MARCO PICCOLO

LA RIFLESSIONE PSICOLOGICO FORENSE

UN BEL TACER
NON FU MAI SCRITTO

Un difetto che hanno non pochi magistrati:
NON SANNO TACERE!

La massima di  Cassazione, con la quale è stata annullata la condanna di un avvocato, imputato di aver diffamato un pm ha destato un certo scalpore. In breve, il fatto. In un informale colloquio, l'avvocato aveva richiesto l'opinione del pm su un'eventuale richiesta di liberazione di un suo assistito, in custodia cautelare in carcere, quale incolpato di rapina. A seguito del confidenziale parere dell'inquirente («se fosse per me, butterei la chiave della cella del rapinatore»), il difensore gli aveva indirizzato una lettera «ironica», con la quale elogiava «il tono pacato e lieve della risposta e il senso di moderazione della pubblica accusa».
Il commento non era affatto piaciuto al destinatario e ne era derivata una condanna.  AL CONTRARIO,  i giudici della suprema Corte hanno affermato il principio che tutti hanno diritto di criticare le sentenze e i comportamenti (specie quelli deontologicamente scorretti), come «contrappeso» dell'elevato grado d'indipendenza e autonomia della magistratura.

IL CASO IN SE' NON MI INTERESSA, quindi svolgo una più generale considerazione. Purtroppo,  non pochi magistrati hanno un difetto che non riescono a controllare. Non sanno stare zitti, quando trattano persino i procedimenti loro affidati e vanno sproloquiando, per poi manifestare irritazioni da fanciulli, quando ricevono risposte "adeguate" e critiche motivate.
Così, dimostrano di non aver una dote richiesta per l'esercizio del mestiere. Di non essere accorti, se non di essere addirittura ingenui. Di non assolvere al dovere
– rappresentando un'istituzione – di essere avveduti, almeno quanto i loro normali interlocutori.

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SEGUE......