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Messaggi di Aprile 2016
Post n°8646 pubblicato il 30 Aprile 2016 da psicologiaforense
QUI PADOVA. Nudo sdraiato su un divano sotto un grande specchio. E al telefono. In un hotel cittadino, con la ricevuta del frigo bar in primo piano. Uno scatto di forte provocazione. Così Vittorio Sgarbi si è fotografato con l'autoscatto, oppure si è fatto fotografare, alle 15 di venerdì, un paio d'ore dopo la conferenza stampa che il critico d'arte ha tenuto in città per presentare la mostra sul San Lorenzo di Donatello. La foto di Sgarbi nudo fa impazzire il web: "Moralisti, sono un'opera d'arte" Uno scatto quasi “naturista”: Vittorio Sgarbi si è fatto immortalare “come mamma l'ha fatto” sdraiato su un divano, mentre chiacchiera al telefono completamente nudo, senza nemmeno indossare la biancheria.
«Immotus nec Iners» (in italiano, «fermo ma non inerte»), recita la didascalia che accompagna l'immagine postata sulla pagina ufficiale su Facebook : un motto dannunziano che il critico d'arte ha fatto suo.
E i suoi follower, ovviamente, si sono scatenati in commenti acidi: «Dopo questa foto, le capre diranno ripetutamente “Sgarbi” per offendersi tra di loro», «le mutande non si usano più?» e ancora: «Sembra un quadro di Caravaggio!», «ridursi così dopo due bottiglie di Heineken...», «Ah Vitto'! Non sei più una minorenne che per tirar su un po' l'autostima deve mostrare le zinne su Facebook», si legge tra i migliaia di commenti della foto, che in pochissimo tempo ha raccolto oltre 30mila “like” e circa 17mila commenti. Secondo voi è ancora vero che la salvezza del nostro mondo si trova nel cuore delle persone, nella loro umiltà, responsabilità, e capacità di riflessione?
Post n°8645 pubblicato il 29 Aprile 2016 da psicologiaforense
In questa community, come nella vita, prudenza non significa cautela. Soprattutto se ispirata alla paura, la cautela non è più una virtù. Virtù che io chiamo intellettuale: tocca infatti all'intelligenza operare il retto discernimento del bene morale, che spesso non è così facile da percepire…
GIORNO DOPO GIORNO
Alla prudenza spetta il compito di interpretare la realtà, di guidare l'azione morale e di assicurarne la retta misura. Essa svolge un ruolo insostituibile anche nella pratica di tutte le altre virtù. Qui però prudenza non significa cautela. Soprattutto se ispirata alla paura, la cautela non è una virtù morale. La prudenza è, in un certo senso, una virtù intellettuale: tocca infatti all'intelligenza operare il retto discernimento del bene morale, che spesso non è così facile da percepire, data la complessità e l'ambiguità delle situazioni in cui si è chiamati ad agire, anche in questa community agonizzante. Ma la prudenza, così come si è già visto in altro post a proposito della pazienza, non è solo un esercizio dell'intelletto: coinvolge la volontà libera del soggetto, e per questo è una vera e propria virtù. Il suo esercizio, infatti, non richiede solo acume intellettuale e adeguate conoscenze morali, presuppone anche che la persona sia onestamente aperta alla ricerca del vero bene, attraverso la rettitudine della volontà. Occorre amare il bene, per poterne cogliere tutte le esigenze, anche le più severe.
