento la gita di classe rappresentava un rito di iniziazione. Era in quella terra di nessuno, sganciata dalle consuetudini quotidiane e dalla presenza castrante della famiglia, che si scambiavano i primi baci, si prendeva la prima sbornia e si imparava a cantare in coro una canzone (di solito «Azzurro»). Si visitavano anche parecchi monumenti, a cui però solo una minoranza di esteti dedicava vera attenzione, gli altri essendo più interessati alle divagazioni goliardiche che l’atmosfera sospesa della trasferta poteva garantire.  Oggi quell’atmosfera non esiste più. I ragazzi sono connessi di continuo col mondo e hanno meno urgenza di conoscerlo dai finestrini di un pullman. Non hanno neppure il desiderio impellente di allontanarsi dalla famiglia, dove godono di ogni libertà. I genitori poveri vivono la gita come un salasso o una potenziale umiliazione. Tutti gli altri come un momento di ansia. Quanto ai professori, sono oppressi dalle responsabilità, a cui non fa da contraltare neppure il riconoscimento di uno straordinario. Molti di loro arrivano a sorteggiare il nome del malcapitato che dovrà offrirsi come accompagnatore. Proprio a scuola ci hanno insegnato che in natura ogni cosa esiste finché soddisfa un bisogno. Ma quale bisogno soddisfa oggi la gita scolastica, se non quello di restare ancorati a un’abitudine, a una nostalgia che nessuno prova più?

 

NOTA INTEGRATIVA 
Si stanno celebrando in questo momento (ore 10.30) qui a Padova, Parrocchia di Altichiero, i funerali del ragazzo morto durante una gita a Milano.  "Ho affidato il mio unico figlio vivo e in buona salute all'Istituzione scolastica. Mi verrà riconsegnato cadavere", non si dà pace Antonia Comin, la mamma di  Domenico Maurantonio, lo studente padovano morto in gita all'Expo di Milano.  Intanto procedono serrati gli interrogatori fiume, versioni a confronto, contraddizioni, incongruenze. E alla fine il muro di gomma che pareva poter respingere qualunque accusa non ha retto. La verità sulla triste morte di Domenico Maurantonio, 19 anni, precipitato da una finestra d'albergo, comincia a prendere forma, pezzo dopo pezzo. Gli investigatori della questura di Milano, ieri in trasferta a Padova, hanno identificato il ragazzo che sabato notte ha versato il lassativo nel bicchiere di Domenico. Doveva essere uno scherzo da gita scolastica, è andato ben oltre. E adesso si procede sulla base di tre ipotesi di reato: lesioni colpose (per il guttalax somministrato a Domenico), morte come conseguenza di altro reato, omissione di soccorso. Significa che qualcuno l'ha visto cadere nel vuoto e ha taciuto. E' solo l'inizio di un'inchiesta in cui i misteri sono ancora tanti, coperti dall'omertà di un'intera classe...

 
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ULTIM'ORA, MUORE IL PADRONE, ECCO LA CASA DI RIPOSO PER CANI, COSTA MOLTO, MA HA GRANDE SUCCESSO

Post n°8284 pubblicato il 14 Maggio 2015 da psicologiaforense

Per prenotare un posto è necessario pagare fra i 1'000 e i 2'000 dollari, poi i padroni dovranno mettere a disposizione un fondo dai 50'000 ai 210'000. La struttura, di lusso,   offre assistenza sanitaria non-stop, ampio parco,  palestra, sala giochi, piscina, idroterapia, agopuntura, massaggi, ristorante con diete personalizzate, dog sitter,   ecc... Tutto costruito e pensato per  la più assoluta comodità degli amici a  quattrozampe...


VITA DA CANI

Una casa di riposo per cani e gatti, ospitati una volta che i loro padroni non ci saranno più. Con l'aumento delle famiglie senza figli e con un animale e del numero degli anziani che trascorrono la loro vecchiaia con un quattro zampe, sta riscuotendo grande successo l'iniziativa lanciata in Texas: una casa di riposo in grado di accogliere il "miglior amico" una volta che chi se ne occupa regolarmente non ci sarà più. 

Per prenotare un posto è necessario pagare fra i 1'000 e i 2'000 dollari, poi i padroni - guardando al futuro benessere del quattro zampe - dovranno mettere a disposizione un fondo dai 50'000 ai 210'000 dollari a seconda dell'età dei padroni e del tipo di animale. Più giovane è il padrone, più è elevato il costo: il centro offre la possibilità di "sostituire" un animale con un altro in caso di morte prematura dell'iscritto. Al momento la casa di riposo ospita 34 animali, ma altri 510 sono iscritti: ci sono cani, gatti, cavalli, asini, conigli e anche un lama. "Cinquanta anni fa un centro come questo non esisteva - afferma Hanry L. Presal, il direttore del centro -. Ma con il rafforzarsi delle relazioni fra uomo e animale, l'aumento delle coppie senza figli e di anziani che vivono senza figli, questa è un'opzione che piace". Eppure centri come questo sono ancora rari. Negli Stati Uniti ce ne sono pochi altri, altri centri simili ci sono in Gran Bretagna e in Giappone.

 
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RIFLESSIONE DELLA NOTTE, PENSIERI, IDEE, SUGGESTIONI... PER UN NUOVO GIORNO

Post n°8283 pubblicato il 13 Maggio 2015 da psicologiaforense

Sterile e impietoso è analizzarsi, dimentichi di una misericordia che occorre in primo luogo esercitare con se stessi, riconoscendo che c'è differenza tra la sera stanca di chi ha almeno tentato di  vivere con rettitudine...   e la stanchezza dei giorni di chi ha scelto un cammino senza luce.

 

VERIFICHE 

Quando giunge il momento della "redde rationem"e si tirano le somme e si processa il proprio passato, sentendo che non è più tem­po di ricorsi, si avverte di non potere più vivere alla giornata e il pe­so di giorni sciupati diventa insopportabile… Avresti voluto raccogliere i frutti di un cammino su sentieri di luce e ritrovi un'immagine di te che ha sapore di ieri. Hai pensato che fossero a portata di mano ideali suggestivi per i quali ti eri det­to disposto ad andare controcorrente. Ti eri fatto un'idea troppo grande di te; oggi scopri un minusco­lo «io» che si inquieta per bilanci che sono lontani da quanto avevi sperato. Sei tentato di disprezzare questa piccola cosa che sei, mentre de­vi riprenderti in mano e portarti più oltre, senza abbandonarti alla tristezza, né consentire che i tuoi pensieri ti tormentino inutilmente. Sterile e impietoso è analizzarsi, dimentichi di una misericordia che occorre in primo luogo esercitare con se stessi, riconoscendo che c'è differenza tra la sera stanca di chi ha almeno tentato di  vivere con rettitudine...   e la stanchezza dei giorni di chi ha scelto un cammino senza luce.

 
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DOPO L’UFFICIO? VADO ALLA SCUOLA MATERNA, INCREDIBILE SUCCESSO, ADULTI SCOPRONO IL BIMBO CHE È IN LORO

Post n°8282 pubblicato il 12 Maggio 2015 da psicologiaforense

Clamorosa iniziativa in una scuola di Brooklyn: scuola materna  per soli adulti che vogliono riscoprire la loro parte bambina. La fondatrice del progetto: “Trattiamo i grandi come ragazzini, è stato un grande successo”

RISCOPRI  IL  BAMBINO  CHE VIVE IN TE

FARE PACE CON SE STESSI. GUARIRE LE FERITE E IL DOLORE DELL'INFANZIA, TRASFORMANDOLI IN FORZA E CONSAPEVOLEZZA

 

Capita molto spesso  che guardando  un bambino che gioca felice venga da pensare: beato te, quanto mi piacerebbe tornare indietro nel tempo e rivivere la mia infanzia! Da qui l'iniziativa posta in essere  a Brooklyn creando una "SCUOLA MATERNA"...  per soli adulti. Si chiama Preschool Mastermind e aiuta giovani manager, adulti, persone anziane, ecc.  a  riscoprire il “bambino” rimasto dentro di loro (il bambino interiore).
 
La fondatrice e dirigente del progetto, Michelle Joni, psico-pedagogista, dice che l’idea le è venuta pensando alle implicazioni e all’impatto di lungo termine delle cose imparate nella prima infanzia. Quindi ha costruito questo programma, composto di musica, giochi, arte, disegni, travestimenti, psicomotricità, teatro...  che permette agli  adulti di tornare a giocare come quando erano bambini. Gli insegnanti li guidano, "trattandoli da ragazzini", e gli allievi devono pensare solo a divertirsi, come facevano quando frequentavano sul serio la scuola per l'infanzia. Alla fine del trimestre c’è anche l’incontro con i genitori, in cui i “bambini” portano a scuola due adulti, per conferire con i maestri, sentire il loro giudizio, e gli eventuali consigli sulle attività integrative da svolgere dopo la scuola per integrare l’istruzione. Il tutto al costo di mille dollari per corso, perché a New York nulla è gratis, soprattutto nel campo costosissimo dell’istruzione.

La prima sessione si è svolta a marzo, e ha avuto enorme successo. Per questo  l’esperimento verrà ripetuto ed esteso ad altre scuole. Se pensate che i partecipanti siano dei "bambinoni perditempo", vi sbagliate di grosso.  Si tratta di  persone (manager, imprenditori, commercianti,  funzionari di banca, ecc.) di successo , che hanno solo il desiderio di riscoprire il loro fanciulletto interiore.  La prof. Michelle Jon la  chiama terapia perchè poi gli allievi escono felici, e tornano ad essere adulti impegnati, responsabili e produttivi. 