Post n°8644 pubblicato il 29 Aprile 2016 da psicologiaforense
MALASANITÀ CRIMINALE: SCANDALO A VICENZA
Una sfida folle, inquietante, via smartphone, a chi riesce a mettere la cannula più grossa, quella che può essere più dolorosa, nelle vene di pazienti ignari. Vi partecipano due medici e sei infermieri. Lo scenario è il pronto soccorso dell'ospedale di Vicenza. Il primario Vincenzo Riboni scopre la trama, si indigna, individua i responsabili. Il dg Giovanni Pavesi apre otto procedimenti disciplinari. L'avvocato Laura Tedeschi, capo dell'ufficio legale dell'Ulss, formalizza i capi di accusa, ascolta gli imputati ed emette le sentenze. Due sanzioni e sei archiviazioni. Un medico è punito con la censura scritta. Un infermiere con il rimprovero scritto. Prosciolti l'altro medico, una donna, e gli altri 5 infermieri, 3 donne e 2 uomini. La parola ora passa alla Procura della Repubblica di Vicenza... LA CRONACA :
Post n°8643 pubblicato il 29 Aprile 2016 da psicologiaforense
La professione più sexy? L'imprenditore. Per le donne single italiane l’uomo più affascinate è quello che lavora in proprio (18%); il camice perde di appeal e conquista solo il 4% delle single. In occasione della Festa dei Lavoratori del prossimo 1 maggio, Meetic rende nota un’interessante analisi del suo database, focalizzata sulle professioni più apprezzate dalle single italiane. Stando ai trend di ricerca delle utenti, la professione che riscuote più successo è quella dell’imprenditore: per il 18% delle single chi svolge un lavoro in proprio è infatti più desiderabile.
SESSO CON CANE , IL PERITO LO CONSIDERA SANO DI MENTE, IL GIUDICE: "INCAPACE DI INTENDERE E VOLERE",
Post n°8642 pubblicato il 28 Aprile 2016 da psicologiaforense
La perizia psichiatrica del dottore Maurizio Marguglio, disposta dal giudice, concludeva affermando che l'imputato, nel momento in cui ha commesso il reato, era in grado di intendere e volere. Il giudice Lorenzo Matassa, che per legge è "perito dei periti", ha disatteso le conclusioni dello specialista e ha dichiarato affetto da "vizio di mente" l'imputato che l'anno scorso ha fatto sesso con un cane che si trovava in una villetta, in pieno giorno in via Liguria a Palermo.
IL GIUDICE COME "PERITUS PERITORUM" La perizia psichiatrica, disposta dal giudice, diceva esattamente il contrario. L'imputato, denunciato dopo essere stato sorpreso con il cane, è un clochard cinquantenne palermitano accusato di atti osceni in luogo pubblico. Allo psichiatra l'uomo ha confermato di aver fatto sesso con il cane dicendo inoltre che non si trattava della prima volta. La mente dell'uomo, secondo il perito del giudice, era lucida e integra quando commise il fatto. L'imputato ha confessato di nutrire da tempo un "amore" per i cani che andava oltre le normali coccole, anche se avrebbe preferito andare con le donne... ma la sua condizione di indigenza non glielo consentiva. Avendolo ascoltato per due volte in aula, il giudice si è formato l'opinione che il signor A. S. fosse affetto da vizio di mente. Nello specifico il GUP Dott. MATASSA ha reputato il reo non imputabile perchè, nel momento in cui ha commesso il fatto-reato, era, per infermità, in tale stato di mente da escludere, in toto, la sua capacità d’intendere e volere. Adesso l’imputato dovrà trascorrere due anni in una struttura residenziale sanitaria di tipo psichiatrico per ricevere le cure del caso. In psicologia forense e in psicopatologia con zoofilia erotica, bestialismo o, più tecnicamente, zooerastia si designa la pratica parafiliaca umana di avere rapporti sessuali con animali.
Post n°8641 pubblicato il 28 Aprile 2016 da psicologiaforense
La Knit-Mania, la passione per il lavoro a maglia che ha contagiato tutti, a prescindere dal sesso ha conquistato l’Italia sull’onda del successo del bestseller dell’americana Kate Jacobs “LE AMICHE DEL VENERDÌ SERA”. Complice anche la crisi economica, sferruzzare non è solo un passatempo ma anche un modo di autoprodurre capi di abbigliamento. Ci sono anche i caffè dedicati...
AI FERRI CORTI. LAVORARE A MAGLIA UNA PASSIONE CHE COINVOLGE UOMINI E DONNE Dritto e rovescio, punto croce, uncinetto e ferri: sono sempre di più in Italia gli uomini che hanno scoperto il fascino del lavoro a maglia. D’ora in poi, quindi, evitate di rivolgere a qualche uomo l’invito ad andare a “fare la calza!”: potrebbe essere non più recepito come un insulto per invitarlo a dedicarsi a lavori che hanno poco di macho, e il destinatario potrebbe essere orgoglioso di rispondervi che non solo lo fa volentieri, ma potrebbe mostrarvi come si realizza il punto “a nido d’ape” e quale filato è meglio usare per le diverse lavorazioni. La passione per uncinetto, tombolo, ricamo e forcella non conosce differenze sociali: ha coinvolto docenti universitari, operai, impiegati, medici, commercianti. Che trovano illustri paragoni nel mondo dello spettacolo: un insospettabile appassionato di lavoro a maglia era l’attore Antonhy Quinn, che realizzava molti dei maglioni che indossava, così come lo era uno dei fratelli Lumiere. In Italia non ha mai fatto mistero del potere rilassante dell’uncinetto su se stesso il cantante Morgan.