 
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ULTIM'ORA, TERZO BLOGGER UCCISO A COLPI DI MACHETE

Post n°8281 pubblicato il 12 Maggio 2015 da psicologiaforense

La nuova uccisione giunge a meno di un mese e mezzo dal massacro del giovane blogger Washiqur Rahman, 27 anni, mentre a febbraio era stato ucciso barbaramente il blogger naturalizzato americano Avijit Roy.... 

 

 LO SCANDALO DEL MARTIRIO

I testimoni della libertà nel terzo millennio 

 

Un blogger e scrittore laico, Ananta Bijoy Das, è stato ucciso a colpi di machete stamane nella città di Silhet, nel nordest del Bangladesh. Lo riporta il sito internet del quotidiano "The Daily Star". Si tratta del terzo intellettuale assassinato dall'inizio dell'anno da sospetti fanatici islamici.

Ananta Bijoy è stato fermato nell'area di Subid Bazar da quattro uomini a viso coperto che lo hanno colpito ripetutamente con un machete. Un testimone che ha assistito alla scena ha detto al gironale che l'uomo è morto sul colpo.

La nuova uccisione giunge a meno di un mese e mezzo dal massacro del giovane blogger Washiqur Rahman, 27 anni, accoltellato da due studenti di scuole coraniche mentre si stava recando nel suo ufficio nell'area industriale di Tejgaon, nella capitale Dacca.

A febbraio era stato ucciso nello stesso modo lo scrittore naturalizzato americano Avijit Roy, sempre nella capitale dove il blogger era tornato per un breve periodo. Il suo caso aveva creato molto scalpore tanto da essere paragonato alla strage parigina di Charlie Hebdo.

Ananta Bijoy Das gestiva una pubblicazione locale progressista chiamata "Jukti" (logica) e aveva scritto numerosi articoli scientifici. Aveva pubblicato anche sul blog Muktomona, fondato da Roy.

Tra le sue attività c'era anche quella di gestire la filiale locale di Gonojagoron Mancha (Piattaforma per l'insurrezione popolare), il movimento che nel 2013 aveva organizzato massicce proteste per chiedere la condanna a morte di leader islamici coinvolti nei massacri durante la guerra d'indipendenza del 1971.

 
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MUSEO, ABITO LEWINSKY, CLINTON, UN MILIONE DI DOLLARI, SESSO, POTERE, POLITICA, FOTO

Post n°8280 pubblicato il 11 Maggio 2015 da psicologiaforense

MUSEO OFFRE UN MILIONE DI DOLLARI A MONICA LEWINSKY PER L'ABITO BLU DELL'INCONTRO 'HOT' CON CLINTON

L'OFFERTA ARRIVA DAL MUSEO "LAS VEGAS EROTIC HERITAGE". IL VESTITO BLU  SARÀ ESPOSTO IN UNA MOSTRA SULLE "DINAMICHE FRA SESSO, POTERE E POLITICA"

Monica Samille Lewinsky  la psicologa statunitense nota per aver avuto una relazione con il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton emersa nel cosiddetto scandalo sexgate si è vista offrire un milione di dollari per l'abito blu che indossava durante il famoso e “scandaloso” incontro con il presidente americano. L’offerta arriva ufficialmente dal museo "Las Vegas Erotic Heritage" che con una lettera inviata all'ex stagista  spiega di voler esporre l'abito in un'esposizione dedicata ''ALL'ESAME DEI RAPPORTI PRIVATI DELLE PERSONE CHE SONO AL POTERE, E DELLE DINAMICHE FRA IL SESSO E LA POLITICA''.   Come si ricorderà la relazione tra Monica Lewinsky e Bill Clinton con gli incontri erotici nella stanza ovale della Casa Bianca (poi definita satiricamente "stanza orale"), cominciò quando la Lewinsky lavorava al dipartimento interno della Casa Bianca nel 1995.

Lo scandalo, travolse  la seconda Presidenza di Clinton costringendo quest'ultimo a subire un lungo procedimento giudiziario per le accuse di spergiuro seguite alle sue dichiarazioni in merito alla vicenda rilasciate nel corso del processo per un caso di presunte molestie sessuali nei confronti della giornalista Paula Jones  frequentata da Clinton quando era governatore dell'Arkansas. Nel corso di quel processo il presidente negò di avere avuto relazioni sessuali con Monica Lewinsky. Nel corso della sua testimonianza di fronte al Grand jury del 17 agosto 1998 Clinton fu costretto invece ad ammettere di avere avuto una "relazione fisica impropria" con la stagista la quale alcuni mesi fa  è tornata a parlare in pubblico della profonda umiliazione mediatica causata dal cyberbullismo che a distanza di 20 anni dai fatti contestati deve ancora subire.

 
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