Post n°8640 pubblicato il 27 Aprile 2016 da psicologiaforense
I contatori che registrano gli accessi su internet contano anche il 60% delle visite gonfiate dai botnet, i programmi 'subdoli' che imitano il comportamento degli utenti, gonfiando così il numero di contatti e di visite...
I FALSI DATI A fornire i primi dati del fenomeno, del quale si parla da tempo, sono i risultati della simulazione condotta nell'università Carlo III di Madrid pubblicato nel sito arXiv. I ricercatori hanno analizzato i sistemi per controllare i falsi contatti dei botnet usati da cinque portali, YouTube, Dailymotion, Vimeo, Myvideo.de, e TV Uol. I ricercatori hanno utilizzato un botnet per visualizzare 150 volte due video pubblicati su YouTube. Di queste 150 false visualizzazioni, il contatore di YouTube ne ha registrate 25 come visite reali, mentre AdWords, il servizio di Google ne ha considerate vere ben 91, pari al 60%. Nonostante le evidenti implicazioni secondo gli autori sono stati dedicati pochi sforzi per contrastare i falsi accessi. Smascherare i contatti dei botnet è complicato perché bisogna affidarsi unicamente ai meccanismi di rilevamento usati dai portali. Ma la ricerca dimostra che è necessario sviluppare un sistema di controllo che consenta di identificare i falsi contatti in modo efficace e di conseguenza, sottolineano i ricercatori, «rendere questo tipo di attività, che è abbastanza opaca, più trasparente».
Post n°8639 pubblicato il 27 Aprile 2016 da psicologiaforense
Pubblicata nella rivista Nature Genetics : Scoperti i geni della felicità: determinano il modo in cui le persone vivono un’esperienza positiva e riescono a stare bene con se stesse.
LA TRAMA DELLA VITA
La clamorosa scoperta è stata possibile analizzando il genoma di quasi 300.000 persone e permetterà di mettere a punto terapie per ridurre i livelli di ansia e di depressione. «Questi geni hanno un ruolo complesso, sono collegati soprattutto al modo in cui le persone affrontano le difficoltà oppure le situazioni della vita», ha osservato il genetista Giuseppe Novelli. «Siamo ormai certi che ci sia un aspetto genetico coinvolto nella felicità». I ricercatori coordinati da Meike Bartels e Philipp Koellinger, dell'università di Vrije ad Amsterdam, hanno individuato tre varianti genetiche coinvolte nella felicità, due varianti legate ai sintomi della depressione e 11 punti del genoma correlati a nevrosi. I geni 'della felicità', si accendono, cioè entrano in funzione, soprattutto nelle cellule nel sistema nervoso centrale, nelle ghiandole surrenali e nel pancreas. Per scoprire i geni della felicità, lo studio ha coinvolto 181 ricercatori e circa 145 istituti di ricerca e gran parte delle informazioni genetiche sono state ottenute dal registro dei gemelli dei Paesi Bassi.
Post n°8638 pubblicato il 27 Aprile 2016 da psicologiaforense
... è lei la prima a tornare nei panni della studentessa. In una foto pubblicata su Twitter, la first lady indossa una maglia della Princeton University, uno dei college più prestigiosi degli Stati Uniti, dove si è laureata nel 1983, e posa al fianco del marito, Barack Obama, che sorride e sfoggia la sua t-shirt della Columbia University, dove ha studiato scienze politiche. A seguirli sono in tanti: dalle matricole ai professori universitari, dai nostalgici ai giovanissimi
BARACK E MICHELLE OBAMA CON LE MAGLIETTE DEL COLLEGE Negli scorsi giorni Michelle Obama ha lanciato un appello a cui gli americani hanno risposto con nitido entusiasmo: «Voglio vedere le vostre foto - come quelle della vostra famiglia, dei vostri colleghi e amici - mentre indossate le magliette del college», scrive la First Lady. «Condividetele sui social, utilizzando l’hashtag #CollegeSigningDay». L’appello è stato lanciato in occasione del National College Signing Day con l’intento di incoraggiare i giovani a puntare in alto, iscrivendosi all’università e ottenere un’istruzione superiore. «Le decisioni dei ragazzi di oggi costruiranno un domani migliore per tutti noi», scrive la moglie del presidente degli Stati Uniti sul portale della Casa Bianca. Non a caso, nel contempo, su Twitter pubblica una foto in cui lei e Barack Obama, seppur per un istante, in qualche modo tornano studenti: la First Lady indossa una maglietta della Princeton University, dove si è laureata nel 1983, mentre il presidente sfoggia, con orgorglio, la t-shirt della Columbia, dove si è laureato all'inizio degli anni Ottanta in scienze politiche.
Post n°8637 pubblicato il 26 Aprile 2016 da psicologiaforense
Nella realtà che viviamo tutti i giorni, a differenza di ciò che accade nelle leggende, i modi di essere infelici in coppia sono infiniti.... IL LATO OSCURO DELLA COPPIA Ognuno di noi sa spiegare, almeno a grandi linee, perchè ha scelto il proprio partner. Pochi conoscono invece le necessità profonde che vengono soddisfatte dal rapporto con lui. Quasi sempre, infatti, l'unione dà voce a bisogni insoddisfatti oppure all'impellenza di ripetere vecchi modelli psicologici. Nel primo caso la coppia è come un'officina: ci si va per riparare i danni provocati dalla vita nella famiglia d'origine. Nel secondo caso la coppia è come un manichino a cui si ritaglia addosso, acriticamente, il modello psicologico della famiglia d'origine o il suo contrario. In entrambi i casi, l'unione serve più a dare conferme che a vivere assieme proficuamente la vita di tutti i giorni.
Post n°8636 pubblicato il 25 Aprile 2016 da psicologiaforense
la nuova frontiera del sesso fa affidamento sulle coccole. Ora gli uomini pagano le donne per ricevere affetto perché le coccole offrono un “luogo sicuro” in cui sentirsi accolti e protetti. Così spopola la nuova frontiera del sesso: pagare un'accompagnatrice non per consumare un rapporto sessuale, ma per ricevere coccole le quali i riducono lo stress, frenano l'ansia e la depressione , rafforzano il sistema immunitario...
ALLA RICERCA DELLE COCCOLE PERDUTE Mentre di rapporti sessuali e di congressi carnali si parla ovunque, c’è un fenomeno che oramai dilaga: il bisogno di avere "un po’ di coccole" per stare meglio. L’industria delle cuddle-giver (i donatori di coccole) è in forte espansione. E le coccole prive del sesso, anche in camera da letto e non solo come gesto affettuoso, hanno dato vita ad una vera e propria scuola di pensiero e di business. L’idea è semplice. A pagamento viene fornita la compagnia di ragazze che però possono solamente ‘coccolare’ i clienti: carezze, abbracci, contatto fisico limitato, senza però assecondare nessun tipo di rapporto fisico. E questo perché quando siamo fisicamente vicino a qualcuno, il nostro corpo rilascia ossitocina, la "particella chimica della felicità". Inoltre, i vantaggi fisici e psicologici legati al semplice gesto dell'abbraccio, in base alla più aggiornata ricerca medica e alle nuove scoperte nel campo dell'epigenetica, sono stupefacenti. L'abbraccio, infatti, ci rimanda a immagini di dolcezza, calore, comfort e tenerezza. A immagini dell'infanzia. Di braccia accoglienti pronte a riparare a piccoli e grandi dispiaceri...
Post n°8635 pubblicato il 24 Aprile 2016 da psicologiaforense
Sì, la vita è tutta un selfie.... C'è anche quello del macaco. La scimmia che nel 2011, incuriosita dall'attrezzatura di un fotografo, si mise a giocare con la fotocamera e scattò il "selfie perfetto". Una foto che ha poi sollevato polemiche virali: il copyright è suo, del fotografo, o del popolo della Rete?
È L’ERA DEL SELFIE O DEL NARCISISMO? SPECCHIO DIGITALE PER LA CARICA DEI NARCISI? NON SOLO. L'AUTOSCATTO IN RETE E' ANCHE L'ULTIMO MODO PER COMUNICARE NELL' ETA' DEI BIT Scattarne uno è facilissimo. Basta cogliere l'attimo, aggiungere un po' di fantasia e un po' di tecnologia: uno smartphone, un tablet, una webcam... Meglio se c'è anche l'asta per fare click senza allungare il braccio. Oppure, ed è l'ultima imperdibile invenzione per i selfie-addicted, il mini drone (c'è anche quello che si appoggia al polso) per gli autoscatti panoramici. E così, il selfie è servito. Pronto per navigare nell'immensa platea dei social network. I numeri sono alti: si parla di circa un milione di autoscatti al giorno che bombardano, silenti, Facebook, Instagram, Flickr e Twitter in (e da) tutto il globo. C'è quello dissacrante sul water, quello hot che invita a fare sesso, quello spaziale della Cristoforetti. Quello spericolato sul grattacielo, quello celebrativo alle feste, quello culturale con i Bronzi di Riace. Quello religioso con Papa Francesco che si nega a nessun fedele: ha ha capito che la parola di Dio arriva anche tramite un selfie. Magari benedetto. E' LA CARICA DEI NARCISI. "Non li avessero mai inventati, questi selfie", si scandalizzano in molti: ora sì che i narcisi del terzo millennio hanno trovato il nuovo specchio dell'era digitale. E tutti ne parlano: sui giornali, nei talk show, negli atenei. Insomma la fotografia fatta a se stessi per postarla sui social network (così gli Oxford Dictionaries, la Bibbia dei dizionari, hanno definito il selfie nel 2013 eleggendola parola dell'anno: un anno dopo ci siamo arrivati anche noi con lo Zingarelli 2015) è l'ultimo irresistibile fenomeno da indagare. E sociologi, psicologi, filosofi, economisti, fotografi e neuroscienziati ci spiegano perché non possiamo farne a meno. Le risposte? Variano, a volte si contraddicono. Per i più, sono la prova all'ennesima potenza del narcisismo dilagante. Secondo una ricerca della Birmingham Business School, chi scatta molti selfie ha una vita sociale piuttosto carente. Non solo: più si scatta, più ci si aliena
Post n°8634 pubblicato il 23 Aprile 2016 da psicologiaforense
L'attrice, appena nominata donna più bella del mondo dal magazine PEOPLE, ha rivelato di non avere mai avuto un buon rapporto con il suo fondoschiena e di aver vissuto per molti anni il complesso dei chili di troppo. A Jennifer Aniston non è mai piaciuto il suo corpo e il suo "fondo schiena" la umilia "Prima ero una piccola palla rotolante - ha detto a PEOPLETV l'ex-star di Friends - Non mi è mai piaciuto il mio lato B. Avevo un fondoschiena a forma di bolla e venivo sempre derisa. Adesso la gente paga fior di quattrini per farsi iniettare della roba. Ora siamo tutti qui a fare squats in continuazione, ma io mi chiedo: 'Ma, cosa succede? È cambiato il trend?!?'". "A 20 anni, la mia faccia era quasi un cerchio perfetto. Avevo assolutamente bisogno del contouring. Adesso mi andrebbe bene anche la faccia squadrata". Jennifer ha sempre dichiarato di puntare su uno stile di vita sano e su una dieta equilibrata per mantenersi fresca e giovane ma, da ragazza, l'attrice 47enne ammette di aver seguito un'alimentazione tutt'altro che salutare. "La mia dieta era terribile. Mangiavo milkshake con patatine fritte e salsa" - ha continuato la moglie di Justin Theroux - "Adesso ho invece un cofanetto di vitamine che prendo tre volte al giorno, come le Viviscal, le vitamine C e omega. Faccio tanto sport, 15 minuti di corsa e altri 15 di elliptical. Bisogna alternare gli esercizi".
Post n°8633 pubblicato il 22 Aprile 2016 da psicologiaforense
Michelle, in un'intervista aveva dichiarato: «Facevo la modella e avevo 17 anni, quando mi hanno chiamata per girare la pubblicità di intimo del marchio Roberta, che fece un bel po' di clamore. Rodolfo Mirri mi propose di lavorare con lui, all'epoca aveva una quarantina d'anni. Lui diceva di essere un grande produttore, sapeva parlare molto bene e mi disse: 'Ti farò diventare famosissima'. E ancora: 'Se vuoi continuare a lavorare con me, tu devi venire a letto con me'.... I N F A M I A Michelle Hunziker rischia di andare in prigione. Queste le richieste della procura: un anno e 4 mesi di reclusione per l’inviato di Striscia la Notizia, Max Laudadio e 6 mesi per la showgirl svizzera. Entrambi denunciati da Rodolfo Mirri, un imprenditore e talent scout con società a Riccione, dove il Tg satirico inviò delle finte aspiranti modelle, e che si è sentito offeso e diffamato dalla trasmissione andata in onda il 17 marzo del 2010. Michelle deve rispondere, insieme a Laudadio solo di diffamazione, mentre l’inviato di Striscia con una collaboratrice e due finte clienti di Mirri, di violazione di domicilio, sostituzione di persona, interferenze illecita nella vita privata e discredito e ostacolo all’attività professionale. LE ACCUSE DI MICHELLE - La Hunziker, in un'intervista rilasciata nel 2010 all'inviato di Striscia aveva dichiarato: «Facevo la modella e avevo 17 anni, quando mi hanno chiamata per girare la pubblicità di intimo del marchio Roberta, che fece un bel po' di clamore. Rodolfo Mirri mi propose di lavorare con lui, all'epoca aveva una quarantina d'anni. Lui diceva di essere un grande produttore, sapeva parlare molto bene e mi disse: 'Ti farò diventare famosissima'. E ancora: 'Se vuoi continuare a lavorare con me, tu devi venire a letto con me'. Insomma mi sottopose a un vero e proprio ricatto. Ovviamente non sono andata a letto con lui, nonostante abbia provato per tanto tempo a ricattarmi anche per dei lavori che mi attiravano moltissimo». LA DIFESA DELLA BONGIORNO - E' Giulia Bongiorno - che con la Hunziker è co-fondatrice dell'associazione "Doppia Difesa" - a difenderla. L'avvocato ha commentato la notizia sulle pagine del settimanale Visto: «Michelle ha denunciato con la sua solita forza e autenticità i ricatti di cui sono vittime molte giovani donne che entrano nel mondo dello spettacolo. È surreale che per questo si finisca sul banco degli imputati. Crediamo nella giustizia e non smetteremo mai di credere che il primo nostro dovere è non avere paura di denunciare».
Post n°8632 pubblicato il 22 Aprile 2016 da psicologiaforense
Quando ha sentito suonare all'ingresso ha aperto tranquillamente la porta di casa e si è trovato davanti una ragazzina sconosciuta. «Desideri qualcosa?» le ha detto. «Sì» ha risposto lei. «Sono qui per ucciderti». E gli ha piantato un coltello nel cuore. Subito dopo è andata a costituirsi alla polizia. «Ho ucciso il pedofilo che mi violentò sei anni fa, quando ne avevo otto» ha spiegato. «Lui negò le accuse e il tribunale gli credette, limitandosi a spedirlo per qualche tempo in una comunità di recupero. Io invece sono entrata in paranoia e da sei anni la mia vita è un incubo. Mi sono sentita abbandonata dalla giustizia, perciò ho deciso di farmela da sola. Dite a mia madre che le voglio bene». In realtà l’accoltellato l’ha sfangata, grazie a una tempestiva trasfusione di sangue. L’accoltellatrice invece è finita davanti al tribunale di Bradford, lo scenario inglese di questa storia shakespeariana. Il giudice Jonathan Dunham l’ha ascoltata fino in fondo, poi ha preso una decisione che ha lasciato tutti senza fiato. Ha respinto l’accusa di tentato omicidio, considerando il gesto della ragazzina una legittima difesa, sia pure differita. E ha aggiunto che, se all’imputata verranno addossate le spese processuali, sarà contento di pagarle lui. Immagino che quel giudice abbia una figlia. FONTE:
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49